In questi appunti vengono ampiamente spiegate le basi teoriche della testistica in psicologia; gli usi dei test in ambito diagnostico, sia nell'adulto che nel bambino, e in fase di assestment e orientamento. Le principali batterie usate, con le scale di riferimento, le somministrazioni individuali e collettive, i problemi nell'interpretazione dei risultati.
I test in Psicologia
di Antonino Cascione
In questi appunti vengono ampiamente spiegate le basi teoriche della testistica
in psicologia; gli usi dei test in ambito diagnostico, sia nell'adulto che nel
bambino, e in fase di assestment e orientamento. Le principali batterie usate,
con le scale di riferimento, le somministrazioni individuali e collettive, i problemi
nell'interpretazione dei risultati.
Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Facoltà: Psicologia
Corso: Psicologia
Esame: Tecniche dei test
Titolo del libro: I test in Psicologia - Fondamenti teorici e
applicazioni
Autore del libro: Lucia Boncori
Editore: Il mulino
Anno pubblicazione: 20061. Ambiti professionali in cui si richiede la valutazione psicologica
1. Diagnostica clinica e terapia:
- All’inizio, per comprendere i tipo di disturbo del paziente e pianificare un intervento adeguato
Nella fase di pianificazione dell’intervento, per distinguere tra “fattori di rischio” e “fattori di protezione”
Per valutare i risultati dei trattamenti
2. Orientamento e counselling
“Legittimazione” delle preferenze dell’orientando oppure “Diagnosi orientativa”
3. Selezione del personale
1 Fase--> Screening iniziale attraverso test collettivi
2 Fase--> Esami individuali più approfonditi
4. Prevenzione e screening psicopatologico
Il 25% della popolazione scolastica, al termine della scuola secondaria superiore, ha disturbi psicopatologici.
Nella maggior parte dei casi, se affrontati nella fase iniziale si hanno buoni risultati con terapie a breve
durata.
In alcuni paesi (USA; Nord Europa) si dispone di progetti di SCREENING per la prevenzione
5. Perizie forensi
In quest’ambito è importante la precisione dello strumento usato; assume una grande importanza la verifica
della genuinità delle risposte.
6. Pianificazione educativo-didattica
Valutazione formativa (Definizione degli obiettivi; interventi per raggiungere tali obiettivi; verifica
dell’effettivo raggiungimento)
7. Marketing e psicologia del consumatore
Verifica dell’efficacia degli annunci pubblicitari; opinioni dei consumatori; profilo di personalità del
consumatore; ecc..
8. Ricerca in scienze umane
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 2. Caratterizzazione epistemologica dei test
Superare la “non misurabilità della psiche”--> Uno sperimentatore sottopone a uno stimolo identico realtà
psichiche diverse e, pur non potendo misurare l’entità psichica in sé, può misurare le diverse reazioni
comportamentali che esse producono.
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 3. Caratteristiche essenziali di un test
Si usano stimoli identici per tutti i soggetti
Le risposte devono essere registrate con la massima fedeltà
Le risposte devono essere confrontabili tra loro
“Standardizzazione”--> stabilità di tutti gli elementi che entrano in gioco
“Replicabilità”--> Chiunque deve poter ripetere il procedimento e arrivare alle stesse conclusioni
Le misure ottenute vanno sottoposte a verifiche a posteriori.
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 4. Fonti di informazioni sui test
Alcuni test vengono prodotti nell’ambito di una ricerca con scopi finalizzati e non entrano mai in
commercio; essi sono comunque reperibili attraverso le riviste scientifiche e attraverso le biblioteche
digitali. Sono comunque test che non hanno avuto controlli sull’attendibilità e sulla validità e quindi
inutilizzabili nella consulenza.
I test possono essere reperiti o attraverso le pubblicazioni di editori specializzati o consulanto le “testoteche”
di cui dispongono alcuni atenei.
