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Relazioni internazionali: i dibattiti metodologici


Ogni disciplina scientifica deve avere al suo interno un successione di dibattiti metodologici, per svilupparsi.
Anche le Relazioni Internazionali hanno, al loro interno, tre dibattiti: idealismo-realismo; tradizione-scienza; post-positivismo o pluralismo.
Ce ne sarebbe un altro, il costruttivismo, che, però, facciamo rientrare nelle recenti teorie della disciplina.
Così da 4 dibattiti, arriviamo a 2, perché il dibattito idealismo-realismo, necessita di un maggiore spazio.
Inoltre, il dibatto tradizione-scienza può essere considerato come un momento di pura liberazione che ha liberato la materia delle Relazioni Internazionali da riflessioni avanzate alla fine degli anni ’50, periodo nel quale tale disciplina ha voluto sdoganare riflessioni scientifiche che andassero oltre la politica di potenza di quel momento. Tali riflessioni scientifiche  dovevano essere libere da ideologie, narrazioni storiografiche o filosofiche, ecc.
Contro questa impostazione si erse Hedley Bull, che elencava in sette punti, le ragioni del fallimento di questa nuova “scuola scientifica”. Noi le riassumiamo in due categorie: quello che gli scienziati non fanno (e non saprebbero fare) e ciò che invece fanno male.
La replica dei contestati non si fa attendere ed è orchestrata da Morton A. Kaplan, che rovesciò i termini, criticando gli studi “classici”.  Questo dibattito riguardava il metodo di ogni disciplina scientifica, cioè libera coinvolgimenti morali. All’interno della branca delle Relazioni Internazionali si sviluppò, quindi, un terzo dibattito, che andò a favore dell’affermazione di un nuovo principio di pluralismo scientifico inteso a liberare gli studiosi dai vincoli di scuola, dagli obblighi di lealtà ideologica. Questa nuova proposta non provocò alcuna polemica.
Ogni materia scientifica deve disporre di un corpus di teorie ben costruito, che sappiano offrirci un modello di spiegazione della realtà applicabile a ogni caso reale. Tuttavia, nessuna teoria eviterà i confronti violenti che contraddistinguono le guerre. In particolare, le Relazioni Internazionali studiano i momenti di tregua tra una guerra e l’altra, quale sia la solidità del nuovo ordine imposto e quali sfide affronti o alle quali soccomba. Non si darà un’intonazione pessimistica o catastrofica con questa conclusione, per la semplice ragione che il destino è nelle nostre mani.

Tratto da ISTITUZIONI DI RELAZIONI INTERNAZIONALI di Fabrizio Calabrò
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