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Leggi di Wertheimer sulla percezione della forma


 buona forma, simmetria, pregnanza (le forme più regolari, semplici, simmetriche saranno quelle che si imporranno come rendimento fenomenico);
  vicinanza (tendiamo a percepire le parti che sono tra loro più vicine nello spazio e nel tempo);
  somiglianza (tendenza a raggruppare gli elementi simili per forma, colore e grandezza);
  continuità di direzione (elementi che fanno parte di una stessa traiettoria tendono a unificarsi in un’entità autonoma);
  destino comune (elementi che hanno un movimento solidale tra di loro, e differente da quello di altri elementi, vengono uniti in forme);
  esperienza passata (gli elementi che fanno parte di una configurazione familiare e ben conosciuta tenderanno a unirsi);
  direzionalità e orientamento (i punti e gli elementi si allineano secondo la direzione principale della configurazione alla quale appartengono);
  chiusura (la porzione di campo visivo che è racchiusa da un contorno senza interruzioni emerge come entità fenomenica separata dal resto; tendiamo a colmare le lacune; differenza tra segno oggetto e segno contorno).
La vista fra tutti i sensi è quello più potente; seguono udito, odorato, tatto e gusto. Ma la teoria della Gestalt nasce con l’osservazione di una qualità dell’udito (motivo musicale, mutamento di chiave..). L’elemento chiave della percezione non sta nei singoli elementi che la compongono ma nelle relazioni fra essi. “Il tutto non è la somma delle singole parti”.
Importanza del contesto (esempio del mimetismo, viene elusa la legge della chiusura).
Problematico il rapporto tra vedere e ricordare, ma più importante la vista.

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