Appunti sul testo "La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena pubblica in Italia: 1945/2005" di Edoardo Novelli. Negli appunti vengono trattati elementi quali la mediatizzazione della scena pubblica; la laicizzazione della società; la crisi dei partiti; la personalizzazione della leadership, la secolarizzazione delle ideologie; fine dei partiti; spettacolarizzazione della comunicazione e competizione mediatica.
La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena
pubblica in Italia: 1945/2005
di Anna Carla Russo
Appunti sul testo "La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di
scena pubblica in Italia: 1945/2005" di Edoardo Novelli. Negli appunti vengono
trattati elementi quali la mediatizzazione della scena pubblica; la laicizzazione
della società; la crisi dei partiti; la personalizzazione della leadership, la
secolarizzazione delle ideologie; fine dei partiti; spettacolarizzazione della
comunicazione e competizione mediatica.
Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa -
Napoli
Facoltà: Scienze della Comunicazione
Esame: Semiotica
Titolo del libro: La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione
politica e di scena pubblica in Italia: 1945/2005
Autore del libro: Novelli Edoardo
Editore: Rizzoli
Anno pubblicazione: 20061. Definizione di turbopolitica
Nel corso degli ultimi anni la scena pubblica e la comunicazione politica sono molto cambiati; il
cambiamento riguarda i tre attori classici della comunicazione politica ovvero le istituzioni politiche, i mass
media e il corpo elettorale, ma coinvolge anche la natura dei loro rapporti e della loro interazione.
Questi fenomeni si trovano in quelle società dove sono fortemente sviluppati il sistema dei media e
dell’informazione e dove si è verificato un indebolimento della partecipazione politica e delle forme di
rappresentanza.
Quindi la logica dei media, della politica e della pubblicità sono andate convergendo.
Nell’arco di poco più di cinquant’anni si è passati dalla supremazia della politica sulla comunicazione
all’attuale turbopolitica.
Anna Carla Russo Sezione Appunti
La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena 2. Effetti della turbopolitica
Per l’occasione delle elezioni del 1994 Telenorba, ossia il più grande network televisivo del Mezzogiorno,
lancia il programma La politica della gente dove tramite la televisione vengono selezionati dei candidati sul
modello delle elezioni primarie, le dieci puntate del programma consistono in una breve autopresentazione
degli aspiranti candidati che i telespettatori possono votare tramite telefono e posta, i nomi dei trenta
partecipanti più votati sono comunicati ai partiti e cinque di questi vengono realmente candidati e in
particolare Francesco Sorrentino, il concorrente con più voti, verrà eletto presidente della Provincia di Bari.
Nel 2001 in Argentina il programma The People’s Candidate prevede un vincitore tra sedici concorrenti che
verrà candidato alla nuova formazione del Partito del popolo per la camera bassa del Congresso del 2003 .
Negli Stati Uniti nel 2002 il Cable Channel Fox , televisione via cavo di Murdoch, annuncia il programma
American candidate per selezionare il candidato del popolo da presentare alle elezioni presidenziali
americane del 2004, per la selezione si deve compilare un questionario e presentare una petizione di
appoggio alla propria candidatura firmata da cinquanta sostenitori, cento candidati vengono scelti per il
programma e dopo due anni di prove e test di oratoria ne rimangono tre scelti dal pubblico; sempre negli
Stati Uniti nel 2004 la Hbo seleziona un gruppo di giovani fra i 24 e i 29 anni dove verrà individuato colui
che nel 2010 parteciperà alle elezioni presidenziali.
In Gran Bretagna nel 2004 questo stesso format è intitolato I vote for you ed è trasmesso dalla Itv , vengono
selezionati sessanta aspiranti politici ridotti tramite provini a sette sfidanti ufficiali; il programma è vinto da
un avvocato cinquantenne presentatosi con lo slogan “Faccio schifo e vincerò”, vince con l’80% delle
preferenze, ma è bocciato dagli elettori del collegio di Folkestone and Hythe.
