Riassunto del libro "Storia greca". L'avvento delle polis dopo le civiltà minoica e micenea, la gloria di Tebe, Sparta e Atene, fino agli scontri con l'impero persiano e l'ondata macedone. L'emergere di Roma e le guerre del mediterraneo, i destini dei regni ellenistici dopo la morte di Alessandro Magno. Una panoramica dell'ellenismo, convenzionalmente conclusosi con la chiusura delle scuole filosofiche con il decreto di Giustiniano.
Storia greca
di Dario Gemini
Riassunto del libro "Storia greca". L'avvento delle polis dopo le civiltà minoica e
micenea, la gloria di Tebe, Sparta e Atene, fino agli scontri con l'impero
persiano e l'ondata macedone. L'emergere di Roma e le guerre del
mediterraneo, i destini dei regni ellenistici dopo la morte di Alessandro Magno.
Una panoramica dell'ellenismo, convenzionalmente conclusosi con la chiusura
delle scuole filosofiche con il decreto di Giustiniano.
Università: Università degli Studi di Napoli
Esame: Storia greca
Titolo del libro: Storia greca
Autore del libro: A.A. VV.
Editore: Carocci
Anno pubblicazione: 20061. Origini dei Greci
Una volta si pensava che i Greci fossero venuti dal nord, divisi in stirpi (tesi dell'invasione). In realtà noi
pensiamo si tratti di formazione, ovvero i Greci si sono formati in Grecia nel corso di un lungo processo
storico. Neppure i Greci hanno le idee chiare sulla cosa. Erodoto ci ricorda la definizione durante le guerre
persiane: sono Greci quelli che condividono stesso sangue, stessa lingua e santuari comuni. Grecità =
hellenikòn > i Greci sono coloro che nel corso dei secoli partendo da un sostrato linguistico comune son
giunti a condividere una corposa serie di usi e costumi. E la storia greca? Ha confini vaghi. Cade il criterio
della lingua, che ci porterebbe al 1453... Riconosciamo che la “storia greca” è un prodotto culturale frutto di
convenzioni. Mentre prima la storia greca si faceva iniziare con omero, le scoperte archeologiche la
spostarono ai micenei e ancor prima ai minoici. Il criterio non è comunque geografico. E la fine? Per alcuni
coincide con la fine dell'autonomia delle poleis nella battaglia di cheronea del 338 e la vittoria di Filippo di
Macedonia su Atene e Tebe. Ma i confini vanno spostati. Gustav Droysen nel 1833 crea il concetto di
ellenismo = vicende politiche e culturali degli stati sorti dalle conquiste di Alessandro. Si adotta
convenzionalmente come data finale la pace di Naupatto del 217, ultima vicenda che coinvolge solo i Greci
prima di Roma, o il 146 con la disruzione di Corinto. Cronologia dei periodi convenzionali:
III-II millennio = età del bronzo
1200-700 dark ages
700-479 età arcaica
479-336 età classica
336-31 età ellenistica
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Storia greca 2. Geografia della Grecia
La Grecia è la parte terminale della penisola balcanica, divisa nell'antichità in molte regioni. Da sud a nord
abbiamo la penisola del Peloponneso (divsa in 6 regioni: laconia, messenia, arcadia, elide, acaia, argolide),
la penisola dell'Attica, le regioni della Grecia centrale (beozia, focide, doride, 2 locridi, etolia, acarnania), la
Tessaglia e quindi la Macedonia e l'Epiro, non sempre considerate parte dell'hellenikon. Tra le isole
ricordiamo egina, l'eubea e alcune delle cicladi come Delo e Nasso. E' una zona geografica povera di risorse
naturali, molto montagnosa e con poche pianure e fiumi. Ma fin dal II millennio i Greci si spargeranno un
po' per tutto il mediterraneo. Ambiguo il rapporto dei Greci con il mare: navigabile solo da aprile a ottobre,
era pieno di pirati e molte comunità greche non erano marinare, come Sparta e tebe. Il mare era spesso
percepito come pericolo. I Greci ebbero comunque contatti con grandi civiltà orientali come assiri e
babilonesi e persiani, con egiziani, cartaginesi, etruschi, romani, italici e barbari.
