Riassunto del libro "Oggetti e processi del design". Significato e potenziale del design nel rapporto tra oggetto e consumatore, a partire dall'idea ottocentesca di manifesto alle strategie del packaging, che si estende anche nel campo politico. Si sottolinea l'efficacia del design nella spettacolarizzazione dell'immagine e nel concetto di "prodotto senza merce".
Design. Strategie di immagine e marchio
di Mario Turco
Riassunto del libro "Oggetti e processi del design". Significato e potenziale del
design nel rapporto tra oggetto e consumatore, a partire dall'idea ottocentesca
di manifesto alle strategie del packaging, che si estende anche nel campo
politico. Si sottolinea l'efficacia del design nella spettacolarizzazione
dell'immagine e nel concetto di "prodotto senza merce".
Università: Università degli Studi di Salerno
Facoltà: Scienze della Comunicazione
Esame: Comunicazione visiva
Titolo del libro: Oggetti e processi del design
Autore del libro: Tozzi
Editore: Plectica
Anno pubblicazione: 20061. Definizione di manifesto
Il manifesto è uno dei più antichi artefatti comunicativi. Anceschi in Monogrammi e figure lo definisce
come un supporto materiale sulla sui superficie sono disposti segni di vario tipo. Solitamente figure:
funzione appellativa; parole: funzione argomentativa e informativa. Manifesto traccia temporale
dell’evoluzione grafica e espressione di diversi movimenti e avanguardie.
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Design. Strategie di immagine e marchio 2. Storia del manifesto. Manet, Chéret e Bergères
Punto di partenza la seconda metà dell’800, periodo di industrializzazione, necessità di pubblicizzare i
prodotti. 1868, Manet disegna manifesto per Les chats di Champfleury. Successivamente la componente
verbale divenne parte integrante del manifesto. Jules Chéret implementò la tecnica della litografia a colore e
riproduzione di colori su larga scala, fusione visivo-testuale layout del manifesto; introdusse le icone
femminili che invitano all’acquisto di un prodotto. Illusione di movimento alle proprie creazioni (Folies
Bergères). Cappiello (tra 1901 e 1914): grande quantità di manifesti, passaggio dagli sfondi chiari al nero,
che porta le figure in primo piano. Nel 1903 realizza il manifesto per Chocolat Klaus che tutti riconoscono
per la presenza della donna verde. In Germania lo Jugendstil si caratterizza per grafica oggettivo-informativa
che assume connotazioni geometriche: esempio è il manifesto di Behrens per l’AEG accompagnato da
manifesti geometrici. Intanto in Italia nel 1909 futurismo: esalta la velocità, il dinamismo, il progresso.
In Russia con il costruttivismo si sottolinea la volontà degli oggetti di esprimere la funzionalità di ogni
componente.
Durante la prima e la seconda guerra mondiale manifesto come mezzo di persuasione politica; componenti
verbali ridotte, forte impatto anche per analfabetismo. Con in Bauhaus il manifesto si caratterizza di linee
essenziali, figure geometriche elementari, colori arancio e nero (manifesti di Cassandre sullo stile Bauhaus).
Negli anni del boom economico, della società dei consumi, manifesto stimolo ai comportamenti economici
(ricordare Armando Testa); negli anni ’70 subiscono le tendenze psichedeliche; negli anni ’80 attraverso le
nuove tecnologie digitali favorita la sperimentazione, esplosione caratteri tipografici.
Il manifesto oggi
Nuovi utilizzi per la cartellonistica che diviene costosa ma di forte impatto visivo. Guerrilla ADV; ultime
novità manifesti con tecnologia HyperTag; manifesti con spazi dove lasciare un feedback nuova frontiera.
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Design. Strategie di immagine e marchio 3. Manifesto e materiale
I materiali da sempre connotano la relazione dell’uomo con il mondo. La società muta al loro mutare, dalla
storia delle cose si delinea un ritratto della collettività. Progettazione e realizzazione di artefatti sono state
sempre influenzate dalla conoscenza dei materiali, e le caratteristiche degli oggetti definite in base alle
limitazioni della materia. Oggi tale rapporto è stato rivoluzionato dallo sviluppo tecnologico. Il processo di
progettazione di un artefatto va insieme a quello di progettazione del materiale. Oggi si può intervenire
sulla materia, mutando gli oggetti dal di dentro. La plastica porta alla democratizzazione del design.
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Design. Strategie di immagine e marchio 4. Materiale del manifesto. Plastica e sua evoluzione
Plastica sostanza organica che ha origine da risorse naturali come carbone, gas e petrolio. Possibilità di
lavorare la materia data dalla sintesi molecolare. L’avvio all’industria delle plastiche è stato dato nella metà
dell’800 con la scoperta della Parkesina, che portò all’invenzione della celluloide; questa rivoluzionò
completamente il mondo degli artefatti. Democratizzazione dei materiali. Nel 1907 scoperta la Bakelite, che
caratterizzerà la produzione di artefatti fino alla prima guerra mondiale, facendo tramontare altri materiali
come legno, avorio, porcellana ecc. Il primo impiego della bakelite fu infatti la copia degli altri materiali,
appagando il desiderio del ceto medio di emergere; successivamente questo materiale diventò espressione
dello sviluppo della società moderna.
A partire dagli anni ’50 la scienza dei materiali comincia una corsa verso il futuro: si comincia a manipolare
la materia, a mutarne la composizione; moltiplicarsi di oggetti di uso comune; si realizzano materiali con le
proprietà più disparate.
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Design. Strategie di immagine e marchio 5. Manifesto. Ergonomia della piacevolezza e nuovi materiali
I nuovi artefatti si caratterizzano per l’emozione che sono in grado di generare: gli oggetti non sono fatti
unicamente per aiutarci nelle nostre attività quotidiane, ma anche per farci vivere in armonia. Il design ha
modificato la progettazione orientandola al polisensualismo, valutando le qualità dell’oggetto per il grado di
comfort psicologico oltre a quello fisico che è in grado di dare. Anche l’ergonomia ha questo duplice scopo.
In un artefatto le qualità emozionali devono comunicare e rinforzare quelle cognitive, conferire comfort
psicologico e fisico attraverso stimolazioni sinestesi che.
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Design. Strategie di immagine e marchio 6. Definizione di packaging. Spettacolarizzazione del materiale
Si è modificato il modo in cui riconosciamo e percepiamo il valore delle cose; spesso riceviamo
appagamento attraverso l’acquisto di beni di consumo pieni di significato. L’utilizzazione materiale si
somma all’uso simbolico, attraverso processi di spettacolarizzazione (tutto viene confezionato).
L’ostensione è messa in atto sia dall’impresa per mostrare qualcosa in più del prodotto, sia dal consumatore
per svelare qualcosa in più di se stesso (esempio Montblanc); Barthes: la società di massa da un lato
trasforma gli oggetti in segni di se stessi, dall’altro fa di tutto per nasconderlo (esempio Rolex).
Un artefatto non parla solo di sé stesso, ma può trasferire all’individuo valorizzazioni e attributi tramite il
brand; un artefatto parla quindi anche di chi lo ha scelto. Tra gli artefatti comunicativi, ovvero gli oggetti
prodotti per comunicare, troviamo il packaging: strumento di legittimazione e potenziamento del prodotto.
La sua funzione è quella di produrre ganci verbali e non verbali per trainare l’attenzione dell’acquirente
verso il bene.
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Design. Strategie di immagine e marchio