Riassunto del Volume 6 del testo "La scrittura e l'interpretazione: storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea". L'autore approfondisce lo studio della biografia e della produzione letteraria dei principali esponenti della letteratura italiana tra cui Elio Vittorini, Vasco Pratolini, Natalia Ginzburg, Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo e Italo Calvino.
La scrittura e l'interpretazione II
di Domenico Valenza
Riassunto del Volume 6 del testo "La scrittura e l'interpretazione: storia e
antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea". L'autore
approfondisce lo studio della biografia e della produzione letteraria dei principali
esponenti della letteratura italiana tra cui Elio Vittorini, Vasco Pratolini, Natalia
Ginzburg, Leonardo Sciascia, Vincenzo Consolo e Italo Calvino.
Università: Università degli Studi di Catania
Facoltà: Lettere e Filosofia
Corso: Lettere
Esame: Letteratura italiana
Titolo del libro: La scrittura e l'interpretazione: storia e antologia
della letteratura italiana nel quadro della civilta
europea, Volume 6
Autore del libro: Luperini Romano, Cataldi Pietro, Marchiani Lidia
Editore: Palumbo, Palermo
Anno pubblicazione: 19981. Biografia di Elio Vittorini
Vittorini e Pavese sono i maestri del nuovo realismo degli anni Trenta e poi del Neorealismo. Ma il loro
realismo è sperimentale e non ha una matrice naturalistica, bensì lirica e simbolica: vi operano fermenti di
origine surrealistica (onirica e fantastica) in Vittorini, decadente in Pavese.
Elio Vittorini nasce a Siracusa nel 1908 e vive dapprima a Firenze, nell'ambiente di Solaria e del fascismo di
sinistra, poi a Milano, facendo il traduttore dall'inglese e lavorando poi nell'industria editoriale. Nella sua
attività unisce una indiscussa fiducia nella letteratura a un impegno politico e ideologico. Stanno qui le due
anime di un autore insieme letterato e ideologo.
Può così collaborare sia a Solaria, organo dei letterati puri, sia a L'Universale, organo dei fascisti di sinistra.
La conciliazione dei due aspetti è realizzata dal Vittorini-scrittore, sebbene questi tenda più all'oscillazione
tra letteratura e politica. Il punto più alto di fusione delle due tendenze è Conversazione in Sicilia, uscito su
Letteratura fra il 1937 e il 1939 e poi in volume nel 1941.
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La scrittura e l'interpretazione II 2. L'avvio della carriera letteraria di Vittorini
Vittorini esordisce con i racconti di Piccola Borghesia (1931), che intreccia istanze ideologiche del
Selvaggio (l'esaltazione dell'istintitività, la critica alla borghesia) e istanze letterarie, come la lezione del
romanzo europeo (Proust, Joyce, Svevo) e il flusso di coscienza. In Il garofano rosso (1934), il primo aspetto
si traduce nell'ammirazione, condivisa dai fascisti di sinistra, per il comunismo e gli aspetti antiborghesi (di
qui la censura fascista) e l'esaltazione dell'adolescenza. Il romanzo ripercorre la vita del giovane Alessio
Mainardi, dalla prima adolescenza all'inizio dell'età adulta, attraverso una serie di esperienze "formative":
l'amicizia, l'amore, la passione politica.
Erica e i suoi fratelli (1936) è la storia di una ragazza del popolo e la più realisticamente impegnata di
Vittorini. Essa non fu mai finita: lo scoppio della guerra di Spagna gettò nello sconforto Vittorini facendo
capire a lui e ai suoi amici il carattere illusorio delle loro posizioni politiche: il fascismo, si schierò dalla
parte di Franco e non della legittima repubblica, come avevano sperato. Ha inizio così per Vittorini una fase
di vuoto e di astratti furori da cui nasce Conversazione in Sicilia.
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La scrittura e l'interpretazione II 3. Le opere del dopoguerra di Vittorini
La fusione tra i due aspetti, realizzata in Conversazione in Sicilia, torna a scindersi nel dopoguerra: da un
lato, se prevale la storia, abbiamo Uomini e no (1945, che racconta l'esperienza nella Resistenza) e Le donne
di Messina (1949); dall'altro, se prevale il mito Il sempione strizza l'occhio al Frejus (1947), La garibaldina
(1950), Le città del mondo (1965). L'ultimo Vittorini registra, negli anni del miracolo economico (1956-
1963), la crisi della letteratura e dell'umanesimo.
