Erodoto e Tucidide
Tucidide invece sembra sempre porsi dalla parte della scrittura: all'esposizione=apòdexis di Erodoto si sostituisce la scrittura. Ma egli non sfugge all'oralità, perchè la normale destinazione di un'opera è la letttura, è esser detta davanti a un pubblico. Tucidide rimprovera ai logografi e ad Erodoto di aver fatto cattivo uso dell'oralità, parlando PER l'orecchio del pubblico. La scrittura conserva intatto e trasporta in capo al mondo. Come la scrittura di lery ha inventato il selvaggio, quella di Erodoto inventa il barbaro, che sa invece scrivere. Barbarie e scrittura possono convivere. La scrittura è anche per l'etnologo la misura della verita della parola selvaggia, ma di questa parola c'è sempre anche qualcosa che sfugge. Le storie non contengono lezioni di scrittura, ed Erodoto è un uomo tra oralità e scrittura. Ma anche lui vuole “conservare”, e per questo le storie sono messe per iscritto. Vorrebbe essere un rapsodo, ma in prosa. Egli produce un memoriale nuovo, molto diverso dalla memoria epica.
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Dettagli appunto:
- Autore: Dario Gemini
- Università: Università degli Studi di Napoli
- Esame: Storia greca
- Titolo del libro: Lo specchio di Erodoto
- Autore del libro: Francois Hartog
- Editore: Il saggiatore
- Anno pubblicazione: 1993
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