Riassunto del manuale relativo allo sviluppo cognitivo che propone un'aggiornata panoramica dei diversi autori e modelli psicologici che si pongono come obiettivo lo studio delle componenti dello sviluppo cognitivo. Dalle classiche teorie, in particolare quella di Piaget, agli approcci più recenti che integrano e supportano i vari costrutti con apporti interdisciplinari.
Lo sviluppo cognitivo
di Alessio Bellato
Riassunto del manuale relativo allo sviluppo cognitivo che propone
un'aggiornata panoramica dei diversi autori e modelli psicologici che si
pongono come obiettivo lo studio delle componenti dello sviluppo cognitivo.
Dalle classiche teorie, in particolare quella di Piaget, agli approcci più recenti
che integrano e supportano i vari costrutti con apporti interdisciplinari.
Università: Università degli Studi di Padova
Facoltà: Psicologia
Titolo del libro: Lo sviluppo cognitivo
Autore del libro: Macchi, Valenza, Simion
Editore: Il Mulino
Anno pubblicazione: 20041. Le domande centrali della psicologia dello sviluppo cognitivo
Teorie di I° livello (T dei compiti): spiegano le differenze, legate all'età, delle capacità cognitive relative a
un compito specifico, tra un tempo t0 e un tempo t1.
Teorie di II° livello (T dei domini): spiegano tutti i compiti relativi a un singolo dominio dell'attività
cognitiva (es: il linguaggio è un dominio= insieme specializzato delle rappresentazioni che fanno da
supporto a una specifica area della conoscenza e procedure che servono a manipolare tali rappresentazioni).
Teorie di III° livello: individuano i principi elementari di organizzazione del sistema cognitivo (architettura
dell'attività cognitiva: processi di base innati che il sistema usa per estrarre informazioni dall'ambiente e per
elaborarle).
I modelli teorici hanno immaginato l'architettura della mente organizzata in modo dominio-generale (mela:
omogenea e uniforme) o caratterizzata da un'organizzazione dominio-specifica (arancia: a spicchi).
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo 2. Teorie dominio-generali dello sviluppo
Teorie, come quella di Piaget, hanno proposto una concezione dominio-generale dello sviluppo, secondo la
quale cambiamenti di portata generale di verificherebbero simultaneamente e secondo modalità simili nei
diversi domini dell'attività mentale, che è sostenuta in ogni momento dello sviluppo da una struttura
cognitiva sottostante, che controlla in modo unitario tutto il funzionamento mentale (il bambino possiederà
sempre le stesse competenze in tutti i domini dell'attività cognitiva). Secondo altre teorie dominio-
specifiche, i cambiamenti che si verificano nel corso dello sviluppo avvengono e possono avvenire in tempi
diversi per domini o microdomini differenti.
In psicologia, prevale l'approccio interazionista, secondo il quale lo sviluppo è il prodotto dell'interazione tra
fattori innati e fattori acquisiti tramite l'esperienza.
Aslin propone l'idea che l'intervento dell'esperienza possa avere effetti diversi sull'andamento dello sviluppo,
in base al livello di maturazione raggiunto dalla struttura, su cui l'esperienza agisce.
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo 3. Fattori ambientali e sviluppo di un'abilità
I fattori ambientali possono influenzare lo sviluppo di un'abilità a base biologica in 4 modi:
mantenimento (è necessaria una specifica esperienza perché l'abilità in questione mantenga il livello di
sviluppo che aveva raggiunto grazie ai processi maturativi).
perdita (dopo aver raggiunto un certo livello di maturazione, l'abilità si atrofizza se non è presente una data
esperienza, necessaria al suo mantenimento).
facilitazione (l'incontro con una determinata esperienza accelera il ritmo con il quale si sviluppa un'abilità
che aveva raggiunto un livello di maturazione parziale).
induzione (una competenza si sviluppa, se è presente l'esperienza critica, in grado di stimolarla).
