Profilo politico dello Stato di Kiev
La storia politica dello Stato di Kiev può essere suddivisa in 3 periodi:
• l’ascesa (882-980): coincide con l’occupazione della città da parte di Oleg, che sottomise le popolazioni slave orientali sfruttando la posizione di Kiev).
Oleg riuscì a occupare Kiev e a sottomettere le tribù slave circostanti, raccogliendo forze sufficienti per sfidare Bisanzio, con cui formulò contratti di vario genere (regolamentazione del soggiorno russo a Costantinopoli, commercio, rapporti generali tra i due Stati).
Igor riuscì a mantenere il controllo su Kiev e a estendere la propria autorità anche se altri territori slavi orientali; cercò di combattere Bisanzio, ma venne sconfitto.
Olga, moglie di Igor, prese il potere dopo la sua morte, rafforzando l’autorità dello Stato.
Svjatoslav, figlio di Igor, diede avvio a una campagna militare orientale, che lo portò ad assoggettare alcune tribù slave orientali unificandole; i rapporti con Costantinopoli si trasformarono in una guerra, che però segno la sconfitta di Kiev. Dopo la morte della madre, Svjatoslav affidò ai 3 figli l’amministrazione di 3 zone, ma dopo la morte del sovrano si scatenò una guerra civile che portò Vladimiro al potere.
• il culmine della potenza (980-1054): è il periodo di massima prosperità, stabilità, sviluppo e affermazione e corrisponde ai regni di Vladimiro I il Santo e Jaroslav I il Saggio; altro tratto caratteristico è l’avvento del cristianesimo.
Valdimiro I (il Santo) continuò la politica dei suoi predecessori (riaffermazione dell’autorità di Kiev sugli slavi orientali) anche se la sua fama è legata ai suoi rapporti con Bisanzio e alla sua conversione al cristianesimo: il suo battesimo e quello della Russia comportò alcuni cambiamenti (aiuto militare a Bisanzio, assedio e conquista di parte della Crimea, matrimonio tra i sovrano e la figlia dell’imperatore bizantino, rafforzamento dei contatti con Bisanzio e con il mondo cristiano, comparsa della Chiesa cristiana, unità del Paese). Contemporaneamente si svilupparono alcune rivalità, in particolare con la civiltà latina e i polacchi, dato che il cristianesimo di cui i russi divennero fedeli veniva da Bisanzio e non da Roma. La sua morte provocò una guerra civile, in cui fu il primogenito a trionfare, per poi essere sconfitto dal fratello.
Jaroslav I (il Saggio) regnò durante il periodo segnato dal culmine dello sviluppo e della fortuna di Kiev (contatti con le case regnati europee, reviviscenza religiosa e artistica), anche se durante il suo regno dovette reprimere una grande quantità di ribellioni locali e guerre estere (il recupero della parte sudoccidentale della Polonia, la campagna fallimentare contro Bisanzio e la decisiva vittoria sui peceneghi). Caratteristico del suo periodo fu anche un nuovo orientamento del cristianesimo russo (trasferimento del centro religioso a Kiev, nuova organizzazione interna ed erezione di numerose chiese e monasteri); inoltre al sovrano viene riconosciuta la formulazione del primo codice russo (La giustizia russa). Prima di morire, assegnò ai figli dei principati indipendenti che avrebbero dovuto collaborare per mantenere unita la Russia.
• il declino e la caduta (1054-1240): si caratterizza per la presenza di invasori stranieri, guerre civili e diminuzione dell’incidenza kievana. Il sistema predisposto da Jaroslav non funzionò (spezzava il legame tra un principe il suo Stato) e favorì la successione degli zii; inoltre scoppiarono diverse guerre civili e contemporaneamente lo Stato dovette affrontare l’invasione dei poloviciani.
Vladimiro II (il Monaco) permise una rinascita dello Stato di Kiev riportando una vittoria sugli invasori e distinguendosi come organizzatore e. Alla sua morte il figlio non riuscì a controllare lo Stato e scoppiarono nuove guerre civili da cui uscì vincitore Andrej Bogoljubskij, che trasferì la capitale a Vladimir.
Kiev subì una totale distruzione ad opera dei mongoli nel 1240.
Esiste un notevole disaccordo circa le ragioni della caduta dello Stato kievano, che possono essere così riassunte:
• scarsa compatezza dello Stato e sua evoluzione verso la decentralizzazione e il feudalesimo (ipotesi più accettabile);
• conflitti sociali dovuti a 2 fattori (trasferimento dei contadini in servi della gleba e peggioramento delle condizioni delle classi sociali urbane più povere);
• collasso degli scambi commerciali (Kiev sorse sulla via commerciale “dai variaghi ai greci”, visse dei suoi traffici, ma subì la crisi quando questa venne interrotta; inoltre venne esclusa dai grandi traffici commerciali europei);
• fallimento del sistema di governo (presenza di principati non funzionale, continue guerre interne, errori da parte dei sovrani e la loro tendenza all’avventura);
• centri urbani (ulteriore livello di organizzazione politica);
• pressioni estere (guerre e invasioni a sud-est).
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Autore:
Francesca Masciadri
[Visita la sua tesi: "L'Unione Europea e la promozione dei diritti umani"]
[Visita la sua tesi: "Formule tradizionali e dinamiche innovative nella fiction italiana. Il caso de I Liceali"]
- Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
- Facoltà: Lingua e Cultura Italiana
- Corso: Lingue e Letterature Straniere
- Esame: Letteratura Russa
- Titolo del libro: Storia della letteratura russa
- Autore del libro: Nicholas Riasanovskij
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