Appunti per l'esame di Pedagogia generale che si occupa di inquadrare la pedagogia da un punto di vista epistemologico: dopo un inquadramento storico, che la vede nascere come costola della filosofia, i mutamenti paradigmatici degli ultimi secoli e l'oggetto di studio della pedagogia vengono ampiamente dibattuti. La pedagogia della complessità si rivolge a una società in cambiamento, ponendo uno sguardo attento su tutte le agenzie educative per rilevarne le criticità.
Introduzione alla pedagogia generale
di Ivana Rita Trovato
Appunti per l'esame di Pedagogia generale che si occupa di inquadrare la
pedagogia da un punto di vista epistemologico: dopo un inquadramento storico,
che la vede nascere come costola della filosofia, i mutamenti paradigmatici
degli ultimi secoli e l'oggetto di studio della pedagogia vengono ampiamente
dibattuti. La pedagogia della complessità si rivolge a una società in
cambiamento, ponendo uno sguardo attento su tutte le agenzie educative per
rilevarne le criticità.
Università: Università degli Studi di Catania
Facoltà: Scienze della Formazione
Corso: Scienze dell'Educazione
Esame: Pedagogia generale
Docente: Tomarchio Maria
Titolo del libro: Introduzione alla pedagogia generale
Autore del libro: Frabboni - Pinto Minerva
Editore: Laterza
Anno pubblicazione: 20121. Pedagogia subordinata alla filosofia
La pedagogia è una disciplina che per un lungo periodo è stata subordinata alla filosofia sviluppando
approcci di tipo teoretico ed etico, critico-dialettico e filosofico-ermeneutico.
Solo nella seconda metà del novecento si può assistere all'avvio di un difficile percorso scientifica con il
progressivo distacco dalla filosofia.
Le padagogia è una disciplina che si muove in uno spazio di interdisciplinarietà, essa avendo come oggetto
di studio la relazione tra istruzione – educazione - formazione, necessita dei risultati e delle tesi ottenute in
altri ambiti disciplinari, quali quello psicologico, sociologico, filosofico, scientifico, sociale ecc..
La formazione in campo pedagogico assume una duplice dimensione, la prima relativa al “dar-forma” ossia
ai processi attraverso i quali le istruzioni formative si occupano di conservare e trasmettere alle giovani
generazioni la conoscenza e la cultura di un gruppo sociale, e una seconda dimensione relativa al “formar-
si”, ossia ai processi auto-costruttivi attraverso i quali il singolo soggetto elabora e trasfigura tale cultura con
l'apporto della propria individualità.
La pedagogia come sapere generale e riflessivo si muove in direzione della ricerca teorica, focalizzando
l'attenzione in modo particolare sull’analisi dei fini e dei mezzi dell’istruzione -educazione - formazione, in
direzione della prassi pedagogica attraverso la progettazione, realizzazione e verifica dei processi formativi
mettendo in risalto la complessità delle stagioni dell’educazione (dall’infanzia alla vecchiaia) e della
pluralità dei luoghi dell’educazione (che vanno dalla scuola alla famiglia, alle strutture sociali e culturali del
territorio).
Ivana Rita Trovato Sezione Appunti
Introduzione alla pedagogia generale 2. Pedagogia: modello empirista e neopositivista
La pedagogia nel tentativo di definire il suo ruolo in un ampio ambito sociale, comincia allargando il proprio
interesse teoretico verso correnti di pensiero , quali il neopositivismo, che andava sviluppandosi in Europa,
il pragmatismo negli Stati Uniti, la fenomenologia, il personalismo francese legato a Mounier e Maritain e la
filosofia marxista.
La prima corrente che sembrò poter interpretare meglio le esigenze del rinnovamento scientifico della
pedagogia fu quella dell’empirismo. Così la pedagogia scende in campo con l'osservazione, la
sperimentazione e la verifica empirica collegando la ricerca alla concretezza dell’esperienza e della pluralità
dei dati.
