Riassunto del saggio "Lo specchio di Erodoto". Analisi approfondita dei contenuti e dello stile delle "Storie" di Erodoto, considerato il padre della storia, ma anche, da alcuni, un bugiardo. La sua descrizione del popolo scita ha suscitato interesse, per i paragoni con il modo greco ed egiziano costruiti con il metodo dell'inversione. Si parla anche della credibilità della sua narrazione e dell'effetto del suo stile affabulatore.
Erodoto, il padre della storia?
di Dario Gemini
Riassunto del saggio "Lo specchio di Erodoto". Analisi approfondita dei
contenuti e dello stile delle "Storie" di Erodoto, considerato il padre della storia,
ma anche, da alcuni, un bugiardo. La sua descrizione del popolo scita ha
suscitato interesse, per i paragoni con il modo greco ed egiziano costruiti con il
metodo dell'inversione. Si parla anche della credibilità della sua narrazione e
dell'effetto del suo stile affabulatore.
Università: Università degli Studi di Napoli
Esame: Storia greca
Titolo del libro: Lo specchio di Erodoto
Autore del libro: Francois Hartog
Editore: Il saggiatore
Anno pubblicazione: 19931. "Storie" di Erodoto, padre della storia
Dalla frase d'apertura delle Storie l'operazione storiografica di Erodoto si manifesta come historie,
denominazione di un nuovo luogo e sua circoscrizione nei saperi allora in corso. Cicerone chiamerà Erodoto
il padre della storia. Sono state spesso notate somiglianze tra l'apertura delle Storie e i prologhi dell'epopea.
Ma se l'aedo di un tempo era dispensatore di kleos = gloria immortale per gli eroi, l'històr produce il suo
racconto per impedire o ritardare il cancellamento delle tracce dell'attivita di uomini che sono solo uomini.
Entrambi dispensatori del kleos, i primi in versi i secondi in prosa. Anche Erodoto il logios si inscrive nella
catena dei logioi. Per i greci la morte vince sempre. L'epopea e la storia addomesticano la morte
socializzandola. L'epopea è un'istituzione per i greci che accultura la morte. Cio che qualifica l'eroe diviene
la serie delle gesta che l'hanno reso tale, il suo CV. E nella storia? Non si celebrano solo grandi gesta, ma si
cerca di celebrare il ricordo di cio che è stato compiuto dagli uomini. In questo caso i greci e i barbari, cioè
tutti gli uomini. E ricordando solo le azioni “grandi e meravigliose”. L'aedo promette gloria che non si
consuma, lo storico scrive del tempo degli uomini parlando di fatti umani, e lotta contro l'oblio. Rispetto ai
logios persiani Erodoto pare rompere la catena: dicendo che parlerà d'altro canto e diversamente. Vuole
porre un punto di partenza e attenersi ad esso, misurando gli inizi col metro del proprio sapere.
Dario Gemini Sezione Appunti
Erodoto, il padre della storia? 2. Definizione di 'histor' nell'idea delle "Storie"
L'operazione storiografica rompe qui con l'epopea ritagliando un nuovo spazio di parole che ha per nome
historie. E le affermazioni dei dotti persiani? Le loro storie sono piuttosto banali, e i grandi racconti paiono
mutarsi in storielline. Historie, tradotto di solito con inchiesta, ha un campo semantico che rinvia all'epopea.
Etimologicamente, secondo Benveniste, histor rimanda al testimone in quanto sa, ma anzitutto in quanto ha
visto (giuramento di agamennone: Isto Zeus = che zeus sia testimone!). L'histor sarebbe dunque un occhio e
historia una faccenda d'occhi. Episodio con agamennone > histor come giudice. In una scena sullo scudo di
achille forgiato da efesto, 2 uomini fanno appello a un histor. Un testimone? no. È un giudice. Ma come si
passa dal senso di testimone a quello di giudice? Da quello di chi ha visto a quello di chi mette fine a un
contesa senza nulla vedere? Benveniste dice che per noi il giudice non è testimone. Histor ci si qualifica al
termine di un processo di parole, formulando la sentenza più conforme e mettendo fine alla disputa con la
parola. Historie non è solo un'operazione che dal vedere estrae un sapere, ma un procedura del linguaggio
che spesso arriva a far vedere. L'histor è un maestro della parola. Ma mentre agamennone è histor in quanto
re, Erodoto può accreditarsi solo di se stesso. Nominandosi, lo storico si dice assente dalla storia, ma con il
pronome dimostrativo hede dice che qui e ora darà il suo racconto.
