Precisi appunti relativi allo studio delle metodologie e determinazioni quantitative d’azienda: spiegazioni approfondite di come redigere un bilancio d'esercizio, la stesura di attivo e passivo, la normativa relativa al conto economico e tutte le specifiche necessarie per affrontare l'esame relativo alla materia.
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda
di Valentina Minerva
Precisi appunti relativi allo studio delle metodologie e determinazioni
quantitative d’azienda: spiegazioni approfondite di come redigere un bilancio
d'esercizio, la stesura di attivo e passivo, la normativa relativa al conto
economico e tutte le specifiche necessarie per affrontare l'esame relativo alla
materia.
Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Facoltà: Economia
Esame: Metodologie e determinazioni quantitative
d'azienda
Docente: Cifalinò Antonella1. Il sistema informativo del bilancio d’esercizio
Il bilancio d’esercizio è un sistema d’informazioni, elaborato periodicamente, ovvero per ogni periodo
amministrativo/esercizio (solitamente gennaio – dicembre).
È valido per le aziende in funzionamento, ovvero quelle aziende che operano sul mercato. Se però l’azienda
è in liquidazione, si usa il bilancio di liquidazione.
Lo scopo del bilancio è di offrire una rappresentazione chiara, veritiera e corretta della situazione
patrimoniale e finanziaria e del reddito d’esercizio.
Questa è la CLAUSOLA GENERALE: una rappresentazione chiara, veritiera e corretta è una garanzia di
trasparenza per i lettori del bilancio.
Il bilancio consente di valutare l’economicità della gestione (condizione di autonomo funzionamento
dell’impresa) con riferimento a definiti periodi di tempo (periodi amministrativi).
Inoltre per ogni esercizio consente di valutare il reddito d’esercizio e il connesso capitale di funzionamento.
Lo STATO PATRIMONIALE si compone di:
- INVESTIMENTI : ovvero l’insieme delle condizioni produttive utilizzate per supportare l’azienda, come
macchinari, immobili.
- FONTI DI FINANZIAMENTO : composto dal capitale di rischio portato dai soci e dal capitale di
terzi/debito portato dalle banche.
Il REDDITO D’ESERCIZIO è una grandezza flusso, dinamica e si compone di:
- COMPONENTI ATTIVI
- COMPONENTI PASSIVI
Per costruire il bilancio d’esercizio si una la contabilità generale.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 2. Funzioni e struttura del bilancio d'esercizio
- Mettere in evidenza il reddito, inteso come variazione del patrimonio conferito dai proprietari per effetto
della gestione. Il reddito è un diritto dei proprietari a prelevare ricchezza dall’azienda senza ridurre le
garanzie per i terzi soggetti creditori.
- Permette di rendere conto ai proprietari dell’operato degli amministratori.
- Informare gli STAKEHOLDER sulle capacità dell’azienda di soddisfare gli interessi nutriti, per orientare
le loro decisioni.
Gli STAKEHOLDER sono coloro che sono interessati all’operato dell’impresa, come ad esempio i fornitori,
i concorrenti, lo Stato.
Nonostante le tre diverse funzioni del bilancio, può capitare ad esempio che ci siano tanti STAKEHOLDER
che abbiano interessi diversi.
Il bilancio in questi casi è significativo in quanto unitario. Per tanto il bilancio d’esercizio è per legge unico,
in grado di soddisfare le esigenze conoscitive dei soggetti interni ed esterni con un congruo compromesso,
che porta ad evidenziare dati di sintesi e di comune interesse.
L’informazione dovuta deve quindi rappresentare il minimo comune conoscitivo a disposizione del
pubblico.
STRUTTURA DEL BILANCIO
Il bilancio deve contenere tre documenti obbligatori:
- Conto Economico
- Stato Patrimoniale
-Nota Integrativa (che è di natura quali-quantitativa)
Questi tre documenti sono disciplinati dall’art. 2423
Inoltre ci possono essere delle relazioni accompagnatorie, le più importanti sono la Relazione della gestione
e il Rendiconto finanziario.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 3. I principi di redazione del bilancio secondo il codice civile e
secondo i PCN
Esiste una normativa sul bilancio perché occorre dare concretezza al principio di unicità del bilancio. Quindi
è fondamentale orientare la discrezionalità nella composizione del bilancio. Abbiamo due tipi di
discrezionalità:
- DISCREZIONALITÀ QUANTITATIVA : il bilancio contiene tre tipi di valori: certi, che derivano da
scambi con terze economie; stimati e congetturati che derivano da ipotesi interpretative dei fatti di gestione
aziendale, come ad esempio l’ammortamento. Le esigenze normative servono ad orientare la discrezionalità
quantitativa, ovvero aiutano a definire valori stimati e congetturati in modo corretto e veritiero.
- DICREZIONALITÀ QUALITATIVA : il Conto Economico, lo Stato Patrimoniale e la Nota Integrativa
hanno una flessibilità contenutistica.
Nel tempo l’informativa di bilancio è stata soggetta a norme dettagliate.
Esistono oggi due macroclassi di norme:
- GIURIDICHE : leggi, documenti di natura legale.
- PRINCIPI CONTABILI TECNICO-RAGIONIERISTICI
NORME GIURIDICHE
Sono regole generali finalizzate a garantire la capacità informativa del bilancio e a tutelare gli interessi
permanenti. Sono contenute nel Codice Civile al titolo V delle Società.
Sono riferite alle società di capitali e sono state ritenute applicabili anche alle società di persone. Mentre per
le imprese individuali vale solo il riferimento all’art. 2426 cod.civ.
Le norme giuridiche vanno dall’art. 2423 all’art. 2435 del cod.civ.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 4. Principi contabili tecnico-ragionieristici per la stesura del
bilancio
Sono regole che derivano dalla pratica e che aiutano a costruire il bilancio.
Secondo il PC n.11 del CNCD-CNR aiutano a:
- interpretare in chiave tecnica le norme di legge in materia di bilancio;
- integrare le norme di legge laddove risultino insufficienti, destinate a integrare o a risolvere i problemi
applicativi della legge in materia di bilancio.
Si distinguono in:
- Principi contabili del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e Ragionieri
- Principi contabili dello IASB (International Accounting Standards Board)
I principi contabili servono per:
- Individuare gli accadimenti da registrare, quale fenomeno dobbiamo contabilizzare.
- Indicano le modalità di contabilizzazione;
- i criteri di valutazione dei valori di bilancio;
- i criteri di esposizione dei valori di bilancio.
Per disciplinare queste quattro cose occorrono delle norme.
Le norme si rapportano in una gerarchia:
CLAUSOLA GENERALE: art. 2423
POSTULATI DI BILANCIO: art. 2423 bis c.c. e PC n.11 CNDC-CNR
PRINCIPI CONTABILI APPLICATI: includono i criteri di rappresentazione e valutazione e vanno dall’art.
2423 all’art.2426 + PC N.11-
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Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 5. Clausola generale di stesura del bilancio
Art. 2424, c.c., 2° co
Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione
patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell’esercizio.
CHIAREZZA : deve essere intelligibile, comprensibile dagli STAKEHOLDER. Per rispondere alla
chiarezza il codice disciplina strutture obbligatorie di bilancio.
CORRETTEZZA : onestà, neutralità, ovvero il bilancio deve essere rappresentato secondo corrette regole
contabili. Ci deve essere inoltre equità tra tutti gli STAKEHOLDER.
VERITIERO : aderente al vero, si approssima al vero, ma il vero assoluto in bilancio non esiste, perché nel
bilancio sono inseriti anche i valori stimati e congetturati, che sono grandezze soggettive.
Ci sono due disposizioni del codice civile che danno maggiore concreta applicazione della clausola
generale:
ART 2423 C.C., 3° CO: OBBLIGO DI INFORMAZIONI COMPLEMENTARI
Sono richieste informazioni complementari a quelle previste dalla legge, qualora queste ultime non siano
sufficienti a offrire una rappresentazione veritiera e corretta.
