In questi appunti è possibile trovare tutte le informazioni relative all'allevamento dei cavalli. Si descrivono le razze equine, si elencano le varie tipologie di impiego del cavallo, si descrivono le modalità di riproduzione e di foraggiamento, con particolare attenzione alla dieta più idonea da seguire a seconda del tipo di impiego e della fase di vita del cavallo.
Genetica e allevamento degli equini
di Denis Squizzato
In questi appunti è possibile trovare tutte le informazioni relative all'allevamento
dei cavalli. Si descrivono le razze equine, si elencano le varie tipologie di
impiego del cavallo, si descrivono le modalità di riproduzione e di
foraggiamento, con particolare attenzione alla dieta più idonea da seguire a
seconda del tipo di impiego e della fase di vita del cavallo.
Università: Università degli Studi di Padova
Facoltà: Agraria
Corso: Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali
Esame: Genetica e allevamento degli equini
Docente: Mantovani Roberto1. Carne equina
In Italia , a differenza degli altri paesi, esistono due tipologie d’utilizzo degli equini : tiro
pesante/produzione della carne(Germania, Francia) e per attività Ludiche.
La carne equina si tratta di un prodotto di limitata diffusione (a macchia di leopardo come Legnaro e
Saonara) che viene impiegato solo in alcune aree del paese e dell’Europa a tradizione Ippofaga. In origine il
consumo di carne equina era una tradizione tipica dei Barbari (tartara), tradizione che si sviluppò In Francia
e in Italia a partire dal 1700, sia allo stato fresco che sotto forma di salumi. In Gran Bretagna il consumo di
carne equina è, ancor oggi, un tabù che produce forte ripugnanza anche verso chi consuma carne equina; al
contrario Polonia, Ungheria, Russia e Germania il consumo è molto elevato.
Per carni equine si intendono quelle di cavallo, asino, mulo (asino x cavalla) e bardotto (cavallo x asina). In
passato la carne veniva ottenuta solo da animali a fine carriera, oggi viene appositamente prodotta e
commercializzata anche a partire da animali più giovani (puledri di inferiore all’anno e cavalli adulti fino a 3
anni) per la maggior parte di provenienza straniera. Ogni anno decine di migliaia di cavalli dal’Europa
Centrorientale vengono esportati in Italia, Francia e Belgio, dove vengono macellati e destinati alla
consumazione sulle tavole degli europei. La Polonia è il più grande esportatore di cavalli da macello
d’Europa: si calcola che ogni anno lasciano il paese circa 50000 cavalli. L’80% i questi animali finisce in
Italia, il resto in Francia e Belgio. Mediamente il mercato Italiano di carni equine importa da 150 a 200 x
103 q di carcasse all’anno (anche da Canada, Argentina, Brasile, Australia) e circa 60-80000 soggetti da
macello (Polonia). In Italia ci siamo specializzati in alcuni prodotti: dalla straeca veneta (diaframma) per il
consumo fresco, alla carne essiccata e sfilacciata venduta in atm modificata (miscela di gas appositi come
l’azoto), oppure in sottovuoto (sfilacci). Fra le preparazioni insaccate tipiche si possono ricordare la
Bresaola, prodotta in alcuni comuni del Veneto, della Lombardia e del Piemonte, e il famosissimo salame
d’asino, preparato con carne magra d’asino e grasso di maiale tritati finemente e insaccati nel budello di
manzo, tipico delle province di Novara e Asti in Piemonte. Le carni equine presentano un colore rosso molto
scuro, quasi violaceo, con grasso tendente al giallo, piuttosto scarso e sicuramente poco infiltrato, ricche di
tessuto connettivo, con un odore caratteristico e un sapore dolciastro accentuato. Ha 3 particolarità che la
rendono unica: un elevato contenuto di ferro (3,9 mg/100g), quasi il doppio rispetto ad altre carni perché di
origine animale e in forma chimica completamente assorbibile; un basso contenuto in grassi, con scarso
colesterolo, per cui la carne è facilmente digeribile e poco calorica; un buon contenuto di zuccheri (in
particolare il glicogeno), che la rendono leggermente dolce al palato (il glicogeno viene stoccato a livello
tessutale e velocizza la frollatura della carne in quanto nel post mortem il ph si abbassa più velocemente). La
carne equina è adatta a tutti ed in particolare agli anemici, a chi sta facendo una dieta dimagrante, a chi ha il
colesterolo alto.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 2. Andature equine
PASSO: è l’andatura di riposo, quella che in natura il cavallo usa per i lunghi spostamenti e per pascolare; si
tratta di un’andatura in 4 tempi durante la quale il cavallo sposta gli arti in diagonale.
