Appunti sul manuale di storia della letteratura russa a cura di Nicholas Riasanovsky.
Panoramica sulla storia e la cultura russa a partire dalla fondazione dello Stato di Kiev, per poi passare alla Moscovia e alla Russia Imperiale fino ad arrivare alla Russia contemporanea.
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica
di Francesca Masciadri
Appunti sul manuale di storia della letteratura russa a cura di Nicholas
Riasanovsky.
Panoramica sulla storia e la cultura russa a partire dalla fondazione dello Stato
di Kiev, per poi passare alla Moscovia e alla Russia Imperiale fino ad arrivare
alla Russia contemporanea.
Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Facoltà: Lingua e Cultura Italiana
Corso: Lingue e Letterature Straniere
Esame: Letteratura Russa
Titolo del libro: Storia della letteratura russa
Autore del libro: Nicholas Riasanovskij1. Note geografiche sul territorio russo
L’enorme territorio russo presenta una notevole omogeneità: è un’immensa pianura con qualche altura nella
Siberia nordorientale e nelle zone di confine ed è percorsa da grandi fiumi.
Il clima è continentale, ad eccezione della Siberia, dove è molto rigido, e condiziona la vegetazione offrendo
pochi terreni agricoli. Le risorse principali sono costituite dalle foreste e dalle risorse naturali (platino,
petrolio, carbone, oro). Comunque molti storici hanno sottolineato l’importanza della geografia nella storia
russa:
• la pianura priva di ostacoli naturali ha reso facile l’espansione nell’Europa orientale;
• le estensioni dei territori russi hanno segnata la sconfitta di molti invasori;
• centralizzazione e federazione sono stati resi problematici dalle grandi dimensioni e dalla varietà delle
popolazioni;
• il clima e la vegetazione hanno influito sulla distribuzione della popolazione;
• le risorse naturali locali hanno aumentato la potenza sovietica su larga scala;
• lo svilupparsi su 2 continenti ha favorito da un lato la militarizzazione e l’espansione (Asia) e
dall’altro lo sviluppo di un legame linguistico, religioso e culturale, che si è poi trasformato in isolamento
(Europa).
Francesca Masciadri Sezione Appunti
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 2. La Russia prima dei russi
POPOLAZIONI E CULTURE NON SLAVE
La cultura neolitica (4° millennio a.C.) si è sviluppata nella Russia meridionale ed era caratterizzata dalla
presenza di agricoltura, tessitura e religione molte forte.
L’età del bronzo si caratterizza per l’invasione di numerosi popoli: i cimmeri (1000-700 a.C.), gli sciti (700-
300 a.C.), che riuscirono a fondare un forte Stato militare e ad assicurare una notevole stabilità al territorio, i
sarmati (300 a.C.-200 d.C.), i goti (200-370), gli unni (370-558), gli avari (558- 650) e i chazary (650).
GLI SLAVI ORIENTALI
L’etnia dello Stato di Kiev era composta da slavi orientali, un gruppo parlante le lingue slave orientali che
con il tempo diedero vita a 3 lingue slavo-orientali: russo (grande russo), ucraino (ruteno/piccolo russo) e
bielorusso (russo bianco). Questa etnia si caratterizzava per la presenza di pesca, caccia, agricoltura,
allevamento di bestiame, tessitura e attività artigianali di vario genere, a cui si univa l’attività commerciale
di diversa natura e estensione.
Francesca Masciadri Sezione Appunti
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 3. La fondazione dello Stato di Kiev
La teoria normanna (Bayer, Schlözer) è il primo tentativo di spiegazione della comparsa dello Stato di Kiev
(XVIII sec): sarebbero stati i vichinghi provenienti della Scandinavia (i normanni/uomini del nord) ad aver
dato alla Russia governo, coesione e cultura; quindi il periodo normanno è la premessa per l’evoluzione
dello Stato russo. Con il tempo la teoria è stata sviluppata, modificata e persino confutata; recentemente la
maggior parte degli studiosi l’ha respinta sulla base di dati evidenti:
• letteratura e legislazione scritta si sono sviluppate prima a Kiev e poi in Scandinavia; inoltre la
letteratura di Kiev mostra influenze bizantine e bulgare;
• il ruolo dei normanni nella fondazione dello Stato di Kiev è controverso: l’origine dello Stato russo si
ricollega al popolo rus’ (nome da cui sarebbe derivato poi il sostantivo “russi”), il cui arrivo nel territorio
viene fornito dalla Cronaca di Nestore. Secondo i sostenitori della teoria normanna, i rus’ erano una tribù
scandinava, ma in Scandinavia non esisteva nessun gruppo chiamato rus’; nonostante ciò essi continuarono a
interpretare tutti i riferimenti al gruppo dei rus’ in termini normanni. Contemporaneamente altri studiosi e
altri documenti svilupparono nuove idee: nel ‘900 il vescovo di Cremona accennò ai rusios (i vicini
dell’impero bizantino); gli arabi parlano dei rus’ come di una tribù slava.
