Scizia come spazio dell'alterità in Erodoto

I persiani contro i greci sono persiani. Contro gli Sciti sono greci. Erodoto sostiene inoltre che quella scita sia una strategia intelligente. Quando gli ateniesi consultano la pizia sul da farsi rispetto a serse, essa consiglia la scelta di una strategia scita: non attaccare battaglia campale e abbandonare citta e territorio, difendendo solo la citta alta. La strategia di pericle si basa sulla flotta = l'insularità offre minor presa. Si tratta di fuggire, di essere àporos. Socrate parlando di coraggio con lachete cita gli Sciti che combattono sia fuggendo che inseguendo. Gli Sciti inoltre combattono come cacciatori, con cautela e imboscate. Davanti a loro i persiani appaiono equipaggiati come opliti. Scelta narrativa: gli Sciti non attaccano battaglia a causa dei re vicini che non li appoggiano. Ma ciò che tiene più conto della loro strategia è il loro nomadismo. Dario è assurdo nel pretendere terra e acqua: la terra scita è quella che percorrono, l'acqua quella dei pozzi che incontrano. I 5 doni mostrano a dario che non può sfuggire. Le esigenze narrative fanno degli Sciti degli ateniesi, e il discorso dei delegati Sciti è molto ateniese. Ma le esigenze etnologiche ne fanno dei nomadi. Il racconto quindi sostiene congiuntamente 2 proposizioni: Sciti ateniesi e Sciti antiateniesi. Gli Sciti sono apoleis di natura.
Attraversando l'Istro Dario pensa sia un pòros, operatore che mette in comunicazione 2 spazi. Ma non lo è. Lo spazio scita è un spazio dell'alterità al quale nessun ponte puo condurre. Erodoto appoggia: gli Sciti non hanno citta e mura, sono inaccessibili, la Scizia è spazio d'alterità. I persiani non conoscono le strade. Quando decidono d ritirarsi, devono seguire le loro stesse tracce. Qui il ponte diventa poros perchè permette la fuga. Gli Sciti lo perderanno, e la loro familiarità con lo spazio gli giocherà un brutto tiro: arriveranno prima di dario.