Questi programmi testimoniano la contaminazione tra la politica i mass media; negli Stati Uniti Ross Perot
utilizza un popolare talk-show americano per lanciare nel 1992 la propria candidatura alle presidenziali
americane, ma questa consapevolezza è presente in tutti i candidati che si rendono conto di non poter essere
eletti Presidente degli Stati Uniti prescindendo dalla televisione.
La scena politica italiana rispetto a tanti anni fa presenta profondi mutamenti infatti sono cambiati i modi in
cui nascono i partiti, si strutturano, vivono, gli strumenti di dialogo e di comunicazione e i percorsi di
diffusione delle loro idee. Le organizzazioni, i militanti, i leader hanno subito radicali trasformazioni.
Un tempo i momenti centrali della politica erano i congressi, i comitati centrali, le riunioni di corrente, ma
oggi la scena pubblica è costruita intorno ad altri protagonisti e scandita da altri tempi e priorità.
La politica non ha saputo imporre al moderno sistema dell’informazione i propri ritmi e ha dovuto adeguarsi
accettando la scomparsa dei suoi organismi, ad esempio i congressi che prima erano un momento
fondamentale sono privati del momento del confronto tra le componenti interne divenendo un momento
spettacolare, anche il comizio da momento di comunicazione orale fra oratore e folla si è trasformato in
show costruito su tempi, ritmi e logiche della televisione; altri organismi della politica che non si sono
ridefiniti hanno perso la loro funzione scomparendo come ad esempio i comitati centrali o le assemblee di
corrente.
Il primo caso di autoriforma si ha negli anni’80 in cui l’Assemblea socialista si trasforma da organo politico
Anna Carla Russo Sezione Appunti
La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena a vetrina di partito e celebrazione della sua leadership, in quest’assemblea entrano cantanti, star, celebrità.
Eliminati i vecchi organismi altri ne stanno prendendo il posto come la “cabina di regia” che il centro-
sinistra cerca di creare nell’autunno del 2002 per elaborare la linea politica di un nuovo soggetto politico
unitario dell’opposizione istituito dal governo Berlusconi del 2003 e diretto da Fini; la vecchia conferenza
programmatica trasformata in “big talk” nel 2005 dalla Margherita.
Ci sono state trasformazioni anche riguardanti la comunicazione dei partiti cioè il loro modo di entrare in
contatto con la società e con gli elettori infatti i partiti hanno sviluppato il ruolo di mittenti nel mercato
dell’informazione.; l’adozione di linguaggi e modelli narrativi adeguati alle richieste dei media è proceduta
parallelamente alla mediatizzazione delle leadership e alla professionalizzazione della comunicazione
politica ossia l’utilizzo di professionisti esterni con competenze e tecniche specifiche.
La comunicazione prima pensata e realizzata in proprio dai partiti e poi diffusa d funzionari e militanti con
strumenti e canali dell’organizzazione, oggi è ideata e realizzata da professionisti esterni e diffusa attraverso
i media, per questo le campagne elettorali sono diventate una competizione tra principali candidati e agenzie
pubblicitarie.
Oggi conquistare l’attenzione della scena mediatica è una necessità e anche da ciò deriva la trasformazione
dei partiti moderni in strutture più leggere, comunication oriented, con cui i vecchi uffici stampa non
possono competere. I leader oggi sono al pari delle star i principali protagonisti della moderna scena
comunicativa.
Anna Carla Russo Sezione Appunti
La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena 3. Le cause della turbopolitica
Le cause della turbopolitica
All’origine di questi cambiamenti ci sono due grandi trasformazioni: la fine di una società caratterizzata da
scarsa mobilità sociale, forti appartenenze ideologiche e alta fedeltà elettorale; la crescita quantitativa e
qualitativa dei mass media.