Implicito rinvio ai principi contabili
Quindi nonostante il codice civile imponga un’informativa di base obbligatoria, definisce che è obbligatorio
inserire anche altre informazioni tali da garantire la rappresentazione chiara, veritiera e corretta.
Le informazioni complementari vengono aggiunte qualora il lettore di bilancio ha bisogno di ulteriori
informazioni per una rappresentazione veritiera e corretta.
ART 2423 C.C., 4° CO: OBBLIGO DI DEROGA
Obbligo di derogare ad una o più disposizioni di legge, qualora in casi eccezionali risultassero incompatibili
con la rappresentazione veritiera e corretta.
Implicito rinvio ai principi contabili. La relazione di accompagnamento al
D.Lgs. 127/1991 nega esplicitamente il ricorso a rivalutazioni monetarie al di fuori di esplicite norme di
legge (<<non costituisce caso eccezionale la possibilità di ricorrere a rivalutazioni monetarie al di fuori di
esplicite norme di legge>>).
DEROGARE : non applicare
L’obbligo di derogare deve essere ben spiegato nella nota integrativa: bisogna spiegare le ragioni e la
modalità di deroga.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 6. Postulati di bilancio - protoprincipi di redazione del bilanci
I principali postulati di bilancio si trovano nell’art.2423 bis e nel PC n.11.
Esiste però un certo numero di postulati che sono disciplinati in altri articoli del codice civile e nel PC n.11.
POSTULATI DI BILANCIO NELL’ART.2423 BIS E PC N.11
PRUDENZA (art. 2423 bis, n.1 e PC 11) : Per prudenza si intende calcolare in modo prudente il reddito,
ovvero prima bisogna pagare tutti e solo il residuo spetta ai proprietari. Prudenza significa tre cose:
- gli utili solo sperati e non realizzati non contribuiscono alla formazione del reddito.
- Al contrario, le perdite solamente temute devono contribuire alla formazione del reddito. Ad esempio
l’ammortamento a fondo rischi su crediti è un costo se temo che un cliente non mi paghi.
- Evitare il compenso di partite, ovvero c’è il divieto di compensare ad esempio gli utili e le perdite su
cambi.
FUNZIONE ECONOMICA DEL SIGNOLO ELEMENTO DELL’ATTIVO O DEL PASSIVO (art. 2423
bis, n.1 e PC 11), ovvero la prevalenza della sostanza sulla forma. Significa che gli eventi di gestione
devono essere contabilizzati e rappresentati in bilancio in ragione della loro natura economica-sostanziale e
non già della loro forma giuridica.
Ad esempio nello Stato Patrimoniale i crediti commerciali si scrivono nei crediti a breve, in quanto tali. Però
se sappiamo che un credito di fatto è un credito verso un’altra azienda o sappiamo che il titolare del debito
paga tra due anni, prevale la sostanza rispetto alla forma. Quindi il credito commerciale nonostante sia un
credito di breve termine, in questo caso viene indicato nei crediti a medio-lungo termine.
CONTINUITÀ DELL’ATTIVITÀ (art. 2423 bis, n.1) : si ipotizza che l’impresa continui ad operare sul
mercato.
COMPETENZA (art. 2423 bis, n.3 e PC 11) : significa che occorre rappresentare nelle sintesi periodiche i
valori reddituali (ricavi e costi) tra loro strettamente correlati con riguardo all’esercizio, ovvero al periodo
amministrativo.
Questo vuol dire che nel conto economico vanno inseriti ricavi e costi coerenti, ovvero correlati allo stesso
periodo di riferimento. Questo significa che l’attribuzione dei valori reddituali a Conto Economico è
indipendente dalla manifestazione monetaria, la quale può essere anticipata o posticipata rispetto
all’esercizio.
RICAVI : i ricavi sono di competenza quando avviene il passaggio di proprietà del bene.
COSTI : i costi sono di competenza quando sono correlati ai ricavi, in tre possibili modi:
- la correlazione dei costi rispetto ai ricavi avviene per ASSOCIAZIONE DI CAUSA EFFETTO, ovvero dal
momento in cui si imputano i ricavi e il momento in cui si imputano i costi per ottenere i ricavi.
- Per RIPARTIZIONE dell’utilità di un fattore produttivo pluriennale su base sistematica e razionale tra più
esercizi (es. Ammortamento).
- In casi straordinari quando viene meno l’utilità di un fattore produttivo.
REALIZZAZIONE DEGLI UTILI ALLA DATA DI CHIUSURA DELL’ESERCIZIO (art. 2423 bis, n.2) :
coincide con prudenza e competenza.
RISCHI E PERDITE DI COMPETENZA DELL’ESERCIZIO, CONOSCIUTE DOPO LA CHIUSURA
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda DEL MEDESIMO (art. 2423 bis, n.4) : coincide con prudenza e competenza.
VALUTAZIONE SEPARATA DEGLI ELEMENTI ETEROGENEI COMPRESI NELLE SIGNOLE VOCI
(art. 2423 bis, n.5) : quando una voce dello schema di bilancio civilistico comprende elementi eterogenei
(diversi), la loro valutazione deve essere separata anche se si trovano nella stessa riga di bilancio.
Ad esempio se le plusvalenze e il rimborso assicurativo si trovano sommati sotto la stessa voce “Altri costi”,
devono essere valutati come due voci diverse.
CONTINUITÀ (O IMMODIFICABILITÀ) DEI CRITERI DI VALUTAZIONE NEL TEMPO (art. 2423
bis, n.6 e 2° co e PC 11, 29) : ovvero i criteri usati per valutare le poste (voci) di bilancio devono rimanere
nel tempo costanti, al fine di garantire il confronto dei bilanci nell’anno, questo vuol dire essere chiari.
Tuttavia in casi eccezionali è possibile modificare nel tempo i criteri, quando cambia la natura sostanziale
dei fenomeni di gestione.
Nel caso in cui siano modificati in un anno i criteri di valutazione, per essere chiari, bisogna illustrare le
ragioni della deroga e le modalità di deroga nella nota integrativa.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 7. Postulati di bilancio negli altri articoli del codice civile
COMPRENSIBILITÀ (CHIAREZZA) (art. 2423 e PC 11) : a richiamo della clausola generale si precisa che
la chiarezza è favorita dall’inserimento in nota integrativa di informazioni analitiche tra cui:
- Separata indicazione dei singoli elementi di bilancio;
- Distinzione dei componenti ordinari e straordinari di reddito;
- Distinzione dei valori reddituali di gestione caratteristica (acquisto, produzione, vendita) rispetto agli altri
valori reddituali.
UTILITÀ PER I DESTINATARI (art. 2423 e PC 11) : per i lettori di bilancio.
COMPLETEZZA DELL’INFORMAZIONE (art. 2423) : devono essere inserite obbligatoriamente in
bilancio tutte le informazioni previste dalla legge e quelle complementari aggiuntive necessarie per
rispettare la clausola generale.
PERIODICITÀ DELLA MISURAZIONE DEL RISULTATO ECONOMICO E DEL PATRIMONIO
AZIENDALE (implicito c.c. e PC 11) : la periodicità riguarda ogni periodo.
OMOGENEITÀ (implicito c.v. e PC 11) : l’omogeneità dei valori significa utilizzo di un’unica moneta di
conto.
SIGNIFICATIVITÀ E RILEVANZA DEI FATTI ECONOMICI AI FINI DELLA LORO
PRESENTAZIONE IN BILANCIO (implicito 2423 ter e PC 11) : errori, semplificazioni, arrotondamenti
sono ammessi solo se poco significativi e poco rilevanti, ovvero se non generano un effetto significativo e
rilevante sul bilancio.
NEUTRALITÀ (IMPARZIALITÀ) DEI DATI (implicito e PC 11) : il bilancio non deve essere subordinato
a interessi di particolari stakeholder o destinatari. È unico e si rivolge a un medio stakeholder.
COSTO STORICO (art. 2426 e PC 11) : rappresenta il criterio base di valutazione secondo l’ordinamento
nazionale, ovvero in sede di valutazione occorre riferirsi al costo quale misura della funzionalità (utilità)
originaria (storica) delle condizioni produttive da valutare, salvo tener conto della funzionalità residua nel
rispetto della competenza (es. ammortamento) e nel rispetto della prudenza (es. svalutazione).