Dario Gemini Sezione Appunti
Storia greca 3. Inizi della storia greca
Quando iniziare con la storia greca? Alcuni iniziano dal VII millennio = neolitico. Non possiamo comunque
individuare il momento in cui un gruppo etnico definito greco sia potuto entrare in Grecia. Pensiamo
piuttosto alla formazione di un' identita culturale. Nella II metà del II millennio si attesta in Grecia una
lingua di tipo greco. Lo indica la lineare B, la scrittura in cui nel XIII sec. si redigevano i documenti
amministrativi dei palazzi micenei. Il sistema palaziale miceneo compare per la 1a volta però in area
minoica, quindi ancor prima. Abbiamo comunque capito che il grande serbatoio culturale alle spalle della
civiltà greca è l'età del bronzo. Possiamo iniziare quindi dalla civilta minoica e dalla nascita delle entità
statali. Per comprendere la formazione della civiltà arcaica e classica dobbiamo guardare alle prime 3 fasi.
Le fonti? Qualche dato possiamo ricavarlo dai testi prodotti nel vicino oriente, e dalla lettura delle tavolette
in lineare B. ma la fonte principale sono i dati della ricerca archeologica.
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Storia greca 4. Tradizione della storia greca
Dobbiamo però dire che la storia greca come la ricostruiamo noi oggi è diversa dalla percezione che i Greci
ebbero del loro passato, sul quale tra l'altro non ebbero mai un idea univoca. La Grecia rimase per secoli una
società largamente orale, e anche iliade e odissea affondano in una tradizione orale. Ma non possiamo
considerare i 2 poemi come fonti storiche. Va intesa solo come invenzione poetica in cui personaggi e fatti
verosimili per il tempo furono fusi insieme e ambientati in un luogo veramente esistito. E le genealogie o
storie che circolavano ad Atene? La loro formazione è stata riconosciuta come soggetta a selezioni dovute a
vari fattori, e spesso non attendibile. In conclusione, la tradizione orale greca antica non si può adoperare
facilmente per ricostruire il passato, al massimo la usiamo per arrivare ai valori di quella società. Altre fonti
di conoscenza? Gli oggetti antichi riutilizzati, ma anche le rovine di vecchi edifici monumentali, che
condizionarono di certo la percezione del passato. I Greci arcaici e classici ebbero comunque coscienza dell'
esistenza di un passato glorioso, cui attribuirono ogggetti antichi. Ma di tale passato non colsero bene né
l'articolazione culturale né la profondità cronologica. Geografia: nel mediterraneo la tendenza alla
migrazione è connaturata. Ne deriva che le mescolanze etniche sono frequenti, in modi che vanno dallo
scambio al commercio ai matrimoni dinastici all'occupazione militare. Ma il concetto di “influenza” ha
limiti: nessuna cultura si ritrova già compiuta in tutti i suoi elementi, ma è il risultato di una complessa
elaborazione interna, alla quale si sommano i contributi esterni, in un complesso sistema di relazioni,
alleanze e contatti. Creta e la Grecia nel II millennio rappresentano le estreme propaggini occidentali del
sistema economico e culturale sviluppatosi in vicino oriente. L'età del bronzo parte dall''Antico elladico I
(3100-2650) sino al Medio Elladico I (2000-1900), al Tardo Elladico I (1600-1510) a submiceneo,
protogeometrico, geometrico, arcaico iniziale. Elladico = minoico / l'età del bronzo prende il nome di
elladico dal termine hellas = Grecia. Il tardo elladico è detto anche miceneo
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Storia greca 5. Civiltà minoica nella storia greca
Per convenzione si fa iniziare l'età del bronzo intorno al 3000, anche se i processi iniziali partono nel
neolitico (IV). L'antica età del bronzo è periodo di innovazioni, con la formazione di nuovi insediamenti,
crescita demografica e l'emersione di centri di potere come manika, Micene e Cnosso a Creta, o Troia. Si
intensificano gli scambi e circolano oggetti tra cui i metalli. Colin Renfrew spiega queste trasformazioni con
l'introduzione della policultura mediterranea (1972), con l'aggiunta di vite e olivo ai cereali classici. Sherratt
nell'81 parla invece di novità legate all'aratro, ma il tutto non è chiaro. Le trasformazioni ora riguardano la
Grecia centrale e meridionele più le isole. Modello dell'invasione: si è sostenuto che in Egeo sia giunta una
popolazione di ceppo indoeuropeo e con caratteristiche guerriere = i Greci, provenienti forse dall'Asia
centrale e a sostituzione degli indigeni neolitici. Ma è un ipotesi con molti limiti. Ne sono state formulate
altre: alcuni dicono che dal III millennio ci sia stato un degrado del territorio legato agli sfruttamenti, altri
parlano della venuta di una fase di clima arido..solo a Creta gli indizi di complessita sociale emersi nel III
millennio trovano ulteriore sviluppo nella formazione dei primi palazzi.