Quindi la teoria normanna non può essere sostenuta interamente e non si può parlare di una fondamentale
influenza scandinava.
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Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 4. Profilo politico dello Stato di Kiev
La storia politica dello Stato di Kiev può essere suddivisa in 3 periodi:
• l’ascesa (882-980): coincide con l’occupazione della città da parte di Oleg, che sottomise le
popolazioni slave orientali sfruttando la posizione di Kiev).
Oleg riuscì a occupare Kiev e a sottomettere le tribù slave circostanti, raccogliendo forze sufficienti per
sfidare Bisanzio, con cui formulò contratti di vario genere (regolamentazione del soggiorno russo a
Costantinopoli, commercio, rapporti generali tra i due Stati).
Igor riuscì a mantenere il controllo su Kiev e a estendere la propria autorità anche se altri territori slavi
orientali; cercò di combattere Bisanzio, ma venne sconfitto.
Olga, moglie di Igor, prese il potere dopo la sua morte, rafforzando l’autorità dello Stato.
Svjatoslav, figlio di Igor, diede avvio a una campagna militare orientale, che lo portò ad assoggettare alcune
tribù slave orientali unificandole; i rapporti con Costantinopoli si trasformarono in una guerra, che però
segno la sconfitta di Kiev. Dopo la morte della madre, Svjatoslav affidò ai 3 figli l’amministrazione di 3
zone, ma dopo la morte del sovrano si scatenò una guerra civile che portò Vladimiro al potere.
• il culmine della potenza (980-1054): è il periodo di massima prosperità, stabilità, sviluppo e
affermazione e corrisponde ai regni di Vladimiro I il Santo e Jaroslav I il Saggio; altro tratto caratteristico è
l’avvento del cristianesimo.
Valdimiro I (il Santo) continuò la politica dei suoi predecessori (riaffermazione dell’autorità di Kiev sugli
slavi orientali) anche se la sua fama è legata ai suoi rapporti con Bisanzio e alla sua conversione al
cristianesimo: il suo battesimo e quello della Russia comportò alcuni cambiamenti (aiuto militare a
Bisanzio, assedio e conquista di parte della Crimea, matrimonio tra i sovrano e la figlia dell’imperatore
bizantino, rafforzamento dei contatti con Bisanzio e con il mondo cristiano, comparsa della Chiesa cristiana,
unità del Paese). Contemporaneamente si svilupparono alcune rivalità, in particolare con la civiltà latina e i
polacchi, dato che il cristianesimo di cui i russi divennero fedeli veniva da Bisanzio e non da Roma. La sua
morte provocò una guerra civile, in cui fu il primogenito a trionfare, per poi essere sconfitto dal fratello.
Jaroslav I (il Saggio) regnò durante il periodo segnato dal culmine dello sviluppo e della fortuna di Kiev
(contatti con le case regnati europee, reviviscenza religiosa e artistica), anche se durante il suo regno
dovette reprimere una grande quantità di ribellioni locali e guerre estere (il recupero della parte
sudoccidentale della Polonia, la campagna fallimentare contro Bisanzio e la decisiva vittoria sui peceneghi).
Caratteristico del suo periodo fu anche un nuovo orientamento del cristianesimo russo (trasferimento del
centro religioso a Kiev, nuova organizzazione interna ed erezione di numerose chiese e monasteri); inoltre
al sovrano viene riconosciuta la formulazione del primo codice russo (La giustizia russa). Prima di morire,
assegnò ai figli dei principati indipendenti che avrebbero dovuto collaborare per mantenere unita la
Russia.