Il limite del costo storico è che è un valore che non riflette il valore corrente.
COMPARABILITÀ (art. 2424 e 2425 e PC 11) : confronto temporale, ovvero l’informativa di bilancio deve
essere confrontabile nel tempo per essere chiara.
CONFORMITÀ DEL COMPLESSIVO PROCEDIMENTO DI FORMAZIONE DEL BILANCIO AI
CORRETTI PRINCIPI CONTABILI (impliciti e PC 11) : applicazione dei principi contabili applicativi.
FUNZIONE INFORMATIVA DELLA NOTA INTAGRATIVA AL BILANCIO E DELLE ALTRE
INFORMAZIONI SUPPLEMENTARI (implicito e PC 11)
VERIFICABILITÀ DELL’INFORMAZIONE (normativa collegio sindacale e PC 11) : possibilità di
applicare controlli esterni ed interni in grado di confermare o meno l’attendibilità dei dati di bilancio.
N.B. mentre è relativamente più semplice verificare il costo storico, è ben più complesso verificare altre
configurazioni di valutazione, come ad esempio il valore presunto di realizzo futuro.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 8. I principi di redazione del bilancio secondo i PCI
FONTI NORMATIVE
Ci sono alcuni paesi chiamati CIVIL LAW che hanno un codice civile di riferimento, come Italia, Germania,
Francia, Spagna, Olanda, Portogallo, Giappone.
Ci sono però altri paesi dove non c’è il codice civile, come Inghilterra, Galles, Irlanda, Stati Uniti, Canada,
Australia, Nuova Zelanda. Questi paesi fanno riferimento alla prassi aziendalistica, perché mancando il
codice civile, negli anni si è diffusa questa prassi aziendalistica molto solida (sono le COMMON LAW).
Poi ce ne sono altri che stanno in mezzo: Scozia, Israele, Sud Africa, Quebec, Lousiana, Filippine.
IASC (INTERNATIONAL ACCOUNTING STANDARDS COMMITTEE)
Lo IASC è un organo costituito nel 1973 quale associazione che riuniva gli istituti delle professioni contabili
UK, USA e Canada con compiti di armonizzazione contabile.
Nel periodo 1973-1988 sono stati emanati principi contabili di matrice anglosassone e statunitense
(contenuti applicativi specifici).
Successivamente sono stati coinvolti i rappresentanti di organizzazione internazionale (come la War Bank e
FMI).
Nel 1989 viene lanciato il progetto COMPARABILITY con compiti di:
- armonizzazione contabile internazionale;
- e hanno distinto i trattamenti contabili preferiti (benchmark) e trattamenti contabili ammessi (allowed).
Nell’89 come applicazione di quanto stabilito viene iscritto FRAMEWORK FOR THE PREPARATION
AND PRESENTATION OF FINANCIAL STATEMENTS che è un documento dove si fissano i principi di
realizzazione del bilancio emanato dallo IASC.
Dal 1999 al 2001 viene cambiato lo IASC in IASC FOUNDATION con rappresentanza del mercato
mondiale dei capitali. In seguito c’è stata una progressiva evoluzione degli standards dai principi di taglio
esclusivamente contabili IAS, a principi tesi a garantire il trasferimento di informazioni a carattere contabile
e finanziario IFRS.
Però gli IFRS non hanno cancellato gli IAS.
Elenco IAS-IFRS ed interpretazioni:
- www.iasb.org.uk
- www.iasplus.com/standard
DISCIPLINA COMUNITARIA
COMMISSIONE EUROPEA
A livello europeo la commissione europea ha stabilito che gli IAS e gli IFRS rappresentino i principi delle
società europee.
REGOLAMENTO UE N.1606/2002
- Definizione di PCI a livello comunitario: IAS-IFRS e relative interpretazioni (interpretazioni SICIFRIC).
- Ambito di applicazione a livello comunitario: a partire dal 1/01/05 per i bilanci consolidati delle società i
cui titoli sono quotati in uno dei mercati regolamentati dell’UE.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda In Italia si è dovuto aspettare nel 2005: a partire dal 2005 per il bilancio consolidato e dal 2006 per il
bilancio d’esercizio gli IAS e gli IFRS sono diventati obbligatori per le società quotate, perché queste
lavorano nel mercato borsistico.
Successivamente è sorto l’OIC (ORGANO ISTITUZIONALE DI CONTABITÀ) favorisce l’applicazione
degli IAS e degli IFRS in Italia per le quotate.
Il risultato voluto dell’applicazione delle società quotate in borsa italiane ha portato a:
- Maggiore trasparenza dell’informativa di bilancio
- Minore discrezionalità delle politiche di bilancio
- Maggiore evidenza delle operazioni fuori bilancio; i cosiddetti conti d’ordine, ad esempio i rischi che
un’impresa presenta. Non tutto viene contabilizzato in bilancio però bisogna dare un’informativa anche di
questo.
- Maggiore volatilità dei risultati di bilancio
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 9. Framework for the Preparation and the Presentation of Financial
Statements
Aprile 1989: approvazione dallo IASC
Luglio 1989: pubblicazione dallo IASC
Aprile 2001: recepimento dallo IASB
L’OBBIETTIVO del Framework è inquadrare rispetto alle regole di preparazione e presentazione del
bilancio di esercizio e del bilancio consolidato per
- Supportare gli standard setter nazionali nella verifica della
compatibilità delle proprie regole con gli orientamenti
internazionali
- Supportare i soggetti che redigono il bilancio
- Supportare i giudizi di conformità da parte di chi controlla il bilancio
- Supportare i destinatari del bilancio nell’interpretazione dei valori enel loro utilizzo ai fini del processo
decisionale.
L’indice del Framework ha i seguenti CONTENUTI:
- Utilizzatori del bilancio
- Responsabilità per la predisposizione del bilancio
- Obiettivi del bilancio
- Convenzioni contabili (ipotesi di fondo)
- Caratteristiche qualitative del bilancio
- Elementi di bilancio e relative condizioni di riconoscimento
- Criteri di valutazione
- Concetti di capitale e conservazione/mantenimento del capitale.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 10. Gli utilizzatori e responsabili del bilancio
- Investitori
- Dipendenti e loro rappresentanti
- Finanziatori
- Fornitori e altri creditori commerciali
- Clienti
- Governi e loro istituzioni
- Pubblico
RESPONSABILITÀ PER LA PREDISPOSIZIONE DEL BILANCIO: Management.
Gli OBBIETTIVI DEL BILANCIO sono:
- valutazione dell’economicità in ipotesi di funzionamento dell’impresa (logica di continuità aziendale);
- servono tre gruppi di informazioni per raggiungere quest’obbiettivo:
- situazione patrimoniale e finanziaria
- risultato economico
- flussi finanziari
Da questo si può dedurre che il rendiconto finanziario secondo IAS e IFRS è obbligatorio. Mentre secondo
l’ordinamento nazionale ciò non è obbligatorio.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 11. Caratteristiche del bilancio
CONVENZIONI CONTABILI:
- criterio della competenza (ACCRUAL BASIS)
- impresa in funzionamento
CARATTERISTICHE QUALITATIVE: attributi che rendono le informazioni di bilancio utili per i
destinatari:
- Comprensibilità (UNDERSTANDABILITY)
- Significatività (RELEVANCE)
- Attendibilità o affidabilità (RELIABILITY)
- Rappresentazione fedele (FAITHFUL REPRESENTATION)
- Prevalenza della sostanza sulla forma (SUBSTANCE OVER FORM)
- Neutralità (NEUTRALITY)
- Prudenza (PRUDENCE)
- Completezza (COMPLETENESS)
- Comparabilità (COMPARABILITY)
CRITERI DI VALUTAZIONE (MEASUREMENT BASES)
- Costo storico (HISTORICAL COST)
- Costo corrente (CURRENT COST)
- Valore realizzabile (REALISABLE/SETTLEMENT VALUES)
- Valore attuale (PRESENT VALUE)
- Cd. valore equo (FAIR VALUE)
- Valore di mercato (MARKET VALUE)
- Valore d’uso (VALUE IN USE)
- Valore recuperabile (RECOVERABLE VALUE)
La grossa differenza si trova nei criteri di valutazione perché ci sono criteri tra cui il costo storico, che è
messo allo stesso livello degli altri criteri. L’obbiettivo è che sia una valutazione corrente ottenuta attraverso
l’aggiornamento per supportare la decisione degli investitori.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 12. I principi di determinazione del reddito imponibile secondo la
norma fiscale
Esiste una normativa fiscale che disciplina la costruzione del reddito imponibile.