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Storia greca 6. Civiltà minoica. Fase protopalaziale
Perchè dal 1900 sono comparsi a Cnosso, Festos e Mallia edifici monumentali a più piani organizzati
intorno a una corte centrale = palazzi? L'uso del termine palazzo risale a Arthur Evans, che adottò anche il
termine minoico dal mitico re minosse che avrebbe governato Creta e l'Egeo prima della guerra d Troia.
Secondo Evans i palazzi erano residenza dinastica di un re sacerdote, che stava a capo di una struttura di
potere organizzata gerarchicamente. Colin Renfrew parla invece di centro di potere economico a carattere
territoriale. Oggi i palazzi minoici sono visti come centro di piccoli stati territoriali che controllavano
singole regioni e le loro risorse sulla base di un ordinamento politico, economico e sociale gerarchizzato.
L'amministrazione del palazzo sfruttava un tecnica di monitoraggio delle attività economiche apponendo
sigilli sui beni controllati dal palazzo. Per documenti amministrativi si usavano 2 scritture: una basata su
caratteri gerogrlifici, l'altra sillabica, detta lineare A. il palazzo poteva accumulare molti prodotti agricoli e
produrre beni di prestigio. Nella fase protopalaziale i santuari delle vette erano le aree di culto. A Creta
mancava una tendenza militaristica e particolari opere di fortificazione, ma vediamo che la societa era
evoluta e florida. Oggi è stata posta in discussione l'ipotesi del palazzo centro delle attività economiche,
perchè non ci sono vere prove e perchè abbiamo trovato con gli scavi altre struttura architettoniche legate ad
attività che avrebbe dovuto svolgere il palazzo. A mallia troviamo vari edifici di prestigio = allora non era
tutto nel palazzo. La funzione di palazzo sarebbe quindi nell'espletare attivita di tipo comunitario che
riguardavano un larga parte della comunità. La gestione del potere nella Creta protopalaziale non sarebbe
dunque stata nelle mani di un solo gruppo: manca infatti a Creta un' iconografia di tipo reale, che mostri che
esisteva un potere dinastico. I palazzi rimasero in uso per gran parte del II millennio. Appaiono come
strutture polimorfe che risultano dall'assemblaggio di aree polifunzionali. Nel palazzo si svolgevano attivita
domestiche e cultuali, atti amministrativi ecc. Ma cosa hanno in comune i 3 palazzi? I 2 cortili collocati al
centro e ovest degli edifici, usati per accogliere un sacco di persone per raduni, feste e cerimonie. Poi i
grandi contenitori circolari rivestiti in pietra e collocati ai margini del cortile occidentale. Il palazzo
maggiore è quello di Cnosso, poi c'è festos, mallia e il complesso di monastiraki, distrutti tutti forse
violentemente da un sisma o altro verso il 1700.