• il declino e la caduta (1054-1240): si caratterizza per la presenza di invasori stranieri, guerre civili e
diminuzione dell’incidenza kievana. Il sistema predisposto da Jaroslav non funzionò (spezzava il legame tra
un principe il suo Stato) e favorì la successione degli zii; inoltre scoppiarono diverse guerre civili e
contemporaneamente lo Stato dovette affrontare l’invasione dei poloviciani.
Vladimiro II (il Monaco) permise una rinascita dello Stato di Kiev riportando una vittoria sugli invasori e
distinguendosi come organizzatore e. Alla sua morte il figlio non riuscì a controllare lo Stato e scoppiarono
nuove guerre civili da cui uscì vincitore Andrej Bogoljubskij, che trasferì la capitale a Vladimir.
Kiev subì una totale distruzione ad opera dei mongoli nel 1240.
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Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica Esiste un notevole disaccordo circa le ragioni della caduta dello Stato kievano, che possono essere così
riassunte:
• scarsa compatezza dello Stato e sua evoluzione verso la decentralizzazione e il feudalesimo (ipotesi
più accettabile);
• conflitti sociali dovuti a 2 fattori (trasferimento dei contadini in servi della gleba e peggioramento
delle condizioni delle classi sociali urbane più povere);
• collasso degli scambi commerciali (Kiev sorse sulla via commerciale “dai variaghi ai greci”, visse dei
suoi traffici, ma subì la crisi quando questa venne interrotta; inoltre venne esclusa dai grandi traffici
commerciali europei);
• fallimento del sistema di governo (presenza di principati non funzionale, continue guerre interne,
errori da parte dei sovrani e la loro tendenza all’avventura);
• centri urbani (ulteriore livello di organizzazione politica);
• pressioni estere (guerre e invasioni a sud-est).
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Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 5. Economia dello Stato di Kiev
L’importanza del commercio viene descritta in un resoconto delle attività dei rus’ compilato dell’imperatore
bizantino Costantino VII; il documento sintetizza alcune caratteristiche principali dell’economia della
Russia di Kiev:
• la preoccupazione principale era raccogliere i tributi nei territori sottomessi;
• gli schiavi destinati ai mercati stranieri erano una merce importante;
• la produzione e la vendita di imbarcazioni;
• la protezione delle linee di traffico e l’accesso ai mercati stranieri.
Anche l’agricoltura rivestiva un ruolo importante e si sviluppava sia nella steppa che nella foresta; il grosso
della produzione era costituito da frumento, segale, orzo e avena.
Altre attività erano l’allevamento del bestiame, la lavorazione del legno e l’estrazione mineraria di ferro e
sale. Fondamentali erano poi le esportazioni di materie prime (pellicce, cera e miele) e le importazioni di
beni di lusso dai bizantini e di manufatti dall’Occidente.
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Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 6. Società dello Stato di Kiev
La società era così strutturata:
• il principe con la sua casata
• la muži (la classe superiore, che diventerà poi la classe dei boiari) costituita da DRUŽINA
(l’entourage del principe) e aristocrazia locale
• i ljudi (la classe media)
• i smerdy (la maggior parte della popolazione dedita all’agricoltura e alla campagna)
• gli shiavi
Un gruppo a se stante era costituito dalle persone appartenenti alla Chiesa: clero, monaci, monache e tutti
quelli che erano al servizio dell’istituzione religiosa.
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Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 7. Istituzioni dello Stato di Kiev
Le principali istituzioni riflettevano i 3 aspetti del Paese (monarchia, aristocrazia e democrazia):
• ufficio del principe
• duma o consiglio dei boiari
• vee o assemblea cittadina composta da tutti i capifamiglia
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Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 8. Religione dello Stato di Kiev
I russi kievani vissero due religioni:
• paganesimo: la fede pagana degli slavi orientali implicava una deificazione delle forze naturali,
l’animismo e l’adorazione degli spiriti ancestrali, ma non aveva nessuna organizzazione interna e nessuna
istituzione.
• cristianesimo: nella versione russa è una ripresa di quello bizantino (come sottolinea il forte legame
con Bisanzio e la dipendenza delle diocesi russe da Costantinopoli), anche se ci furono alcuni fenomeni di
russificazione della religione, come la venerazione dei santi kievani (Vladimiro I evangelizzatore della
Russia, Olga la prima vera cristiana).