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 5. Come vagliare criticamente le informazioni sui test
Si possono ottenere info sui test consultando:
il manuale allegato al test stesso
il Mental Measurement Yearbook (di Buros)
Teoria e tecniche dei test (di Boncori)
Le riviste scientifiche
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 6. Test e osservazione diretta
L’osservazione diretta è utile quando il soggetto non è in grado di fornire personalmente informazioni utili
A differenza dei test, l’osservazione non fa agire degli stimoli uguali per tutti, ma cerca di osservare i
soggetti in situazioni simili (poca garanzia di identità dello stimolo)
La classificazione dei soggetti mediante griglie di osservazione ha un certo margine di soggettività
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 7. Test e colloquio
Nel colloquio le domande vengono formulate dall’operatore al momento e possono essere adattate alle
caratteristiche dell’interlocutore; contrariamente ai test, dove le domande sono formulate a tavolino e non
può esser modificato nulla. (Stimoli uguali per tutti e maggiore validità di contenuto)
Nel colloquio le risposte vengono annotate frettolosamente dallo Psic. Cosi da selezionare alcuni elementi a
preferenza di altri. Nei test invece le risposte vengono registrate, classificate, quantificate, e interpretate
mediante processi ben distinti l’uno dall’altro.
I test sono più economici e possono essere somministrati simultaneamente a più persone; il colloquio viene
comunque usato per ottenere informazioni complementari ai test.
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 8. Descrizione delle caratteristiche misurate dal test
La caratteristica misurata dal test deve essere descritta molto accuratamente, facendo riferimento al modello
teorico o al sistema nosologico considerato.
Test fenomenologico--> test che valuta fenomeno nella loro apparenza esteriore senza cercare di risalire a
caratteristiche di personalità o a tratti e dinamiche profonde.
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 9. Regole per la quantificazione - o "scaling"
Trasformazione di dati qualitativi in quantitativi:
i dati quantitativi sono più precisi
l’uso di misure numeriche consente la verifica dell’accuratezza delle misure stesse e il confronto tra dati
diversi.
Un quesito (item) ideato ingenuamente è suscettibile a tre dimensioni:
1. la caratteristica personale che cerca di misurare
2. la proprietà dello stimolo
3. le modalità di risposta
Le modalità di risposta di solito è identico per tutti gli item; poi in base al fatto che il test si proponga di
valutare le persone o di costruire scale di stimoli* terrà a bada l’una o l’altra dimensione.
*Scale di stimoli--> Usate soprattutto nelle psico, del consumatore, sottopone un gruppo di prodotti alla
valutazione di un gruppo di consumatori (le differenze tra persone sono irrilevanti in questo ambito) e si
chiede ai consumatore di valutare i prodotti.
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 10. Validità di un test
Validità a priori di un test
Gli stimoli e le modalità di risposta devono essere appropriate alla caratteristica che si intende misurare,
dunque vanno scelti e realizzati con cura; problema che va affrontato, ovviamente, prima di sottoporre i
soggetti a test. (Validità di contenuto).
Validità a posteriori del test
Sono dei controlli che vengono fatti dopo la somministrazione del test.
Il primo problema riguarda la scelta del Campione. Le caratteristiche dei campioni confinano la validità
degli studi entro limiti di tempo e di spazio (la validità di un test non è uguale in ogni nazione e in ogni
periodo storico).
Importante è l’ attendibilità di un test, che ci dice se le misure fornite sono stabili anche se cambia
l’operatore o la forma del test.
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 11. Rispondenza del test alle esigenze pratiche
Vantaggi pratici ed economici del test
Il test deve essere appropriato ai soggetti cui è destinato
No deve porre problemi etici e deontologici
Bisogna valutare il costo degli stimoli, il tempo per la somministrazione e l’attribuzione del punteggio.
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 12. Fasi per la costruzione di un test
1. Studio della caratteristica che si vuole misurare
2. Creazione di un elenco di indicatori ( spesso gia esistenti, per es. le nosografie DSM-IV o ICD-10)
3. Valutazione degli indicatori da parte di un gruppo di esperti che dice se sono attinenti o meno alla
caratteristica che si intende misurare
4. Costruzione di stimoli per ciascun indicatore e successiva valutazione dagli esperti:
test proiettivo o questionario?
Deve elicitare risposte introspettive o descrizioni di comportamenti?
Domande aperte o chiuse?
Dicotomica o continua?
5. Estrazione casuale degli indicatori da un campione più ampio
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 13. Fasi per l’uso di un test
1. Trovare, nel manuale del test, la descrizione della fase preliminare
2. Appurare quali controlli sono stati fatti per la validità di costrutto
3. Se non trova nulla, bisogna ricorrere a indicatori a posteriori
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 14. Campionatura dei contenuti nei test di competenza e di profitto
Nei test di profitto i contenuti dovrebbero essere elencati cosi che l’operatore possa decidere se il test è
adatto o meno alla popolazione con cui lo vuole utilizzare.
