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Pratica della caccia per gli sciti



Gli Sciti appaiono nelle storie anzitutto come maestri di caccia presso ciassare; quando dario invade la Scizia conducono contro di lui una guerra in cui sono reciprocamente preda e cacciatore. Inseguimento della lepre:la guerra per loro è un proseguimento della caccia. Nei capitoli sugli usi di guerra gli Sciti appaiono come razza guerriera: essi sono cacciatori di teste. Lo scita taglia la testa a quelli che uccide e la porta al re. Solo se ha una testa partecipa al bottino. Poi si fa lo scalpo e si concia. Chi decapita nelle storie? Anche i tauri. I persiani solo a volte. I veri tagliatori sono solo tauri e Sciti. Gli Sciti usano i crani anche per farne coppe da bere. Plinio parla di antropofagi a 10 giorni di cammino dal boristene. La testa tagliata è cio che da diritto al bottino ma anche esprime l'aristeia del guerriero: egli mena vanto dello scalpo legato sul cavallo. Chi ha più pannolini si considera più valoroso. In Grecia l'aristeìa, per affermarsi, deve esseere prima riconosciuta dalla città, ad es. come premio al valore.  In omero ci si appropria delle armi del nemico. Ma qui la mutilazione del cadavere è presentata come segno d'aristeia e non come manifestazione d'oltraggio come in omero. Grazie ad essa si annulla la potenza del morto e si raddoppia la propria. In Scizia esiste una procedura: una volta l'anno i vari governatori offrono ognuno nella sua provincia un cratere di vino misto ad acqua, in cui bevono gli Sciti che hanno ucciso nemici. Chi ne ha uccisi tanti vuota 2 tazze contemporaneamente. Non avere ucciso esclude dalla comunita. Il sangue da diritto al vino.

Tratto da ERODOTO, IL PADRE DELLA STORIA? di Dario Gemini
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