In Italia la crisi del modello del partito di massa e la fine della stagione ideologica sono in atto verso la fine
degli anni ’70 dove la vita e i valori degli italiani sono regolati da grandi paradigmi ideologici. Sul piano
politico va declinando il partito di massa con il venir meno della militanza e degli apparati di organizzazione
tradizionali.
Negli anni’70 e ’80 in Italia si verifica un rapido sviluppo nel settore della comunicazione e
dell’informazione:la prima riforma della Rai nel 1975, l’esplosione dell’emittenza privata radiofonica e
televisiva,e nel 199. La seconda riforma nel settore radiotelevisivo ad opera della legge Mammì. In questi
quindici anni nel campo televisivo da due canali in bianco e nero di un monopolio Rai ad un sistema misto
con una televisione commerciale competitiva.
La conseguenza è la nascita di un “media-system” forte e potente, di un mercato dell’informazione, di una
scena pubblica mediatizzata.
I media e la televisione in particolare assumono un importante ruolo nella rappresentazione della realtà e
sempre più centrale risulta il ruolo della televisione come canale principale di contatto fra i partiti e gli
elettori.
La moltiplicazione degli strumenti di comunicazione e l’imporsi della televisione come medium principale
richiedono l’adeguamento della comunicazione di tutti i soggetti e in speciale modo di quelli pubblici e
istituzionali come i partiti.
Un altro elemento nel percorso di trasformazione della scena pubblica italiana sono le riforme del sistema
elettorale approvate all’inizio degli anni ’90: l’elezione diretta dei vertici delle amministrazioni locali apre la
strada ad un rapporto più diretto tra candidati ed elettori; nel 1994 il passaggio al sistema elettorale
maggioritario approvato tramite referendum permette che la vittoria delle elezioni politiche diventi una
specie di mandato popolare per la guida del paese; è come una tendenza al presidenzialismo che trova
conferma nella riforma della Costituzione, la devolution approvata dal governo Berlusconi nel 2005.
La principale conseguenza è lo spostamento di attenzione dal partito alla coalizione, ma soprattutto al leader.
Questo nuovo tipo di politica pone al centro della propria azione al comunicazione e la ricerca della
visibilità all’interno di un contesto mediatizzato, ossia è la nuova “turbopolitica”.
Anna Carla Russo Sezione Appunti
La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena 4. La comunicazione: dalla persuasione alla seduzione
L’imperative della turbopolitica è sedurre e seduttivi devono essere i leader che si conformano alle leggi
dell’elettronica e dell’estetica, seduttivo deve essere il linguaggio preso a prestito da pubblicità ed
entertainment e seduttiva deve essere la logica con cui i mass media, vincolati dalle logiche di mercato e
dall’audience, trattano l’informazione.
La comunicazione politica è sulla strada della seduzione, facilitata anche dal ruolo dei mezzi di
comunicazione, infatti per essere presenti all’interno del sistema di informazione è necessario che i soggetti
politici svolgano un ruolo attivo nel gioco della seduzione e dell’attrazione.
Questo cambiamento incide sul linguaggio, sulle finalità, sulle strategie e sull’organizzazione della politica
infatti prima comunicare era compito secondario dei partiti, oggi invece la comunicazione è la loro
principale attività.
La seduzione è diventata la strada più veloce ed efficace per ottenere il consenso.
Anna Carla Russo Sezione Appunti
La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena 5. Il linguaggio in campagna elettorale : i cattolici
Alla fine del 1947 in Vaticano si svolsero alcuni incontri fra papa Pio XII e Luigi Gedda, presidente
dell’Unione Uomini dell’Azione cattolica, che organizzarono una forza per intervenire nella campagna
elettorale.
Pio XII garantisce l’appoggio del Vaticano e suggerisce di inserire nella lista Gino Bartali data la sua
popolarità di sportivo noto per la sua religiosità e soprannominato il pedale di Dio, questo accadde perché il
papa era a conoscenza dei meccanismi della comunicazione e fu il primo pontefice ad utilizzare i mass
media perciò considerato papa delle comunicazioni di massa.