La Chiesa ottenne vasti possedimenti e assolse compiti attinenti alla carità, alla cura dei malati,
all’accoglienza dei visitatori, all’istruzione.
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Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 9. Lingua e letteratura dello Stato di Kiev
Il linguaggio dei russi fu influenzato dalla conversione al cristianesimo (l’alfabeto cirillico venne elaborato
dai santi Cirillo e Metodio, due apostoli slavi; la lingua scritta fu radicata dalla liturgia), mentre la letteratura
può essere suddivisa in 2 categorie:
• creazioni orali, che raggruppano detti, proverbi, indovinelli e favole
• opere scritte tra cui i byliny (poemi epici che narrano le vicende dei bogatyri, possenti guerrieri
antichi), i libri liturgici, sermoni, vite dei santi e narrazioni vero testamentarie, e - le cronache del periodo
redatte dai monaci (la Cronaca di Nestore dei monaci Nestore e Silvestro).
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Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 10. Arte, architettura e istruzione dello Stato di Kiev
ARTE E ARCHITETTURA
Tra le forme d’arte, le principali furono a carattere sacrale (mosaici e affreschi, pittura di icone, arti
decorative e miniature); tra queste la più importante è l’architettura, che è lignea (in legno, derivata dagli
slavi orientali) e litea (in pietra, derivata dalla conversione al cristianesimo e dall’influenza bizantina); le
chiese seguono i modelli bizantini e li fondono con elementi russi (più cupole, tetti inclinati e finestre
ridotte); la cattedrale di santa Sofia a Kiev è considerato il monumento rappresentativo dell’epoca.
ISTRUZIONE
Anche se il grosso della popolazione era analfabeta e ignorate, la cultura e il sapere erano tenuti in alta
considerazione.
Francesca Masciadri Sezione Appunti
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 11. La Russia degli appannaggi (1240-1533)
Il periodo kievano fu utile (religione uniforme, lingua e letteratura comuni, sopravvivenza del principe e del
metropolita, comune terra russa) perché permise di affrontare meglio i 2 grandi problemi (divisione interna e
invasione) che caratterizzarono questa nuova fase di possesso personale da parte di un singolo principe (udel
= appannaggio): era tipico che, mediante testamento, un sovrano dividesse il proprio principato tra i suoi
figli creando varie entità politiche e una suddivisione che seguiva alla suddivisione, distruggendo la già
fragile unità politica del Paese. Contemporaneamente emersero nuove etnie e la popolazione si spostò
colonizzando i territori meridionali e sudoccidentali, mentre le altre zone più vicine all’Europa divennero
l’obiettivo dei colonizzatori. Insomma, l’equilibrio dello Stato era instabile e Polonia e Lituania poterono
facilmente impadronirsi della parte occidentale del Paese.
Altra caratteristica del periodo fu la differenziazione etnolinguistica dei russi in 3 gruppi: russi (o grandi
russi), ucraini (o piccoli russi) e bielorussi (o russi bianchi).
Francesca Masciadri Sezione Appunti
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 12. I Mongoli e la Russia
I mongoli (tatari per le fonti russe) comparvero nella Russia sudoccidentale nel 1223, battendo i russi e
poloviciani; poi sparirono per ritornare nel 1237 con l’obiettivo di conquistare lo Stato russo. Fino ad allora i
mongoli avevano vissuto in Mongolia, Manciuria e Siberia, dove si interessavano al gregge e alle lotte
fratricide tra tribù; solo Ghenghiz Khan riuscì a unirli e a trasformarli in una potenza mondiale,
sottomettendo anche altre popolazioni locali e distruggendo alcuni Stati occidentali (Stati musulmani
dell’Asia centrale, Stato di Kiev). Quando Ghenghiz Khan morì, il regno fu diviso tra i 4 figli, ma solo a uno
di loro (Ogodai) spettò il titolo di “gran khan”, che riuscì a far espandere ulteriormente il dominio mongolo
verso oriente. Alla morte del gran khan il poter passò al nipote Batu, che diresse l’invasione mongola in
Europa e in particolare l’invasione della Russia. Il controllo mongolo sulla Russia durò dal 1240 al 1380,
anno il cui il principe Demetrio riuscì a sconfiggere gli invasori nella battaglia di Kulikovo, anche se il
definitivo affrancamento dai mongoli si ebbe nel 1480, quando Ivan III dichiarò decaduta la fedeltà al gran
khan.