Dario Gemini Sezione Appunti
Storia greca 7. Civiltà minoica. Fase neopalaziale
Inizia cosi un periodo di grande instabilita ma anche di acquisizioni civili, noto come fase neopalaziale. La
fase neopalaziale va dal 1700 al 1425 circa. Accanto alla ricostruzioni dei palazzi gia esistenti si assiste
all'edificazione di nuovi palazzi e alla proliferazione di edifici monumentali, soprattutto amministrativi.
Oltre ai 3 palazzi di cui prima abbiamo i palazzi di archanes, galatasm petras e zakros. Elementi distintivi di
questa fase: alto grado di omogeneità culturale – impressionante sviluppo civile – diffusione della scrittura
sillabica lineare A – partecipazione al commercio internazionale – controllo della sfera religiosa. E' evidente
comunque l'influenza di Cnosso su tutta Creta e l'Egeo meridionale. Come si spiega l'omogeneita culturale
raggiunta da Creta? Con l'egemonia politica di Cnosso o con la presenza di molte entità politiche
indipendenti e vogliose di emularsi. Ci accorgiamo che elementi minoici si trovano a citera, alle cicladi e in
anatolia. Anche nelle fonti letterarie greche si parla di una talassocrazia di Creta, che ha generato l'idea di
una dominazione minoica sull'Egeo orientale. Alla fine della fase neopalaziale assistiamo a varie distruzioni,
e solo il palazzo di Cnosso sembra intatto. Che succede? È nella fase neopalaziale che esplode il vulcano di
santorino a tera, 100km a nord di creta. È collegato con la fine di Creta? Boh. Sappiamo che questo
fenomeno naturale forse innescò la formazione di altri eventi che portarono alla fine della Creta
neopalaziale, indebolendo alcuni siti neopalaziali cretesi, ad es. forse ci furono anche rivolte interne, ma le
cause del declino di Creta e dell'ascesa micenea non sono chiare
Dario Gemini Sezione Appunti
Storia greca 8. Ricchezza della civiltà micenea
Siamo nella media età del bronzo, periodo di relativa stagnazione culturale. Alla fine di questo periodo si
formano elites locali e una societa complessa. Unica anomalia il sito di Kolonna sull'isola di egina, in cui
troviamo un concentrato di ricchezza, connotazione guerriera e presenza di materiali importati. Da qui
potrebbero aver preso le mosse i comportamenti funerari dell'elite micenea: egina potrebbe essere stato un
modello. Il termine miceneo, mutuato dal sito di Micene in argolide, fa riferimento alla civilta fiorita nella
tarda eta del bronzo tra 1600 e 1070. la scoperta fu di heinrich schilemann, ricco mercante tedesco. Vennero
alla luce 2 gruppi di tombe: il circolo A e il circolo B, nelle quali troviamo un'alta concentrazione di
ricchezze. Le tombe a fosse di Micene sono formate da pozzetti rettangolari scavati sul terreno. Sul fondo
erano deposte una o più persone, spesso avvolte da sudari decorati. Troviamo bellissimi corredi preziosi e
oggetti artigianali, con pezzi unici e artistici. La società micenea comincia dunque con un grande bang,
esplosione di ricchezza. Emergono così in argolide e nel peloponneso gruppi dirigenti che si connotano
tramite caratteristiche guerriere e l'ostentazione di una grande ricchezza, mostrando la capacità di acquisire
materie prime dal baltico al vicino oriente. Le tombe di Micene sono dunque tombe reali delle elites, come
mostra il fatto che decenni dopo il circolo A fu inserito nelle mura cittadine. Ma fu uno sviluppo interno, i
micenei non furono un gruppo etnico arrivato dall' esterno. Ipotesi: forse queste elites si formarono perché si
accaparrarono il controllo di un flusso di materie prime – forse avendo legami coi palazzi cretesi. Le più
antiche tombe micenee sono del 1600 e sono comprese tra Grecia centrale e peloponneso. Poi la cultura si
espande a nord, est, sud. Ma la civiltà micenea non fu una realtà monolitica, mostrando molte varianti
regionali.. si sviluppò comunque in aree molto diverse, dalla tessaglia a Creta a Rodi.
