Condizionamento classico e operante
Condizionamento classico (Pavlov): vengono associate delle risposte automatiche a degli stimoli che inizialmente non provocano alcuna risposta, oppure provocano risposte diverse.
Nel corso degli esperimenti, si stabilisce un'associazione tra il suono del campanello e il cibo, tale per cui il campanello costituisce un segnale per la comparsa dello stimolo incondizionato, e produce una risposta simile a quest'ultimo. La risposta incondizionata originariamente associata al cibo si è trasformata in una risposta condizionata al campanello.
“Uno stimolo inizialmente incapace di evocare una certa risposta, se presentato ripetutamente con uno stimolo incondizionato, viene associato a questo e diventa capace di evocare la stessa risposta comportamentale”.
Le associazioni tra stimoli non si creano sempre, poiché la loro comparsa presuppone che siano rispettati alcuni principi generali:
- principio di contiguità temporale: se lo stimolo incondizionato si presenta ripetutamente senza essere seguito da quello condizionato, la risposta condizionata tende gradualmente ad estinguersi.
Le risposte condizionate possono essere generalizzate in presenza di stimoli che sono simili o che presentano analogie con lo stimolo condizionato.
Il condizionamento classico, però, non spiega perché gli individui apprendano risposte nuove.
Condizionamento operante (Skinner): come si apprendono comportamenti nuovi?
Le risposte vengono emesse spontaneamente e si stabilizzano in quanto rinforzate dalla comparsa di una ricompensa, o dall'evitamento di uno stimolo aversivo.
Un'azione che non è originariamente collegata ad alcuno stimolo può essere posta sotto il controllo di uno stimolo specifico, come conseguenza di un rinforzo che venga presentato in modo contingente tutte le volte che, in presenza dello stimolo, l'azione in questione viene eseguita correttamente.
Modellaggio: comportamenti assolutamente nuovi (es: scolastici) possono essere appresi attraverso un graduale modellaggio, ovvero un progressivo programma che rinforza via via comportamenti sempre più simili a quello che si vuole far apprendere..
Esistono diversi tipi di rinforzi:
- r. positivi: aumentano la probabilità che la risposta rinforzata venga ripetuta rendendola così una risposta predominante.
- r. negativi: aumentano la probabilità di comparsa delle risposte, eliminando lo stimolo aversivo.
Sono diversi dalle punizioni, che consistono nella presentazione di stimoli aversivi dopo comportamenti e ne riducono la probabilità di comparsa.
L'efficacia del rinforzo nel produrre una nuova risposta comportamentale dipende dalle modalità con le quali esso viene somministrato:
-rinforzo ad intervallo fisso: il soggetto non viene rinforzato ogni volta che produce la risposta corretta, ma dopo intervalli di tempo prefissati e regolari dall'ultima risposta prodotta.
-rinforzo ad intervallo variabile: l'intervallo di tempo che separa due risposte rinforzate non è prefissato, ma può variare di volta in volta.
-rinforzo a rapporto fisso: la variabile che determina la somministrazione del rinforzo non è il tempo, ma la frequenza di comparsa della risposta corretta, poiché il soggetto viene rinforzato dopo un numero fisso di risposte corrette non rinforzate.
-rinforzo a rapporto variabile: il rinforzo viene somministrato in modo casuale e non prevedibile.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Alessio Bellato
[Visita la sua tesi: "Il trattamento di gioco nei bambini con autismo"]
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Psicologia
- Titolo del libro: Lo sviluppo cognitivo
- Autore del libro: Macchi, Valenza, Simion
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 2004
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