Gli appunti, basati sui libri "Prima lezione di relazioni internazionali" e "Istituzioni di relazioni internazionali" di Luigi Bonanate, forniscono una definizione e ripercorrono brevemente la storia della disciplina delle relazioni internazionali.
Istituzioni di Relazioni Internazionali
di Fabrizio Calabrò
Gli appunti, basati sui libri "Prima lezione di relazioni internazionali" e
"Istituzioni di relazioni internazionali" di Luigi Bonanate, forniscono una
definizione e ripercorrono brevemente la storia della disciplina delle relazioni
internazionali.
1. Definizione di relazioni internazionali
Le relazioni internazionali sono una disciplina accademica nata nel 1919, quando ad Alfred Zimmern viene
affidata la cattedra di Politica internazionale all'Università di Aberystwyth, nel Galles.
Perché nasca, sembra scontato. L’idea del suo creatore, David Davies, era che “il titolare di quella cattedra
dovesse viaggiare per il mondo per diffondere il messaggio che la guerra non era un tratto in qualche modo
irreversibile del corpo politico internazionale, ma, piuttosto, qualcosa che avrebbe potuto essere
gradualmente estirpato da una conoscenza fondata sull’esperienza”. Nasce, quindi, per motivi ideali e al
tempo stesso concreti.
Lo conferma autorevolmente E. H. Carr quando rileva che “la scienza della politica internazionale è sorta,
allora, in risposta a una domanda popolare (che è quella, appunto, di diffondere il messaggio pacifista)”.
Essa si configura come una disciplina scientifica che studia la vita di rapporto tra gli Stati, le imprese
multinazionali, le organizzazioni internazionali (sia governative che non governative), le attività soggettive
umane e infine cartelli economico-finanziari.
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Istituzioni di Relazioni Internazionali 2. Rapporto tra le discipline relazioni: internazionali e scienza
politica
In aggiunta, essa è intesa come un ramo della scienza politica con la quale mostra delle affinità: infatti,
entrambe le materie hanno avuto delle iniziali difficoltà di essere riconosciute da storici e giuristi. In
secondo luogo, entrambi i settori si occupano dello studio empirico dei fenomeni politici. L’unica
distinzione, si potrebbe pensare sia quella tra lo studio dei fenomeni politici “interni” (nazionali) e quello dei
fenomeni politici “esterni” (internazionali).
Tuttavia, rimane il fatto, che il punto di riferimento principale può essere identico in entrambi i casi: lo
Stato, che risulta essere, a livello internazionale sia un attore indipendente e portatore di una propria volontà,
sia un attore dipendente nel senso che, in quanto sistema internazionale, può essere soggetto a pressioni.
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Istituzioni di Relazioni Internazionali 3. Rapporto della scienza delle relazioni internazionali con altre
discipline
Le Relazioni Internazionali, inoltre, sono imparentate con altre discipline accademiche come la storia, il
diritto internazionale, l’economia, la geografia politica, la filosofia, la sociologia, l'antropologia, la
psicologia e gli altri studi culturali. Tuttavia, con alcune di queste sfere metodologiche, risulta essere in
“contrasto”.
In particolar modo la storia si differisce dalle Relazioni Internazionali in quanto analizza i comportamenti
degli individui e degli Stati. Invece il settore delle Relazioni Internazionali, che non soltanto si traduce in
modelli e riflessioni teorici, si occupa di quello che può o non potrebbe succedere.
La seconda distinzione, riguarda il diritto internazionale, che si occupa di classificare fattispecie specifiche
e precise proiettabili su uno schermo normativo mirante a stabilire la congruità o l’invalidità dei
comportamenti tenuti. Le Relazioni Internazionali, riguardano, piuttosto, lo studio casuale dei fenomeni
politici.
In aggiunta, si può ben dire che la geografia politica e l’economia, assieme alle Relazioni Internazionali, si
occupano (anche se in diversa prospettiva) delle stesse cose: tutto ciò che succede sulla terra, dovunque sia
dislocato. Il confronto con una serie di branche affini e contrastanti la disciplina Relazioni Internazionali ci
ha permesso di arrivare alla conclusione che questo dominio di conoscenza rappresenta qualche cosa di
nuovo rispetto alle aspettative e ai preconcetti nei suoi confronti. Per quanto riguarda la definizione
possiamo dire che la scienza politica internazionale, oltre a spiegare i fenomeni politici internazionali, ha
come obiettivo principale quello di analizzare l’interdipendenza e l’alternanza della pace e della guerra.
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Istituzioni di Relazioni Internazionali 4. Storia della teoria politica internazionale: la teoria idealistica
La storia della teoria della politica internazionale inizia nel 1919, sulla base di trovare in maniera urgente
una soluzione al problema politico della pace.
A tal proposito, si forma la prima scuola scientifica nello studio della politica internazionale: questa scuola
di pensiero, che verrà denominata idealistica, ha come principali fautori Theodor Woodrow Wilson,
George Murray, Herbert Wells, Leonard Wolf e Alfred Zimmern.
Essa si propone di operare a favore della pace, che viene studiata inizialmente a livello teorico e poi
vengono analizzate le possibilità di attuarla politicamente, sulla base di alcune ideologie: in primo luogo,
che la pace è un bene desiderabile; in secondo luogo che essa è raggiungibile.