Non è detto che il reddito di bilancio sia uguale al reddito imponibile, perché sono diversi i principi per il
calcolo dei due redditi.
Il reddito imponibile non si legge nel bilancio, ma nella dichiarazione dei redditi. La dichiarazione dei
redditi parte dal reddito di bilancio, applica delle rettifiche fiscali per arrivare al reddito imponibile. Questo
significa che nel reddito di bilancio ci sono dei ricavi e dei costi che non si considerano nel reddito
imponibile. Infine sul reddito imponibile si pagano le imposte.
I principi che ispirano la costruzione del bilancio sono quelli della clausola generale, seguiti dai
protopostulati e dai postulati.
Ai fini fiscali, la questione è molto diversa, perché l’unico stakeholder è il fisco, che vuole evitare la
sottrazione di reddito imponibile.
La norma fiscale di riferimento è il T.U.I.R, con i seguenti articoli di riferimento:
- Art. 55 (redditi d’impresa)
- Art. 56 (determinazione del reddito d’impresa)
- Art. 73 (soggetti all’imposta)
- Art. 75 (base imponibile)
- Art. 76 (periodo d’imposta)
- Art. 77 (aliquota d’imposta)
- Art. 83 (determinazione del reddito complessivo)
- Art. 109 (norme generali sui componenti del reddito d’impresa)
- Art. 110 (norme generali sulle valutazioni)
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 13. Disposizioni generali relative alle tavole di sintesi
Gli artt. 2423-ter, 2424 e 2425 impongono schemi rigidi e vincolanti per lo Stato Patrimoniale e per il Conto
Economico. Inoltre è espresso il divieto di compensi di partite.
Per SCHEMA si intende una concreta modalità di rappresentazione di una tavola di sintesi, derivante dalla
combinazione di forma e struttura specifiche.
FORMA : modalità espositiva con cui gli aggregati di valore sono rappresentati. Si distinguono in
particolare:
- FORMA A SEZIONI DIVISE E CONTRAPPOSTE -> rappresentazione a sinistra delle voci con saldo
contabile dare affiancate, a destra, dalle voci con saldo contabile avere
- FORMA A SEZIONI DIVISE E SOVRAPPOSTE -> rappresentazione delle voci con saldo contabile dare
sopra alle voci con saldo contabile avere
- FORMA SCALARE -> rappresentazione delle voci non più per saldo contabile (dare-avere), ma secondo
logiche di contrapposizione da cui emergono progressivamente i risultati intermedi (derivanti dalla
contrapposizione di aggregati di valore legati funzionalmente) ed il risultato finale in classi.
Il Codice Civile prevede per lo stato patrimoniale sezioni divise e contrapposte, mentre per il conto
economico una forma scalare.
STRUTTURA : modalità espositiva con cui i valori contabili sono aggregati in classi.
Pertanto le classi sono aggregati di valori definiti da una particolare struttura adottata.
I criteri di aggregazione dei valori in classi possono essere:
- NATURA (ORIGINE) DELLE VOCI -> raggruppamento di voci omogenee per origine contabile, per cui
si distinguono i valori stimati e congetturati a fine esercizio rispetto ai valori certi al fine di permettere
l’apprezzamento del grado di discrezionalità del reddito
- DESTINAZIONE (FUNZIONE) DELLE VOCI -> raggruppamento di voci omogenee per funzione di
appartenenza nel processo produttivo (produzione, commerciale, amministrazione, ecc.)
Nel codice civile si trovano progressive aggregazioni su livelli via via più analitici, al fine di fornire un
maggior grado di dettaglio. Gli schemi civilistici sono articolati su quattro livelli gerarchici di voci:
Macro-classi -> individuate da lettere maiuscole
Classi -> individuate da numeri romani
Voci -> individuate da numeri arabi
Sotto-voci -> individuate da lettere minuscole
LE DEROGHE ALLA RIGIDITÀ DEGLI SCHEMI
L’art. 2423 ter prevede…
…due possibilità di deroga alla rigidità degli schemi delle tavole di sintesi:
* possibilità di suddividere in modo più particolareggiato le voci precedute da numeri arabi, senza tuttavia
eliminare la voce complessiva e l’importo corrispondente.
* possibilità di raggruppare le voci precedute da numeri arabi
- se di importo irrilevante (ad esempio ci sono tre voci da 1 euro ciascuna)
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda - se il raggruppamento favorisce la chiarezza (ergo rappresentazione veritiera e corretta), purché in nota
integrativa le voci raggruppate siano indicate distintamente.
…due obblighi di deroga alla rigidità degli schemi delle tavole di sintesi:
- obbligo di aggiungere nuove voci qualora il loro contenuto non sia compreso in alcuna voce prevista dagli
schemi
- obbligo di modificare le voci contenute nello schema qualora ciò sia reso necessario dalla natura della
attività esercitata.
LA COMPARAZIONE TEMPORALE
Il codice civile vuole consentire il confronto nel tempo. L’art. 2423-ter prevede anche che per ogni voce
dello stato patrimoniale e del conto economico ci debbano essere due colonne, una dove viene indicato i dati
relativi all’anno di bilancio in corso, l’altra dove vengono indicati i dati relativi all’anno precedente.
Se le voci dei due esercizi non sono comparabili:
- le voci dell’esercizio precedente devono essere adattate
- la non comparabilità e l’adattamento devono essere segnalati e commentati in nota integrativa
CLASSIFICAZIONI ALTERNATIVE
Per favorire la chiarezza, l’art. 2424 2° co prevede che qualora un elemento possa ricadere sotto più voci
dello schema, in nota integrativa devono essere riportate anche le altre voci sotto le quali l’elemento poteva
essere inserito, sempre che ciò sia necessario alla comprensione del bilancio. La scelta deve ricadere a
favore della clausola generale di bilancio.
Esempio: un debito verso fornitori rappresentato da una cambiale passiva può essere classificato sia in D6
(debiti verso fornitori) sia in D7 (debiti rappresentati da titoli di credito).
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 14. Lo schema dello stato patrimoniale
Lo Stato Patrimoniale esprime la composizione degli investimenti e delle fonti di finanziamento dell’azienda
in essere alla data di chiusura dell’esercizio.
L’art. 2424 disciplina lo schema dello stato patrimoniale:
è previsto uno schema a sezioni divise e contrapposte per cui:
- nella sezione ATTIVO (sinistra) sono rappresentati gli investimenti (o attività)
- nella sezione PASSIVO (destra) sono rappresentati le fonti di finanziamento (mezzi di terzi e patrimonio
netto).
Per quanto concerne le poste rettificative (ad esempio il fondo ammortamento) è possibile attuare una
rappresentazione alternativa, ovvero indicare in SP il valore netto e in NI il valore lordo, delle rettifiche
degli esercizi precedenti, delle rettifiche operate in corso di esercizio.
Per una corretta lettura ed interpretazione dei valori contenuti in questa tavola occorre sottolineare che i
valori in essa rappresentati sono grandezze fondo, di stock, ovvero valori in essere al 31/12. Tali grandezze
possono riflettere in modo significativo eventuali fenomeni di stagionalità, soprattutto per quanto riguarda
investimenti e finanziamenti a breve scadenza. In caso di queste situazioni occorre specificare il tutto in nota
integrativa.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 15. La composizione dell’attivo - investimenti
A) CREDITI VERSO SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI : sono crediti verso soci che
derivano da sottoscrizione di nuove quote di capitale (in sede di costituzione)o di successivo aumento di
capitale) per le quali non è ancora stato effettuato il conferimento. Possono anche essere chiamati
“CAPITALE SOCIALE SOTTOSCRITTO (davanti al notaio) MA NON VERSATO”. Molte volte nei
bilanci questa macroclasse è uguale a 0, perché i soci solitamente versano quello che sottoscrivono. Il codice
civile dedica un intera macroclasse per questi crediti, perché sono i primi che devono essere onerati
(sollecitati) in caso di crisi dell’azienda.
