Appunti sul testo "Geografia umana". Viene definito il concetto di geografia, considerata spesso come la scienza dello spazio, ossia la disciplina che si occupa dell’utilizzo dello spazio terrestre. La geografia potrebbe essere meglio definita lo studio della variazione spaziale, del perché gli elementi fisici e culturali differiscono da luogo a luogo sulla superficie terrestre. Oltre a ciò viene considerata l'evoluzione della materia dalle origini fino ad oggi, lo studio dei geografi e la relazione della geografia con lo spazio.
I concetti chiave della geografia
di Gabriella Galbiati
Appunti sul testo "Geografia umana". Viene definito il concetto di geografia,
considerata spesso come la scienza dello spazio, ossia la disciplina che si
occupa dell’utilizzo dello spazio terrestre. La geografia potrebbe essere meglio
definita lo studio della variazione spaziale, del perché gli elementi fisici e
culturali differiscono da luogo a luogo sulla superficie terrestre. Oltre a ciò viene
considerata l'evoluzione della materia dalle origini fino ad oggi, lo studio dei
geografi e la relazione della geografia con lo spazio.
Università: Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"
Facoltà: Lettere e Filosofia
Esame: Geografia del mediterraneo
Docente: Fabio Amato
Titolo del libro: Geografia umana
Autore del libro: J. Fellman - A. Getis
Editore: McGraw-Hill1. Definizione di geografia
Il quesito fondamentale che il geologo si pone è: “Il fatto che un fenomeno o gruppi di fenomeni si
presentino in certi luoghi piuttosto che in certi altri, fa differenza?”. Se infatti la risposta al quesito è
positiva, ecco che si desta l’interesse del geografo e la ricerca geografica risulta pertinente.
La geografia è considerata spesso la scienza dello spazio, ossia la disciplina che si occupa dell’utilizzo dello
spazio terrestre.
La geografia potrebbe essere meglio definita lo studio della variazione spaziale, del perché gli elementi fisici
e culturali differiscono da luogo a luogo sulla superficie terrestre. La geografia studia inoltre il modo in cui i
modelli spaziali osservabili si sono evoluti nel corso del tempo. La geografia, dunque, concerne lo spazio e
ciò che in esso agisce.
I Greci antichi per primi formalizzarono questa disciplina. Si ritiene che il nome “geografia” sia stato
coniato oltre 2220anni fa dallo scienziato greco Eratostene per l’unione delle parole ghe, “Terra”, e
graphein, “scrivere”. Fin dalle origini il termine poneva l’accento sia sulla struttura fisica della Terra sia
sulla natura e le attività dei popoli che abitavano le diverse regioni del mondo conosciuto. Secondo
Strabone, il compito della geografia era “descrivere le molteplici parti del mondo abitato… la ripartizione
dei vari Paesi [e] illustrare le differenze tra essi”.
I geografi greci (e, più tardi, romani) misurarono la Terra, idearono il reticolato geografico di meridiani e
paralleli (che indicano le longitudini e le latitudini), e su di esso tracciano mappe straordinariamente
sofisticate del mondo da loro conosciuto. Essi esaminarono anche le variazioni climatiche, descrissero i
sistemi fluviali, studiarono le cause dell’erosione e i modelli di sedimentazione, citarono i pericoli della
deforestazione, descrissero le variazioni regionali nel paesaggio naturale e rilevarono le conseguenze
dell’eccessivo sfruttamento ambientale.
Gabriella Galbiati Sezione Appunti
I concetti chiave della geografia 2. Le origini della geografia come studio fondato
Nel XVII secolo, la geografia fu sin da principio riconosciuta un studio integrato fondato. I primi ambiti di
interesse furono i modelli e i processi del paesaggio fisico, accompagnati dallo studio degli esseri umani
come parte della differenziazione terrestre da un luogo all’altro. Alla fine del XVIII secolo, il rapido
sviluppo di geologia, botanica, zoologia e altre scienze naturali consolidò la ricerca geografica regionale e
incrementò la consapevolezza, sia fra gli eruditi sia fra i profani. L’accurata determinazione della latitudine
e della longitudine e la mappatura della Terra su base scientifica resero più affidabili e completi i riferimenti
delle informazioni geografiche.