Sotto il suo pontificato l’Azione cattolica aveva dato vita all’Ente dello spettacolo che aveva portato nel
1942 alla realizzazione del film Pastor Angelicus ossia una documentazione sull’infanzia, gli studi e una
giornata di vita del pontefice; questo film rappresentò un mezzo di propaganda religiosa e nel 1948 diviene
un efficace strumento di propaganda elettorale portato in Italia da quattro carri-cinema che furono accolti
con entusiasmo e gratitudine.
Il suggerimento di candidare Bartali non è accettato da un apolitica che già gode di grande autorevolezza e il
ciclista si limita a firmare un manifesto elettorale del Comitato civico con altri ciclisti.
In quel periodo i leader dei partiti erano protagonisti di guerre, i padri della Costituzione e della Repubblica
italiana che non necessitavano della comunicazione in quanto la fama e la celebrità non erano necessari per
la legittimazione politica e lo spettacolo era considerato dannoso e da evitare e l’impiego di attori o
personaggi famosi era raro.
Nel 1960, in epoca televisiva Mario Scelba venne chiamato come Ministro dell’Interno ad inaugurare
Tribuna Elettorale e ribadisce la netta separazione tra politica e spettacolo.
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La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena 6. La propaganda politica : cattolicesimo e comunismo
Negli anni ‘40 e ‘50 in Italia la propaganda rappresenta due ideologie: cattolicesimo e comunismo che
ricorrono a temi e strumenti di forte impatto. Sul fronte anticomunista usavano come argomento anche la
religione infatti uno slogan annuncia all’elettore che nel segreto della cabina “Dio ti vede, Stalin non ti
vede”, la Chiesa si mobilita e alle elezioni del 1948 destina un gruppo di religiosi alla contropropaganda
politica , ossia i Frati volanti, anche la celebrazione religiosa della Madonna pellegrina diventa protagonista
dello scontro politico.
Politica e religione sono intersecati e alcuni comizi includono lo slogan “Sorgere e votare per la croce di
Cristo”.
Era diffusa l’idea che la propaganda potesse influenzare e condizionare gli atti, questa si affermò in base a
ricerche condotte all’inizio del ‘900 da studiosi del comportamento umano; infatti già i regimi totalitari
hanno usato molto la propaganda contribuendo a diffondere l’idea di un destinatario indifeso e impotente.
Questi sono denominati da Vance Packard i “persuasori occulti” che sono considerati capaci di avvalersi di
elementi psicologici, psicanalitici e di moderne tecniche di comunicazione.
Anche in Italia fin dalla fondazione dei Comitati civici vi è un Ufficio psicologico che colpisce gli elettori
condizionando le scelte. Il principio che guida quest’ufficio è la ricerca dello shock capace di procurare
emozione per cui i Comitati civici realizzano una comunicazione facendo leva sulla paura del pericolo
comunista giocando su affetti materni e paterni e che smuove autostima e orgoglio.
Per le elezioni del 1942 il Partito fascista aveva realizzato un manifesto contro l’astensionismo ossia un
grande manganello accompagnato dalla scritta “A chi non vota”. La differenza tra un regime autoritario e
uno democratico consiste nel fatto che la politica non può minacciare , ma deve convincere con motivazioni
più sofisticate della paura e la propaganda deve dare lo stimolo.
La Dc nel 1963 realizza una campagna “pensata scientificamente e cristianamente sofferta”.
In questi anni il fine della propaganda è persuadere gli elettori con una comunicazione ideologi cadi forte
impatto, infatti anche la propaganda della sinistra è costruita sulla contrapposizione tra bene e male,
sfruttatori e sfruttati, onesti e disonesti.
Il Fronte democratico popolare non ricerca lo shock ed è convinto che il compito della propaganda non sia
colpire i destinatari, ma fornirgli elementi per una crescita politica e culturale.
