Riassunto del libro "Comunicare con le immagini". Analisi storico-visiva del potere dell'immagine, prendendo il via proprio dalla percezione e dall'emozione del fruitore e dai concetti tradizionali di colore e prospettiva. La riflessione si insinua poi nel mondo attuale della comunicazione, attraverso le definizioni di simbolo e icona.
Principi del comunicare con le immagini
di Mario Turco
Riassunto del libro "Comunicare con le immagini". Analisi storico-visiva del
potere dell'immagine, prendendo il via proprio dalla percezione e dall'emozione
del fruitore e dai concetti tradizionali di colore e prospettiva. La riflessione si
insinua poi nel mondo attuale della comunicazione, attraverso le definizioni di
simbolo e icona.
Università: Università degli Studi di Salerno
Facoltà: Scienze della Comunicazione
Esame: Comunicazione visiva
Titolo del libro: Comunicare con le immagini
Autore del libro: Branzaglia
Editore: Mondadori
Anno pubblicazione: 20031. Teoria della percezione. Scuola della Gestalt
In tedesco Gestalt significa forma. Negli anni ’20 rivoluzione nel modo di intendere l’attività percettiva
umana. Qual è il meccanismo che permette all’uomo di percepire?
Due impostazioni filosofiche di base: empirista, gli oggetti emanano effluvi che arrivavo al cervello;
cognitivista, la mente applica forme al mondo circostante. Punto in comune: sensi recettori passivi.
La psicologia sperimentale ha un’impostazione atomista: i sensi svolgono un ruolo attivo, interpretano già la
realtà rilevando le qualità formali.
Fondatori della psicologia della Gestalt sono di solito considerati Kurt Koffka, Wolfgang Köhler e Max
Wertheimer; l'idea portante, che il tutto fosse diverso dalla somma delle singole parti, in qualche modo si
opponeva all'elementarismo di Wundt, che scompone invece il fenomeno nei suoi aspetti elementari.
Per la psicologia della Gestalt non è giusto dividere l'esperienza umana nelle sue componenti elementari e
occorre invece considerare l'intero come fenomeno sovraordinato rispetto alla somma dei suoi componenti:
La percezione non è preceduta dalla sensazione ma è un processo immediato; la capacità di percepire un
oggetto quindi deve essere rintracciata in una organizzazione presieduta dal sistema nervoso e non ad una
banale immagine focalizzata dalla retina.
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Principi del comunicare con le immagini 2. Leggi di Wertheimer sulla percezione della forma
buona forma, simmetria, pregnanza (le forme più regolari, semplici, simmetriche saranno quelle che si
imporranno come rendimento fenomenico);
vicinanza (tendiamo a percepire le parti che sono tra loro più vicine nello spazio e nel tempo);
somiglianza (tendenza a raggruppare gli elementi simili per forma, colore e grandezza);
continuità di direzione (elementi che fanno parte di una stessa traiettoria tendono a unificarsi in un’entità
autonoma);
destino comune (elementi che hanno un movimento solidale tra di loro, e differente da quello di altri
elementi, vengono uniti in forme);
esperienza passata (gli elementi che fanno parte di una configurazione familiare e ben conosciuta
tenderanno a unirsi);
direzionalità e orientamento (i punti e gli elementi si allineano secondo la direzione principale della
configurazione alla quale appartengono);
chiusura (la porzione di campo visivo che è racchiusa da un contorno senza interruzioni emerge come
entità fenomenica separata dal resto; tendiamo a colmare le lacune; differenza tra segno oggetto e segno
contorno).
La vista fra tutti i sensi è quello più potente; seguono udito, odorato, tatto e gusto. Ma la teoria della Gestalt
nasce con l’osservazione di una qualità dell’udito (motivo musicale, mutamento di chiave..). L’elemento
chiave della percezione non sta nei singoli elementi che la compongono ma nelle relazioni fra essi. “Il tutto
non è la somma delle singole parti”.