B) IMMOBILIZZAZIONI : sono investimenti, durevoli, ovvero destinati a rimanere in azienda per più di 12
mesi.
CON SEPARATA INDICAZIONE DI QUELLE CONCESSE IN LOCAZIONE FINANZIARIA (leasing) :
dal 2003 è stata aggiunta questa frase perché il leasing è una modalità di finanziamento diffusa, quindi per
trasparenza si è richiesto di dettagliare le immobilizzazioni di proprietà dell’azienda, ma che sono state date
in leasing a terzi.
C) ATTIVO CIRCOLANTE : attività che sono in grado di divenire liquide, ovvero di trasformarsi in
denaro, entro 12 mesi.
D) RATEI E RISCONTI
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 16. Le immobilizzazioni: articolazione
La macroclasse delle immobilizzazioni si articola in tre classi:
I - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI : ovvero intangibili, privi di sussistenza fisica.
1) COSTI DI IMPIANTO E DI AMPLIAMENTO : sono i costi sostenuti all’atto della costituzione o
dell’ampliamento dell’azienda. Sono un’immobilizzazione perché manifestano utilità pluriennale, perché
l’azienda dura negli anni.
2) COSTI DI RICERCA, DI SVILUPPO E DI PUBBLICITÀ : non tutta la pubblicità rientra nello stato
patrimoniale, ma solo quella con utilità pluriennale (ad esempio campagne di riqualificazione del marchio).
A differenza i PCI impongono la rilevazione di tutta la pubblicità in conto economico per non sbagliare. Per
ricerca invece si intende quella già applicata, perché per quanto riguarda la ricerca di base, visto che non si
sa cosa genererà, si rileva in conto economico.
3) DIRITTI DI BREVETTO INDUSTRIALE E DIRITTI DI UTILIZZAZIONE DELLE OPERE
DELL'INGEGNO : garantiscono una tutela giuridica.
4) CONCESSIONI, LICENZE, MARCHI E DIRITTI SIMILI
5) AVVIAMENTO : è il plusvalore che si realizza in sede di acquisto di un’azienda già avviata.
6) IMMOBILIZZAZIONI IN CORSO E ACCONTI : qui si scrivono le immobilizzazioni in corso di
costruzione o gli acconti ai fornitori.
7) ALTRE : altre diverse dalle precedenti, da specificare in nota integrativa.
II - IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI : tangibili, dotati di sussistenza fisica.
1) TERRENI E FABBRICATI di proprietà
2) IMPIANTI E MACCHINARIO
3) ATTREZZATURE INDUSTRIALI E COMMERCIALI
4) ALTRI BENI, da dettagliare in nota integrativa
5) IMMOBILIZZAZIONI IN CORSO E ACCONTI
III - IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE, : derivano da attività finanziaria.
CON SEPARATA INDICAZIONE, PER CIASCUNA VOCE DEI CREDITI, DEGLI IMPORTI
ESIGIBILI ENTRO L’ESERCIZIO SUCCESSIVO.
1) PARTECIAPZIONI IN: le partecipazioni sono investimenti nel capitale sociale di altre aziende.
a) IMPRESE CONTROLLATE : controllate da chi possiede la maggioranza assoluta, ovvero più del 50%
dei voti e per questo può decidere negli organi di governo.
b) IMPRESE COLLEGATE : non si ha il controllo, però un’impresa collegata presuppone una
partecipazione significativa. Per collegata si intende il 20% dei voti e il 10% dei voti se l’azienda è quotata.
c) IMPRESE CONTOLLANTI : l’azienda acquista un pezzo di un’altra azienda che a sua volta controlla
la prima azienda.
d) ALTRE IMPRESE
2) CREDITI di natura finanziaria, che derivano da un rapporto di finanziamento, l’azienda presta soldi a
terzi. Non si tratta di crediti commerciali. Si presume che l’azienda verrà ripagata di questi crediti dopo 12
mesi, però il legislatore impone di scrivere quelli esigibili entro l’anno.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda a) VERSO IMPRESE CONTROLLATE
b) VERSO IMPRESE COLLEGATE
c) VERSO CONTROLLANTI
d) VERSO ALTRI
- ESIGIBILI OLTRE ESERCIZIO SUCCESSIVO.
- ESIGIBILI ENTRO ESERCIZIO SUCCESSIVO.
3) ALTRI TITOLI : obbligazioni, titoli dello Stato.
4) AZIONI PROPRIE, CON INDICAZIONE DEL VALORE NOMINALE COMPLESSIVO : l’azienda
compra le proprie stesse azioni ad esempio per sostenere il loro valore. Il legislatore impone che venga
indicato il prezzo d’acquisto, ma anche il valore nominale complessivo, sempre per trasparenza.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 17. L'attivo circolante: articolazione
I – RIMANENZE : o giacenze di magazzino. Si presume che entro 12 mesi siano vendute e incassate le
scorte.
1) MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE E DI CONSUMO : sono raggruppate tutte quelle rimanenze che
rappresentano il primo input del processo produttivo.
2) PRODOTTI IN CORSO DI LAVORAZIONE E SEMILAVORATI : sono i semilavorati, ovvero né input
primari né prodotti finiti. È una lavorazione intermedia.
3) LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE : o commesse. È una lavorazione interna in corso di
costruzione su specifica richiesta del cliente. Viene fatto un contratto con il cliente dove vengono specificate
le caratteristiche del bene che si vuole ottenere. Non sono prodotti che vanno in magazzino,non sono
rimanenze di largo consumo, ma sono appunto specifici per un cliente. È un bene molto ben identificabile.
4) PRODOTTI FINITI E MERCI : produzione per il mercato.
5) ACCONTI : classe destinata a rilevare gli acconti pagati ai fornitori per merci in rimanenza.
II – CREDITI : legati alla gestione ordinaria, sono crediti a breve termine.
CON SEPARATA INDICAZIONE, PER CIASCUNA VOCE DEI CREDITI, DEGLI IMPORTI
ESIGIBILI OLTRE L’ESERCIZIO SUCCESSIVO
1) VERSO CLIENTI : crediti commerciali.
- ESIGIBILI ENTRO ES. SUCC.
- ESIGIBILI OLTRE ES. SUCC.
2) VERSO IMPRESE CONTROLLATE
3) VERSO IMPRESE COLLEGATE
4) VERSO CONTROLLANTI
Il 4bis e il 4ter derivano dalla riforma del diritto societario.
4BIS) REDITI TRIBUTARI : tutti i crediti tributari, come ad esempio acconti di imposte superiori agli
acconti che bisogna versare, o IVA a debito.
4TER) IMPOSTE ANTICIPATE : Sono le imposte che derivano da un’anticipazione del reddito imponibile
rispetto al reddito civilistico.
Il reddito imponibile si calcola in base al TUIR. Ipotizziamo che il reddito imponibile sia 1000,00 e
l’aliquota d’imposta il 30%. Le imposte da versare sono quindi 300,00.
Dal bilancio invece risulta un reddito di 800,00. L’aliquota è sempre il 30%, le imposte di competenza del
reddito di bilancio sono quindi 240,00. Quindi l’azienda paga 300,00 euro secondo il TUIR, però ha
anticipato 60,00 euro rispetto alla competenza, che è un credito.
5) VERSO ALTRI : rispetto ai soggetti precedenti, come i DIPENDENTI (anticipi ai dipendenti in momenti
di crisi), i FORNITORI.
III - ATTIVITÀ FINANZIARIE CHE NON COSTITUISCONO IMMOBILIZZAZIONI : sono attività
finanziarie (partecipazioni, titoli, azioni proprie) che scadono però entro 12 mesi, a breve termine.
