Riassunto del testo "Saper vedere il cinema". Nel riassunto vengono ripresi i caratteri che stanno alla base della macchina cinematografica, oltre che le fasi di organizzazione che precedono la realizazione del film. Definizioni di piano, campo, inquadratura, raccordo, oltre al concetto di soggetto, scaletta, sonoro e mixaggio. Si parla inoltre di montaggio, scenografia e del rapporto tra attore e testo.
Storia e critica del cinema
di Gherardo Fabretti
Riassunto del testo "Saper vedere il cinema".Nel riassunto vengono ripresi i
caratteri che stanno alla base della macchina cinematografica, oltre che le fasi
di organizzazione che precedono la realizazione del film.
Università: Università degli Studi di Cagliari
Facoltà: Lettere e Filosofia
Esame: Storia e critica del cinema
Docente: Stefania Rimini
Titolo del libro: Saper vedere il cinema
Autore del libro: Antonio Costa
Editore: Bompiani
Anno pubblicazione: 19851. La fase progettuale del film
La prima informazione che possiamo ricavare riguarda la genesi del film da un punto di vista economico:
troviamo il marchio della società di distribuzione e il nome delle due società produttrici. Quando il film è il
risultato di una coproduzione internazionale, accade spesso perché tale soluzione permette di utilizzare le
facilitazioni a favore delle produzioni nazionali previste dalla legislazione cinematografica dei due (o più)
paesi interessati.
Soggetto e scenografia.
Segue poi la genesi artistica del film. Esso può essere frutto ispirato ad un'opera letteraria, teatrale o
musicale, oppure totalmente originale. In ogni caso si parte dal soggetto, che tratta in alcune pagine la trama
e l'idea di base del film, e sulla base del quale si inizia a costruire il progetto finanziario. Troviamo poi i
nomi degli attori che hanno il ruolo di protagonisti: la grandezza dei nomi, l'ordine di successione, la
formula con cui sono introdotti sono regolati per contratto tra gli attori e la produzione e dipendono dalla
loro quotazione sul mercato, dalla loro forza contrattuale o dalla bravura del loro agente. Segue la
scenografia. Lo scenografo non sempre deve progettare e realizzare scenografie ma può limitarsi alla scelta
e all'adattamento di spazi e ambienti preesistenti. Il costumista, invece, ha l'importante lavoro di scegliere e
reperire gli abiti dei protagonisti. Infine abbiamo il trucco. Questi tre elementi costituiscono la parte
profilmica del lavoro.
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Storia e critica del cinema 2. L'organizzazioneper la realizzazione del film
Le due funzioni fondamentali per quanto riguarda la forma visiva finale del film sono invece la fotografia e
il montaggio. Il direttore della fotografia (in francese chef operateur, in inglese first cameraman) è il
responsabile dell'illuminazione della scena in funzione della resa fotografica delle riprese. Il montatore cura
la messa a punto della copia finale del film e organizza gli spezzoni giornalieri delle riprese. La parte sonora
del film coinvolge la musica e dunque la direzione musicale ma anche altri elementi e figure: il fonico, che
controlla la qualità della registrazione e cura la sincronizzazione delle immagini con i suoni, nonché gli
aspetti tecnici del doppiaggio e del mixaggio; il microfonista che deve regolare la posizione dei microfoni in
relazione alle esigenze di registrazione facendoli tuttavia restare invisibili; il doppiatore.
L'organizzazione
Un lavoro così complesso come la realizzazione di un film richiede una organizzazione ferrea, sia per
garantire la qualità dei risultati sia per rispettare i piani di lavorazione. Ecco entrare in gioco il direttore di
produzione, che è il responsabile della messa in funzione materiale della macchina del film, mettendo a
punto il piano di lavorazione e curandone poi la sua attuazione pratica; l'organizzatore generale detto anche
produttore esecutivo che cura l'aspetto finanziaro e la segretaria di edizione o script – girl che tiene il diario
di bordo del lavoro cinematografico, annotando anche i più piccoli dettagli. Infine il fotografo di scena, che
sceglie le inquadrature e le scene per il lancio pubblicitario e l'addetto stampa.
