I crediti e i debiti a breve termine
I crediti e i debiti a breve termine in moneta estera sono rilevati in bilancio in maniera provvisoria alla data in cui sorgono.
Nel momento in cui avviene il regolamento monetario con la riscossione del credito o il pagamento del debito in valuta può emergere una differenza positiva o negativa su cambi, derivante dalla differenza tra il cambio con cui l’operazione è stata aperta e quello con cui è stata chiusa.
Il componente positivo o negativo è sempre considerato dal legislatore di natura finanziaria, indipendentemente dalle caratteristiche dell’operazione e va iscritto in CE C17-bis.
Se il debito o il credito sono ancora in essere a fine esercizio occorre procedere, per una corretta determinazione del reddito, all’aggiornamento monetario, in quanto il valore originariamente scritto sulla base del cambio storico potrebbe non essere più attendibile. Bisogna innanzitutto scegliere il cambio più appropriato.
Richiamato l’articolo 2426 n.8-bis “i crediti e i debiti a breve termine in valuta estera devono essere iscritti al tasso di cambio a pronti a fine esercizio.
La conversione a fine esercizio del credito o del debito in moneta estera in base al cambio aggiornato può generare una differenza positiva o negativa.
Il principio generale della prudenza impone di imputare a CE la perdita di conversione (presunta), che deriva dalla differenza tra il cambio storico e quello di fine esercizio.
Per lo stesso principio l’eventuale utile da conversione deve essere accantonato in apposita riserva non distribuibile fino al momento della chiusura dell’operazione, ovvero fino alla riscossione del credito o del pagamento del debito. Questa riserva ha la funzione di non consentire la distribuzione ai soci di componenti positivi di reddito non ancora realizzati, però questa riserva può essere utilizzata a copertura di perdite di esercizi precedenti. Però in NI occorre fornire tutte le indicazioni relative alla variazione delle Riserva su Utili. La riserva è data dall’”utile netto su cambi non realizzato” (differenze tra utile e perdita su cambi non realizzate).
Ne segue che alla fine dell’esercizio successivo se:
- l’utile su cambi risulta superiore alla Riserva per Utili su Cambi, allora bisognerà integrare la riserva stessa;
- l’utile su cambi risulta inferiore alla Riserva per Utili su Cambi o se emerge una perdita si svincola la differenza portandola a riserva disponibile.
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Dettagli appunto:
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Autore:
Valentina Minerva
[Visita la sua tesi: "Le strategie di contrasto al fenomeno del riciclaggio: tutela penale e tutela amministrativa"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Economia
- Esame: Metodologie e determinazioni quantitative d'azienda
- Docente: Cifalinò Antonella
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