Dario Gemini Sezione Appunti
Storia greca 9. Siti palaziali della società micenea
Ma a tale regionalismo corrisponde però una forte omogeneita culturale, visibile ad es. nella ceramica e
nella scrittura. Per ricostruire il sistema amministrativo miceneo si sono usate le tavolette in lineare B
rinvenute presso alcuni siti palaziali del continente (Micene, Pilo, Tebe) o di Creta. Su di esse erano incise
registrazioni in lineare b, scrittura di tipo sillabico composta da circa 89 segni e derivata dalla lineare A
minoica. Oggi è stata identificata come forma arcaica del greco. Le tavolette parlano di transazioni di beni,
datate XIII sec. I siti con tavolette sono visti come capitali di stati indipendenti: la Grecia micenea appare
dunque organizzata in piccoli stati territoriali, che ruotavano attorno a un complesso palaziale. Il sistema
palaziale era una complessa organizzazione economica fondata sulla centralizzione delle risorse e su un
meccanismo di controllo. Descrisse il sistema Moses Finley nel 54. Lo stato avrebbe distribuito beni di
cerattere primario in cambio di prestazioni lavorative. Ma quali erano le strategie usate? I siti palaziali
anzitutto appaiono in aree nodali, e inoltre le officine che producevano beni di prestigio erano spesso
all'interno di siti palaziali. Con quali strategie mantengono il controllo delle risorse economiche?
Redistribuzioni in forma di elargizione di prodotti agricoli, controllo dell'apparato di offerte alle divinità.
Tipiche strutture della civilta micenea sono il palazzo e la cittadella. Il 1° è centro amministrativo e
residenziale dell'elite al potere, ma è anche un sito fortificato che non include necessariamente un palazzo.
L'edificio palaziale più antico è il Menelaion. Famosi siti palaziali sono Atene in attica, argo e dendra in
argolide. Nucleo focale del palazzo è il megaron, struttura tripartita e isolata dal resto del complesso. Al
centro del megaron è un trono, un grande focolare circondato da colonne e una ricca decorazione: qui si
esercitava il potere. Intorno al megaron sono magazzini, archivi, edifici per culto ecc... troviamo vicinanza ai
palazzi minoici ad es. nella funzione amministrativa, ma ci sono differenze : il palazzo miceneo è più
piccolo e più compatto di uno minoico, e la sua funzione principale è nell'amministrazione di uno stato
territoriale, di cui rappresenta il centro. Intorno al palazzo si sviluppa l'abitato, e ogni palazzo controllava
forse un territorio molto ridotto.
Dario Gemini Sezione Appunti
Storia greca 10. Gerarchia ed espansione micenea
All'apice della gerarchia micenea era il wa-na-ka, qualcosa di simile al re, e c'erano poi altre figure di rango,
come il capo guerriero. Poi c'era il te-re-ta, forse un sacerdote o funzionario. Poi il qa-si-re-u, forse capo di
un piccolo gruppo. Nella sfera religiosa appaiono divinità come zeus, era, poseidone e dioniso. La
distruzione dei palazzi minoici alla fine del periodo neopalaziale e la distruzione del palazzo di Cnosso
ebbero ripercussioni sugli stati micenei e la storia del mondo Egeo: il primo evento coincise con la comparsa
di importanti edifici palaziali nel continente, il secondo con il decollo e l'espansione d queste strutture anche
nel mediterraneo e nel vicino oriente. Crisi a Creta = espansione sul continente. La distruzione dei palazzi
minoici (tardo minoico IB – 1600-1425) si può forse associare all'arrivo a Creta di un gruppo continentale,
opinione secondo alcuni verosimile per il fatto che dopo la distruzione Cnosso è ancora attivo, e che poco
dopo compaiono lì caratteristiche dell'elite micenea come le sepolture o il vaso da bere tipico del continente.