La propaganda elementare non agisce sulla ragione, ma direttamente sul sentimento e questa distinzione fra
propaganda emotiva e gridata che può solo suscitare un’adesione effimera e propaganda logica e ragionata
che promuove una crescita nella consapevolezza dei destinatari, confluisce nel secondo dopoguerra nella
cultura della sinistra italiana.
L’emotività e l’irrazionalità su cui farà leva la propaganda dei Comitati civici e della Dc sono ritenute dalla
sinistra caratteristiche adatte ad un’organizzazione di tipo religiosa, mentre la propaganda di
un’organizzazione politica si deve basare sul ragionamento e sulla razionalità.
Per alcuni anni la comunicazione della sinistra è segnata dall’intento pedagogico-illustrativo dove prevaleva
un visione di tipo moralistico del padrone rappresentato come ricco e il proletario rappresentato come
Anna Carla Russo Sezione Appunti
La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena povero; la satira anziché colpire deve rappresentare la realtà.
Questa visione della propaganda è supportata da alcune avanguardie artistiche che contrappongono
all’illustrazione popolare dei Comitati civici e della Dc discendenti dall’iconografia del fascismo, le
fotografie i fotomontaggi e lunghi testi esplicativi perché la parola è considerata il principale strumento di
comunicazione della politica; la parola non si deve contrarre in slogan o parole d’ordine, ma deve sviluppare
ragionamenti articolati ed esaustivi che possano conquistare la ragione e la coscienza degli elettori e
quest’uso della parola differisce da quello che ne fecero durante il fascismo dove il lessico doveva essere
banalizzato ed erano evitate complicanze nella comunicazione.
Quindi persuadere con l’emotività o il ragionamento sono due strategie opposte, ma rappresentano una
comunicazione politica che nei primi anni del dopoguerra cerca di persuadere l’elettore o con la violenza
delle immagini o con la forza delle argomentazioni.
La politica non comunica per sedurre ma per obbligare e non per convincere, ma per costringere.
Anna Carla Russo Sezione Appunti
La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena 7. La propaganda audiovisiva
Il compito degli audiovisivi è di persuadere, ma la forza del cinema non è usata dai partiti per sedurre ma
perché può concretizzare paure e ammonimenti; per il Pci la propaganda audiovisiva è efficace se propone
una rappresentazione realistica della realtà e quindi produce documentari, gli avversari ricorrono alla
commedia e alla satira che portano a parodie, recite, sketch con orchi rossi e comunisti disonesti.
Negli stati Uniti già da tempo sono adottati questi strumenti e durante le campagne elettorali i partiti
realizzano show con star, trasmettono spot che hanno il linguaggio pubblicitario. I cittadini che compaiono
nella serie “Eisenhower answer America” sono attori che pongono domande preparate al candidato, questi
spot e le “pillole di Ike” portano il candidato alla Presidenza degli Stati Uniti.
Anche in Italia le storie inventate e recitate risultano essere più efficaci per un pubblico abituato alla
narrativa popolare, però dalla finzione non si deve giungere ad una falsificazione della realtà come avviene
per la Mostra dell’aldilà organizzata nel 1953 dalla Dc per denunciare le condizioni di vita nei Paesi del
socialismo e fra le persone ritratte nei pannelli vengono riconosciute delle comparse.
La contro campagna comunista attacca la Dc afferma che se le foto sono false lo è anche chi le mostra,
sbugiardando il partito avversario pubblicamente.
Il Pci con le sue rappresentazioni realistiche caratterizzerà per molto tempo la produzione cinematografica
del partito, ma dopo la disfatta del 1948 ci sarà una revisione delle strategie comunicative e cambia così il
tono della propaganda, un segnale è la pubblicazione nel 1952 del manifesto “Settimo non rubare”, un
attacco contro il malgoverno democristiano. Ma la campagna del Pci più famosa è quella del 1953 contro la
legge truffa a cui si aggiunge l’invenzione linguistica e visiva dei forchettoni che attinge al linguaggio della
pubblicità riprendendo un’immagine della ditta Valsoldo in cui Turati assiste alla crocifissione di Mussolini
impugnando una forchetta con su scritto “internazionale socialista”.