Il modello interazionista di Aslin è stato criticato, perchè prevede che l'esperienza possa modificare lo
sviluppo di un'abilità determinata geneticamente e non formula alcuna previsione circa le possibili modalità
attraverso cui il livello di maturazione raggiunto da tale abilità possa influenzare la natura e la qualità
dell'esperienza di cui l'individuo può usufruire.
I modelli teorici più recenti cercano di superare i limiti di questo modello, abbandonando una concezione
statica delle due forze in gioco e offrendo una visione dinamica, dove emergono, nel corso dello sviluppo,
strutture, processi e abilità che non fanno parte del patrimonio innato dell'individuo. L'azione dell'ambiente e
dell'esperienza viene ritenuta complementare, e non antagonista.
Plasticità del cervello: la corteccia cerebrale dei mammiferi, anche negli individui adulti, possiede un
discreto grado di equipotenzialità, ossia è in grado di modificare la propria struttura e riorganizzarsi per
mediare funzioni alle quali non era originariamente deputata.
L'informazione necessaria per specificare la forma che assumerà il fenotipo emerge solo dall'interazione tra i
geni e l'ambiente!
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo 4. Epigenesi probabilistica e predeterminata
Epigenesi: processo di crescente differenziazione e specializzazione dell'organismo, che dà luogo
all'emergere di sistemi nuovi e sempre più avanzati e complessi (sempre attraverso l'interazione con
l'ambiente). Epigenesi VS Preformazione (=tutto è scritto nel Dna, e così sarà.)
Epigenesi probabilistica:
Esiste una reciproca interdipendenza tra fattori biologici e ambientali nello sviluppo del comportamento e
delle strutture organiche di tipo neurale, muscolare e scheletrico, che lo rendono possibile.
I rapporti tra i geni, le strutture che i geni specificano, le funzioni psicologiche, i comportamenti che le
strutture consentono di realizzare e l'esperienza nell'ambiente che le strutture e le funzioni permettono
all'individuo di acquisire, sono bidirezionali.
Epigenesi predeterminata:
Esiste, nel corso dell'ontogenesi (sviluppo biologico dell'essere vivente), un rapporto causale e
unidirezionale tra i geni, le strutture, le funzioni e l'esperienza. Lo sviluppo consiste semplicemente nel
processo attraverso il quale le istruzioni contenute nei geni vengono eseguite per fare forma alle diverse
strutture del corpo.
Approccio maturazionista: esiste una relazione causale diretta e unidirezionale tra la maturazione di
specifiche aree del cervello o particolari strutture muscolari e l'emergere di nuove funzioni e abilità
sensoriali, motorie e cognitive.
La teoria dei sistemi dinamici ha espresso l'idea che lo sviluppo motorio e cognitivo siano prodotti
dell'interazione tra il bambino e l'ambiente.
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo 5. Assunti teorici di base del comportamentismo
Il comportamentismo rifiuta la possibilità di studiare la struttura della mente umana attraverso la
verbalizzazione dei propri pensieri e delle proprie sensazioni.
L'oggetto di studio diventa, allora, il comportamento osservabile.
Il comportamentismo studia l'apprendimento e cerca di spiegare attraverso quali meccanismi la presenza di
un certo stimolo ambientale determini un certo comportamento.
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Lo sviluppo cognitivo 6. Condizionamento classico e operante
Condizionamento classico (Pavlov): vengono associate delle risposte automatiche a degli stimoli che
inizialmente non provocano alcuna risposta, oppure provocano risposte diverse.
Nel corso degli esperimenti, si stabilisce un'associazione tra il suono del campanello e il cibo, tale per cui il
campanello costituisce un segnale per la comparsa dello stimolo incondizionato, e produce una risposta
simile a quest'ultimo. La risposta incondizionata originariamente associata al cibo si è trasformata in una
risposta condizionata al campanello.
“Uno stimolo inizialmente incapace di evocare una certa risposta, se presentato ripetutamente con uno
stimolo incondizionato, viene associato a questo e diventa capace di evocare la stessa risposta
comportamentale”.