Fu dunque Creta conquistata dai micenei? Una spinosa questione archeologica riguarda la datazione delle
tavolette in lineare B di Cnosso. Secondo analisi dettagliate il palazzo fu distrutto nel XIV. Ma fino a che
punto Creta fu micenea nei secoli XIV e XIII? Le ipotesi di un'invasione non hanno riscontri archeologici.
Forse elementi micenei furono acquisiti all'interno di uno schema di fondo minoico. La distruzione del
palazzo di Cnosso rappresentò una svolta epocale, e dopo di essa vediamo crescere monumentalmente siti
della Creta centrale. Non si può escludere che qualche stato continentale dominasse l'isola.
Dario Gemini Sezione Appunti
Storia greca 11. Espansione e fine della società micenea
I secoli XIV e XIII vedono la massima espansione commerciale e culturale micenea. Dopo la distruzione del
palazzo di Cnosso la ceramica micenea si sostituisce a quella minoica in siti chiave e si diffonde a cipro. Ma
quali prodotti esportavano gli stati micenei? L'anfora a staffa, tipico contenitore da trasporto che conteneva
olio d'oliva e olio profumato. Alcuni relitti di navi rinvenuti in turchia o sull'argolide ci mostrano i beni:
lingotti, spade di bronzo, spezie, resina. Centro vitale era il porto di Kommos a Creta. E il commercio?
Secondo un'ipotesi le elites palaziali controllavano da vicino economia e commercio, secondo un'altra
ipotesi il coinvolgimento delle rotte orientali è più legato ai singoli siti. Accenniamo al problema delle terre
degli ahhiyawa, molto citati in testi ittiti di quel periodo. Il loro stato era forse costiero, a ovest dell impero
ittita, possedeva navi ed era coinvolto in una rete commerciale. Erano forse gli achei? Alcuni hanno
riconosciuto nei micenei gli ahhiyawa dei testi ittiti, ma recenti studi escludono che il loro stato si potesse
trovare sulle coste dell'anatolia. Opzioni: o ahhyawa si cerca sul continente greco, o sulla stretta fascia
sudoccidentale dell'anatolia, compresa tra mileto e cos. A partire comunque dalla 2a metà del XIII sec i
rapporti continente greco – aree circostanti si trasformano. E anche la civiltà micenea finisce con un grande
bang.
Il venir meno della rete interna di scambi nel mediterraneo è solo una delle conseguenze del crollo della
società micenea alla fine del XIII sec. I palazzi di Micene, tebe, pilo ecc. furono comletamente distrutti in
quel periodo, e si contano in Grecia vari siti abbandonati. Gli stati micenei furono dunque spazzati via, e con
essi scomparvero una scrittura, un'architettura complessa, l'artigianato specializzato in beni di
prestigio..nello steso tempo crolla l'impero ittita. L'ipotesi di un'invasione dal nord, dal bacino del danubio, è
difficile da sostenere. L'ipotesi di una siccità non ottenne grandi favori al suo tempo, ma oggi pare possibile
ci sia stata una catastrofe climatica a creare le basi per rivolte interne agli stati micenei. Secondo un'ipotesi
recente il collasso dei micenei può essere legato a truppe di mercenari che nel mediterraneo avrebbero dato
vita a loro eserciti distruggendo molte città grazie a un nuova tecnica bellica. Consideriamo però che il
crollo della societa palaziale in Egeo rappresenta un evento di tale portata storica che non si può ricondurlo a
un sola causa, ma forse vi furono molteplici fattori., sia esterni sia interni di debolezza.