Dario Gemini Sezione Appunti
Erodoto, il padre della storia? 3. Erodoto. Prologo senza muse
Per il poeta epico l'ispirazione è quasi rimemorazione: trasportato in un tempo che ignora, egli vede ciò che
non ha visto e vissuto. Anche Esiodo riprende questa struttura d'inagurazione, ma con modifiche: le muse
sono evocate in 3a persona. Nel prologo di Erodoto sono sparite le muse. Ora chi parla, ed autorizzato da
chi? Lo storico ora deve costruire il suo spazio di sapere grazie all'historie, una sorta di sostituto della
visione divina. Al posto delle muse, dunque, l'historie. Con un'oscillazione iniziale tra 1a e 3a persona,
mentre il sapere delle muse è narrato alla 2a (narrami tu...narrate voi..). Al posto del sapere delle muse
rumoreggiano le affermazioni di logioi persiani, di anonimi “si dice che” e la 3a persona dell'”essi dicono
che”. Intendiamo quindi l'historie come confronto tra l'essi dicono che – e l'egli/io del narratore, che riunisce
l'autorità nel suo nome proprio. Tucidide cancellerà le tracce della 1a persona. Offrendo il suo racconto
come ktema per sempre. Non si tratterà più di preservare le azioni valorose dall'oblio, ma trasmettere alle
generazioni future uno strumento d'intellegibilità del loro presente. Con questi continui rimandi essi-io, dai
detti dei logioi persiani al parlare del narratore, si inaugura un lavoro di citazione e di scrittura della storia.
Lo storico potrà prendere il cammino di archivi e salotti. Fare storia significherà partire da uno spazio
testuale sdoppiato e su di esso: storiografico è il discorso che comprende il suo altro (quello persiano?).
Dario Gemini Sezione Appunti
Erodoto, il padre della storia? 4. Libri delle "Storie" di Erodoto
Continuamente evocato, Erodoto è stato più volte interpretato. Scrivere delle Storie significa quindi scrivere
anche delle loro interpretazioni. Di lui sappiamo poco. Erodoto di alicarnasso secondo i manoscritti, di turi
secondo la tradizione diretta. E. nasce ad alicarnasso nel 480 a.c., e diviene in seguito cittadino di turi, sud
italia. Esiliato a samo, viaggiò prima in medio oriente, soprattutto egitto. Poi in italia da sud a ovest, e poi in
Grecia continentale. Si reco ad atene, poi a turi dove morì nel 420. altre tradizioni lo fanno morire ad atene o
pella. La sua vita comunque è tra le guerre persiane e la guerra del peloponneso. Le Storie sono divise in 9
libri, ognuno dei quali porta il nome di una musa. Divisione non erodotea, ma attestata da Luciano (II sec
d.c.) come anteriore all'età ellenistica: questo ci dice che allora l'opera era considerata come stante dalla
parte delle muse = piacere, poesia, finzione. Erodoto parla del suo lògos, o dei suoi lògoi, i racconti. Diversi
logoi si incrociano in 9 libri attorno a un progetto centrale: evitare che i fatti degli uomini si cancellino e non
siano più raccontati. I primi 4 libri sono consacrati ai non greci:: lidi, persiani, babilonesi, massageti,
egiziani, Sciti, librici. Gli ultimi 5 riguardano soprattutto le guerre persiane.
Dario Gemini Sezione Appunti
Erodoto, il padre della storia? 5. Due facce di Erodoto. Padre della storia o bugiardo?
Che effetto fecero all'epoca le storie? Difficile dirlo. Forse ad atene furon conosciute molto in fretta, ma
anche molto criticate, ed Erodoto definito ladro e bugiardo. Nell'antichità troviamo dunque Erodoto definito
sia come padre della storia che come bugiardo. Definizione di voltaire: è il padre della storia, è un grande
artista, è un bugiardo. Ma come distinguere storia e favola? Voltaire dice che quasi tutto quel che ha
raccontato è favoloso, ma quel che ha visto (solo quello?) è vero. Quindi preferisce l'occhio all'orecchio. E'
il criterio di Tucidide, che tiene conto di quel che ha visto rispetto a quel che ha sentito. Voltaire: il racconto
delle guerre persiane riposa su dei legomena (nota 15): è dunque poco attendibile. Tuttavia con la storia
delle guerre persiane debutta la storia: Erodoto è dunque il modello degli storici. Appaiono due Erodoti: un
Erodoto storico delle guerre persiane e un altro Erodoto, quello dei non-greci. Erodoto è stato anche
geografo ed etnografo. Alcuni studiosi si sono sforzati di cancellare la linea di spartizione, mostrando che i 2
nomi di Erodoto in realtà ne formano uno. Ma alla fine cosa sono le storie e cos'è l'histor? Il padre delle
storie è davvero lo storico? In questo libro “saggio sulla rappresentazione dell'altro” si vuole vedere come i
greci dell'età classica si rappresentano gli altri, i non-greci, e far apparire i modi in cui i greci facevano
dell'etnologia, abbozzando una storia dell'alterità. Le storie sono uno specchio nel quale lo storico si
interroga sulla sua identità: egli è il guardante-guardato/interrogante-interrogato, sempre indotto a declinare i
suoi titoli. Chi è, storico o bugiardo? A chi parla e perchè? Ma specchio anche in altri sensi. Lo specchio è
nei logoi dedicati ai non-greci, e lo tende ai greci. Qui si parla del logos scita, che ha stupito grandemente i
greci perchè gli Sciti misero in fuga l'armata di dario re dei persiani, e poi perchè lo scita è il nomade.