Uomini e no è forse il romanzo più importante nato dalla Resistenza. Protagonista è il Partigiano Enne 2,
intellettuale alla ricerca di un rinnovamento dell'uomo che riscatti gli uomini da tutte le offese della storia. In
L'uomo offensore e l'offeso, un capitano tedesco fa straziare dai suoi cani un giovane partigiano che ne
aveva ucciso uno. Nel finale, Vittorini chiarisce come anche i nemici siano uomini: è necessario combatterli
ma anche capirli, capire perchè fanno il male.
Come Il garofano rosso e Uomini e no, anche Le donne di Messina è un affresco storico, e riguarda il
periodo dopo la guerra, con la trasformazione della società italiana e il boom economico. Le prime pagine
del romanzo raccontano i nuovi viaggi del dopoguerra, per rivedere qualcuno o qualcosa; oppure per
"ristabilire il contatto con l'altro di noi".
Pubblicato nel 1965, Le città del mondo non è stato portato a compimento. Nelle prime pagine, un padre e
un figlio, pastori, percorrono la Sicilia. Nella città intravista il ragazzo sogna la Città perfetta ed è
impaziente di entrarvi. Come l'itinerario dei personaggi, anche quello dell'Autore procede per linee spezzate
convergendo sull'immagine della Città del genere umano. Attualmente della figura di Vittorini è valorizzato
soprattutto il costante e polemico impegno per il rinnovamento culturale italiano, che fu condotto in maniera
non sempre coerente ma efficace. Rispetto alle direttive culturali del Partito Comunista, Vittorini diede
risalto alle voci più spontanee.
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La scrittura e l'interpretazione II 4. Biografia di Vasco Pratolini
Il Neorealismo nasce dal nuovo realismo degli anni Trenta. A una prima fase di Neorealismo come tendenza
spontanea (1943-48) ne segue una organizzata perchè articolata in una poetica coerente: il romanzo doveva
avere protagonisti popolari positivi e far intravedere la prospettiva socialista.
Il principale rappresentante del Neorealismo è Vasco Pratolini. Nato a Firenze nel 1913 da una famiglia
popolare, autodidatta, fa parte con Bilenchi e Vittorini del fascismo di sinistra. Nel 1939 si trasferisce a
Roma, e successivamente partecipa alle lotte partigiane. Si lega nel Dopoguerra al Partito Comunista,
svolgendo attività culturale, e approda al Neorealismo, lavorando a un romanzo che rientri nelle
caratteristiche del romanzo socialista, Metello. Muore a Roma nel 1991.
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La scrittura e l'interpretazione II 5. Le opere di Vasco Pratolini
La sua prima opera importante è Il quartiere (1944). Vi confluiscono tutti gli elementi della sua formazione:
il populismo (l'adesione sentimentale e idealizzante al semi-proletariato fiorentino), il lirismo dei ricordi, il
realismo storico e ambientale (il quartiere di Santa Croce, a Firenze, durante la guerra in Etiopia). Del
quartiere c'è anche l'ideologia, l'idea di una comunità popolare solidale e autentica. Il quartiere è come la
Sicilia di Vittorini, le Langhe di Pavese: un luogo mitico.
Una continuazione è Cronaca Familiare (1947), in cui il fratello del narratore, Ferruccio, muore perchè
estraneo al quartiere. Un più pesante realismo è presente in altre opere: come Cronache di Poveri Amanti
(1947), Un eroe del nostro tempo (1951), Le ragazze di san Frediano (1951).
In Via del Corno si sveglia (Cronache di Poveri...), Pratolini descrive il risveglio in Via del Corno come in
una panoramica cinematografica. Come Verga, Pratolini usa lessico e stile dei personaggi ma, rispetto a lui,
chiude le espressioni fra virgolette, avvertendo il lettore dello scarto linguistico.
In seguito, Pratolini decide di lasciare il quartiere per dedicarsi alla trilogia Una storia italiana: Metello
(1955), Lo scialo (1960), Allegoria e derisione (1966). Metello racconta la vita di un'operaio nell'ambito di
un'ideologia politica e ottimistica. Le altre due opere sono invece più pessimisti-che: esse denunciano la
mancanza di sentimenti e di autenticità nella borghesia fiorentina negli anni del fascismo (Lo scialo) o
condannano l'ambiguità dell'intellettuale (Allegoria e derisione).
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La scrittura e l'interpretazione II