La teoria idealistica è la prima a supporre che l’egoismo nazionale e il desiderio di potenza possono essere
mitigati da un’organizzazione giuridica internazionale volontaria. Questa dottrina, a tal proposito, ha avuto
come intento quello di dare qualche forma di realizzazione al suo ideale, mediante l’istituzione della Società
delle Nazioni. Indipendentemente dal fallimento che ha ottenuto, questa organizzazione (insieme all’ONU)
ha avuto, nel secondo dopoguerra, un impulso senza precedenti. Si può aggiungere, ancora, che il punto di
vista idealistico ritiene che possa essere istituito un ordine politico, razionale e morale. Ne deriva che il
giudizio sulla natura umana è ottimista e che la causa del male venga fatta risalire ai difetti delle istituzioni
che però, possono essere corretti: l’idealismo crede cioè che il mondo possa essere cambiato.
A livello teorico la tesi idealistica, tuttavia, risulta essere insufficientemente infondata, poiché la realtà
governata da un principio di armonia che interessi tutti gli uomini, si rivela difficilmente intellìgibile. Ma se,
anche lo fosse, farebbe sì che i contrasti tra gli uomini non richiederebbero la guerra, ma la comprensione e
il rispetto reciproco. Altresì, a livello pratico, l’ideologia idealistica si denota come infondata poiché le sue
proposte e i suoi progetti non riescono a trovare un’applicazione pratica.
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Istituzioni di Relazioni Internazionali 5. Storia della teoria politica internazionale: la teoria realistica
Contrapposta alla concezione idealistica, vi è la teoria realistica, che ha come principali fautori Hans
Morgenthau (che ha scritto “Politica tra le Nazioni”) ed Edward Carr (che ha scritto “La crisi dei 20 anni”).
Il realismo ritiene, al contrario di quanto detto finora, che gli interessi dell’uomo portino alla lotta e alla
sopraffazione reciproca: lo stato di conflitto che ne deriva è permanente, in quanto l’egoismo e gli interessi
particolari sono strutturalmente ineliminabili, per cui il raggiungimento di un equilibrio, è l’unica alternativa
all’uso della violenza o della forza. Dagli anni ’80 del’900 in poi, il clima della disciplina diventa teso,
poiché vi è rivalità tra gli Stati. Nel frattempo, si sta facendo strada una proposta che vede nei regimi
internazionali una metodologia concettuale (che è il costruttivismo) basata sulla tesi che la creazione di
istituzioni possa portare alla cooperazione. Secondo questa metodologia, la costruzione dell’identità degli
Stati si riversa nella costruzione dei loro interessi. Contemporaneamente alla nascita del costruttivismo,
nascono i regimi internazionali, che secondo Krassner sono “un insieme di principi, norme, regole,
procedure decisionali attorno alle quali convergono le aspirazioni degli attori intorno a un’area tematica”.
Da questa base teorica nasce il neoistituzionalismo, che ha come idea di fondo la cooperazione fra gli Stati.
Il neoistituzionalismo si divide in due branche:
1.Il Neoistituzionalismo razionale (o liberale, in quanto si rifà all’economia) che considera gli Stati come
individui che sanno scegliere opzioni più vantaggiose se aderiscono a un’organizzazione;
2.Il Neoistituzionalismo sociologico, che ripone fiducia nelle istituzioni, in quanto creano situazioni
favorevoli tra gli Stati. Da questa visione, nasce il suddetto costruttivismo.
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Istituzioni di Relazioni Internazionali 6. Le relazioni internazionali: livelli di analisi e livelli di
concettualizzazione
Le Relazioni Internazionali, come qualsiasi disciplina scientifica, devono confrontare tra loro i fatti (realtà
ed eventi) e concetti (modelli di spiegazione), per avere un approccio con l’oggetto che vogliono studiare.
Poiché la realtà e la scienza, sono inconfrontabili, è utile che la seconda debba definire le regole che
dovranno essere eseguite per conoscere la prima. Si tratta, dunque, di imporre dei limiti nell’ambito del
proprio lavoro conoscitivo. Questo complesso lavoro può essere paragonato a quello di un chirurgo, il quale,
di fronte alla necessità di operare un determinato taglio dovrà avvalersi delle proprie conoscenze, che gli
possano far presumere che quello che farà avrà buon esito. A questo punto, il medico dovrà porre su un
piano orizzontale le sue abilità, che a priori, hanno lo stesso valore ma che alla fine del lavoro non saranno
uguali. A tal proposito, sarà necessario un secondo asse lungo il quale disporre le esperienze già raccolte e
differenziate per importanza. Con l’incrocio dell’ascissa e dell’ordinata che rappresentano, rispettivamente, i
livelli di analisi (variabili dipendenti che hanno natura descrittiva) e i livelli di concettualizzazione (variabili
indipendenti che hanno natura interpretativa), il nostro impianto non può prescindere da una terza
dimensione: la profondità che rappresenta la capacità esplicativa. Con tale sistema siamo in grado di
costruire una vera e propria griglia, che rappresenterà l’introduzione empirica delle relazioni internazionali.
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