Specchio è anche l'occhio dell'històr che mette ordine nello spazio greco del sapere e rappresenta il passato
prossimo dei greci, facendosi rapsodo e geometra. Specchio anche come specchio attraverso cui altri
vedranno il mondo > problema degli effetti del testo storico. Specchio: Erodoto vuole tradurre l'altro nei
termini di un sapere condiviso greco, e per far credere in questo altro elabora una retorica dell'alterità. Nel
libro qui si pone il problema dell'effetto del testo storico, e quello del genere storico. Che funzione ha lo
storico nella societa?
Dario Gemini Sezione Appunti
Erodoto, il padre della storia? 6. Questione degli Sciti in Erodoto
Nelle Storie gli Sciti sono un'alterità privilegiata: preceduti solo dagli egiziani per importanza. Ma il loro
paese non ha le meraviglie dell'egitto: perchè allora Erodoto ne parla così a lungo? Perchè ha viaggiato nel
ponto o perchè li ha combattuti dario? Come leggere il logos scita? Chi sono gli Sciti di Erodoto? Da un
lato potremmo confrontare il discorso di Erodoto con le scoperte archeologiche. Da qui potremmo
interrogarci sull'esattezza della testimonianza erodotea. Ma prima di fare questo, perchè non considerare la
possibilità che le incongruenze siano dettagli narrativi giustificati dalla logica del racconto, prodotto di una
rappresentazione degli Sciti che il logos erodoteo sta costruendo? L'autore quindi non fa questo confronto,
ma si chiede come leggere il logos scita. Pensa anche che potrebbe confrontarlo con l'epopea osseta, gli
ultimi discendenti degli Sciti (leggende sui narti). Ma questa è la via percorsa da Dumezil. E sono 2
modalità di lettura che cercano di uscire dal testo per andare verso gli Sciti. Guardando il logos scita dalla
parte degli Sciti (l'autore lo vuole guardare dalla parte dei greci?) e chiedendosi se Erodoto è fonte
attendibile. Ma l'autore vuole parlare degli Sciti di Erodoto. Certi enunciati del testo rimandano ad altri
enunciati: quindi potevano esserci in esso esigenze narrative, esigenze interne del racconto. Confrontiamo
poi gli enunciati con il sapere dei greci del V sec: il testo è inscritto nel rapporto narratore-destinatario: la
descrizione della Scizia dunque da un lato ha un'economia particolare all'interno delle Storie, dall'altro
dobbiamo confrontarla con lo spazio greco del sapere, che obbedisce al principio di simmetria: nord e sud
dell'ecumene occupano posizioni simmetriche sui 2 lati di un equatore che attraversa il mediterraneo.
Dario Gemini Sezione Appunti
Erodoto, il padre della storia? 7. Paragone tra Sciti e greci nelle "Storie"
Scopo dell'autore: un'indagine su tutti i predicati degli Sciti, la cui somma forma gli Sciti di Erodoto. I
predicati sono analizzati così: ogni pratica scita è interpretata in base al suo omologo nel mondo greco.
Parlando del sacrificio in Scizia Erodoto volge lo sguardo ai greci. La sua descrizione ha senso in relazione
alla successione delle sequenze nel rituale greco. Il metodo: Confronto enunciati del testo – sapere
condiviso. Si analizza il modo in cui è fatta la descrizione e trattata l'informazione. Il testo parla degli altri
(Sciti) attraverso la comparazione e nei termini del sapere condiviso. Altro problema: come delimitare un
sapere condiviso che io non condivido = i greci sono morti?
2 modalita di confronto: una guarda al contesto (= esigenze narrative), un'altra al sapere condiviso.
Entrambe sono inseparabili. L'obiettivo dello storico è comprendere gli Sciti dell'immaginario greco,
costruendo lo specchio scita. In che modo i greci si sono potuti rappresentare questo personaggio, lo scita,
che vive in incessante movimento? O come gli ateniesi, autoctoni e fieri di esserlo, possono rappresentarsi
chi dice di non appartenere ad alcun luogo?
