In questi appunti vengono illustrate le delicate dinamiche scolastiche create dall'adolescenza: un'età difficile di fronte alla quale molti insegnanti si trovano impreparati. Quando poi alla crisi adolescenziale fisiologica si sommano problemi legati all'handicap, o alla patologia psichica, o a una superdotazione dell'allievo, occorrono interventi sinergici e mirati. Indispensabile compendio per superare l'esame di igiene mentale alla facoltà di Torino, oltre che per formarsi come insegnanti ed educatori in vista di un compito molto delicato.
Disagio adolescenziale e scuola
di Antonella Bastone
In questi appunti vengono illustrate le delicate dinamiche scolastiche create
dall'adolescenza: un'età difficile di fronte alla quale molti insegnanti si trovano
impreparati. Quando poi alla crisi adolescenziale fisiologica si sommano
problemi legati all'handicap, o alla patologia psichica, o a una superdotazione
dell'allievo, occorrono interventi sinergici e mirati. Indispensabile compendio
per superare l'esame di igiene mentale alla facoltà di Torino, oltre che per
formarsi come insegnanti ed educatori in vista di un compito molto delicato.
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Scienze della Formazione
Esame: Igiene mentale
Docente: Chiara Marocco Muttni
Titolo del libro: Disagio adolescenziale e scuola
Autore del libro: Chiara Marocco Muttini
Editore: Utet
Anno pubblicazione: 19971. L'insegnante di fronte all'adolescenza
L’insegnante in prima linea per affrontare la crisi dell’adolescente e possibile disagio (le difficoltà del
compito scolastico possono far emergere altre difficoltà), la scuola ha responsabilità d’intervento.
Per rafforzare la motivazione dell’insegnante: consapevolezza dei limiti precisi del suo campo d’intervento -
importanza della sua personalità (è modello d’identificazione e educatore).
Handicap: è svantaggio sociale, punto d’arrivo di situazioni diverse, il cui risultato può essere peggiorato per
incompetenza, incuria, limiti.
Necessità di una diagnosi funzionale estesa ad ogni forma di disadattamento perchè il recupero e
prevenzione dei problemi più gravi dipendono da valorizzazione delle potenzialità disponibili più che
dall’eliminazione dei danni/deficit già avvenuti.
È fondamentale l’incoraggiamento (Adler) = espressione di un rapporto interpersonale di fiducia, rispetto,
scambio, accettazione e integrazione, anziché assistenzialismo, poiché ogni persona (sana o malata) ha pari
dignità e ruolo sociale, stessi diritti/doveri, nei limiti delle possibilità individuali.
Antonella Bastone Sezione Appunti
Disagio adolescenziale e scuola 2. I compiti della scuola nella crisi adolescenziale
Crisi adolescenziale è crisi d’identità (Erikson): deriva da una situazione di cambiamento interno e
relazionale, a livello fisico e psicologico oltre a una difficoltà ad integrare nuove pulsioni, aspetti di sé,
capacità per costruire l’identità adulta.
Oggi mutazioni storiche, culturali, economiche: dilatazione dei t di durata dell’adolescenza, confusione di
ruoli, sfasamento della maturazione (maturazione psicologica ritardata rispetto a quella biologica).
Nella crisi adolescenziale vi sono due momenti: rapporto con il nuovo sé e rapporto con gli altri (l’ambiente
può essere facilitante o patogeno). La relazione è scambio, occasione di confronto, messa in discussione di
sé.
La scuola è matrice d’interscambio e interazione (l’aspetto relazionale è motore del processo educativo) - è
una delle agenzie che possono collaborare alla prevenzione del disagio psichico. La sua finalità è istruire -
educare (far acquisire gradualmente capacità di prestazioni intellettuali e comportamentali - apprendimento
di contenuti culturali, essenziali per inserimento sociale e adeguata comprensione della realtà).
Perciò necessità di un nuovo tipo d’insegnante: funzioni strumentali - disposizione a comprensione e
sostegno. Deve essere attento a motivazioni del conoscere, fenomeno transferale, dinamiche di gruppo,
caratteristiche psicologiche del singolo.
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Disagio adolescenziale e scuola 3. Ruoli dell’insegnante nella maturazione degli allievi
Personalità dell’insegnante fondamentale per maturazione degli allievi. Alcuni ostacoli al rapporto hanno
spesso origine dalla costituzione caratteriale dell’insegnante, l’immaturità del bambino suscita
nell’inconscio dell’insegnante risonanze emotive che possono riattivare fantasie, simbolizzazioni, aspetti
conflittuali e indurre: autoritarismo, idealizzazione, intellettualizzazione, spinte aggressive o sessuali, ansie,
insicurezze, permissivismo.
Necessità di:
- disponibilità agli altri, apertura, comprensione, cooperazione
- consapevolezza dei possibili errori insiti nei propri atteggiamenti
- conoscer ei processi che concorrono a strutturare la personalità individuale
- ristrutturare i modelli cognitivi che l’allievo non ha compiuto per situazione di svantaggio, carezze
ambientali; l’insegnante non si limita a trasmettere contenuti, interviene operativamente nella fase di
concettualizzazione - conoscere il ritardo dell’apprendimento nelle sue diverse cause (costituzionali,
socioculturali, psicoaffettive) perché l’assetto cognitivo è ancora modificabile in adolescenza
- sinergia tra operatori di diverse competenze
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Disagio adolescenziale e scuola 4. Difficoltà e disagio dell'insegnante di fronte agli allievi
Spesso l’insegnante sperimenta vissuti di insicurezza, inadeguatezza verso un impegno sproporzionato e non
calibrato sulla specifica preparazione. può assumere una funzione correttiva rispetto alle carenze familiari -
nella nostra società l’educazione è l’unico sostituto ai riti di passaggio che sancivano l’ingresso nella società
adulta.
Difficoltà:
- solitudine e isolamento di fronte alla classe, è l’unico a dover affrontare un gruppo, il rapporto è
triangolare (insegnante/allievo/classe), a volte le reazioni di un singolo sono comprensibili solo se si
considera lo sfondo classe. La preparazione in questo campo è carente, necessità di formazione permanente
per riparare alle insicurezze e ansia degli insegnanti
- tendenza al disimpegno: mancanza di vere motivazioni, il soggetto ha sostituito con una meta fittizia e
compensatoria la sua finalità autentica, alla base del disagio può esserci il confronto con situazioni
inadeguate rispetto alle aspettative
- carenza di preparazione rispetto ai nuovo compiti allargati
ne segue uno stato di frustrazione, messa in discussione dell’autostima che si riflette negativamente sul
rapporto per la necessità di essere modello positivo nella costituzione dell’identità dell’allievo. L’insegnante
con buona stima di sé, consapevolezza del suo compito, competenze e capacità di mettersi in discussione per
esigenze dell’altro, rispetto, si troverà a svolgere in modo positivo il suo compito.
Antonella Bastone Sezione Appunti
Disagio adolescenziale e scuola