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Statuto formale della pedagogia



La pedagogia ha ricavato la necessità di rivedere le strutture portanti della sua razionalità: il suo statuto disciplinare e la sua progettualità operativa.  
Lo statuto formale: la morfologia epistemica della pedagogia, i suoi saperi e i suoi linguaggi, la sua logica, il suo criterio metodologico e il suo dispositivo euristico, è stata spinta a rifondarsi. Lo statuto della pedagogia nel dibattito scientifico e filosofico ha acquisito la consapevolezza del carattere inquieto e problematico, mobile e incompiuto del suo statuto teorico, alla cui costituzione concorrono logiche molteplici e differenti. Ha acquisito consapevolezza, cioè, della necessità di rimettere in circolo continuamente le proprie incertezze, della necessità di favorire le intersezioni, revisioni e integrazioni. Emergono, ancora una volta, le dimensioni della problematicità e della pluralità.  
Dunque, le varie pluralità di questa complessa pedagogia sono:
 pluralità di paradigmi e interpretazioni, di messaggi e di codici, di modelli di ricerca, con cui il discorso pedagogico legge se stesso, ossia riflette sulle proprie strutture epistemiche, sui propri modi di essere e fare scienza e riformula i propri percorsi investigativi;
 pluralità di scienze con cui la pedagogia sente la necessità di intrecciarsi, per riformulare il proprio statuto e la propria progettualità, il proprio ambito investigativo e le proprie metodologie procedurali;
 pluralità di emergenze, istanze, richieste, bisogni con cui la pedagogia sente l'urgenza di confrontarsi: i problemi dell'infanzia ancora declassata e negata, il disagio giovanile e l'emarginazione degli anziani, le nuove povertà, le nuove forme di analfabetismo, l'ampliarsi di conflitti etnici e religiosi, la responsabilità a cui rinviano i più recenti sviluppi delle ricerche tecnologiche e la vulnerabilità degli equilibri ambientale.

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