Esempio:
Test Valutazione delle abilità matematiche (Giovanardi Rossi e Malaguti):
Nel manuale presenta una scheda ( Scheda di notazione) con l’elenco dei contenuti considerati nel test
- Test di abilità di soluzione dei problemi matematici (Lucangeli, Tressoldi, Cendron)
Test di competenze
Sono affini ai test di profitto; utilizzati soprattutto per valutare le competenze minime ritenute necessarie per
affrontare un corso di studi o per accedere a una professione, trovano impiego anche nell’ambito
neuropsicologico.
Ritardo mentale--> descrizione dell’OMS: “Condizione di interrotto o incompleto sviluppo psichico,
caratterizzata soprattutto da compromissione delle abilità che si manifestano durante il periodo evolutivo e
che contribuiscono a livello globale del’intelligenza, cioè quelle cognitive,linguistiche,motorie e sociali”.
Strumento per la valutazione di competenze sociali: “ Scala di maturità sociale Vineland (VABS)
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 15. Campionatura dei contenuti nei test cognitivi
Il problema di contenuto più importante dei test cognitivi è la distinzione fra test verbali e test non verbali.
Percorso storico di tale distinzione:
agli inizi del 900 Binet pubblica la “Scala di intelligenza” inserendo contenuti sia verbali sia non verbali
a metà del 900 si osserva che le prestazioni sono sensibili alle stimolazioni culturali e quindi chi aveva
ricevuto minori stimolazioni risultava “svantaggiato”. Si osserva inoltre che individui appartenenti a livelli
socioculturali diversi si differenziano meno nei compiti non verbali.
Si scopre che i test non verbali sono soggetti a deterioramento in seguito a danni del sistema nervoso
centrale, contrariamente ai test verbali, dipendenti invece da fattori culturali. Ciò porta a ipotizzare l’uso dei
test non verbali per discernere i soggetti con lesioni del SNC dai soggetti sani.
Progettazione di un test non verbale:
Si prende come esempio il test Caleidoscopio progettato da Boncori e che prevede compiti di
visualizzazione. Per progettare gli stimoli per questo tipo di test bisogna tener conto:
Tipologia della figura-stimolo intera
Numero di parti in cui deve essere frammentata la figura
Tipo di distorsione presente nelle alternative di risp. errate
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 16. Campionatura dei contenuti nei test di personalità
La descrizione dei contenuti nei test di personalità serve a inquadrare il lettore del manuale (colui che
intende somministrare il test) nella teoria di riferimento.
Esempio: Questionari italiani del temperamento (QUIT). Essendo il costrutto “temperamento” piuttosto
complesso, il manuale del test impiega un’ampia sezione alla descrizione del costrutto cosi da rendere chiaro
al lettore ciò che il test misura.
N.B.: In alcuni casi i test fanno riferimento alle nosografie (manuali diagnostici) più note, come il DSM-IV
e l’ ICD-10
Il caso dei test proiettivi e dei test a risp. Aperta
In questi tipi di test, l’esame della validità di contenuto include la definizione operativa della
variabile.(ovvero la descrizione di quali sono gli elementi da classificare cosi che tutti gli operatori possono
riferirsi agli stessi indicatori)
Esempio. Thematic Apperception Test di Murray (TAT).
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 17. Qualità formale degli stimoli
Per garantire la validità di contenuto il test non deve presentare nessun’altra difficoltà se non quelle
pertinenti alla variabile da misurare; allargando la definizione ai test di personalità, possiamo dire che il test
deve misurare tutti e soltanto gli aspetti della caratteristica psicologica che si propone di misurare.
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 18. Aspetti formali per garantire la validità di contenuto
1. Chiarezza e univocità degli stimoli
Nel caso dei test proiettivi abbiamo volutamente degli stimoli indefiniti per elicitare risposte diverse da un
soggetto all’altro. E’ importante però che le istruzioni che accompagnano lo stimolo siano chiare e uguali
per tutte cosi da poter confrontare successivamente le risposte tra loro.
Gli stimoli visivi (disegno o foto) devono:
esser chiari sotto l’aspetto percettivo
appartenere all’esperienza di vita del soggetto (Esempio--> Test Mosaico di Gille. Tale test tra gli stimoli
contiene anche l’immagine di un ferro da stiro a carbone che ovviamente, essendo entrato ormai in disuso,
produce delle risposte distorte dei bambini che lo classificano come un soprammobile)
Il requisito di univocità e chiarezza riguarda anche la comprensione di determinati vocaboli e addirittura di
una frase intera.