Per quanto concerne i problemi educativi, la pedagogia adottò il punto di vista scientifico del pragmatismo
di Dewey, tale modello partiva dalla problematicità dell’esperienza, valorizzando la dimensione logica del
pensiero attraverso fasi costruttive dell’intelligenza.
Secondo la visione dewyana il metodo dell’intelligenza consente all’individuo di affrontare con successo le
situazioni problematiche che si presentano nell’ambito dell’esperienza. Nel proseguire la complessa opera di
riscrittura scientifica, la pedagogia si sposta dal pragmatismo di Dewey al neopositivismo soprattutto in
Italia. L'adozione dell’empiricità da parte della pedagogia, trova in Italia e nello specifico in La Porta, la sua
sintesi più esaustiva. Una riflessione lunga e costante che iniziò negli anni '70, formalizzatasi negli anni '80
e approfondita negli anni '90 con la pubblicazione dell’opera “L'assoluto pedagogico” di La Porta.
Ivana Rita Trovato Sezione Appunti
Introduzione alla pedagogia generale 3. Critiche al modello empirista e neopositivista da parte di Popper,
Khun e Feyerabend
Il modello empirista e neopositivista che la pedagogia assunse tra gli anni '60 e '70 per avviarsi alla sua
autonomia scientifica, fu aperto a critiche mosse soprattutto da Popper, Khun e Feyerabend.
Popper sosteneva che ogni verità scientifica era parziale, in quanto essa è sempre in attesa che una nuova
verità venga a correggerla e a falsificarla. Quindi per Popper il metodo della falsificazione sostituiva il
metodo induttivo che fra l'altro riteneva insufficiente. Pertanto, concludeva affermando che una
proposizione è scientifica solo quando può essere confutata e quindi dimostrata falsa, dall'esperienza. Nella
prospettiva di Popper, la teoria precede sempre l'osservazione orientando e condizionando l'intero lavoro
razionale di costruzione di conoscenze e verità.
Kuhn, approfondisce il rapporto tra continuità e discontinuità nel processo scientifico. L'andamento reale del
processo scientifico non è lineare e cumulativo. Esso non segue una direzione precisa ma si muove in modo
irregolare, alternando lunghi periodi di stasi a improvvise crisi e trasformazioni. Nei periodi di scienza
normale gli scienziati lavorano all'interno delle coordinate concettuali e metodologiche di un determinato
paradigma. Nella lotta dei paradigmi, pertanto, il passaggio dall'uno all'atro implica sempre aspetti regressivi
e aspetti progressivi.
Lo stesso Feyerabend, in linea con Kuhn sottolineava l'incommensurabilità delle teorie scientifiche.
In tal senso l'attenzione si sposta su fattori di natura non razionale, legati all'intuizione, alla motivazione,
all'immaginazione e alla narrazione, in campo scientifico. Questo perché, nella nascita di una teoria operano
prima di tutto le intuizioni, le suggestioni e tecniche escluse dalla pratica ufficiale e tradizionale della
scienza. Ciò che emerge dal dibattito filosofico - pedagogico degli anni '70, è che si va delineando l'urgenza
di dare spazio a un'idea di ragione che sappia costruirsi a partire dalla crisi.
Ivana Rita Trovato Sezione Appunti
Introduzione alla pedagogia generale 4. Concetto di utopia in pedagogia
Nella pedagogia trova spazio il concetto di utopia, che dal greco significa <<nessun luogo>>. E' proprio
l'utopia che apre l'accesso alla pedagogia agli orizzonti dei cambiamenti consentendole di muoversi
agevolmente per raggiungere i territori della concretezza.
Fondamentalmente la pedagogia verte in due direzioni una improntata su una visione religiosa riferendoci in
particolare al personalismo pedagogico fondato da Mounier in Francia intorno agli anni '30, e una pedagogia
di impronta laica.
La pedagogia religiosa o personalismo cerca di sottrarsi a una duplice difficoltà: il rischio di confondere la
persona con l'individuo o, al contrario, la tentazione di ricomprenderla interamente nella ragione astratta e
nei valori impersonali. Per i filosofi di ispirazione personalista, ogni persona incarna una libertà impegnata
nel mondo e tra gli altri uomini, e valori eterni all'interno di situazioni temporali.