Quindi i due maggior partiti si scontrano in una gara persuasoria finchè comprendono che bisogna cambiar
registro e tono.
I primi segnali si manifestano a partire dagli anni ’60 dove l’elettore non è più considerato bersaglio passivo.
In questo periodo nuovi stili di vita e modelli culturali e di consumo stanno cambiando l’Italia e il tono
persuasorio non funziona più; si afferma un diverso tono che si adegua alle esigenze e caratteristiche degli
elettori, per cui la Dc nel 1958 ricorrerà ad annunci a pagamento sui quotidiani.
I partiti denunciano una stanchezza dell’elettorato oppresso dalle attenzioni propagandistiche e sono
consapevoli dell’esistenza di un tipo di elettore che tende a respingere qualsiasi tentativo di convincimento.
Bisogna quindi dotarsi di strumenti che aggancino l’elettorato, ma l’idea di una comunicazione costruita su
esigenze e gusti del destinatario è ancora lontana però si inizia a comprendere che il destinatario non è
passivo.
Nel 1963 la Sezione stampa del Pci crea due nuove strutture per la comunicazione: l’Unitelefilm e Oggi in
Italia. La prima è una società si produzione e distribuzione cinematografica che deve garantire la
Anna Carla Russo Sezione Appunti
La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena circolazione di film sovietici e realizzati dal partito; la seconda è una stazione radiofonica che da Radio
Praga trasmette sul territorio italiano. Sempre di questo periodo è la creazione di un’agenzia di stampa, la
Parcomit che fornisce notizie ai principali quotidiani e organi d’informazione ed è un tentativo per gestire
direttamente le notizie riguardanti il partito.
Il Pci ricerca nuove forme e nuovi modi per entrare in contatto con gli elettori, ma continua a rimanere un
pedagogismo che individuava nella propaganda non un atto di persuasione, ma un’azione di convincimento
profonda e duratura; secondo Albe Steiner ossia l’ideatore dello stile grafico del Pci il cartellonista non si
deve adeguare al livello esistente, ma deve cercare di elevarlo arricchendo il campo delle conoscenze; la
pubblicità può basarsi sull’impressione, ma la propaganda deve indurre alla riflessione suscitando l’interesse
per uno specifico argomento e controbattendo la propaganda avversaria.
L’idea di utilizzare per un partito tecniche e strumenti della comunicazione pubblicitaria non viene accettata
a sinistra.
Nel 1963 l’elettore viene maggiormente considerato e la Dc consulta il motivazionali sta austriaco Ernest
Dichter il quale sosteneva che quello era il periodo della psicologia e che la vera lotta è quella per il
possesso delle menti degli uomini.
Secondo queste ricerche nell’inconscio dell’italiano medio la Dc era una madre appesantita dagli anni e
quindi nella campagna elettorale i democristiane cercarono di cancellare l’immagine della matrona di
Guareschi con una giovane fanciulla accompagnata dallo slogan “La Dc ha vent’anni”.
Questi sono i primi passaggi dalle tecniche di persuasione a quelle di seduzione; ma la Dc subisce un calo
elettorale del 4% che porta il partito a non aprirsi a nuovi strumenti di analisi e tecniche di comunicazione.
Ma il cambiamento di tono c’è e questo è confermato dal fatto che la Dc utilizza per alcuni filmati
propagandistici personaggi noti come nel 1964 Domenico Modugno che in Teatro quindici .Prova Modugno,
racconta una barzelletta antisovietica prima di cantare Libero.