Francesca Masciadri Sezione Appunti
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 13. Il ruolo dei Mongoli nella storia russa
Gli storici russi hanno prestato scarsa attenzione ai mongoli e alla loro incidenza sullo Stato russo e quei
pochi che l’hanno considerata hanno messo in risalto l’influenza distruttiva e negativa (devastazioni,
massacri, allontanamento da Bisanzio aumento dell’isolamento dell’Occidente, impoverimento
dell’economia) dimostrata da numerosi documenti e superiore agli effetti positivi (termini mongoli entrati
nel lessico amministrativo e finanziario, introduzione del servizio postale).
Accanto a questo filone tradizionale sta però emergendo la scuola eurasista: partendo dal riconoscimento del
legame tra la Russia e alcune regioni asiatiche, la scuola sostiene che il periodo mongolo debba essere
collocato al centro della storia russa. Le argomentazioni sono numerose e variegate, ma non tengono conto
del fatto che i mongoli vissero isolati dalle popolazioni russe e che tra le due società c’era una scarsa
affinità. Ecco perchè è meglio tornare al punto di vista tradizionalista.
Francesca Masciadri Sezione Appunti
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 14. Novgorod La Grande
Quando lo Stato di Kiev declinò, il potere politico e il peso economico dello Stato si sposarono a Novgorod.
EVOLUZIONE STORICA DI NOVGOROD
Durante l’egemonia di Kiev, Novgorod conservò una posizione importante essendo il capolinea
settentrionale della via commerciale dai “variaghi ai greci” e il centro dei traffici tra est e ovest; inoltre dal
1136 il principe assegnato alla città divenne un funzionario salariato con un’autorità limitata e nel 1156 la
città ottenne l’indipendenza dal punto di vista religioso. A tutto questo va aggiunto il compito difensivo
assegnato alla città vista la sua collocazione nordoccidentale.
L’emergere di Novgorod si inserì nel quadro del collasso di Kiev e dell’emergere di entità regionali in
competizione, ma fu Alessandro Nevskij a diventare il gran principe della Russia e riuscì a salvare il
principato dalla sottomissione mongola grazie alla sua politica di collaborazione con gli invasori.
Francesca Masciadri Sezione Appunti
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 15. Istituzioni e costumi di Novgorod
Novgorod, divisa in 2 quartieri dal fiume Volchov (il quartiere commerciale e il quartiere di santa Sofia) era
sovraffollata perché tutti volevano vivere entro le mura, in case compatte e isolate (nobili) e in aree
edificabili (poveri).
Ma i veri tratti caratteristici della città erano dati da iniziativa locale, organizzazione e autonomia, che
definivano la struttura politica della città:
• alcuni isolati formano unità con statuto di autogoverno;
• strade e case formavano una sotnja (centinaio), che a loro volta si aggregavano in kony (quartieri) con
ampia autonomia;
• il principe stava alla testa del governo locale, comandava l’esercito e aveva un ruolo di primo piano in
ambito giudiziario e amministrativo;
• il vee (consiglio municipale composto da tutti i capifamiglia liberi) invitava e licenziava il principe,
discuteva le questioni relative alla guerra e alla pace, eleggeva posadnik e tysjackij e determinava la nomina
del vescovo;
• il consiglio dei notabili (formato da vescovo, boiari e capi di kony e sotnja) studiava le misure
legislative;
• posadnik e tysjackij avevano funzioni esecutive condivise con il principe;
• l’arcivescovo svolgeva le funzione ecclesiastiche e aveva un funzione di primo piano negli affari
politici.
Il sistema giuridico era complesso e elaborato:
• principe, posadnik, tysjackij e vescovo disponevano ciascuno di un particolare tribunale;
• c’era una giuria;
• si faceva ricorso alla mediazione (i contendenti ricorrevano a 2 arbitri) e il tribunale interveniva solo in
caso di mancato raggiungimento dell’accordo;
• le punizioni erano improntate alla mitezza (ammende, perdita di proprietà e beni);
L’economia si distingueva per la produzione di pellicce, cera e miele, e per l’attività commerciale.