Sul piano politico, il personalismo si oppone sia all'individualismo borghese sia ai totalitarismi che alienano
l'individuo. La pedagogia laica focalizza la sua attenzione su dimensioni più concrete dell'esperienza
radicate nella storicità della vita sociale e culturale.
Ivana Rita Trovato Sezione Appunti
Introduzione alla pedagogia generale 5. Problematicismo pedagogico
All'interno della pedagogia sorge un paradigma che richiede un'attenta analisi che è il problematicismo
pedagogico. Il problematicismo allude a un modello interpretativo e operativo dei processi educativi rivolto
alle teorie e prassi educative. Questo paradigma riflette sulla realtà educativa utilizzando più approcci:
– Trascendentale: che ha lo scopo di recuperare e valorizzare ciascuna delle polarità caratterizzanti le
contraddizioni dell'esperienza educativa (io-mondo, natura-cultura, individualità-socialità);
– Dialettico: ha il compito di assicurare la natura dinamica e trasformativa dell'esperienza educativa,
opponendosi agli assunti normativi della pedagogia teista e alle intesi assolute della pedagogia laica;
– Fenomenologico: consente alla pedagogia di riconoscere la molteplicità delle dimensioni dell'esperienza
educativa: storica, culturale, psicologica, sociale, affettiva, cognitiva.
In altre parole il problematicismo delinea un modello di razionalità critica muovendosi su un doppio binario:
- binario metodologico, che conduce verso orizzonti di superamento delle prospettive unilterali della
pedagogia del secolo scorso, tendenti ovviamente su questa polarizzazione si sono aggregati modelli
soggettivisti da una parte che vede le correnti dell'esistenzialismo, i neospiritualisti e i fenomenologici,
dall'altra i modelli oggettivisti vede le correnti dei pragmatisti, marxisti e strutturalisti.
- il binario epistemologico conclude l'idea trascendentale e l'idea del possibile.
a) L’idea tracendentale, intesa come ipotesi limite, si fa carico dell'antinomia educativa: io-mondo,
individuo-società, ecc..fare pedagogia in questa prospettiva significa storicizzare, cioè assicurare il massimo
respiro formativo a ciascun polo antinomico; in altre parole l'idea trascendentale coglie l'universalità
dell'esperienza, soprattutto nella prassi educativa eliminando l'unilateralità e la parzialità;
b) L’idea del possibile dà luce e prospettiva al modello educativo, e si basa su coordinate aderenti alla realtà;
aderenza alla realtà vuol dire legare passato-presente-futuro in modo da considerare le situazioni in maniera
critica traendo le giuste indicazioni relative anche ai problemi emersi in passato, alla situazione attuale per
evitare possibili errori in futuro.
In questa prospettiva si colloca il concetto di ragione, intesa come strumento di analisi storico-sociale. Essa
deve trovarsi nelle condizioni di non comprendere soltanto il mondo, ma di trasformarlo, cosicché in essa
individualità e socialità possano armonicamente svilupparsi.
Il problematicismo, con la sua elaborazione teoretica, è in stretta relazione con la pedagogia in situazione, il
modello ideale del problematicismo con la sua teoria del trascendentale e del possibile è compatibile con il
modello contingente della prassi in termini di scelta e di impegno, è da sottolineare che questo rapporto è
interdipendente, cioè nessuno dei due dipende dall'altro né sono subordinate.
Ivana Rita Trovato Sezione Appunti
Introduzione alla pedagogia generale 6. Pedagogia della scelta - pedagogia dell'impegno
La pedagogia della scelta: il problematicismo postula l'equazione biunivoca teoria-prassi, cioè
piano dell'idealità e della contingenza, ed è in questo piano dell'antinomia pedagogica che il
problematicismo chiama a scegliere tra direzioni ambivalenti.