Importanza del contesto (esempio del mimetismo, viene elusa la legge della chiusura).
Problematico il rapporto tra vedere e ricordare, ma più importante la vista.
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Principi del comunicare con le immagini 3. Percezione e composizione. Kanisza e completamento amodale
Nel ’26 principio di indeterminazione di Heisenberg: l’osservatore influenza l’esperimento osservato, e c’è
bisogno di un parametro che permetta di isolare il suo ruolo. La teoria della Gestalt si inserisce in questo
scenario mutevole.
1.1.3. Percezione e composizione
Kanisza si è occupato del rapporto tra teoria della percezione e storia dell’arte; si è interessato del
completamento amodale, rapporto figura-sfondo. Kanisza ipotizza due tipi di possibili incroci fra oggetti
rappresentati: una giunzione a T e una a Y: nella giunzione a T si verifica un effetto ottico di
sovrapposizione, quindi rapporto figura-sfondo; nella giunzione a Y effetto di un affiancamento sullo stesso
piano. Nella storia dell’arte se prevale la Y lettura ambigua, se a T rafforzati elementi della terza
dimensione. Esempio del mezzo umano.
Orientamento lungo gli assi verticale e orizzontale: la presenza dell’uomo nel mondo è vincolata dalla legge
di gravità, che si esplicita lungo asse verticale, e dalla linea dell’orizzonte, asse orizzontale. La gravità
rappresenta un peso che ci opprime, l’orizzonte parametro rispetto al quale tutti i pesi si scaricano.
Verticale e orizzontale sono le linee lungo le quali si verifica l’anisotropia dello spazio percettivo: non
uguaglianza dello spazio.
Asse verticale: asse della gravità, su di esso si scaricano i pesi (in alto valore potenziale elevato, in basso
nullo); ciò che sta in alto viene individuato prima dall’occhio (esempio scritte autostradali). Quindi ciò che
sta in alto viene letto prima di ciò che sta in basso, e interpretato come più importante. (esempio individuare
punto su una linea).
Le linee verticali allungano (vettore verticale), quelle orizzontali schiacciano (orizzonte).
La linea verticale viene letta sempre in un verso (alto-basso), indipendentemente dalle culture locali; mentre
quella orizzontale presenta interpretazioni da una cultura all’altra.
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Principi del comunicare con le immagini 4. Espressione e empatia. Maschera e faccia
Gombrich: gli umani possono riconoscere gli stati d’animo dalla semplice osservazione del volto. Noi
riconosciamo le espressioni altrui in base alla conoscenza delle nostre, richiamando la nostra esperienza.
Gombrich richiama la caricatura, ha come obiettivo esprimere sensazioni e giudizi partendo
dall’esagerazione del tratti somatici. Ogni volta che si rappresenta un volto umano gli si donano delle
espressioni precise; a seconda dell’inclinazione delle linee fondamentali, degli occhi e della bocca, appare
un espressione oppure un’altra. Origine nel teatro greco, con due maschere, tragedia e commedia.
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Principi del comunicare con le immagini 5. Fisiognomica e empatia
Dallo stato d’animo al carattere
Fisiognomica: disciplina che si occupa di individuare le attitudini spirituali umane a partire dalla loro
espressione nei tratti somatici. Paragonare i volti umani a quelli degli animali. Gli animali risentono di
questa lettura per caratterizzare le psicologie (volpe astuta per i tratti aguzzi e triangolari del volto, leone
regale per criniera..).
I tratti somatici non esprimono solo sentimenti e umori, ma anche questioni caratteriali e psicologiche.
Gli oggetti portano espressioni
Empatia: vitalizzazione delle opere d’arte dovuta alla trasposizione di sensazioni da parte dell’animo umano.
L’anima proietta passioni e sentimenti sulla realtà circostante.