Dario Gemini Sezione Appunti
Storia greca 12. Secoli bui della storia greca
L'idea di una fase di regresso che inizia nel XII e continua sino al VIII è trasmessa nelle definizioni coniate
per far riferimento al periodo: dark ages o secoli bui. Definizione introdotta a fine 800. Secoli considerati
come una unica lunga fase durante la quale ci sono povertà, ristagno sociale e isolamento culturale. Dagli
anni 50 la visione è mutata, grazie anche a moses finley, secondo cui questa sarebbe stata un età eroica,
contrassegnata da una societa gerarchica organizzata. Nell'XI sec. notiamo fenomeni come l'abbandono della
sepoltura multipla, l'uso del ferro diffuso e il passaggio a un'economia più pastorale. Secondo snodgrass
sarebbe stata una grande esplosione demografica a portare alla formazione della polis. I mutamenti dell'XI
sec sono stati collegati da Desborough con l'arrivo dal nord di una nuova popolazione, da identificare con i
dori della tradizione letteraria (tucidide). Gli elementi propri del nuovo gruppo etnico sarebbero la sepoltura
individuale, il rito dell' incenerazione, l'uso dello spillone di ferro. Ma l'ipotesi è poco accettabile. E
comunque le antiche tradizioni greche non la pensano allo stesso modo sui dori. Piuttosto i Greci di età
arcaica e classica davano spiegazioni degli eventi funzionali alle loro necessità politiche. Oggi si ritiene che
un società stratificata vi fosse ancora nel sec. XII. Si riconosce anche che le dark ages non furono un
fenomeno unitario, ma vi furono forti diversità come forme di regionalismo e localismo accentuate..il
termine quindi non è del tutto adeguato. Nel XII sec. emerge chiaro che c'è una nuova società che non usa
più la scrittura e non è organizzata attorno a un palazzo. Nel peloponneso i siti di piccole dimensioni
scompaiono e la popolazione si concentra in un numero di centri limitato = l'insediamento si localizza e
spesso si trasferisce su alture fortificate. Tombe mostrano che in quest'epoca era importante il comando
militare e il rituale funerario della sepoltura multipla: si sono dunque mantenute attività delle elites palaziali.
Dario Gemini Sezione Appunti
Storia greca 13. Espansione di siti greci nell'XI secolo
Ci sono poi regioni che conoscono un nuovo sviluppo economico come l'Acaia, e il sorgere di santuari
regionali come kalapodi. C'è dunque un'elite che mostra legami con quella che l'ha preceduta. Momento di
rottura nel sec. XI, quando si abbandona la sepoltura multipla a scapito di quella individuale, e c'è l'adozione
del ferro e della tecnologia del ferro. Giacimenti di ferro erano numerosi in Grecia, la tecnica pare viene da
cipro. Ci sono regioni come Atene ed argo che in questo periodo decollano. E l'organizzazione sociale?
Difformità tra i singoli siti, tra siti in cui troviamo un'organizzazione sociale gerarchica e siti la cui
organzzazione si basa sulla presenza di un unico leader (big man). Al 1° gruppo appartengono: Atene, argo e
Cnosso, dalle quali nasceranno città. Al 2° gruppo: lefkandì in eubea. Atene è posta in prossimita di una
grande piana costiera, abitata sin dal neolitico. Nell'XI sec. non ci sono segni di distruzione ma anzi di
espansione. L'area abitata si concentra sull'acropoli e dintorni. XI sec: nei cimiteri vediamo sepolta gente di
status elevato, c'era dunque un'elite. Produzioni ceramiche in stile protogeometrico. Lefkandì sorge nell'isola
di eubea, al margine di una piana. Grande crescita economica dall'XI, come mostrano le importazioni di
ceramica e oggetti esotici. L'insediamento è fatto di piccoli agglomerati su un'ampia area. Nel cimitero c'era
un grande edificio absidato con 2 tombe a fossa, forse ospitava il capo della comunità. Il centro soccomberà
nel VIII sec. Secondo una tradizione storiografica XI e X sec. avrebbero visto una migrazione dall'attica
verso la costa egea dell'anatolia con la formazione di città = prima colonizzazione. Ma su questo punto non
c'è un tradizione unitaria, la storiografia greca usava lo spostamento di popoli per interpretare il suo passato.
E la documentazione archologica non consente di sostenere lo spostamento in massa dall'attica alla costa
anatolica.
Dario Gemini Sezione Appunti
Storia greca