La pedagogia dell'impegno: la progettazione e l'attuazione di un modello pedagogico problematicista non
vanno condotte ne al tavolino ne in laboratorio, ciò indicherebbe un reale distacco dall'esperienza educativa,
la pedagogia dunque è costantemente impegnata non solo con la formulazione della teoretica nella capacità
di agire per realizzare l'esigenza intesa come integrazione di tutti gli aspetti in cui si esprime l'infinita
ricchezza della vita e dell'esperienza. Di qui lo spessore etico-sociale del problematicismo: il suo costante
richiamo alla disponibilità, alla cooperazione, alla solidarietà, all'impegno collettivo.
Per concludere possiamo dire che se è vero che l'impegno etico-sociale invita il problematicismo a essere
costantemente aderente alla realtà, a saper tener conto della sua complessa trama di variabili, è altresì vero
che tale impegno si presenta aperto al processo di integrazione superamento delle resistenze poste dal
contesto sociale, dalla realtà contingente.
Ivana Rita Trovato Sezione Appunti
Introduzione alla pedagogia generale 7. L’assetto epistemologico della pedagogia
Finora abbiamo detto che la pedagogia si è mossa per cercare di ottenere una propria autonomia non solo
come disciplina ma anche come scienza, e lo ha fatto mettendo in atto due dimensioni quella teorica e quella
prassica.
Teoria e prassi in ambito pedagogico sono gli alfabeti attraverso cui leggere e interpretare la complessità
delle idee e dei fatti educativi.
Questi alfabeti si caratterizzano come sistemi autonomi e complementari.
L’alfabeto teorico della pedagogia poggia su categorie formali quali: l'oggetto, il linguaggio, la logica
ermeneutica, il dispositivo investigativo, il principio euristico e il paradigma di legittimazione, tutte
categorie che fanno della pedagogia una scienza della formazione.
1. l’oggetto della pedagogia: il campo della riflessione pedagogica riguarda la formazione dell'individuo
(uomo-donna-bambino-adulto) nella loro contestualizzazione storica, culturale e sociale, una formazione che
si struttura in direzione di crescita intellettuale, di autonomia cognitiva e affettiva e di emancipazione;
2. il linguaggio della pedagogia: la pedagogia usa un linguaggio plurale, nel senso che ricorre spesso al
linguaggio della filosofia, delle scienze applicate,della storia, della quotidianità. L'originalità della
pedagogia consiste nel fatto che essa è in grado di organizzare questo vasto repertorio di codici rendendoli
funzionali e applicativi alle diverse necessità di formalizzazione sia dei soggetti che dei loro contesti
educativi e di intervento;
3. la logica ermeneutica: la pedagogia utilizza questa logica come criterio descrittivo e interpretativo,
formalizzando una triplice dialettica che vede implicate teoria-prassi-teoria.
Questa triplice esigenza di fondazione teorica (sotto forma di ipotesi), di traduzione (e quindi verifica), di
riformulazione teorica fa della pedagogia una scienza attenta alle istanze delle varie discipline, attenta cioè
alla pluralità dei punti di vista e dei diversi modi di codificazione del reale;
4. il dispositivo investigativo: la complessità dell'oggetto della pedagogia richiede una pluralità
metodologica che va dalla ricerca teorica alla ricerca comparata, dalla ricerca storica alla ricerca
sperimentale e clinica;
5. il principio euristico (della ricerca o relativo alla ricerca): tale principio si pone al centro della pedagogia
rendendola scienza in continuo cammino verso una destinazione mai definitiva, ecco perché la pedagogia si
dice che è in continua discussione;
6. il paradigma della legittimazione: la pedagogia per la sua riconosciuta poliedricità e per la sua continua
ricerca si legittima come sapere complesso e plurale, antinomico e dialettico, generativo e trasformativo.
L’alfabeto empirico pone al centro delle parole chiavi nella prassi pedagogica, quali: sviluppo, gioco,
diversità, autonomia, creatività, formazione intellettuale, formazione estetica,
formazione del corpo e del movimento, formazione affettiva e relazionale e formazione etica e sociale.