Anche nel partito Msi si registrano cambiamenti infatti Ernesto Brivio candidato nel 1962 al Consiglio
comunale di Roma mette in atto una campagna imponente e originale.
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La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena 8. Divertire e sedurre: due aspetti della comunicazione politica
Nel 1967 Gianni Rodari evidenzia alcuni aspetti della moderna comunicazione politica ossia che la Tv
personalizza i problemi meglio della propaganda politica e questo si dovrebbe farlo anche per i problemi
politici, infatti discorsi e dichiarazioni sono noiosi, mentre i ricordi raccontati con semplicità sono più
interessanti e divertenti. Egli suggerisce di legare più programmi corti in uno lungo magari con qualche
annunciatrice carina.
All’interno del Pci, divertire e sedurre iniziano ad essere considerati due aspetti della comunicazione
politica.
Non è solo la televisione a cambiare la comunicazione politica, ma anche le contestazioni del ’68 che
sanciscono il passaggio per la comunicazione politica dal dominio della serietà a quello del divertimento. Il
manifesto diventa l’emblema della contestazione e viene trasformato; non si cerca più l’assenso, ma la
riflessione.
Sui muri compaiono slogan del tipo: “una risata vi seppellirà” o “vietato vietare”.
Le novità della propaganda politica sono i “gauchistes” , la violenza del linguaggio e delle immagini, uno
stile più aggressivo con parole forti, ma anche ironiche , fantasiose e surreali.
Si cercano forme comunicative efficaci che sappiano parlare ai giovani del post’68, la fogna significa anche
underground, sforzo di produrre una controcultura analoga, ma alternativa a quella di sinistra. Questa
contaminazione continua con l’appropriazione e l’utilizzo nei manifesti di destra di simboli del ’68.
Tutto ciò è l’inizio della deriva spettacolare che coinvolge anche la comunicazione politica, anche se in
questi anni la spettacolarizzazione del messaggio politico a discapito dei contenuti non è ancora totalmente
in atto, però ci si comincia ad adeguare a questo nuovo linguaggio.
Nel 1974 il Referendum sul divorzio permette di confrontare due modi di fare comunicazione politica: la Dc
usa toni cupi e fa leva sula paura delle persone, non mira a sedurre, ma ad intimorire.
Il Pci invece utilizza filmati di due minuti.
La novità è che i protagonisti degli appelli sono personaggi dello spettacolo come Gianni Morandi, Gigi
Proietti, Marcello Mastroianni o Pino Caruso che sottoforma di dialogo o monologo fanno vedere agli
italiani come tracciare la croce sul NO.
Il filmato che riscuote più successo è il più surreale ossia Gigi Proietti che annaffiando i fiori su una terrazza
recita il monosillabo NO in tono serio e drammatico.
Non tutti però apprezzano questo modo spettacolare di trasmettere il messaggio politico.
Per il referendum del 1974 il Psi produce un 45 giri divorzista con su un lato al canzone L’anniversario di
Domenico Modugno ritratto in copertina con la famiglia e sull’altro il discorso Cosa ne penso del divorzio
letto da Arnoldo Foà.
Anche in Italia la pubblicità aveva sempre usato testimonial come ad esempio Nicola Arigliano che saltava
sui tram in corsa, ma l’impiego dei testimonial in ambito politico è stato più lento perché i partiti riteneva
ciò causa del declino della propria titolarità, infatti il segretario del Pci Berlinguer sconsiglierà di utilizzare
Benigni per uno spot elettorale.
Anna Carla Russo Sezione Appunti
La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena Ma alla fine degli anni’70 quando la comunicazione politica deve sedurre i personaggi politici si mostrano
inadatti e solo in tempi più recenti il leader acquisirà l’”appeal” giusto per una comunicazione spettacolare e
seduttiva.
Una prima forma di testimonial erano stati gli artisti invitati dai Paesi dell’Est ad esibirsi in Italia.
