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Indicatori di disagio in adolescenza


Si possono riscontrare già nella scuola materna: atteggiamenti d’inibizione nella relazione con adulto o compagni, rifiuto, chiusura, fobie, somatizzazioni, anche se il disagio non deriva mai da un solo evento causale.
Es.: mancato inserimento nella scuola materna da parte della madre: difficoltà nel processo di separazione, a volte anche favorita dalla madre stessa; si ostacola lo sviluppo dell’autonomia e sentimento sociale, il bambino resta dipendente, al servizio dell’affermazione materna, ostacolerà - tardi l’integrazione nel gruppo e il processo d’identificazione. Anche il rifiuto della scuola può essere una possibile perturbazione nei processi d’individuazione/separazione che devono condurre alla 1° socializzazione.
Gli interventi preventivi si collocano in ambito educativo: atteggiamenti pedagogici d’incoraggiamento, rassicurazione, flessibilità, coinvolgimento in attività di gruppo, fermezza.
Anche il calo del rendimento scolastico tardivo, preceduto da una buona capacità di apprendimento, è un segnale di rischio.
Con nascita del pensiero astratto: profonde trasformazioni nella rappresentazione di sé, percezione propria identità, visione del mondo. Il cambiamento apre nuove possibilità, ma può anche essere elemento destabilizzatore che trasmette incertezze, solitudine: necessità d’incoraggiamento da parte dell’insegnante, valorizzare le nuove capacità e indirizzarle ad un uso produttivo e non ripiegamento narcisistico.
L’insegnante può essere un rinforzo a costruzione dell’io, sicurezze, senso critico.
La scuola oggi deve assumere un ruolo - paterno che materno: imporre regole che aiutino a d’impadronirsi del senso del limite.

Tratto da DISAGIO ADOLESCENZIALE E SCUOLA di Antonella Bastone
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