La cultura conobbe un grande sviluppo e la città divenne celebre per l’architettura ecclesiastica, la
produzione di icone e la letteratura.
PSKOV
L’evoluzione politica in senso democratico e caratteristica di Novgorod si verificò anche in altre località e
soprattutto a Pskov, che a differenza della grande città riuscì a sopravvivere date le scarse dimensioni e le
scarse tensioni sociali.
Francesca Masciadri Sezione Appunti
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 16. Il Sudovest e il Nordest dello Stato di Kiev
Le due zone facevano parte dello Stato di Kiev e svolgevano compiti diversi: il sud manteneva i legami tra
la Russia e gli europei orientali e centrali e il nord divenne poco alla volta il centro politico, economico e
culturale della regione.
IL SUDOVEST
Il territorio meridionale si divideva in Galizia e Volinia, ma può essere considerato come un unico territorio
che seppe distinguersi per i traffici internazionali e per la cultura, anche se questa subiva numerose influenze
occidentali. In seguito al declino di Kiev, le regioni assunsero grande importanza, tanto da assumere il
controllo della stessa Kiev grazie al principe Roman, ma fu il governo del figlio Daniele a riallacciare il
legame tra Russia e Occidente. Dopo la morte di Daniele le due regioni subirono un declino e alla fine
furono assoggettate dagli Stati vicini: la Volinia divenne parte dello Stato lituano e la Galizia entrò a far
parte della Polonia.
IL NORDEST
In seguito al declino di Kiev, il centro politico dello Stato si spostò nel principato di Vladimir-Suzdal’ e fu
proprio il governante del principato a saccheggiare Kiev e a ottenere il titolo di “gran principe” e a trasferire
la propria residenza nella città di Vladimir. Nonostante i mongoli riuscirono a prevalere sugli eserciti delle
regioni nordorientali, i territori del nord est riuscirono a ricostruirsi e a svilupparsi, istituendo dei rapporti
stabili con gli invasori. Il vero problema fu rappresentato dagli appannaggi, che fecero però anche la fortuna
dello Stato russo: fu proprio un principato nordorientale (Mosca) ad affermarsi e a riunire i territori russi
iniziando una nuova era.
Francesca Masciadri Sezione Appunti
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 17. L'ascesa di Mosca
Vladimir fu il primo principe di Mosca.
Daniele rafforzò il suo dominio per estenderlo lungo la Moscova ed ereditò un appannaggio da un sovrano
senza figli.
Jurij riuscì a imporre il controllo lungo tutto il corso della Moscova e si dedicò alla conquista di tutta la
Russia, acquisendo anche il titolo di “gran principe”.
Ivan I passò alla storia come il prototipo del principe moscovita previdente e dotato di grande talento
amministrativo e finanziario; fu durante il suo regno che Mosca divenne la capitale religiosa dello Stato e il
territorio si estense nuovamente.
Simeone, figlio di Ivan, fu confermato gran principe e continuò l’estensione del dominio moscovita .
Ivan II dovette affrontare la crescente minaccia occidentale dei lituani, ma fu la sua morte a causare una
contesa per la carica di gran principe, anche se poi fu il figlio Demetrio a salire al potere.
Demetrio continuò la crescita del territorio moscovita, riuscendo ad arginare la minaccia lituana e a
sottomettere i mongoli, dando vita a un periodo di relativa stabilità che fu però minato dall’alleanza tra
Mamai (capo militare dei mongoli) e i lituani, che decisero di avviare una battaglia contro il sovrano. Lo
scontro decisivo avvenne a Kulikovo (1380), dove l’esercito di Mamai venne sconfitto e ebbe inizio il nuovo
ruolo di Mosca nella storia russa. Demetrio si dedicò anche al rafforzamento della propria autorità tra i
principi russi.
Basilio, figlio Demetrio, divenne gran principe e continuò la politica dei suoi predecessori: continuò la
battaglia contro i lituani, mentre venne meno lo scontro con le popolazioni orientali. Alla sua morte si
scatenò l’unica guerra di successione nella storia del principato di Mosca: fu una lunga lotta tra Basilio II e
lo zio Jurij, che alla fine assegnò il potere al figlio del sovrano deceduto.