TROTTO: è un’andatura in due tempi di battuta, la più faticosa e la più usata in maneggio per fare fiato; il
cavallo ha sempre un appoggio combinato di anteriori e posteriori in diagonale. I due tempi che
costituiscono il movimento sono interrotti da una fase intermedia, un istante in cui l’animale è sollevato da
terra. A causa dell’andatura diagonale, il cavallo è soggetto a una spinta dal basso verso l’alto ogni volta che
una coppia diagonale opposta agisce da propulsore e dall’alto verso il basso ogni volta che la stessa coppia
torna a terra.
AMBIO: è un’andatura non naturale per quasi tutti i cavalli, i due tempi di battuta sono segnati dallo
spostamento di anteriore e posteriore dello stesso fianco.
CANTER: spesso è trattato insieme al galoppo e considerato un galoppo corto o piccolo, è in realtà
un’andatura a sé: costituita di tre tempi più un tempo di sospensione.
GALOPPO: è l’andatura più veloce in cui il cavallo può superare i 600 m/minuto. E’ un’andatura 3 tempi di
battuta più il tempo di sospensione finale, rispetto al trotto che è intermedio. Il galoppo può essere
considerato un’andatura in 3 tempi come il canter, oppure in 4 tempi; infatti molti istruttori definiscono il
galoppo allungato come galoppo a 4 tempi. Esistono 2 galoppi, il destro e il sinistro: nel galoppo dx il
cavallo inizia con il Psx e termina con l’Adx prima della sospensione.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 3. Turismo equestre
Il turismo equestre si pratica all’aria aperta con cavalli normalmente montati a sella (più raramente con
cavalli attaccati). Essendo soprattutto una forma di impiego del tempo libero, si tende a farlo in compagnia
di altri cavalieri per godere insieme le bellezze naturali e superare meglio le difficoltà che si incontrano
cavalcando in compagna. Il territorio italiano si presta magnificamente alla pratica; è un’attività che richiede
una certa esperienza equestre ed una buona preparazione fisica specialmente se non ci si limita a brevi
passeggiate ma se si vogliono affrontare anche viaggi di più giorni in territori sconosciuti.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 4. Scuola di equitazione
Rappresenta un’attività presente in molti centri ippici ed ha lo scopo di avvicinare i giovani alle attività
equestri e all’attività da sella, si pratica comunemente con cavalli Pony(statura <147cm) o Quarter Horse.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 5. Galoppo
Rappresenta l’espressione più antica e tradizionale dello sport ippico; attualmente le gare di galoppo si
svolgono con soggetti di razza Purosangue Inglese PSI, creata dalla seconda metà del ‘700 mediante
immissioni di sangue orientale su circa un centinaio di fattrici inglesi selezionate (Royal Mares): da questo
ristretto gruppo di cavalli discendono tutti i purosangue del mondo. Ogni anno in Italia vengono registrati
circa 1900 purosangue italiani, 1300 nati in Italia e 600 all’estero ma considerati italiani. Nell’allevamento
italiano due gioielli del galoppo sono stati Nearco e Ribot.
Le corse a galoppo possono essere in piano oppure in ostacoli. Le corse al galoppo in piano si svolgono, in
Italia, su distanze che vanno dai 1000-3000m. a seconda della distanza da percorrere le corse al galoppo
vengono denominate di velocità, di mezzo fondo, di fondo, di gran fondo. La partenza viene effettuata nelle
corse in piano utilizzando le starting stalls o gabbie di partenza: i concorrenti entrano, cioè, ciascuno in una
gabbia, tutti sulla medesima linea, ed al segnale dello starter le gabbie vengono aperte simultaneamente
lasciando i cavalli liberi di correre. Le velocità più prestigiose si raggiungono sui 1000m in pista dritta. Qui i
migliori specialisti internazionali sono in grado di coprire la distanza, con partenze da fermo, in meno di
55s, sfiorando la media di 70Km/h.
Le corse in ostacoli si differenziano in siepi, steeple chase e cross country: la differenza fra queste categorie
è legata alla difficoltà degli ostacoli che variano in altezza ed in lunghezza. Le distanze per le corse in
ostacoli in Italia sono comprese fra i 2600-6000m: sui 5000m viene disputato ogni anno il famoso Grande
Steeple Chase di Merano, abbinato alla Lotteria Nazionale, che è la massima prova del’ostacolismo italiano.
Nelle corse d ostacoli la partenza viene effettuata con i nastri o con una bandiera. Nel galoppo le corse
vengono tutte cronometrate, ma i record vengono stabiliti in assoluto, ciascuno di una distanza diversa,
senza effettuare il ragguaglio al chilometro.
I principali ostacoli sono:
Arginello grande (siepe alta 150 cm, il cavallo deve compiere una parabola larga 250cm, compresi inviti e
terrapieni)
Verticale (siepe alta 180cm e larga 90cm)
Muro (alto 80cm con 30-35 di terra fresca alla sommità, la larghezza comprensiva delle piccole siepi e gli
inviti posti sia in un senso che nell’altro, misura 150cm)
Oxer grande (ostacolo sistemato lungo la diagonale, la prima siepe misura in altezza 110cm, la seconda
150cm separate da un fosso largo 90cm con una larghezza complessiva di 4 metri)
Riviera (siepe alta 65cm lunga 3,10m con un bacino d’acqua profondo 30cm)
Fence grande (siepe alta 190cm larga 3m compresi gli inviti)
Doppio travone (siepe alta 180cm largo 90cm)
Gli ippodromi per galoppatori hanno fondo generalmente in erba, ma esistono anche piste in sabbia. I
circuiti possono essere semplici, con due rette e due curve o più complessi nei quali le curve che uniscono le
due rette possono essere due o tre sia a destra che a sinistra. Tale particolare conformazione permette di
effettuare corse dette in pista piccola, media o grande pur svolgendosi sul medesimo anello. Proprio a
seconda di quale curva viene utilizzata, la corsa assume la denominazione in pista piccola oppure media o
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini grande. Ci sono inoltre corse in pista dritta che vengono effettuate, come appare chiaro dal nome stesso,
lungo la dirittura senza percorrere curve. In Italia i galoppatori corrono in senso orario ad eccezione delle
piste di Torino e di Grosseto sulle quali si corre in senso antiorario.
Le corse al galoppo hanno la caratteristica di prevedere in modo rigido il peso che ogni purosangue porta in
groppa (fantino+ sella) per ogni programma di corsa. La scala dei pesi varia dai 45kg in su: è perciò
importante per un fantino poter mantenere un peso bassissimo ed avere una sella di 3-4 etti. L’accertamento
del peso che ogni cavallo porta in sella è demandato ad uno speciale commissario che opera nella sala delle
bilance. Qui i fantini vengono pesati prima e dopo la corsa. Se il fantino non raggiunge il peso indicato
dovrà portare in apposite tasche poste nella sella delle liste di piombo bastanti a raggiungere il peso voluto.
Per l’eccedenza di peso è ammessa una tolleranza di 1kg. Tutte le corse sono dunque ad Handicap e
l’Handicaper è la figura che stabilisce, in base al pronostico e alla forza di ogni soggetto, il peso da portare
oltre ai 45 minimi per il soggetto più debole.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 6. Trotto
Si tratta di competizioni che si fanno con i cosiddetti cavalli trottatori o trotter (standardbred per gli
Americani), che hanno la caratteristica di essere ormai in grado di trottare naturalmente in velocità. Le
correnti di sangue che hanno dato origine al trottatore moderno sono 3: quella americana, forte di soggetti di
taglia ridotta, velocissimi e nevrili; quella normanna, costituita da atleti fisicamente molto robusti, di ampio
modello, di velocità meno elevata ma di maggior resistenza, nonché quella Orlov, la razza russa,
caratterizzata da cavalli tenaci e di ottima indole, facili alla guida e dal predominante mantello grigio.
L’influenza di questa o di quella razza varia da paese a paese: in Italia si è ormai costituita una razza
autoctona forte di giusto equilibrio fra sangue americano e normanno.
Le corse per trottatori si svolgono in piste di sabbia caratterizzate da due dritte e due curve su distanze di
1600m o miglio e di 2000m. le prime sono chiamate corse sulla distanza breve, le seconde corse sulla media
distanza. I cavalli trottatori corrono il senso antiorario. Le partenze delle corse al trotto avvengono in due
modi: o con i cavalli allineati dietro l’autostart o con partenze fra i nastri. Le partenze dietro la macchina
partono i partecipanti ad avviarsi tutti alla medesima distanza. In questo caso i concorrenti si dispongono
nella scia della macchina e prendono la partenza lanciata. A contatta della macchina partono sei cavalli nelle
piste da 800m, sette o otto nelle piste da un 1km. Qualora il numero dei cavalli sia superiore, quelli con
numeri di partenza più alti (iniziando cioè rispettivamente da 7 in pista piccola e dall’8 o il 9 in pista grande)
si avviano u di una seconda linea alle spalle della prima e seguendo l’ordine crescente dei numeri
dall’interno verso l’esterno. Le partenza fra i nastri fanno percorrere diverse distanze ai partecipanti e sono
gare ad Handicap, dove i cavalli teoricamente più forti danno un vantaggio in metri agli altri per equilibrare
le forze in campo. La partenza fra i nastri avviene con i concorrenti che assumono lo schieramento secondo i
numeri venendo in senso contrario a quello di corsa, poi al segnale effettuano una giravolta e si avviano nel
senso normale di corsa. Sulla stessa linea possono partire fino a 4-5 cavalli, a seconda della larghezza della
pista. Per segnalare le diverse distanze vengono tesi attraverso la pista degli elastici che vengono rilasciati al
momento della partenza, o in alternativa, si ricorre all’uso di nastri elettronici.
Nella maggior parte dei casi le gare che si svolgono prevedono la registrazione del soggetto mediante un
sistema univoco di identificazione, ad ogni partenza vengono messi in azione i cronometri ufficiali che
costatano il tempo impiegato dai concorrenti a percorrere la distanza di gara. In base al tempo ottenuto si
effettua il ragguaglio al chilometro, misura questa utilizzata per indicare il record del cavallo.
Per l’attacco, ossia per rendere solidale il cavallo al sediolo o Sulky su cui si disporrà il guidatore si fa uso
di: sottopancia, sottocoda, sellini e pettorali. Per la guida vera e propria si utilizza una briglia (con o senza
paraocchi) dotata di: imboccatura (leggera sbarretta metallica che viene posta in bocca al cavallo alla quale
vengono unite mediante appositi anelli finali), redini (con le quali il guidatore impartisce i comandi percepiti
attraverso l’imboccatura), freno (listarella di cuoio che parte dalla testa e raggiunge il garrese, è composto da
un sottile filetto messo in bocca al cavallo attaccato a due cinghie che ha lo scopo di far tenere alta la testa
all’animale per consentirgli un maggiore equilibrio nell’azione)
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 7. Discipline ippiche olimpiche
Salto Ostacoli (esiste come disciplina sportiva da poco più di 100 anni come evoluzione di una prova di
addestramento che veniva operata in Inghilterra per la selezione dei cavalli per la caccia alla volpe; come
evoluzione della sella da caccia è nata quindi la monta all’Inglese. Attualmente è una disciplina olimpica che
prevede numerose specialità sia per difficoltà degli ostacoli in campo di gara che per la tipologia di gara a
tempo, con scambio del cavaliere etc. sulla disciplina del salto ostacoli numerose scuole si sono affermate
nel tempo, e le scuole di Pinerolo e Tor di Quinto furono le prime a dominare in campo internazionale nei
primi del secolo e fino agli anni 30 come Caprilli. A partire dagli anni 30 è invece la scuola di Hannover a
diventare dominante, mentre successivamente anche la scuola irlandese assumerà un ruolo molto importante
nel panorama internazionale)
Dressage (l’idea di questa disciplina è quella di portare alla completa fusione tra cavallo e cavaliere, si tratta
di una disciplina nella quale il cavaliere deve dimostrare completa padronanza nella gestione del cavallo ed
il cavallo rispondere a tutte le sollecitazioni del cavaliere. Tali sollecitazioni sono atte a far compiere al
cavallo non movimenti artificiali, ma naturali, insegnandogli a gestirli e compierli in maniera non pericolosa
come le piroette e i passi all’indietro. Nel dressage il cavallo viene dunque addestrato allo scopo di compiere
movimenti coordinati e controllati attraverso l’insegnamento di : distensione, scioltezza, permeabilità agli
aiuti, ubbidienza, ritmo ed impulso, oltre ad una corretta flessione del collo e della spina dorsale)
Concorso completo (il nome originale Military riferisce come inizialmente lo scopo di questa disciplina
fosse la formazione di cavalli per la cavalleria, volenterosi e capaci di superare ogni genere di ostacoli che si
incontrano in campagna. In 3 giorni consecutivi Three Day Event oppure in un solo giorno One Day event, i
concorrenti sono chiamati a una prova di dressage, a una di Fondo chiamata Cross-Country di 15-30km ed
una di concorso Ippico come il salto ostacoli. Sono richieste, quindi, versatilità, capacità e resistenza fisica
eccezionali, sia da parte del cavallo che del cavaliere)
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 8. Discipline ippiche non olimpiche
Attacchi (per molti impieghi l’uomo ha selezionato innumerevoli razze da tiro che possiamo suddividere in
tiro pesante, leggero e rapido/da corsa; superata la fase del traino animale, rimane oggi per il cavallo la
disciplina sportiva degli attacchi; tra queste possono essere menzionate le gare di tiro nelle categorie di
potenza che richiedono precisione e velocità. Gli attacchi basilari sono il tiro singolo o simmetrico come la
pariglia, a 4 o a 6)
Endurance (detta anche Fondo, è una disciplina equestre di velocità e resistenza che si pratica, su varie
distanze, in aperta campagna a contatto con la natura, normalmente si pratica su distanze che vanno dai
30km ai 160km intervallate da cancelli veterinari con il controllo dello stato fisico e di affaticamento del
cavallo. Si tende infatti a salvaguardare la salute dell’atleta principale che è il cavallo il quale va portato a
gareggiare dopo un accurato allenamento. Uno dei parametri che rivestono molta importanza nelle gare di
endurance sono i battiti cardiaci dell’animale che devono restare sotto certi limiti pena l’eliminazione. I
soggetti più predisposti al fondo sono i cavalli arabi che vengono indirizzati a questa disciplina quando
hanno raggiunto la piena maturità fisica)
Volteggio
Reining (o monta americana, si può definire una prova di dressage per l’equitazione western, il cavallo deve
eseguire correttamente una serie di figure previste dal patern o schema dimostrando addestramento,
elasticità, equilibrio. Sono previsti tutti quei movimenti che un buon cavallo deve compiere lavorando con il
bestiame senza dimostrare eccitazione, agitare la coda, aprire la bocca o scuotere la testa. Il cavaliere deve
avere il controllo del cavallo se non vuole incorrere nell’applicazione delle previste penalità, le mani devono
essere tenute discoste dalla sella ed è vietato ogni tipo di finimento costruttivo)
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 9. Discipline e specialità ippiche
- Riabilitazione
- Horseball
- Polo
- Monta da lavoro
- Turismo equestre-equitazione di campagna
- Scuola
- Equitazione americana
- Cutting (il cavaliere taglia la mandria con tranquillità senza spaventarla e dopo aver scelto il capo da
isolare lo spinge fuori mettendosi di fronte affinché impedisca il rientro. A questo punto il cavaliere lascia
completamente le redini e si aggrappa al pomo della sella lasciando il cavallo libero di agire
spontaneamente. Mentre il vitello, spinto dal suo istinto cerca di rientrare nella mandria, il cavallo, ben
addestrato punta l’animale ad orecchie basse cercando di ostacolarne ed addirittura prevenirne i tentativi di
rientro. Due minuti e mezzo è il tempo di solito assegnato ad ogni cavaliere per isolare il capo e dimostrare
l’abilità del proprio cavallo, aggiudicandosi un punteggio funzione della capacità del cavallo e della
determinazione del bovino a rientrare nella mandria)
- Pole bending (consiste nel percorrere nel minor tempo una serpentina fra sei paletti posizionati in linea
retta ad una distanza di 6,5 m l’uno dall’altro. Si parte in velocità per raggiungere il paletto più distante che
si aggira a mano sx, mentre il successivo viene aggirato a mano dx e così alternativamente fino al primo
paletto, aggirato il quale si prosegue nuovamente nello slalom. Dopo aver aggirato l’ultimo paletto, il
cavaliere lancia il cavallo di gran carriera verso la linea di arrivo; il tempo viene rilevato per mezzo di una
fotocellula. La prova mette in risalto oltre alle doti di velocità del cavallo, soprattutto la sua elasticità
precisione. L’abbattimento di ogni paletto comporta 5sec di penalità come pure la perdita del cappello,
mentre l’errore di percorso o l’eccessivo uso di frustino e speroni determinano la squalifica del cavaliere)
- Barrel racing (è una gara contro il tempo consistente nel portare a termine un percorso girando attorno a tre
barili posizionati ai vertici di un triangolo isoscele. La partenza avviene in velocità e, superata la start line, ci
si dirige verso il primo barile che si supera a mano sx, completata la volta il cavallo riaccelera per dirigersi
verso il secondo barile che viene superato a mano dx e quindi verso il terzo barile anch’esso superato a mno
dx per concludere poi la prova con una galoppata finale verso la linea del taguardo. L’abbattimento di un
barile comporta 5sec di penalità come pure la perdita del cappello, mentre l’errore di percorso o l’eccessivo
uso di frustino e speroni determinano la squalifica del cavaliere )
- Roping (gara a squadre consistente nel catturare con apposita corda un vitello, impiegando il minor tempo
possibile)
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 10. Scommesse sui cavalli
Le gare di galoppo e trotto prevedono la possibilità di scommessa, quindi di eventuale vincita; è attraverso il
sistema delle scommesse e dei montepremi delle corse che viene mantenuta gran parte dell’attività
lavorativa spettante ai driver, allenatori e proprietari di cavalli. Una parte delle quote scommesse viene
infatti trattenuta allo scopo di distribuirla tra i partecipanti alle gare. Le scommesse al totalizzatore nazionale
si effettuano presso ippodromi o agenzie ippiche, si scommette in ogni corsa e, fino a poco prima della corsa
non si conosce il possibile ammontare della vincita, stabilita via via che fluiscono nuove scommesse. A fine
gara la ripartizione delle vincite è proporzionale tra tutti i vincitori in rapporto a somma giocata e tipo di
scommessa effettuata. Così se si è scommesso 10 euro e la quotazione finale della propria scommessa è 40,
si riceve 4 volte la scommessa, cioè 40euro.
Le scommesse presso i picchetti degli allibratori-bookmakers si fanno presso gli allibratori negli ippodromi.
L’allibratore è colui che incita altri a scommettere definendo quante volte pagherà la somma scommessa,
oltre naturalmente al capitale scommesso. Quando l’allibratore indica ad esempio quota di 3 per un cavallo
vincente, significa che scommettendo 10 euro sulla vittoria di questo cavallo si riceveranno dall’allibratore
10 x 3 +10 quindi 40 euro. In tal caso si tratta di scommesse a quota fissa, poiché nel momento esatto in cui
si scommette, ci si basa sulla quotazione data dall’allibratore in quel momento. Le quote dell’allibratore
possono, infatti, anche cambiare durante l’accettazione al variare di quanto viene scommesso perché,
logicamente, l’allibratore le stabilisce in modo da sperare in un giusto guadagno. Ciascun scommettitore fa
riferimento dunque alla quotazione specifica in cui ha contratto la scommessa.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 11. Tipologie di razze equine
Razze di “Sangue”: razze leggere utilizzate per varie discipline sportive, tempo libero.
Razze “Pesanti”: usate in passato per il tiro pesante e riconvertite verso gli attacchi o la produzione della
carne
Razze “Pony”: razze equine di varia taglia ma comunque con altezza al garrese inferiore ai 147 cm.
Il Tipo morfologico=architettura somatica
Brachimorfo: tronco cilindrico sviluppato e arti brevi e tozzi
Mesomorfo: equilibrato sviluppo fra arti e tronco
Dolicomorfo: tronco tronco-conico allungato e arti lunghi e sottili
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 12. Cavallo Arabo
Di origine Arabia Saudita è una delle razze più antiche (reperti nei deserti arabi datati 3.000 a.C.), la nascita
della razza è leggendaria: si fa risalire a Re Salomone o, secondo tradizione popolare a Maometto. È stata la
prima ad essere selezionata a scopo “ludico” con il criterio della bellezza e dell’eleganza delle forme. È il
cavallo “vero e proprio” cioè da cui son derivate quasi tutte le altre razze. La statura non è elevata (150 cm),
è un tipo dolicomorfo o dolico-mesomorfo con tronco corto, testa piccola, profilo rettilineo, orecchie piccole
e appuntite e grandi occhi. E’ veloce, resistente e poco esigente con
attitudini al sella, tiro leggero rapido (carrozzette) e gare di Endurance.
I Tipi fondamentali sono:
1)Assil o Kocklani=arabo beduino
a) Kuhailan=resistenza
b) Siglavy=bellezza ed eleganza
c) Muniqi=velocitàedolicomorfismo
2) PSA=incrocio fra i tre principali ceppi Assil
3)Razza araba=comprende cavalli di origine incerta con ingerenza berbera, persiana, siriana e arabo-
egiziana
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 13. Cavallo Berbero
Origini: Algeria, Tunisia e Marocco (Barberia). Attualmente allevato in purezza presso popolazioni nomadi
del Nord Africa è a rischio di estinzione; gran parte della popolazione Berbera è stata infatti “insanguata”
con PSI o l’Arabo, la cui ingerenza iniziò fin dalle invasioni del Nord Africa da parte degli Arabi (VII
secolo).In Europa ha influenzato l’Andaluso ed il PSI, rappresenta il cavallo dei Tuareg (tribù nomade
guerriera del Nord Africa) usato in passato anche in Europa come cavallo da guerra. La statura non è elevata
(150 cm), è tipo mesomorfo con testa allungata, profilo rettilineo o convesso, collo muscoloso ed arcuato. E’
un cavallo veloce, resistente sia alle variazioni climatiche che alle malattie e tardivo (completa maturità a 6
anni)
con attitudine al sella.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 14. Cavallo Purosangue Inglese - Psi - Thoroughbred
Thoroughbred=allevato in purezza
Ha origine in Gran Bretagna a partire dal 1700. I fondatori di questa razza furono 3 stalloni di origine araba
(Darley Arabian), turca (Byerley Turk) e berbera (Godolphin Berb), anche se molti altri orientali usati
successivamente, su un gruppo di ca. 100 Royal Mares selezionate da cavalli locali migliorati con apporto di
“sangue” orientale. E’ stato selezionato per la corsa al galoppo o in ostacoli. Non molto omogeneo
morfologicamente, il PSI distingue 3 tipi morfologici:
Stayer: piccolo e raccolto, da fondo
Sprinter: alto e allungato, da galoppo
Intermedio: spalla inclinata e allungata, dorso breve e groppa obliqua, da corsa a ostacoli
Questa razza ha una statura elevata (160-170 cm), è un tipo dolicomorfo con testa piccola, profilo rettilineo
o leggermente concavo con attitudini alla velocità, al fondo, galoppo e alla corsa a ostacoli.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 15. Cavalli da Sella derivati da Purosangue Ingelese - Purosangue
Arabo
Hunter irladese: ottenuto da stallone PSI e fattrice irlandese da tiro (di cui è vietata l’esportazione proprio
per produrre questo “mezzosangue” da Sella)
Anglo arabo francese: Rappresenta il primo esempio di linea mista Anglo-Araba, creata in Francia a partire
dalla metà del 1800. Inizialmente il lavoro di incrocio si realizzò con 2 stalloni arabi e 3 fattrici PSI.
Requisito fondamentale per l’iscrizione allo Stud Book è almeno un 25% di PSA e non presenta razze
estranee nelle ultime 6 generazioni
Sella francese: derivante da cavalli PSI e utilizzati in incrocio su cavalli di razza Normanna. Ha fatto da
capostipite al trottatore francese. Allo Stud Book sono iscrivibili soggetti con padre PSI (33%), PSA (20%),
oltre che con padre Selle Français (45%)
Trakehner: Deriva da cavalli lituani con sangue orientale, arabi e PSI
Oldemburghese: Razza derivata dal Frisone con apporto di cavalli Spagnoli, Napoletani, Alglo-Arabi e PSI
Hannover: cavallo sportivo della Germania derivante da cavalli locali, PSI e trakehner
Holstein: cavallo sportivo della Germania derivante da cavalli da guerra medievali (tipo Great Horse) poi
utilizzati da artiglieria. Oggi divenuto cavallo sportivo per incrocio soprattutto con PSI
Svedese da Sella: Derivato da razze locali sottoposte a ripetuti incroci con Arabo, Andaluso, Hannover e
PSI. In passato cavallo militare, oggi da sella
Olandese a Sangue Caldo (Dutch Warmblood): Da razze olandesi (Gelderland e Groningen), PSI o razze da
sella Tedesche o Francesi
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 16. Cavalli Trottatori
Costituiscono praticamente un’unica razza anche se differenziata in vari ceppi con diversa origine sebbene
migliorati tutti in tempi successivi con il PSI. Esistono 3 ceppi: trottatore francese di origine normanna e
Norfolk, trottatore americano (standardbred) e hackney-trottatore inglese di origine Norfolk. Sono tutti di
tipo dolicomorfo, di statura medio-alta e dotati di velocità. La selezione funzionale ha unificato abbastanza
l’aspetto dei diversi ceppi di trotter caratterizzati da quarti posteriori più alti degli anteriori.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 17. Cavallo Andaluso
Originario della Spagna, deriva dal berbero; ha contribuito allo sviluppo di molte altre razze fra cui la
lipizzana, la holstein, la oldenburghese, la hackney, la quarter e la criollo. Di statura non elevata, di tipo
dolico- mesomorfo e con grande capacità di comprensione dei comandi.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 18. Cavallo Lusitano
Originario del Portogallo, deriva dall’andaluso e usato in passato per il traino leggero e gli scopi militari. Di
statura non elevata e tipo mesomorfo.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 19. Cavallo Lipizzano
Originario di Lipica (Slovenia al confine con l’Austria), deriva da cavalli sia arabi che andalusi e da fattrici
italiane importate in Austria. E’ un cavallo di statura non elevata e tipo meso-dolicomorfo.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 20. Quarter Horse
Deriva da cavalli sia inglesi che andalusi per selezione su gare veloci sul quarto di miglio; è un cavallo agile
e scattante per la gestione delle mandrie, oggi usato per il rodeo. E’ di statura medio-bassa e con una testa
corta e larga, collo orizzontale.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 21. Paint Horse
Originario degli USA, deriva dai cavalli sottratti dagli indiani ai conquistadores spagnoli. È ammessa la
paternità del PSI o del quarter horse per l’iscrizione al LG. E’ un tipo dolico-mesomorfo, di statura medio-
bassa, impiegato per sella o tiro leggero.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 22. Cavallo Appaloosa
Originario degli USA, deriva dai cavalli sottratti dai pellerossa ai conquistatori spagnoli. E’ di statura
medio-bassa con una pomellatura che compare con l’età. E’ impiegato per sella e/o da circo/parata.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini 23. Cavallo Criollo
Originario dell’Argentina, deriva da cavalli Andalusi e Berberi importati da Cristoforo Colombo in Sud
America. E’ di statura bassa, tipo mesomorfo. In passato cavallo “mandriano” dei gauchos, mentre oggi è un
cavallo da sella. Esistono varie denominazioni in Sud America: llanero in Venezuela, guajira in Colombia,
chileno in Cile e Salteni in Perù.
Denis Squizzato Sezione Appunti
Genetica e allevamento degli equini