2. Chiarezza e univocità del titolo e delle istruzioni
Il titolo non deve né fuorviare né orientare il soggetto verso un tipo di risposta.
Le istruzioni iniziali sono utili per la corretta comprensione del compito, un elemento importante sono le
istruzioni riguardanti il ritmo con cui vanno date le risposte. Oltre che nei test cognitivi, in genere a tempo,
anche nei test di personalità è importante il ritmo, in quanto progettati per dare la prima risposta che viene in
mente.
Le istruzioni e gli esempi servono anche per attutire le differenze fra soggetti che hanno gia una certa
familiarità con il test e soggetti che non ce l’hanno
3. Chiarezza e univocità nella disposizione degli stimoli
Ogni item deve riferirsi a un solo problema
La proposizione deve esser del tipo : soggetto-predicato-complementi
Non devono esserci parentesi o incisi
La complessità sintattica deve esser minima
Non devono esserci elementi che orientano il soggetto verso una risp.
Non devono esserci connessioni tra un quesito e un altro
Evidenziare con il neretto le negazioni
Evitare la doppia negazione
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 19. Struttura degli stimoli
3 tipi di “stimolo” :
1. Stimolo costituito da immagine o testo, preceduto da un’istruzione generale e seguito da istruzioni dopo
l’esposizione di ogni singolo stimolo. Produce risposte aperte.
2. Stimoli costituiti da una domande verbale, preceduti da istruzioni generali e che producono risposte aperte
verbali o grafiche.
3. Stimoli costituiti da domanda verbale o da un elemento grafico, preceduti da un’istruzione comune e
seguita da alternative di risposta chiuse.
Stimoli del tipo 1(immagine o testo preceduti da istruzioni)
Esempi: il Rorschach, il TAT, Storie da Inventare.
Questi tipi di stimoli devono avere:
Chiarezza e univocità dell’immagine (evitare riproduzioni imperfette, tavole sporche o colori non originali)
Chiarezza e univocità delle istruzioni
Definizione operativa della caratteristica da valutare
Indicazioni chiare su come analizzare frammentare le risposte ottenute
Descrizione particolareggiata per le regole di quantificazione e assegnazione punteggio
Verifica a posteriori dell’accordo fra operatori
Stimoli del tipo 2 (domande o problemi a risp aperta)
Di solito le domande aperte sono previste nella fase preliminare di un test e poi sostituite da domande
univoche nella versione definitiva.
In ogni caso, le domande aperte devono avere le stesse caratteristiche degli stimoli sopra per garantir validità
di contenuto.
Stimoli del tipo 3 (domande a risp. Chiuse)
L’item è costituito dalla domanda+le alternative di risposta; la domanda è detta Stem (gambo), le alternative
Branches (rami). Una delle alternative di risp. è la risp. alfa le altre sono tutte beta, dette distrattori.
Tutti gli item devono avere lo stesso formato
Il numero di alternative di risposta (dicotomica; su scala continua; un’alternativa alfa+distrattori)
Tutte le alternative di risp., alfa o beta che siano, devono avere lo stesso livello di attrazione (equiattrazione)
Come creare alternative equiattrative?
Basarsi su reali risposte errate date da persone in una fase preliminare alla realizzazione del test
Individuare dei distrattori in base ai dei modelli teorici
Elaborare un algoritmo informatico che generi alternative di risposta (esempio. Il test di sequenze letterali e
numeriche elaborato da Boncori utilizza questo metodo).
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 20. Verifica della validità a priori
Concordanza tra due giudici: l’indice “K” di Cohen
Se i contenuti del test sono stati sottoposti al giudizio di esperti qual è il grado di accordo raggiunto da tali
esperti?
L’indice di accordo fra valutatori è spesso ritenuto ingannevole perché include anche la porzione di accordo
che può essere spiegata dal caso
Un modo per risolvere tale problema è utilizzare l’indice “K” proposto da Cohen (vedi formula 2.1 a pag. 65
del manuale).
K è uguale a zero quando l’accordo è totalmente dovuto al caso, mentre è uguale a uno quando l’accordo è
perfetto. L’indice di Cohen pone però dei problemi se i valutatori sono numerosi.