Durante il XIX secolo, i censimenti nazionali, le statiche sul commercio e gli studi etnografici fornirono basi
più solide alla ricerca geografica e, alla fine dell’Ottocento, la geografia era diventata una disciplina
indipendente e apprezzata nelle università di tutta Europa e nelle altre parti del mondo dove si seguivano i
modelli accademici europei.
La geografia è caratterizzata da tre interessi principali.
Il primo è la variazione locale dei fenomeni fisici e umani sulla superficie terrestre: la geografia esamina i
rapporti tra le società umane e gli ambienti naturali che esse occupano e modificano.
Il secondo è un’attenzione verso i sistemi spaziali che collegano i fenomeni fisici e le attività umane di
un’area della Terra con quelli di altre aree.
Insieme, questi interessi conducono a un terzo tema costante, ossia l’analisi regionale: la geografia studia
infatti le relazioni ecologiche fra uomo e ambiente e i sistemi spaziali in specifici ambiti ubicativi.
Per alcuni, le regioni di interesse possono risultare ampie – l’Asia sud-orientale o l’America Latina, per
esempio – mentre altri possono concentrarsi su aree di dimensioni minori diversamente definite, come la
Francia alpina.
Altri geografi scelgono di identificare particolari classi di fenomeni per studi specialistici: definiti geografi
sistematici, essi possono concentrarsi su uno o pochi aspetti correlati dell’ambiente fisico, oppure delle
popolazioni e società umane. La geografia fisica rivolge la sua attenzione al versante fisico del rapporto
uomo-ambiente: si interessa delle forme fisiche della Terra e della loro distribuzione, di condizioni
atmosferiche e modelli climatici, della combinazione dei suoli o di tipi di vegetazione e ecc. L’altra branca
sistemica della geografia è la geografia umana. Essa si occupa del mondo come esso è e come potrebbe
essere. Il suo ambito specifico di interesse è quello degli esseri umani: dove si trovano, quali sono le loro
caratteristiche, in che modo interagiscono nello spazio, quali tipi di paesaggi antropici costruiscono nei
paesaggi naturali che occupano. Qui, il contenuto della geografia umana offre la possibilità di integrare tutte
le scienze sociali.
Gabriella Galbiati Sezione Appunti
I concetti chiave della geografia 3. Il concetto di spazio per il geografo
Per il geografo, lo spazio implica l’estensione dell’area geografica e può essere inteso in senso sia assoluto
che relativo. Lo spazio assoluto è oggettivamente e fisicamente definito, ha un’estensione misurabile e dei
confini determinabili. In questo senso, lo spazio è fondamentale per i rapporti areali tra le caratteristiche
fisiche o culturali sulla superficie terrestre ed è fondamentale per interessi geografici come la redazione di
carte, l’analisi delle distribuzioni e la conduzione dell’analisi spaziale dei modelli ubicativi. Lo spazio
relativo è percepibile, ma non sempre oggettivamente determinabile; e comunque è variabile nel corso del
tempo. In tale ottica, lo spazio relativo può essere visto come un prodotto sociale, che riflette le attività e le
interrelazioni tra di esse.
Per il geografo umano, i concetti di luogo e spazio vanno a braccetto. Se nel senso comune luogo è sinonimo
di ubicazione, in geografia umana fa riferimento agli attributi e ai valori che ciascuno di noi associa a
un’ubicazione. La nostra città e il nostro quartiere, l’università che frequentiamo e così via. Le
caratteristiche e la cultura dei luoghi plasmano la vita e le opinioni di coloro che li abitano sulla base di
modelli socioeconomici del mondo. I punti di vista, il comportamento normativo, le credenze religiose e
culturali e lo stile di vita assimilati ed espressi da un americano buono, di classe media e di periferia sono
senza dubbio molto diversi da giudizi, convenzioni culturali e aspettative di un giovane disoccupato
residente a Bagdad o nei bassifondi del Cairo.
I geografi utilizzano il termine spaziale come un aggettivo essenziale nella formulazione dei loro quesiti e
nella formazione dei concetti: la geografia è una scienza spaziale. Si occupa del comportamento spaziale dei
popoli, dei rapporti spaziali che si osservano fra i luoghi della superficie terrestre e dei processi spaziali atti
a creare o mantenere tali comportamenti e rapporti. La parola spaziale deriva da spazio e, per i geografi,
comporta sempre l’idea del modo in cui gli elementi sono distribuiti, il modo in cui si verificano i
movimenti e il modo in cui i processi agiscono su tutta o parte della superficie terrestre.
