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Test cognitivi collettivi


Per individuare i soggetti a rischio è necessario dapprima somministrare i test collettivi:

1)Matrici progressivi

2) Le PM 47 colorate (Raven 1954, Court-Raven 1977) sono le più indicate per i bambini di 6 anni, richiedono circa un’ora di tempo in tutto, sono semplici da somministrare e piacciono ai bambini perché le vedono come un gioco. E’ indicato un somministratore ogni gruppo di 5/10 bambini. Lo scoring è rapidissimo. Si tratta di quadernetti riutilizzabili e ne esiste anche una versione computerizzata. Servono per ottenere una stima generale del livello cognitivo.

3)Il disegno della figura umana: serve anche essa per una stima generale del livello cognitivo utilizzabile. Il vantaggio è nei costi inesistenti di acquisto del materiale ma lo svantaggio risiede nello scoring che richiede un’ora a soggetto! (una variante di questo test è il test mosaico di Gille, che invece richiede una mezzora per lo scoring).

4) Il test Primari Mental ABility K-1 (PMA K-1) di Thurstone fa invece riferimento al modello multifattoriale di intelligenza che ipotizza la presenza di più abilità distinte tra loro. Di tali test ne esistono svariate versioni a secondo della fascia di età del somministrando . Il PMA K-1 si articola in cinque sub-test che valutano abilità primarie: significato verbale (v-associare parole a figure), velocità percettiva (p-disegni realistici e stilizzati), facilità numerica(n-conta di oggetti), relazioni spaziali(s- figure ad incastro).La somministrazione del test totale dura circa un’ora ed è consigliabile somministrarlo in due giorni successivi per non affaticare i bambini, lo scoring invece è rapido.

Una volta somministrati i test collettivi e dopo aver assegnato i punteggi è fondamentale che vi sia un lavoro di coesione con le informazioni raccolte riguardo i problemi  fisici e ambientali di ciascun soggetto proprio perché possono dare informazioni su problemi di origine non cognitiva. Sulla base dei risultati dei test collettivi si decide su quali soggetti intervenire e quindi proseguire mediante i test individuali. In genere si ritiene un bambino a rischio se ha un punteggio di una deviazione e mezza più bassa del punteggio standard.

Tratto da I TEST IN PSICOLOGIA di Antonino Cascione
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