Le associazioni tra stimoli non si creano sempre, poiché la loro comparsa presuppone che siano rispettati
alcuni principi generali:
- principio di contiguità temporale: se lo stimolo incondizionato si presenta ripetutamente senza
essere seguito da quello condizionato, la risposta condizionata tende gradualmente ad estinguersi.
Le risposte condizionate possono essere generalizzate in presenza di stimoli che sono simili o che
presentano analogie con lo stimolo condizionato.
Il condizionamento classico, però, non spiega perché gli individui apprendano risposte nuove.
*Condizionamento operante (Skinner): come si apprendono comportamenti nuovi?
Le risposte vengono emesse spontaneamente e si stabilizzano in quanto rinforzate dalla comparsa di una
ricompensa, o dall'evitamento di uno stimolo aversivo.
Un'azione che non è originariamente collegata ad alcuno stimolo può essere posta sotto il controllo di uno
stimolo specifico, come conseguenza di un rinforzo che venga presentato in modo contingente tutte le volte
che, in presenza dello stimolo, l'azione in questione viene eseguita correttamente.
Modellaggio: comportamenti assolutamente nuovi (es: scolastici) possono essere appresi attraverso un
graduale modellaggio, ovvero un progressivo programma che rinforza via via comportamenti sempre più
simili a quello che si vuole far apprendere..
Esistono diversi tipi di rinforzi:
- r. positivi: aumentano la probabilità che la risposta rinforzata venga ripetuta rendendola così una risposta
predominante.
- r. negativi: aumentano la probabilità di comparsa delle risposte, eliminando lo stimolo aversivo. Sono
diversi dalle punizioni, che consistono nella presentazione di stimoli aversivi dopo comportamenti e ne
riducono la probabilità di comparsa.
L'efficacia del rinforzo nel produrre una nuova risposta comportamentale dipende dalle modalità con le quali
esso viene somministrato:
-rinforzo ad intervallo fisso: il soggetto non viene rinforzato ogni volta che produce la risposta corretta, ma
dopo intervalli di tempo prefissati e regolari dall'ultima risposta prodotta.
-rinforzo ad intervallo variabile: l'intervallo di tempo che separa due risposte rinforzate non è prefissato, ma
può variare di volta in volta.
-rinforzo a rapporto fisso: la variabile che determina la somministrazione del rinforzo non è il tempo, ma la
frequenza di comparsa della risposta corretta, poiché il soggetto viene rinforzato dopo un numero fisso di
risposte corrette non rinforzate.
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo -rinforzo a rapporto variabile: il rinforzo viene somministrato in modo casuale e non prevedibile.
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo 7. Influenze ambientali
La teorie comportamentista ritiene che il comportamento sia estremamente malleabile e fortemente sensibile
agli effetti delle influenze ambientali.
*Le strategie di ricerca adottate dai comportamentisti sono influenzate da:
-principio del riduzionismo: ogni comportamento complesso non è altro che il risultato dell'associazione di
comportamenti più semplici
-principio della parsimonia: un meccanismo esplicativo generale va preferito ad uno che spiega soltanto una
ristretta gamma di fenomeni.
-principio del controllo sperimentale: il laboratorio viene scelto come ambiente all'interno del quale
condurre le ricerche, utilizzando materiale senza senso come stimoli da presentare ai soggetti.
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo 8. Studio dell'apprendimento nei bambini - Bijou e Baer
Secondo i comportamentisti, il processo di apprendimento che si osserva ad una certa età agisce nello stesso
modo in qualsiasi altro momento dello sviluppo.
Lo sviluppo è descritto come un progressivo modellamento delle risposte del bambino da parte dell'ambiente
in cui vive, e suggerisce una spiegazione dello sviluppo di tipo deterministico e unidirezionale: lo sviluppo
del comportamento è determinato dall'influenza esercitata dall'ambiente e dagli stimoli da esso provenienti.
Secondo la t. comportamentista l'uomo cresce per essere quello che l'ambiente lo fa diventare.
I legami associativi stimolo-risposta più frequenti vengono rinforzati, mentre quelli meno frequenti tendono
ad estinguersi.