Dario Gemini Sezione Appunti
Erodoto, il padre della storia? 8. Geografia della Scizia nelle "Storie" di Erodoto
La Scizia è terra d'eremìa e zona d'eschatìa, terra deserta e zona di confini = limite estremo del mondo. Qui
potere e forza conducono prometeo per farvelo incatenare. Aristofane parla di deserto scita. Alessandro nella
sua spedizione contro gli Sciti riceve delegati Sciti che gli ricordano come lo spazio scita li renda
inafferrabili. Vi sono molti proverbi sulla solitudine scita. Verso nord il paese si estende ai margini del
mondo abitato. L'eschatia per i greci è zona al di la delle culture, che ha le stesse caratteristiche
dell'oikoumène, la zona ai margini delle città. Ma Erodoto va oltre. non ci si puo limitare a dire che la Scizia
è terra d'eremia ed eschatia. Questa terra ha infatti i suoi propri deserti e i suoi propri margini. Poi gli Sciti si
dividono in più popoli, che includono anche non Sciti. Si organizza così un sistema di popoli del nord, e i
veri deserti sono spostati più lontano, a nord della Scizia: la selvatichezza aumenta andando a nord/nordest.
Anche degli uomini. In fondo ci sono infatti arimaspi e grifoni. Gli Sciti di Erodoto sono soltanto uno dei
popoli del nord. Erodoto usò varie carte geografiche dell'epoca, carte che fanno uso del principio di
simmetria: il mondo è strutturato simmetricamente sui 2 lati di un equatore che attraversa il mediterraneo
dalle colonne d'ercole al tauro, passando per sicilia e delfi. A nord il freddo, a sud il caldo, che spiegano
tutto.
Dario Gemini Sezione Appunti
Erodoto, il padre della storia? 9. Simmetria tra Egitto e Scizia in Erodoto
In posizione simmetrica alla Scizia, a sud, è l'egitto. Il gioco di simmetria è anche rispetto a 2 fiumi: nilo e
istro, equidistanti dall'equatore. Conoscendo il corso del nilo pare sia possibile dedurre quello dell' istro, e
viceversa (principio di simmetria). Le relazioni egitto-Scizia si possono dunque avere secondo le modalità di
identità o inversione. Così il caldo e il freddo che agiscono su queste regioni producono effetti opposti. Gli
egiziani si consideravano gli uomini più antichi, gli Sciti dicono di essere i più giovani. Il sud è terra di
sapienza, il nord di ignoranza. Ma egiziani e Sciti entrambi rifiutano i nòmoi greci. Poi sono in relazione
rispetto alla guerra. Sesostri ha soggiogato gli Sciti, ma dario fallirà. Gli Sciti non riescono a entrare in egitto
distolti dal faraone. Egitto e Scizia sono anche visti come terre intermedie. In Erodoto lo spazio egiziano è
una creazione del potere, diviso e fiscalizzato. Per far ciò sesostri impiega schiavi. Gli Sciti invece acceano i
prigionieri...il nomadismo giustifica i loro comportamenti. Da un lato abbiamo dunque un potere che
modella un nuovo spazio, dall'altro un'assenza di potere che si uniforma a uno spazio naturale. Ma la cosa è
più complessa. Il territorio scita è diviso in nomi, retti da un nomomarca. Si tratta dunque di uno spazio
amministrato. Erodoto parla di “nomo” anche per egitto e persia. Ma come può un greco pensare che gli
Sciti abbiano un re e siano al contempo nomadi?
Dario Gemini Sezione Appunti
Erodoto, il padre della storia? 10. Origini degli Sciti in Erodoto. Versione scita
Problema delle origini: come e quando sono apparsi gli Sciti? Erodoto conosce 4 versioni. Della prima
parlano gli Sciti stessi. Nel paese deserto nasce Targitao, figlio di Zeus e di una figlia del Boristene. Targitao
ha 3 figli: Lipossai, arpossai e colassai. Nel regno di costoro caddero dal cielo oggetti d'oro: aratro con
giogo, una bipenne e una coppa. Solo il più giovane riuscì a manipolarli e gli fu dato potere regale. Nome
comune per gli Sciti è skolotoi. I greci li chiamano skythai dal nome del re. Dicono che colassai fece 3 regni
per i suoi figli. Secondo Dumezil gli oggetti rappresentano le 3 funzioni della tradizione indoeuropea.
Coppa= culto e feste / bipenne = guerra / aratro = agricoltura. La 1a generazione di 3 fratelli esprimerebbe
una divisone funzionale, mentre i 3 figli di colassai sarebbero la divisione geografica. In questa versione
però gli Sciti si presentano come sedentari agricoltori, e non come allevatori nomadi. Quindi? La leggenda 1
è soprattutto una leggenda sulle origini del potere. Intorno a questi oggetti d'oro tutti gli anni si dispiega un
rituale. Oro=sovranità: chi lo possiede assume l'autorità sul territorio.
Dario Gemini Sezione Appunti
Erodoto, il padre della storia?