Basilio II riuscì a dilatare il proprio dominio e a sconfiggere numerosi rivali, mentre rimanevano molto tesi i
rapporti con i mongoli. Contemporaneamente in Europa si verificarono 2 eventi importanti: nel Concilio di
Firenze (1439) Bisanzio firmava un accordo in cui riconosceva la supremazia papale e Costantinopoli cadde
in mano ai turchi.
Ivan III (Ivan il Grande) riuscì ad unire antiche città rivali (Novgorod e Tver) al regno degli appannaggi,
favorendo lo scontro del gran principe con la Lituania, ma la vittoria dei russi permise la costruzione del
nuovo Stato russo e allontanò la minaccia lituana; inoltre Ivan riuscì ad affrancarsi definitivamente dal
dominio mongolo. Un altro importante evento fu il matrimonio del sovrano con la principessa bizantina
Sofia, a cui seguì un grande programma edilizio per la città di Mosca e la promulgazione di un codice di
leggi valido per tutto il paese.
Basilio III continuò l’opera di sottomissione degli appannaggi e la guerra contro i lituani, ma riuscì a
instaurare buoni rapporti con il Sacro Romano Impero, con il papato, con il sovrano turco e con il fondatore
dell’impero Moghul in India; inoltre riuscì a limitare il potere dei boiari e delle antiche famiglie degli
appannaggi.
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Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 18. Il perché dell'affermazione di Mosca
• Argomentazione geografica: si sottolinea l’importanza della collocazione della città: si trova all’incrocio
di 3 strade fondamentali; sorge sulla Moscova, si trova vicino alle sorgenti di 4 grandi fiumi, tra cui il Don;
sorge nel cuore dei territori abitati da popolazioni russe; essendo collocata al centro dello Stato, è protetta
dalla invasioni esterne.
• Argomentazione economica: Mosca è un’importante arteria commerciale e i principi della città hanno
favorito l’agricoltura e la colonizzazione.
• Il ruolo dei sovrani di Mosca: per molte generazioni i principi hanno potuto sfruttare una successione
maschile ininterrotta; la loro politica dei principi moscoviti (proprietari terrieri, dirigenti, guerrieri e
diplomatici) dà vita a pace, ordine e stabilità; e si è potuta attuare una collaborazione con i mongoli.
• Il ruolo della Chiesa: Mosca divenne la sede del metropolita e quindi la capitale religiosa; le guide
religiose favorirono l’accorpamento dello Stato; gli interventi nelle lotte tra i principi favorirono soprattutto
quelli di Mosca.
Francesca Masciadri Sezione Appunti
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 19. Economia del periodo degli appannaggi
L’economia agricola locale era quella prevalente e la lavorazione della terra era l’occupazione principale,
anche se, in seguito al declino del sud del Paese, i russi persero le terre migliori e dovettero avviare colture
agricole nelle zone forestali e in condizioni climatiche sfavorevoli. Altre occupazioni importanti erano la
pesca, l’allevamento del bestiame, la lavorazione del legno, la concia, la tessitura e la metallurgia.
Il commercio conservò una grande importanza, anche se la sfida della colonie genovesi rendeva più difficile
gli scambi.
Francesca Masciadri Sezione Appunti
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica 20. Il feudalesimo russo
Sil’vanskij sostiene che le 3 caratteristiche che definiscono il feudalesimo sono presenti nella Russia degli
appannaggi:
• frammentazione del Paese in possedimenti terrieri (la Russia è suddivisa in principati dipendenti e
indipendenti e in signorie)
• inserimento dei possedimenti in un sistema unico tramite rapporti gerarchici (la gerarchia è legata alla
terra)
• qualità condizionata dal possedimento di un feudo
Tuttavia, alcuni vanno contro questa idea affermando che durante il periodo degli appannaggi i proprietari
terrieri russi acquisivano i loro domini per eredità e avevano il diritto di servire chi volevano, la
giurisdizione della terra spettava a chi governava il territorio in cui era situata e alcune istituzioni e
caratteristiche del feudalesimo occidentale non si svilupparono.
Francesca Masciadri Sezione Appunti
Storia e cultura russa dalla Rus' di Kiev alla Russia post-sovietica