Ma lo sviluppo non può derivare solo dall'esistenza di meccanismi di associazione stimolo-risposta: molti
comportamenti nuovi che i bambini adottano derivano da un apprendimento osservativo, mediante
imitazione (senza bisogno di rinforzo). Il comportamento rinforzato eseguito da un modello agisce
sull'osservatore come rinforzo vicario, aumentando la probabilità che egli imiti il comportamento osservato.
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo 9. Le risposte alle domande centrali della psicologia dello sviluppo
cognitivo
Cosa si modifica nel corso dello sviluppo e come avvengono queste modificazioni?
Ciò che si modifica, nel tempo, sono le associazioni tra stimolo e risposta: il cambiamento riguarda singole
unità di comportamento osservabile, indipendenti l'una dall'altra, ciascuna delle quali sotto il controllo di
singole variabili comportamentali (ogni nuova abilità appresa non modifica le conoscenze pregresse).
Lo sviluppo cognitivo è un processo dominio-generale o dominio-specifico?
Esiste una struttura cognitiva uniforme, nella quale i meccanismi di funzionamento dell'attività cognitiva si
applicano a tutti i domini della conoscenza (teoria dominio-generale).
Qual'è il rapporto tra fattori biologici ed esperienza nella determinazione dei cambiamenti che avvengono
nel corso dello sviluppo?
L'essere umano è un organismo predisposto all'apprendimento, che possiede la capacità innata di associare
uno stimolo ad una risposta (“tabula rasa” dell'infante).
Lo sviluppo è un processo che avviene in modo continuo o discontinuo?
Lo sviluppo è un processo cumulativo, inteso come l'accumularsi graduale e continuo di associazioni tra
stimoli e risposte.
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo 10. Limiti della teoria comportamentista
Tolman dimostra che l'apprendimento non avviene sempre e unicamente come conseguenza del rinforzo. Gli
animali, ad esempio, riescono ad apprendere anche delle mappe cognitive (es: rappresentazione mentale
della mappa di un labirinto).
Köhler dimostra che alcuni animali attuano un apprendimento per intuizione (insight), nel quale l'animale
modifica il suo comportamento e trova la soluzione del problema improvvisamente, quando riesce a
strutturare in modo radicalmente diverso gli elementi (Wertheimer: pensiero produttivo [vs pensiero cieco
per prove ed errori]).
Gli studi sull'apprendimento nei bambini e negli adulti hanno dimostrato che essi sono in grado di usare un
sistema di mediazioni costituito da risposte simboliche interne da loro stessi prodotte.
I bambini, inoltre, come gli adulti, prestano attenzione alle informazioni rilevanti, formulano ipotesi, creano
strategie per la selezione delle informazioni.
I Kendler elaborarono la teoria della mediazione, ipotizzando che alcuni comportamenti manifesti possano
essere mediati da risposte non osservabili, i mediatori interni, la cui funzione è quella di costruire un legame
tra la stimolazione esterna e le risposte manifeste alle quali essi conducono.
Dimostrarono che gli animali e i bambini piccoli (< 6 mesi) reagiscono in modo conforme ad una teoria di
relazione diretta tra stimolo e risposta, ma che tuttavia i bambini, a partire da una certa età, sviluppano una
tendenza ad utilizzare mediatori interni per reagire agli stimoli (il modo in cui il bambino apprende dipende
dall'età).
Non si può ipotizzare, quindi, che l'apprendimento sia uguale in tutte le specie animali e per tutte le età.
Inoltre, non si può pensare che il bambino sia un passivo accumulatore di conoscenza, e che lo sviluppo sia
un processo continuo.
E' importante distinguere tra la prestazione comportamentale e il processo che la genera. Per spiegare il
comportamento, è necessario fare inferenze sui processi interni non osservabili che mediano il
comportamento oggetto di studio.
Infine, risulta improbabile che lo sviluppo possa avvenire in modo dominio-generale.