La forma degli oggetti può diventare evocativa di espressioni umane (salice piangente perché i rami
assumono la curva all’ingiù tipica della tristezza). Curva all’insù esprime allegria perché vince la forza di
gravità innalzandosi verso l’alto, dinamismo in chiave positiva. La linea all’ingiù subisce la forza di gravità,
segno di sconfitta (esempio lancette orologi).
Distanza tra realtà fisica e fenomenica, data dalle sensazioni prodotte in noi da determinare configurazioni
(equilibrio del fenicottero).
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Principi del comunicare con le immagini 6. Psicofisica del colore
Diversi parametri vengono impiegati per la lettura del colore, applicati sia agli aspetti fisici che a quelli
fenomenici: tonalità (vicinanza al colore puro), saturazione (distanza dalla massima luminosità del colore),
luminosità (capacità di riflettere la luce).
Fino a pochi anni fa si analizzavano solo i colori a luce riflessa; i pigmenti assorbono tutti i colori riflettendo
solo quello che caratterizza la loro superficie; si parla perciò di sintesi sottrattiva: il pigmento sottrae tutte le
gamme cromatiche eccetto quella che riflette. In questo caso i colori primari sono Rosso, Blu e Giallo
(Ciano, Magenta, Giallo: CMY); la loro somma da il nero (grigio scuro); la somma di due secondari genera
un primario (RGB).
Nella sintesi additiva si assiste invece ad una sommatoria delle emissioni luminose; i colori fondamentali
sono Rosso, Verde, Blu (RGB); la loro somma dà il bianco, mentre sommando due primari si ha un
secondario (CMY).
Esistono due tipi di sintesi additiva: sintesi per media spaziale e per media temporale.
Media spaziale: luci di colore differente, molto ravvicinate tra di loro, viste dall’occhio ad una distanza tale
per cui non è possibile vedere le singole componenti, e appare un’unica macchia di colore (puntinismo).
Media temporale: luci che ci appaiono di colore differente colpiscono lo stesso punto della retina in rapida
successione; i recettori della retina non percepiscono più i singoli colori e li fondono in un’unica sensazione
percettiva. (es. disco in rotazione).
Sigle internazionali dei colori provengono dalla ditta Pantone; differenza tra colori sullo schermo e colori su
carta (diretta vs. riflessa).
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Principi del comunicare con le immagini 7. Definizione di colore fenomenico
Contrasti di Itten: a partire dai sei colori del cerchio cromatico a sintesi sottrattiva, individua sette contrasti,
che ruotano attorno al bipolarismo fra colori caldi e colori freddi: contrasto di successione, di simultaneità (il
nostro occhio, guardando un colore, ne esige il complementare; stesso colore su sfondo diverso percepito
diversamente), di colori puri (accostamento di colori primari e secondari al massimo grado di saturazione,
cioè di intensità), di chiaro e scuro (colori si possono chiarire o scurire aggiungendo bianco o nero), di caldo
e freddo (accostare colori caldi a freddi), di qualità (la differenza di saturazione: contrasto fra colori intensi,
luminosi e altri smorti, offuscati), di complementari (si unisce la luminosità dei colori complementari
selezionati; giustapposti raggiungono il loro massimo grado di luminosità, mescolati si annullano nel grigio).
Colori caldi rosso, giallo, arancio; colori freddi blu, verde, viola. I caldi accelerano il battito cardiaco
(esempio cavalli, segnali stradali di pericolo o indicazione).
Scala di luminosità: risale a Goethe, attribuisce ai colori i seguenti valori: giallo 9, arancio 8, rosso 6, verde
6, blu 4, viola 3. Per ottenere accordanza equilibrata fra due colori di luminosità diversa bisogna equilibrarne
le quantità.
Conseguenza ad esempio è la scala di Deribere, che cataloga i diversi gradi di leggibilità delle scritte.
Grazie al contrasto di simultaneità se fissiamo un colore, e poi chiudiamo gli occhi, vedremo il suo
complementare.
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Principi del comunicare con le immagini