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Erodoto e Tucidide



Tucidide invece sembra sempre porsi dalla parte della scrittura: all'esposizione=apòdexis di Erodoto si sostituisce la scrittura. Ma egli non sfugge all'oralità, perchè la normale destinazione di un'opera è la letttura, è esser detta davanti a un pubblico. Tucidide rimprovera ai logografi e ad Erodoto di aver fatto cattivo uso dell'oralità, parlando PER l'orecchio del pubblico. La scrittura conserva intatto e trasporta in capo al mondo. Come la scrittura di lery ha inventato il selvaggio, quella di Erodoto inventa il barbaro, che sa invece scrivere. Barbarie e scrittura possono convivere. La scrittura è anche per l'etnologo la misura della verita della parola selvaggia, ma di questa parola c'è sempre anche qualcosa che sfugge. Le storie non contengono lezioni di scrittura, ed Erodoto è un uomo tra oralità e scrittura. Ma anche lui vuole “conservare”, e per questo le storie sono messe per iscritto. Vorrebbe essere un rapsodo, ma in prosa. Egli produce un memoriale nuovo, molto diverso dalla memoria epica.

Tratto da ERODOTO, IL PADRE DELLA STORIA? di Dario Gemini
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