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo 11. Il costruttivismo di Piaget
Piaget è il primo ad occuparsi dello sviluppo cognitivo. Egli ha indagato le trasformazioni che avvengono
nelle strutture mentali, ad ogni età, attraverso il metodo clinico (interazione verbale a catena fra
sperimentatore e bambino, in cui le domande che lo sperimentatore pone sono guidate dalla risposta che il
bambino ha dato alla risposta precedente).
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo 12. Assunti teorici di base della teoria piagetiana: Lo strutturalismo
Piaget cercò di capire la natura e l'organizzazione del sistema cognitivo, osservando un campione di
comportamenti intellettuali e individuando i principi logici che caratterizzavano la struttura mentale ad essi
sottostante.
Le strutture cognitive sono i principi organizzativi del sistema cognitivo, riflettono le modalità di
organizzazione dei dati e si modificano nel tempo. Sono descrivibili sulla base di principi astratti che
sottostanno e controllano il pensiero e il comportamento (non sono osservabili direttamente).
Nel corso dello sviluppo, secondo Piaget, si verificano, nel sistema cognitivo, delle modificazioni che
contrassegnano delle vere e proprie fasi/stadi, che si caratterizzano per la presenza di una particolare
struttura cognitiva:
stadio sensomotorio
s. preoperatorio
s. operatorio concreto
s. operatorio formale
Lo sviluppo cognitivo può essere descritto come una modificazione di strutture che fanno da substrato al
passaggio da uno stadio all'altro.
Piaget formula, quindi, la dottrina degli stadi (stadio= periodo di tempo in cui il pensiero del bambino e il
suo comportamento riflettono un particolare tipo di struttura sottostante).
Passando da uno stadio all'altro il bambino passa da risposte riflesse alle stimolazioni ambientali ad azioni
sull'ambiente, a pensieri, diventando un individuo capace di riflettere su ciò che è possibile oltre che su ciò
che è reale.
Tutti gli stadi si caratterizzano per essere sistemi strutturati di azioni o pensieri organizzati (struttura
d'azione), formano una sequenza invariante (ordine universale) e tendono ad integrarsi gerarchicamente
(ogni stadio deriva dal precedente e lo ingloba).
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo 13. La struttura cognitiva del periodo senso-motorio: lo schema
d'azione
Il periodo senso-motorio va dalla nascita ai 2 anni, si caratterizza per la struttura cognitiva dello “schema
d'azione”, una struttura organizzata non simbolica, che media le interazioni del bambino con il mondo
esterno. L'azione, in questo periodo, è lo strumento di scambio tra organismo e ambiente e il primo
strumento per la formazione della conoscenza. Il bambino, infatti, attraverso l'azione, si costruisce le
categorie di oggetto, spazio e causalità.
Gli schemi d'azione, inizialmente distinti e separati gli uni dagli altri, vengono applicati nel tempo a realtà
sempre più nuove e tendono a generalizzarsi (il bambino aumenta le conoscenze sugli oggetti della realtà) e
a coordinarsi (danno luogo a unità comportamentali sempre più ampie).
Il concetto di “permanenza dell'oggetto” è un esempio valido per descrivere lo sviluppo della nozione di
oggetto: i bambini, fino a circa 8 mesi, discriminano l'oggetto come pura immagine e non come fanno gli
adulti, attribuendo ad esso forma, dimensione ed esistenza nel tempo. Intorno all'anno di età, avviene il
recupero di un oggetto completamente nascosto, ma la permanenza dell'oggetto non è ancora completamente
acquisita, poiché i bambini compiono ancora alcuni errori di perseveranza, che dimostrano il fatto che il
bambino percepisce l'oggetto come un'estensione della propria azione e non comprende che esso è unico e
può trovarsi in un solo luogo.
La costruzione della nozione di oggetto si completa quando il bambino si dimostra capace di ritrovare
l'oggetto scomparso in seguito a spostamenti nascosti non percepiti (es: pallina sotto al divano), poiché
percepisce gli oggetti come permanenti e dotati di identità: il bambino è in grado di rappresentarsi la realtà, e
va verso il periodo preoperatorio.
Alessio Bellato Sezione Appunti
Lo sviluppo cognitivo