L’ubicazione, la direzione e la distanza rappresentano i modi in cui comunemente valutiamo lo spazio che ci
circonda e identifichiamo la nostra posizione rispetto ad altri luoghi.
L’ubicazione dei luoghi e degli oggetti costituisce il punto di partenza di qualsiasi studio geografico, e anche
di qualsiasi nostro personale movimento o azione.
L’ubicazione assoluta consiste nell’identificazione del luogo sulla base di un sistema preciso e riconosciuto
di coordinate. Esistono molteplici sistemi riconosciuti per localizzare le posizioni. Uno di essi è il reticolato
geografico di meridiani e paralleli, tramite il quale è possibile descrivere l’ubicazione assoluta di qualsiasi
punto in termini di gradi, minuti e secondi di longitudine e latitudine.
L’ubicazione relativa è la posizione di un luogo in relazione a quella di altri luoghi o attività. Essa può avere
implicazioni sociali ed economiche.
Per questi due modi diversi di considerare l’ubicazione, si opera una distinzione tra sito e situazione di un
luogo.
Gabriella Galbiati Sezione Appunti
I concetti chiave della geografia 4. Il concetto di ubicazione degli elementi in un luogo
Il sito, un concetto di ubicazione assoluta, fa riferimento alle caratteristiche e agli attributi fisici e culturali
del luogo stesso. È più di un’ubicazione matematica, giacché suggerisce qualcosa riguardo alle
caratteristiche interne del luogo.
La situazione, invece, fa riferimento alle relazioni esterne di un luogo. È un’espressione di ubicazione
relativa con particolare riferimento agli elementi significativi del luogo in questione, quanto alla sua
relazione con altri luoghi.
La direzione assoluta si basa sui punti cardinali del nord, sud, est e ovest. Essi appaiono in modo uniforme e
indipendente in tutte le culture, essendo derivati dai fatti della cultura. Spesso facciamo uso di direzioni
relative o relazionali. Questi riferimenti direzionali sono culturalmente fondati e variabili per ubicazione,
nonostante si basino sui punti cardinali.
La distanza associa l’ubicazione e la direzione. La distanza assoluta si riferisce alla separazione spaziale tra
due punti sulla superficie terrestre, misurata secondo unità standard convenzionati, come i chilometri e i
metri. La distanza relativa trasforma queste misurazioni lineari in altre unità più significative per il rapporto
spaziale in questione.
Le caratteristiche fisiche connotano aspetti naturali del luogo, come il clima e il suolo, la presenza o
l’assenza di fonti idriche e risorse minerarie, le caratteristiche del terreno e simili. Tali caratteristiche del
paesaggio naturale rappresentano il contesto all’interno del quale si svolge l’azione umana. Essi formano il
modo di vivere degli individui.
Le manifestazioni dell’attività umana è costituita dal paesaggio culturale; anch’esso esiste su scale e livelli
di visibilità differenti.
Per quanto riguarda il problema dell’interazione spaziale, il geografo Tobler molti anni fa formulò quella
che chiamò “la prima legge della geografia”, secondo cui “ogni cosa è correlata a ogni altra cosa, ma le cose
vicine sono più correlate tra di loro di quelle lontane”. In base a questa legge, perciò, l’interazione tra i
luoghi dovrebbe perdere in intensità e frequenza all’aumentare della distanza tra di essi.
Gabriella Galbiati Sezione Appunti
I concetti chiave della geografia 5. La distribuzione spaziale degli elementi
Invece, la disposizione degli elementi sulla superficie terrestre prende il nome di distribuzione spaziale e
può essere analizzata sulla base degli aspetti comuni a tutte le distribuzioni spaziali: densità, dispersione e
modello di distribuzione.
La misura del numero o della quantità di qualsivoglia elemento all’interno di una determinata unità areale
rappresenta la sua densità. Essa è un computo di elementi in relazione allo spazio nel quale si trovano. La
densità fisiologica, per esempio, è la misura del numero di persone per unità di superficie di terreno
coltivabile.
La dispersione (o, al suo opposto, la concentrazione) rappresenta il livello di diffusione di un fenomeno su
un’area: non dà informazioni sul numero di elementi, ma su quanto distanti essi sono.