1) PARTECIPAZIONI IN IMPRESE CONTROLLATE
2) PARTECIPAZIONI IN IMPRESE COLLEGATE
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 3) PARTECIPAZIONI IN IMPRESE CONTROLLANTI
4) ALTRE PARTECIPAZIONI : fuori dal gruppo, in imprese minoritarie.
5) AZIONI PROPRIE
6) ALTRI TITOLI : buoni ordinari del tesoro.
IV - DISPONIBILITÀ LIQUIDE : attività che già oggi sono denaro.
1) DEPOSITI BANCARI E POSTALI : conti correnti in banca o in posta.
2) ASSEGNI
3) DANARO E VALORI IN CASSA
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 18. Ratei e risconti: articolazione
CON SEPARATA INDICAZIONE DEL DISAGGIO SU PRESTITI : nel caso in cui ci siano risconti attivi
che danno luogo a disaggi su prestiti bisogna indicarli separatamente.
I ratei e i risconti sono quote di costi e proventi comuni a due o più esercizi la cui entità varia in ragione del
tempo.
RATEO ATTIVO : una quota di proventi di competenza dell’esercizio esigibili in esercizi successivi.
Ad esempio un affitto attivo con contratto annuale che parte dall’01.09.2007di 120,00 euro. La rata viene
pagata posticipatamente il 01.09.2008.
Il calcolo è (120 : 12) * 4 =40
In Conto Economico in AVERE ci sarà scritto AFFITTI ATTIVI per 40 euro. In Stato Patrimoniale in
DARE RATEO ATTIVO per 40 euro.
RISCONTO ATTIVO : quote di costi che hanno avuto manifestazione monetaria entro la chiusura
dell’anno, ma che sono di competenza di esercizi futuri.
Vale lo stesso esempio di prima ma in questo caso l’affitto è passivo e anticipato.
Nel caso in cui ci siano risconti attivi che danno luogo a disaggi su prestiti bisogna indicarli separatamente.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 19. La struttura dell’attivo
Sono utilizzati diversi criteri di aggregazione delle voci:
- Criterio della destinazione
- Criterio per natura
- Criterio finanziario
Per quanto riguarda i RAPPORTI INFRAGRUPPO, sono evidenziate le attività originate in seguito ad
operazioni infragruppo, in quanto condotte su una base contrattuale non indipendente e, quindi,
disomogenee rispetto alle operazioni di scambio verso terzi:
- IMPRESE CONSOCIATE : impresa con la quale si detengono rapporti infragruppo e può essere
un’impresa controllante, controllata, collegata.
- IMPRESE COLLEGATE : sono considerate collegate le società sulle quali un’altra esercita un’influenza
notevole. L’influenza si presume notevole quando nell’assemblea ordinaria può essere esercitato almeno un
quinto dei voti ovvero un decimo se la società ha azioni quotate in borsa. (art. 2359 c.c.)
- IMPRESE CONTROLLANTI : società che esercita le prerogative di governo economico attraverso lo
strumento della partecipazione azionaria.
- IMPRESE CONTROLLATE : sono considerate controllate (art. 2359 c.c.):
* Le società in cui un’altra società dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria.
* Le società in cui un’altra società dispone di voti sufficienti per esercitare una influenza dominante
nell’assemblea ordinaria.
Sono in ogni caso considerate controllate (art. 26 D.Lgs. 127/1991):
* Le imprese in cui un’altra ha il diritto, in virtù di un contratto o di una clausola statutaria, di esercitare
un’influenza dominante, quando la legge applicabile consenta tali contratti o clausole.
* Le imprese in cui un’altra, in base ad accordi con altri soci, controlla la maggioranza dei diritti di voto.
INFLUENZA DOMINANTE
Situazione di fatto che deve essere di volta in volta verificata in concreto.
La fattispecie più comune è quella in cui i diritti di voto non spettanti all’impresa di maggioranza relativa
sono frazionati fra numerosi altri soci, cosicché le assemblee ordinarie sono di fatto governate dal socio di
maggioranza relativa.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 20. La composizione del passivo
Fonti di finanziamento in essere al 31.12
A) PATRIMONIO NETTO : o mezzi propri, rappresenta il finanziamento che deriva dalla proprietà
d’impresa.
Nelle classi ci sono le diverse tipologie di patrimonio netto.
I) CAPITALE : quote sottoscritte dai soci o all’atto della costituzione o dell’ampliamento.
Dalla II classe alla VII si parla di riserve, le riserve sono utili generati negli esercizi precedenti e non
distribuiti sottoforma di dividendi (x le Spa) o remunerazione delle quote (per le Srl). Si parla di
autofinanziamento per l’attivo. Questi utili generano riserve diverse.
II) RISERVA DA SOVRAPPREZZO AZIONI
III) RISERVE DI RIVALUTAZIONE
IV) RISERVA LEGALE : deve essere il 5%
V) RISERVA PER AZIONI PROPRIE IN PORTAFOGLIO
VI) RISERVE STATUTARIE : lo Statuto dell’impresa impone agli azionisti di dare altre riserve secondo lo
Statuto.
VII) ALTRE RISERVE
- RISERVA STRAORDINARIA
- RISERVA AMM.TI ANTICIPATI
VIII) UTILI (PERDITE) PORTATI A NUOVO : è un utile dell’anno prima del quale non è ancora stato
deciso se distribuirlo o darlo a riserva.
IX) UTILE (PERDITA) DELL'ESERCIZIO : è il risultato dell’anno. L’utile è la grandezza che raccorda il
Conto Economico (risultato di 12 mesi di lavoro) e lo Stato Patrimoniale. Costituisce inoltre un
autofinanziamento generato per effetto della gestione negli ultimi 12 mesi.
Le voci della B e della E rappresentano le fonti di finanziamento sottoscritte da terzi, ovvero persone diverse
dalla proprietà.
B) FONDI PER RISCHI ED ONERI :
Gli oneri prevedono la certezza dell’evento, ma incertezza dell’ammontare e della data di manifestazione.
Un esempio di oneri è il Fondo manutenzione ciclica.
Per quanto riguarda i rischi, non solo la data e l’importo sono incerti, ma anche la manifestazione
dell’evento stesso. Esempi di rischi sono: contenziosi legali in corso; il Fondo per spese future.
Sotto questa macroclasse non c’è la classe ma direttamente le voci.
1) PER TRATTAMENTO DI QUIESCENZA ED OBBLIGHI SIMILI : fondo oneri, che derivano da
trattamenti legati al personale dipendente diversi dal TFR, tipo pensioni integrative a carico dell’azienda.
2) PER IMPOSTE : fondo rischi, fondo che si accantona a fronte di un contenzioso legale in corso nei
confronti dell’amministrazione finanziaria.
3) ALTRI : sia fondi rischi sia fondi spese diversi dai precedenti.
C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO : la giurisdizione sul lavoro prevede che una quota del
compenso mensile, periodale, dei dipendenti non sia liquidata direttamente al dipendente, ma che su base
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda annua sia trattenuta all’interno dell’azienda, in modo tale che questa venga liquidata al momento della
cessazione del rapporto dipendente. È una remunerazione differita nel tempo.
D) DEBITI sono distinti per natura e per soggetto.
CON SEPARATA INDICAZIONE, PER CIASCUNA VOCE, DEGLI IMPORTI ESIGIBILI OLTRE
L’ESERCIZIO SUCCESSIVO
1) OBBLIGAZIONI
2) OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI
3) DEBITI VERSO SOCI PER FINANZIAMENTI : frequenti nelle piccole medie imprese.
4) DEBITI VERSO BANCHE
5) DEBITI VERSO ALTRI FINANZIATORI
6) ACCONTI ricevuti
7) DEBITI VERSO FORNITORI
8) DEBITI RAPPRESENTATI DA TITOLI DI CREDITO : possono avere natura finanziaria e
commerciale.