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Storia e critica del cinema 3. La figura del regista
Manca a questo lungo elenco il regista. La parola regista, come la parola regia, si sono affermate negli anni
'30 con l'avallo di un illustre linguista, Bruno Migliorini. La storia delle parole serve spesso a cogliere
problemi che non sono solo linguistici. Il fatto che nella nostra lingua si sia impiegato tanto tempo per
trovare una parola sufficientemente chiara e pratica per definire una funzione può voler dire prima di tutto
che tale funzione non era chiaramente affermata e riconosciuta. Se in un film si vuol far capire che un
personaggio fa di mestiere il regista, il modo più rapido ed efficace consiste nel mostrarlo a fianco di una
cinepresa mentre impartisce in modo esagitato e con l'aiuto di un megafono ordini come azione, motore e
stop. L'affermazione di Truffaut in Effetto notte secondo la quale un regista è un uomo al quale vengono
poste in continuazione domande su tutto è perfetta per identificare l'uomo verso il quale converge tutto il
lavoro del set. Un buon regista è colui il quale è in grado di finalizzare i mezzi a disposizione per
raggiungere un obiettivo comunicativo ed espressivo; non sempre un ricco budget è garanzia di un buon film
e viceversa.
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Storia e critica del cinema 4. Il Soggetto di un film
Il processo di produzione di un film passa attraverso la capacità di dominio e controllo di diverse tecniche
dotate di un maggiore o minore grado di specificità. Alcune appartengono alla sfera cinematografica in
senso stretto (ripresa, montaggio), altre sono comuni anche ad altre attività artistiche (scenografia,
recitazione). In genere prima di arrivare alla sceneggiatura la progettazione del film conosce varie tappe:
soggetto, trattamento, scaletta e solo dopo sceneggiatura. Nel mondo del cinema, il soggetto è un breve
racconto che illustra a grandi linee la trama (più propriamente detta "sinossi" o "sinopsi") di un film (già
realizzato o ancora da realizzare). Può essere originale o adattato da un altro soggetto esistente. Il lungo
processo di produzione di un film inizia di solito con un'idea, una semplice intuizione. La lunghezza del
soggetto non dovrebbe mai essere eccessiva, e solitamente va dalle tre alle dieci cartelle dattiloscritte. Lo
scopo principale, infatti, è quello di suscitare l'interesse di un produttore, ed è quindi consigliabile evitare
dettagli inutili (in pratica, si cerca di limitare il rischio che un singolo dettaglio possa far cestinare il
soggetto). Nel caso il produttore trovi l'idea meritevole di essere sviluppata ulteriormente, si procede a
realizzare un elenco delle scene.
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Storia e critica del cinema 5. L'approfondimento del soggetto : il trattamento
Il trattamento è uno dei passaggi intermedi tra il soggetto e la sceneggiatura e consiste nell'approfondire e
ampliare in una forma narrativa simile al racconto il soggetto iniziale; è il materiale che poi lavorato dagli
sceneggiatori diventerà la sceneggiatura finale. Il trattamento è un copione cinematografico in prosa che
coinvolge la fase precedente alla scrittura del film. Racconta la storia, perciò è importante avere un senso di
direzione; seguire una linea narrativa chiara. Tra i suggerimenti proposti da Age va preferibilmente scritto in
terza persona; anche se può essere utilizzata la prima persona sempre che il raccontato sia in forma di
memorie o di diario. Il tempo usato di solito è il presente indicativo. La sinossi narrativa ha una lunghezza
variabile ma generalmente corrisponde a due terzi della sceneggiatura finale, perciò oscilla intorno alle 40
cartelle, anche se autori come Pamela Douglas o Syd Field considerano la lunghezza ideale in torno a
quattro pagine massime. In queste pagine vengono sviluppate in particolare le caratteristiche fisiche e
psicologiche dei personaggi, anche attraverso un abbozzo dei dialoghi, gli ambienti e i meccanismi che
muovono la vicenda. In genere il rapporto tra questo testo e il film è sostanzialmente lineare. Più chiaro e
dettagliato sarà il trattamento più diventerà semplice la scrittura della sceneggiatura. Nel caso che un film si
ispiri a libro, il trattamento è strettamente collegato a questo con le modifiche che poi l'autore farà per farlo
diventare un racconto cinematografico.
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