La disposizione geometrica degli oggetti nello spazio assume il nome di modello di distribuzione. Come la
dispersione, anche il modello di distribuzione fa riferimento alla presenza nello spazio, ponendo tuttavia
l’accento sulla disposizione degli elementi piuttosto che sulla distanza tra essi.
Le regioni sono espedienti artificiali, sintesi spaziali atte a mettere ordine nell’infinita varietà della
superficie terrestre.
Le regioni possono essere formali, funzionali o di percezione. Una regione formale o uniforme è
caratterizzata da un’essenziale uniformità di una o di un certo numero di caratteristiche fisiche o culturali,
oppure politiche.
La regione funzionale o nodale, al contrario, può essere visualizzata come un sistema spaziale.
Le regioni percettive sono meno rigorosamente strutturate rispetto alle regioni formali e funzionali ideate dai
geografi. Dato che riflettono sensazioni e immagini anziché dati oggettivi.
Gabriella Galbiati Sezione Appunti
I concetti chiave della geografia 6. Le caratteristiche delle carte geografiche
Poiché la carta geografica è una versione molto ridotta della realtà che riassume, essa tende a generalizzare i
dati che riporta. La scala, ossia il rapporto tra le dimensioni o l’entità di un fenomeno sulla carta geografica
e lo stesso elemento sulla superficie terrestre, fornisce una misura di tale generalizzazione. Minore è la scala
di una carta geografica, maggiore è l’area geografica che copre e più generalizzati i dati che descrive.
Maggiore è la scala, minore è l’area geografica rappresentata e con più accuratezza può essere rappresentato
il suo contenuto.
Più ampia è la superficie terrestre riprodotta sulla carta geografica, maggiore è la distorsione della
rappresentazione.
Il motivo è che la carta geografica deve rappresentare la superficie curva del pianeta Terra, che è
tridimensionale, su un foglio di carta bidimensionale. Il termine proiezione cartografica indica il metodo
scelto per rappresentare la superficie curva della Terra con una carta geografica in piano. Siccome una
rappresentazione assolutamente precisa è impossibile, tutte le proiezioni inevitabilmente distorcono la realtà.
I punti chiave di riferimento del sistema a reticolo sono il Polo Nord, il Polo Sud e l’Equatore, che sono dati
in natura, e il primo meridiano, che invece è stato stabilito dai cartografi per via convenzionale (è il
meridiano di Greenwich, così detto perché passa dall’osservatorio sito nell’omonimo sobborgo di Londra).
Poiché un cerchio di 360 gradi, la distanza tra i poli è di 180 gradi, mentre tra l’Equatore e ciascun polo è di
90 gradi. La latitudine misura la distanza a nord e a sud dell’Equatore (0°), e i paralleli di latitudine sono
tracciati in direzione est-ovest. La longitudine è la distanza angolare a est o a ovest dal primo meridiano ed è
rappresentata da linee che vanno da nord a sud chiamate meridiani, le quali convergono ai poli. Le proprietà
del reticolato geografico che il cartografo cerca di mantenere e che l’utente dovrebbe tenere presenti sono le
seguenti.
1. Tutti i meridiani hanno pari lunghezza; la lunghezza di ciascuno di essi è pari alla metà della lunghezza
dell’Equatore.
2. Tutti i meridiani convergono ai poli e sono vere e proprie linee che vanno da nord a sud.
3. Tutte le linee di latitudine (paralleli) sono parallele all’Equatore e fra loro.
4. La lunghezza dei paralleli diminuisce man mano che si avvicinano ai poli.
5. I meridiani e i paralleli si intersecano ad angolo retto.
6. La scala sulla superficie della sfera terrestre è la stessa in ogni direzione.
Le carte geografiche generiche, ovvero di riferimento di ubicazione, costituiscono un’ampia tipologia di
carte geografiche familiari a ciascuno di noi; esse si prefiggono il semplice obiettivo di mostrare, senza
analisi o interpretazione, una grande varietà di caratteristiche naturali o prodotte dall’uomo, come le carte
stradali o le piante di città. Dalla fine del XVIII secolo, furono redatte anche le carte tematiche.
Carta tematica è un termine generico che si applica a una carta in qualsiasi scala che presenti una specifica
distribuzione spaziale o dati di un unico tipo, ossia che presenti un tema in forma grafica.