9) DEBITI V/IMPRESE CONTROLLATE
10) DEBITI V/IMPRESE COLLEGATE
11) DEBITI V/CONTROLLANTI
12) DEBITI TRIBUTARI : es. Erario c/IVA a debito; Saldo imposte sul reddito che dobbiamo versare.
13) DEBITI V/ISTITUTI DI PREVIDENZA E SICUREZZA SOCIALE : debiti verso l’INPS.
14) ALTRI DEBITI
E) RATEI E RISCONTI passivi
CON SEPARATA INDICAZIONE DELL’AGGIO SU PRESTITI
Si tratta di quote di costi e di proventi comuni a due o più esercizi la cui entità varia in ragione del tempo.
RATEO PASSIVO : è una quota di costo di competenza di quest’esercizio corrente ma di manifestazione
numeraria futura.
Esempio: affitto passivo semestrale di competenza odierna con pagamento posticipato al 01.11.2008 per 600
euro.
(60 : 6) x 2 = 200 euro
Si scrive: AFFITTO PASSIVO (CE-dare) / RATEO PASSIVO (SP-avere)
RISCONTO PASSIVO : quote di proventi che hanno avuto manifestazione numeraria entro la chiusura
dell’esercizio ma che sono di competenza economica dell’esercizio successivo.
Esempio: affitto attivo che viene pagato anticipatamente.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 21. Struttura del passivo
Sono utilizzati diversi criteri di aggregazione delle voci
- Criterio per natura delle fonti di finanziamento
- Mezzi propri (A)
- Mezzi di terzi (B+C+D+E)
- Criterio per natura
- Debiti (D: 1-7; 11-13)
- Rapporti infragruppo
- Debiti (D: 8-10)
- Criterio finanziario
- Debiti (D)
I CONTI D’ORDINE
In calce allo stato patrimoniale devono essere indicate le informazioni relative ai conti d’ordine (art. 2424
u.c.). Questi importi:
- Non vanno sommati agli elementi dell’attivo e del passivo
- Vanno elencati una sola volta senza esposizione della contropartita.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 22. Il contenuto del conto economico
Il contenuto del CE è sviluppato nel PC n. 12:
“Il conto economico deve fornire una rappresentazione e dimostrazione delle operazioni di gestione,
mediante una sintesi dei componenti positivi e negativi di reddito che hanno contribuito a determinare il
risultato economico conseguito, raggruppati in modo da fornire significativi risultati intermedi”.
Nella dottrina e nella prassi economico-aziendale si ritiene che il criterio di determinazione dei risultati
intermedi deve essere articolato per le gestioni parziali in cui, per esigenze di studio ed analisi, può essere
raggruppata l’unitaria gestione aziendale.
Questo vuol dire distinguere le varie gestioni:
- GESTIONE ORDINARIA : gestione corrente. La gestione ordinaria si scompone in gestioni parziali:
* GESTIONE CARATTERISTICA O TIPICA
* GESTIONE COMPLEMENTARE E ACCESSORIA (O PATRIMONIALE)
* GESTIONE FINANZIARIA
- COSÌ DETTA GESTIONE STRAORDINARIA : riflette operazioni di natura straordinaria, uniche non
ripetitive. Si separa dagli altri perché si manifesta una tantum.
- GESTIONE TRIBUTARIA : rappresenta i componenti positivi e negativi di reddito legati all’imposizione
fiscale.
GESTIONE CARATTERISTICA O TIPICA
Rappresenta il business tipico dell’azienda, è l’attività per la quale l’azienda esiste sul mercato. È
l’espressione della Mission aziendale.
In un’azienda manifatturiera la gestione caratteristica riguarda l’acquisto, la produzione e la vendita.
In un’attività commerciale riguarda sola l’acquisto e la vendita.
GESTIONE COMPLEMENTARE E ACCESSORIA (O PATRIMONIALE)
E’ complementare e accessoria rispetto all’attività caratteristica che c’è sempre, mentre la gestione
patrimoniale può anche non esserci, è in più. Si chiama Gestione complementare e accessoria perché
risponde all’esigenza di investire in misura conveniente eventuali eccessi di liquidità generati dalla gestione
tipica.
Gli eccessi di liquidità possono essere investiti in:
- IMMOBILI CIVILI, AD USO RESIDENZIALE O UFFICI : i ricavi della gestione immobiliare sono gli
affitti attivi; i costi sono i costi di manutenzione dell’immobile.
- GESTIONE DELLE PARTECIPAZIONI (AZIONI) : i ricavi sono i dividendi; i costi sono i costi di
intermediazione bancaria e finanziaria.
- GESTIONE TITOLI : i ricavi sono gli interessi attivi; i costi sono costi di intermediazione finanziaria.
GESTIONE TRIBUTARIA
Significa acquisizione di fonti di finanziamento. Le possibili fonti di finanziamento che si possono acquisire
sono:
- MEZZI PROPRI, non si parla di costi ma di distribuzione degli utili.
- MEZZI DI TERZI come ad esempio il mutuo passivo, dove i costi sono gli interessi passivi e di ricavi non
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda ce né.
Nello schema civilistico questa classificazione è confusa.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 23. Schema civilistico
Lo schema del conto economico previsto dal nostro legislatore è disciplinato all’art 2425 c.c.
A. VALORE DELLA PRODUZIONE
B. COSTI DELLA PRODUZIONE
A-B. DIFFERENZA TRA VALORI E COSTI DELLA PRODUZIONE
C. PROVENTI E ONERI FINANZIARI
D. RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ FINANZIARIE
E. PROVENTI E ONERI STRAORDINARI
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE
22. IMPOSTE SUL REDDITO DI ESERCIZIO
23. UTILE (PERDITA) DI ESERCIZIO
La forma del Conto Economico è scalare con classificazione delle voci per natura
- Gestione ordinaria (A, B, C, D)
- Cd. Gestione straordinaria (E)
- Gestione tributaria (22)
Tuttavia …
- le operazioni di gestione complementare e accessoria sono incluse in A e B (gestione immobili civili) ma
anche in C e D (gestione partecipazioni e titoli).
- L’aggregato C include operazioni sia di gestione complementare e accessoria (15 e 16), sia di gestione
finanziaria (17).
E’ comunque possibile riclassificare il Conto Economico nelle 3 gestioni.
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 24. Lo schema di conto economico civilistico
A) VALORE DELLA PRODUZIONE : per produzione si intende solo la produzione fisica, ma più in
generale valore della produzione economica, ovvero in questa macroclasse si valorizzano in euro i risultati
generati dalla produzione economica, che non è necessariamente quella fisica.
1) RICAVI DELLE VENDITE E DELLE PRESTAZIONI : le vendite sono i prodotti fisici, le prestazioni i
servizi. Per le aziende complesse è opportuno in Nota Integrativa dare informazioni aggiuntive per questo
elemento nelle macroaree. Questi ricavi sono associati alla gestione tipica. I ricavi devono essere iscritti a
CE al NETTO dei valori rettificativi (quali sconti commerciali, abbuoni, resi, premi sulle vendite).
Viceversa gli sconti non commerciali, ovvero finanziari, vano rappresentati nella macroclasse C, poiché
derivano da una gestione finanziaria.
Per riconoscere gli sconti commerciali da quelli finanziari, i PCI dicono che gli sconti commerciali sono
esplicitati in fattura, come ad esempio gli sconti quantità, mentre gli sconti finanziari sono legati alle
dinamiche di pagamento.
2) VARIAZIONI DELLE RIMANENZE DI PRODOTTI IN CORSO DI LAVORAZIONE,
SEMILAVORATI E FINITI : le rimanenze possono anche essere chiamate giacenze di magazzino. Per
variazione si intende Rimanenze Finali – Rimanenze Iniziali. Questo permette di evidenziare la dinamica del
magazzino. Se le Rimanenze Finali sono maggiori delle Rimanenze Iniziali vuol dire che c’è un flusso in
aumento, quindi più magazzino. I prodotti non sono all’input del processo produttivo, ma verso le uscite
(prodotti in corso, semilavorati, finiti).