Quando i valutatori sono numerosi e si esprimono con dicotomie: Q di Cochran
Il Q di Cochran viene ormai calcolato da software appositi, esso (valore Q) si basa sul rapporto fra le
valutazioni date da singoli giudici(valore G) e le valutazioni attribuite ai singoli oggetti (valore L).
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 21. Codifica e acquisizione delle risposte nei test a risposta chiusa
Nei test cognitivi, in genere, si assegna 1 punto a ogni risposta alfa (codifica). Test più vecchi tendono ad
assegnare punteggi diversi in base alla complessità della domanda, oggi con i nuovi test questo non si fa
perché nel 1954 Guilford dimostrò che quando un test è composto da più di 20 item la ponderazione risulta
irrilevante, anzi complica solo il processo di codifica.
Alcuni test di personalità sono caratterizzati dalla codifica 1-0, altri invece prevedono una scala di ampiezza
varia che permette di assegnare a livelli intermedi punteggi intermedi. Se la scala è a punti dispari (3,5 o 7
punti) permette agli indecisi di collocarsi in un punto intermedio (“una via di mezzo”); quando invece la
scala è a punti pari, obbliga il soggetto a prendere una posizione.
Il processo di acquisizione e codifica dati può essere più o meno automatizzato. E’ al massimo grado di
automazione quando il soggetto risponde al test direttamente su un pc che elabora i dati; è mediamente
automatizzato quando il soggetto risponde su un foglio risposta che può essere corretto da un lettore ottico;
non è automatizzato,invece, quando la correzione avviene manualmente attraverso delle griglie manuali.
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 22. Codifica e acquisizione delle risposte nei test a risposta aperta
il processo di codifica diventa più complesso quando il test comporta l’acquisizione di domande aperte. Qui
si usa come esempio il test WECHSLER INTELLIGENCE SCALE FOR CHILDREN-REVISED (WISC-
R). In questo test la codifica è manuale e viene via via eseguita dall’operatore.
Codifica dicotomica in base a esempi di riferimento
Il test preso come esempio si compone di subtest di difficoltà diversa e con sistemi di codifica diversi da un
subtest all’altro.
A esempio, i subtest “Informazioni” e “Completamento di figure” prevedono una codifica di tipo dicotomico
che assegna un punto quando è presente la risposta alfa e zero quando la risposta alfa non è stata prodotta
dal soggetto. Molto spesso, però, dal momento che il test è a risp. aperta, è difficile decidere se la risposta
data dal soggetto si avvicina o meno alle risp. previste dal manuale del test. Il manuale del test prevede
infatti degli esempi di risposte alfa che vanno presi come riferimento per la codifica.
Codifica riferita a più livelli in base a criteri logici e ad esempi di riferimento
Alcuni subtest prevedono invece una codifica un po’ più complessa rispetto a quella dicotomica in quanto
prendono in considerazione una definizione di alfa che include più livelli di esattezza; cosi anziché trovarci
davanti a una codifica del tipo 1-0, abbiamo una codifica con tre punteggi (0-1-2).
Un esempio di questo tipo di codifica sono i subtest “Somiglianze”, “Vocabolario”, “Comprensione”.
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia 23. Standardizzazione dei punteggi
La codifica finora vista ci porta ad avere dei punti grezzi che non posso essere confrontati tra di loro. I
punteggi per esser confrontabili devono essere standardizzati.
Decidere se lo standard è il requisito minimo, la media o il massimo ottenibile
Per poter interpretare adeguatamente i dati ottenuti attraverso un test è necessario poter confrontarli con dei
criteri di riferimento.
Alcuni test prendono come riferimento il livello massimo, ovvero confrontano i dati ottenuti con quelli che
considerano essere i livelli ottimali di quella caratteristica, cosi da poter affermare o meno che i soggetto
rientra in un livello ottimale.
È il caso di alcuni test neuropsicologici che prendono come punto di riferimento la “normalità”, cioè la
capacità di rispondere a certi stimoli come rispondono persone che non hanno subito danni del SNC.
Altri test prendono come riferimento un livello minimo, ovvero delineano quali sono le competenze minime
necessarie per poter fare qualcosa (è il caso dei test di accesso ad alcuni corsi).
Nei casi più diffusi invece viene preso come livello di riferimento la tendenza centrale, supponendo che
l’individuo medio sia “normale”.
Antonino Cascione Sezione Appunti
I test in Psicologia