Le carte tematiche possono essere sia qualitative che quantitative. Lo scopo principale della prima è
rappresentare la distribuzione di una particolare tipologia di informazioni. Le carte tematiche quantitative,
invece, rappresentano la dimensione spaziale dei dati numerici. Di solito, viene scelta un’unica variabile,
come la popolazione o la produzione annua di grano, e la carta geografica mostra la variazione di quella
caratteristica da luogo a luogo.
Gabriella Galbiati Sezione Appunti
I concetti chiave della geografia 7. I sistemi informatici di telerilevamento
Sebbene il termine telerilevamento sia piuttosto recente, il processo che esso descrive, ossia il rilevare a
distanza la natura di un oggetto e le caratteristiche di un’area geografica, ha più di 150 anni. Subito dopo la
scoperta della macchina fotografica, si cominciarono a scattare fotografie da mongolfiere e alianti. All’inizio
del XX secolo, l’aeromobile ad ala fissa era fornito di una piattaforma per il fotografo e l’attrezzatura e negli
anni Trenta la fotografia aerea da posizioni e percorsi programmati permise di raccogliere dati affidabili per
la mappatura di grandi e piccole aree geografiche.
Da più di 30 anni, le astronavi con e senza equipaggio hanno affiancato l’aereo come veicolo per ritrarre le
caratteristiche della Terra. Fra i vantaggi dei satelliti vi sono la velocità di copertura e il fatto che è possibile
ottenere vedute di ampie regioni. Inoltre, essi sono equipaggiati in modo tale da registrare e riportare sulla
Terra informazioni digitalizzate da diverse parti dello spettro elettromagnetico, ivi comprese alcune che
sfuggono all’occhio umano. I satelliti ci consentono di rilevare l’invisibile, come le condizioni atmosferiche
e metereologi che, inoltre forniscono immagini che trovano applicazione nell’inventario dell’agricoltura e
delle foreste, nella classificazione dell’utilizzo del suolo e in altro ancora. I vari sensori dei satelliti
americani Landsat, lanciati per la prima volta nel 1972, sono capaci di riprodurre oggetti di dimensione
compresa tra i 15 e i 60 metri; immagini ancora più nitide sono prodotte dal satellite SPOT, i cui sensori
sono in grado di mostrare oggetti di dimensione superiore ai 10 metri.
I sistemi informatici digitali, i software di rilevamento, gli schermi e le stampanti di computer sono sempre
più impiegati nella progettazione e nella realizzazione di carte geografiche e nello sviluppo di database per
la produzione di carte geografiche.
I sistemi informativi geografici (GIS, Geografic Information System) estendono l’utilizzo dei dati
digitalizzati e dell’elaborazione tramite computer per esplorare e rappresentare le informazioni spaziali. Un
GIS è sia un pacchetto software integrato per gestire, elaborare e analizzare i dati geografici, sia un
computer database nel quale ogni informazione è legata a una precisa ubicazione geografica.
Gabriella Galbiati Sezione Appunti
I concetti chiave della geografia 8. Definizione di Interazione spaziale e comportamento spaziale
Con il termine interazione spaziale, si indica il movimento dei popoli, idee e prodotti (beni acquistati e
venduti) all’interno delle aree geografiche e fra di esse.
Tali movimenti rappresentano semplici dimostrazioni dei principi che sono alla base di ogni interazione
spaziale. Infatti, né le risorse del mondo, né i frutti delle fatiche degli esseri umani sono uniformemente
distribuiti. I flussi di beni, cioè i collegamenti tra luoghi di offerta e luoghi di domanda, sono la risposta a
tali differenze.
La convinzione che l’interazione spaziale rifletta le differenze areali spinse il geografo Edward Ullman a
indagare sulle condizioni essenziali che influenzano tali interazioni e a proporre un modello esplicativo. Il
geografo osservò che l’interazione spaziale è effettivamente governata da tre fattori che determinano il
flusso, che egli chiamò complementarietà, trasferibilità e opportunità interposta. Sebbene il modello di
Ullman faccia riferimento ai flussi di beni, esso trova applicazione anche nei trasferimenti di informazione e
nei modelli di spostamento degli esseri umani.
Gabriella Galbiati Sezione Appunti
I concetti chiave della geografia