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I contenuti del livello analitico individuale nell'analisi delle Relazioni Internazionali


Casella n. 1: livello analitico individuale + livello di concettualizzazione teorico
Questo incrocio di livelli fa emergere la centralità dell’individuo nella spiegazione della politica internazionale. In questo caso, entrano in gioco 3 prospettive: la psicoanalisi, l’antropologia e l’etologia. Sembrerebbe che la radice comune di queste materie, sia l’aggressività umana (acquisita, innata, provocata). Tale elemento, è definito da Freud, una “pulsione di morte” che governa l’inconscio umano. La conseguenza di questo carattere è la guerra, tema studiato da Einstein. Egli si chiede se vi è un modo per liberare gli uomini dalla guerra. Rispondere a questa domanda è una questione di vita o di morte per la civiltà umana: tuttavia, non si riescono a trovare delle soluzioni che possano ovviare ai conflitti. Einstein cerca, comunque, di risolvere il problema della guerra in modo diverso: abbattere i recessi della volontà e dei comportamenti umani. Se analizzata a livello politico, tale questione può essere risolta attraverso l’istituzione di un tribunale internazionale che possa emettere pareri incontrastabili.

Casella n. 2: livello analitico individuale + livello di concettualizzazione storiografico
A livello storiografico bisogna attuare le considerazioni appena svolte sul ruolo delle vicende politiche internazionali. Da una parte entrano in gioco le caratteristiche soggettive degli strateghi, dall’altro la sopravvalutazione del genio militare da parte della storiografia.

Casella n.3: livello analitico individuale + livello di concettualizzazione sociologico
Tale incrocio può essere illustrato dal rapporto agente-struttura, che ci permette di approfondire il ruolo dell’individuo agente all’interno della struttura nella quale è inserito. Gli individui e le strutture si trasformano reciprocamente nel momento in cui le singole azioni vengono compiute.

Casella n. 4: livello analitico individuale + livello di concettualizzazione economico
Questo accoppiamento chiama in causa due prospettive filosofiche: il liberalismo e il marxismo. Nella tradizione liberale l’interesse dei problemi internazionali non è altissimo. Si può dire, però, che la dimensione prevalente di questa impostazione è quella individuale, così come è preferita l’immagine di un ordine internazionale spontaneo nel quale gli interessi soggettivi possono estrinsecarsi pienamente. L’immagine delle relazioni internazionali che discende da ciò è ottimistica, ma pecca di realismo e di adeguatezza dei tempi.

Casella n. 5: livello analitico individuale + livello di concettualizzazione politologico
Tale approccio da importanza al ruolo esercitato dai leaders: essi, essendo alla guida dei partiti politici, possono influenzare pesantemente gli atteggiamenti dell’opinione pubblica o possono orientare la politica estera di un paese. Questa tematica, emersa come nodo centrale delle relazioni internazionali all’inizio degli anni ’60 fu studiata da Wolfers, il quale, risolva il nodo osservando che ogni evento internazionale può essere analizzato contemporaneamente da due angolature: la prima, fa riferimento al comportamento degli Stati. La seconda visione presa nella sua versione generale, si scontra con un problema: o accettare che la natura umana sia la stessa, o ricondurre l’analisi degli eventi internazionali, alla capacità decisionale degli individui.

Tratto da ISTITUZIONI DI RELAZIONI INTERNAZIONALI di Fabrizio Calabrò
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