3) VARIAZIONE DEI LAVORI IN CORSO SU ORDINAZIONE : include le variazioni dei lavori in corso
su ordinazione. Variazione significa sempre Rimanenze Finali – Rimanenze iniziali, ovvero valori al 31.12 –
valori al 01.01. L’oggetto però è una specifica commessa, non il magazzino.
4) INCREMENTI DELLE IMMOBILIZZAZIONI PER LAVORI INTERNI : si intendono aumenti di
immobilizzazioni materiali e immateriali, non finanziarie per lavori interni. L’immobilizzazione non si
compra sul mercato, ma si realizza all’interno. Si chiama in questo caso Costruzione in Economia.
5) ALTRI RICAVI E PROVENTI,
CON SEPARATA INDICAZIONE DEL CONTRIBUTO IN CONTO ESERCIZIO : voce residuale, diversa
dai precedenti. Ad esempio gli affitti attivi di gestione patrimoniale o le plusvalenze ordinarie generate
quando l’azienda vende un’immobilizzazione ad un valore di realizzo maggiore del valore netto. Ordinaria
perché deriva da normale sostituzione dell’immobile.
TOTALE
B) COSTI DELLA PRODUZIONE : costi sostenuti per realizzare il valore della produzione nella
macroclasse A)
6) PER MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE, DI CONSUMO E MERCI : anche qui vale al netto dei valori
rettificativi (sconti attivi, premi su acquisti, ecc.)
7) PER SERVIZI : es. energia elettrica, assicurazioni.
8) PER GODIMENTI DI BENI DI TERZI : si includono i costi sostenuti per utilizzare beni di proprietà
altrui (leasing, affitti passivi).
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda 9) PER IL PERSONALE : include tutti i costi sostenuti per il personale:
a) SALARI E STIPENDI
b) ONERI SOCIALI : a carico dell’azienda
c) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO : quota annua (accantonamento a TFR)
d) TRATTAMENTO DI QUIESCIENZA E SIMILI : accantonamenti previdenziali diversi dal TFR
e) ALTRI COSTI : costi residuali come borse di studio, costi di trasferta dei dipendenti, premi ai dipendenti.
10) AMMORTAMENTI E SVALUTAZIONI : l’ammortamento è la ripartizione del costo di
un’immobilizzazione materiale o immateriale tra gli esercizi della sua vita utile economica.
a) AMMORTAMENTO DELLE IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
b) AMMORTAMENTO DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
c) ALTRE SVALUTAZIONI DELLE IMMOBILIZZAZIONI : si svaluta un’immobile quando il suo valore
contabile al netto del fondo è superiore rispetto al valore di mercato, ovvero valore recuperabile tramite
l’uso.
d) SVALUTAZIONI DEI CREDITI COMPRESI NELL’ATTIVO CIRCOLANTE E DELLE
DISPONIBILITÀ LIQUIDE
11) VARIAZIONE DELLE RIMANENZE DI MATERIE PRIME, SUSSIDIARIE, DI CONSUMO E
MERCI : l’input del processo produttivo. Variazione significa in questo caso Rimanenze Iniziali –
Rimanenze Finali. Se le Rimanenze Iniziali sono maggiori delle Rimanenze Finali il magazzino scende,
questo vuol dire più costi.
12) ACCANTONAMENTI PER RISCHI : es. fondo per cause legali in corso..
13) ALTRI ACCANTONAMENTI : accantonamenti per spese future (es. accantonamento al fondo
manutenzione ciclica)
14) ONERI DIVERSI DI GESTIONE : voce residuale. Ad esempio la minusvalenze ordinaria, il valore
netto contabile è maggiore del valore di realizzo. Ordinaria perché deriva da un’ordinaria sostituzione. Es.
costi di manutenzione degli immobili civili.
TOTALE
DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE (A-B)
E’ un valore ibrido.
C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI : area a macroclasse ibrida dove si uniscono gli oneri della gestione
finanziaria e i proventi della gestione patrimoniale, titoli e partecipazioni.
15) PROVENTI DA PARTECIPAZIONE, CON SEPARATA INDICAZIONE DI QUELLI RELATIVI AD
IMPRESE CONTROLLATE E COLLEGATE : sono i dividendi che riceviamo da altre aziende.
16) ALTRI PROVENTI FINANZIARI : diversi dai proventi da partecipazioni.
a) DA CREDITI ISCRITTI NELLE IMMOBILIZZAZIONI, CON SEPARATA INDICAZIONE DI
QUELLI DA IMPRESE CONTROLLATE E COLLEGATE E DI QUELLI DA CONTROLLANTI : crediti
finanziari, si chiamano anche interessi attivi
b) DA TITOLI ISCRITTI NELLE IMMOBILIZZAZIONI CHE NON COSTITUISCONO
PARTECIPAZIONI : es. obbligazioni
c) DA TITOLI ISCRITTI NELL’ATTIVO CIRCOLANTE CHE NON COSTITUISCONO
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda PARTECIPAZIONI : es. i BOT
d) PROVENTI DIVERSI DAI PRECEDENTI, CON SEPARATA INDICAZIONE DI QUELLI DA
IMPRESE CONTROLLATE E COLLEGATE E DI QUELLI DA CONTROLLANTI : conto corrente
postale o bancario.
17) INTERESSI E ALTRI ONERI FINANZIARI, CON SEPARATA INDICAZIONE DI QUELLI VERSO
IMPRESE CONTROLLATE E COLLEGATE E VERSO CONTROLLANTI : oneri, come interessi passivi
su mutui o su obbligazioni ricevute.
17BIS) UTILI E PERDITE SU CAMBI : si generano utili o perdite su cambi. Come ad esempio un’impresa
che acquista o vende con altre imprese fuori dall’area euro. In NI bisogna indicare le diverse modalità di
indicazione dei criteri di cambi.
TOTALE (15+16-17+- 17 BIS)
D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ FINANZIARIE : rettifiche di valori. A conto economico si
rilevano fenomeni di rivalutazione e svalutazione delle attività finanziarie per evidenziare l’adeguamento del
valore di bilancio rispetto al valore di mercato.
18) RIVALUTAZIONI : è la rivalutazione da ripristino, ovvero se nel tempo il valore di mercato prima
scende (svaluto) e poi si rialza posso rivalutare al fine di ripristinare il valore storico di mercato.
a) DI PARTECIPAZIONI : le partecipazioni possono essere valutate secondo 2 metodi. Uno di questi è il
Metodo del Patrimonio netto, che è la seconda eccezione al principio del costo storico e al principio di
prudenza.
b) DI IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE CHE NON COSTITUISCONO PARTECIPAZIONI
c) DI TITOLI ISCRITTI NELL’ATTIVO CIRCOLANTE CHE NON COSTITUISCONO
PARTECIPAZIONI
19) SVALUTAZIONI : ogni volta che abbiamo un valore di bilancio superiore al mercato occorre svalutare
secondo il principio della prudenza.
a) DI PARTECIPAZIONI
b) DI IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE CHE NON COSTITUISCONO PARTECIPAZIONI
c) DI TITOLI ISCRITTI NELL’ATTIVO CIRCOLANTE CHE NON COSTITUISCONO
PARTECIPAZIONI
TOTALE (18-19)
E) PROVENTI E ONERI STRAORDINARI : va al di là dell’ordinario, ovvero gestione eccezionale non
ripetitiva. Va al di là dell’ordinaria sostituzione, ad esempio quando c’è una riconversione dello
stabilimento produttivo, si cambia produzione o ad esempio sopravvenienza o insussistenza per fenomeni di
carattere naturale (furti, incendi)
20) PROVENTI, CON SEPARATA INDICAZIONE DELLE PLUSVALENZE DA ALIENAZIONI I CUI
RICAVI NON SONO ISCRIVIBILI AL N.5)
21) ONERI, CON SEPARATA INDICAZIONE DELLE MINUSVALENZE DA ALIENAZIONE, I CUI
EFFETTI CONTABILI NON SONO ISCRIVIBILI AL N.14), E DELLE IMPOSTE RELATIVE A
ESERCIZI PRECEDENTI
TOTALE DELLE PARTITE STRAORDINARIE (20-21)
Valentina Minerva Sezione Appunti
Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda