Parto della cavalla
Il parto è il momento con cui termina il legame tra la madre e il feto, momento in cui poca prima dipendeva dalla madre e subito dopo dipenderà da se stesso. I neonati equini sono programmati a morire, perché a differenza di un vitello , che campa contro ogni legge della fisica, questi crepano anche se passa una farfalla, quindi le due tipologie di neonato si differenziano anche per questa resistenza all’ambiente esterno. Nel momento in cui nasce, inizia la sua vita extrauterina e di conseguenza deve da solo arrangiarsi a termoregolarsi , a nutrirsi e a muoversi. Il travaglio di parto della cavalla è imprevedibile e non programmabile (dipende dalla maturità fetale), di difficile gestione quando insorgono delle complicanze, in poche parole nel momento in cui inizia il parto non c’è tempo per agire e per questo motivo i parti devono essere monitorati (supervisione e a limite assistenza) per prevenire spiacevoli conseguenze a carico della madre o del neonato. È un evento rapido ed esclusivo, avviene prevalentemente di notte per motivi ormonali (come tutti gli erbivori), e i sintomi che indicano l’imminenza del parto sono assai variabili (ogni cavalla dal punto di vista emotivo e comportamentale è un pianeta a sé; gli arabi che sono molto emotivi, insanguati, nevrili, avranno un parto movimentano, mentre alcune trotter partoriscono mentre mangiano). Il neonato prematuro è di difficile gestione e cioè è morto se non viene ricoverato in una struttura di terapia intensiva (250-300 euro/giorno con ricovero minimo di 8 giorni). Le dimensioni del canale del parto della cavalla non sono quasi mai un problema a differenza dei bovini dove si parla molto spesso di macrosomia fetale, ossia il feto non è delle dimensioni idonee a transitare in quel canale; nella cavalla questo è rarissimo. L’altra caratteristica del puledro è che è tutto gambe, il torace del feto è profondo ed deve essere orientato nel canale perché se si obliqua si incastra. Se il feto non è operativo nel parto, il parto è distocico; per aiutare il puledro non bisogna appaiare le spalle in quanto occuperebbero maggior spazio bloccandosi, inoltre le suole del puledro devono guardare verso il basso. L’incidenza delle distocie è molto bassa circa il 2-10%, tuttavia è una delle più gravi emergenze in campo equino. Quando il feto è morto allora si deve intervenire con fetotomia perché mancando l’attività del feto, viene a mancare il 50% delle forze coinvolte in un parto fisiologico. Nel momento in cui inizia il parto, cominciano le contrazioni dell’utero, e la placenta che vi è adesa inizia a staccarsi, abbiamo un tempo limite entro il quale il puledro risulta ossigenato oltre il quale muore. Mentre la carucola della bovina resiste a lungo, la placenta come inizia a staccarsi un 15%, non c’è più ossigeno per la sopravvivenza fetale. Ci possono essere delle cause materne di distocia ossia quando l’addome non è in grado di contrarsi, tra queste la rottura di un tendine , ernie addominali, oppure più grave il distacco prematuro della placenta ossia con le prime contrazioni di travaglio la placenta si stacca in toto e viene chiamata Redbag che esce (in questa occasione si spacca la borsa e si tira fuori più velocemente possibile il puledro perché ci sono 3-4 minuti di autonomia). Ci sono altre cause materne come idrope degli invogli ossia si accumula troppo liquido fetale all’interno dell’addome e dell’utero, quindi l’utero è talmente disteso che non è più in grado di contrarsi, oppure ci sono dei traumi del canale del parto, tipo frattura del bacino alto che non consentono il transito fisiologico del feto, oppure l’utero non si contrae perché è inerte. Ci possono essere anche cause fetali, quindi malformazioni del feto, il feto che non si mette nella posizione corretta, malformazioni congenite, scarsa vitalità e morte fetale. La distocia è un’emergenza perché abbiamo solo 20-40 minuti dalla rottura delle acque per intervenire, l’utero si contrae, la placenta si stacca e di conseguenza si perde l’ossigenazione e se si protrae si perdono tutti i liquidi fetali quindi il fisiologico lubrificante che consente al feto di uscire. Inoltre se il feto resta a lungo incastrato nel canale del parto, possono esserci dei problemi di compressione del cordone ombelicale. Lo sviluppo fetale implica la crescita del feto che si pone all’interno dell’addome della cavalla in posizione diversa a seconda del momento della gravidanza. A 6 mesi non si vede se una cavalla è gravida, perché la dimensione del feto non ha dimensioni tali da modificare la conformazione addominale della cavalla stessa (all’8° mese è possibile osservare l’abbassamento del feto e dell’utero). Con l’avvicinarsi al parto la cavalla messa in gruppo tende a isolarsi, la mammella diventa edematosa, si sviluppa e si forma un edema piastrale nell’addome. I legamenti sacro-ischiatici si rilassano per consentire il passaggio del feto; la groppa tende ad affossarsi in parte al sacro. La vulva si rilassa e si può vedere un secreto mucoso che imbratta la coda in quanto si è liberato il tappo cervicale. Dalla punta dei capezzoli si può osservare il turgore delle vene, e si stacca un cilindretto di cera (wax) oltre il quale c’è la produzione di colostro e quindi l’ossitocina è in circolo. Per essere sicuri di essere vicini al parto si possono fare dei semplici accertamenti prendendo il secreto della mammella valutandone gli elettroliti (cartine tornasole per la durezza dell’acqua, al momento del parto cambia notevolmente la quantità di calcio con la produzione del colostro, il picco del calcio ci dice che siamo a 48 ore dal parto); un altro sistema di monitoraggio è quello di utilizzare dei dispositivi di allarme attaccati alla cappezza che mandano un segnale quando la cavalla si distende, il fascione con un’antenna, e il foro allerte posizionate nella vulva (i due magneti si allargano dalla fuoriuscita dei piedi e quindi suona).
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Dettagli appunto:
- Autore: Denis Squizzato
- Università: Università degli Studi di Padova
- Facoltà: Agraria
- Corso: Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali
- Esame: Genetica e allevamento degli equini
- Docente: Mantovani Roberto
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