Alla fine degli anni’70 i partiti iniziano ad inserire nelle proprie liste personalità che provengono dal mondo
dello spettacolo.
Di fronte all’accentuarsi della distanza tra politica ed elettori i partiti introducono mediatori simbolici come
Ettore Scola, Carlo Gravina, Giorgio Albertazzi, Renato Pozzetto e Bruno Lauzi che sono candidati alle
elezioni del 1979, in seguito questa lista si apre a sportivi e personaggi televisivi e nel 1987 addirittura a
pornostar.
Anna Carla Russo Sezione Appunti
La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena 9. La politica si orienta verso la “seduzione”
Dopo decenni di propaganda basata su forti ideologie, militanza di massa, la politica per risultare efficace
deve cambiare e orientarsi verso la “seduzione”.
Nell’Inghilterra di fine ’800 la politica non riusciva più a coinvolgere l’ampio corpo elettorale e gli
strumenti abitualmente usati quali i meeting, le letture, i club non riuscivano più a trascinare le masse; i
partiti si convinsero che bisognava “socializzare la politica” combinando politica e piacere, si crearono così
una serie di divertimenti “politici” come gli smoking-concert, social evening, garden parties, tea meeting e
così via; dove prevale l’aspetto sociale.
La politica unisce alla brevità un tono brillante ed umoristico ed è capace di intrattenere il pubblico presente.
I tratti della nuova comunicazione politica in Italia alla fine degli anni’70 sono la creazione di nuovi spazi
sociali, la commistione con lo spettacolo, l’accorciamento dei tempi della comunicazione e un registro
brillante; si sostituiscono alle piazze tradizionale le piazze elettroniche della televisione.
Fra il 1975 e il 1990 la Tv italiana passa dal monopolio ad un sistema misto pubblico-privato; nella Rai
l’informazione tende a spettacolarizzarsi e l’intrattenimento diventa la missione principale e la Tv di parola
diventa protagonista dello schermo.
Lo sviluppo dell’emittenza privata porta a diffondere nuovi modelli di consumo. La nascita degli spot
adottata anche dalla Rai porta alla diffusione di un nuovo linguaggio rapido, emotivo, spettacolare e
attraente.
Questa è la neo-Tv tarata sugli ascolti, con un flusso continuo dove la tv pedagogica si è trasformata in tv di
intrattenimento o di “trattenimento” dei telespettatori.
La politica si impossessa di questo nuovo linguaggio e cerca di intrattenere i propri interlocutori riducendo i
contenuti politici e curando più gli aspetti estetici; cioè esaltando il lato seduttivo della comunicazione a
discapito della componente ideologica.
L’adozione della politica dello spot rappresenta il passaggio da una comunicazione logico-persuasiva basata
sui contenuti ad una comunicazione emotivo-seduttiva basata sulle sensazioni e quindi il messaggio non
comunica più contenuti, ma emoziona.
I primi spot politici realizzati in Italia nei primi anni ’80 cercano di tradurre in immagini attraverso le
metafore, concetti e valori politici come l’onestà, la sicurezza e la competenza.
In seguito gli spot saranno mirati a suscitare emozioni come le immagini di una madre con il figlio che
giocano nudi che rappresentano lo spot del Pci per le elezioni regionali del 1985 che segnano l’ingresso del
nudo femminile nella comunicazione politica e dimostra la possibilità per i partiti di usare gli stessi
linguaggi degli spot.
Il filmato del 1987 della Dc “Forza Italia: fai vincere le cose che contano” mette in scena immagini simili a
quelle dello spot Barilla dove ci sono famiglie e vite felici.
La pubblicità televisiva obbliga a puntare sull’impatto delle immagini e della musica a discapito delle
parole, un cambiamento che a volte la politica non riesce a cogliere si limita a trasferire nel messaggio
pubblicitario i contenuti della politica.
Anna Carla Russo Sezione Appunti
La Turbopolitica, sessant'anni di comunicazione politica e di scena