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La cognizione nella prima infanzia: dall'intelligenza sensomotoria alle posizioni innatiste


La teoria piagetiana rimane, ancora oggi, il modello della cognizione nella prima infanzia. Tuttavia, molte delle ultime ricerche, condotte attraverso l'uso di metodologie non disponibili a Piaget, hanno messo in dubbio la validità di molte sue affermazioni.
Lo sviluppo di molti fenomeni non è così lento, coerente e organizzato a stadi, come la sua teoria ipotizzava. Viene messa in discussione la visione piagetiana della cognizione infantile, basata esclusivamente sull'intelligenza senso-motoria (l'architettura funzionale della mente, infatti, è più ricca, fin dalla nascita). Fin dalla nascita, esistono alcune abilità di base di coordinazione intersensoriale, e alcune abilità di percezione transmodale (es: sanno trasferire una conoscenza ricavata dall'informazione tattile, nella modalità visiva). Già nei primi mesi di vita, quindi, il mondo percettivo del bambino è più stabile, coerente e organizzato di quanto Piaget avesse ipotizzato.
I bambini, nei primi mesi di vita, non sono in grado di interagire con gli oggetti manipolandoli, ma sono capaci di esplorarli visivamente, orientando e mantenendo l'attenzione su di essi. Sono in grado, inoltre, di percepire gli oggetti, attraverso le diverse modalità sensoriali, come entità indipendenti dalle proprie azioni, dotate di caratteristiche proprie, che rimangono stabili e invariate al di là dei cambiamenti nella loro apparenza percettiva.

Tratto da LO SVILUPPO COGNITIVO di Alessio Bellato
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