Ivana Rita Trovato Sezione Appunti
Introduzione alla pedagogia generale 8. Alfabeto teorico in pedagogia: il gioco degli scacchi
Per approfondire l’analisi dell’alfabeto teorico in pedagogia ci avvaliamo della metafora del gioco degli
scacchi.
Le pedine, nella nostra metafora, rappresentano gli oggetti, ossia i processi formativi relativi ai differenti
soggetti della formazione (differenti per genere uomo-donna, lingua, cultura, etnia, forme di intelligenza,
stili di apprendimento), alla molteplicità dei tempi della formazione (dal momento che la vita è un continuo
processo di apprendimento e formazione, tanto che si dice che per vivere occorre <<imparare a vivere>>,
l'apprendimento e la formazione si propongono come processi di modificazione del comportamento, di
ristrutturazione delle proprie mappe cognitive, e questo processo di cambiamento attraversa tutte le fasi della
vita dall'infanzia alla giovinezza, dall'età adulta alla vecchiaia.
In tale prospettiva la formazione offre continue opportunità e svariate occasioni a tutte le fasi
d'età.), alla pluralità dei luoghi (famiglia: che è il luogo della socializzazione primaria, dei primi
apprendimenti, dell'avio e del sostegno per la costruzione della propria identità; la scuola: che è l'ambiente
specifico per avviare quel processo di insegnamento-apprendimento, è il luogo anche dove è possibile
trasformare il pensiero empirico a pensiero riflessivo, dalla conoscenza spontanea a conoscenza scientifica,
dal sapere contestuale al sapere testuale; le istituzioni extrascolastiche: tipo ludoteche, teatri, palestre
biblioteche, campi gioco, associazioni ludo-ricreative, tutte quante ognuno nel proprio ambito rappresentano
un'istituzione formativa per il singolo e per l'intera collettività;) e infine il sistema dei media culturali
(cinema, televisione, radio, telefono, computer, questi mezzi contraddistinguono la nuova società da quelle
precedenti, essi inoltre riescono a veicolare non solo l'informazione ma anche la conoscenza mettendo in
relazione spesso oggetti situazioni e saperi lontani riuscendo ad accorciare la distanza fisica che intercorre
per es. tra la situazione politica in America e quella in Italia, cioè grazie a questi mezzi è possibile sapere in
tempo reale ciò che succede dall'altra parte del mondo, come quando e perché, e così via).
Gli alfieri, rappresentano invece, la pluralità dei linguaggi con cui la pedagogia legge e interpreta la
complessità dei fatti educativi. La molteplicità dei linguaggi in pedagogia si spiega perché la riflessione
pedagogica si basa ora sul piano teorico ora sul piano pratico.
I diversi linguaggi sono:
– linguaggio analitico-descrittivo: si tratta di un linguaggio di tipo esplicativo, volto a fornire chiarificazioni
sulla specificità del soggetto della formazione, sulla sua struttura biologica, sugli stadi del suo sviluppo
mentale, sui condizionamenti di natura sociale e culturale che influenzano e determinano la sua identità. Il
linguaggio analitico-descrittivo permette di mettere a punto un sistema di documentazione sui fattori di
rischio e sulle opportunità presenti nei contesti di vita dove si realizzano i processi di formazione.
– Il linguaggio narrativo: è un linguaggio interpretativo, attento alla ricostruzione dei processi di
apprendimento dei soggetti in formazione.
– Il linguaggio retorico-persuasivo: è un linguaggio relativo ai fini e ai valori. È oltretutto argomentativo che
mira a negoziare le diverse teorizzazioni per raccogliere consensi.
– Linguaggio della quotidianità e del senso comune: si tratta di un linguaggio che vede la compresenza di
elementi scientifici o filosofici con elementi frasi e concetti del senso comune.
– Linguaggio dell’analogia e della metafora: è un linguaggio che si caratterizza per l'utilizzo di frasi o
concetti simili o ambigui che intendono specifici significati.
Ivana Rita Trovato Sezione Appunti
Introduzione alla pedagogia generale