Appunti sulle trasformazioni delle democrazie in governi consolidati. Definizioni e descrizioni delle varie forme di totalitarismi e delle loro difficili trasformazioni in democrazie.
Transizione e consolidamento democratico
di Filippo Amelotti
Appunti sulle trasformazioni delle democrazie in governi consolidati. Definizioni
e descrizioni delle varie forme di totalitarismi e delle loro difficili trasformazioni
in democrazie.
Università: Università degli Studi di Torino
Facoltà: Scienze della Formazione
Esame: Politica comparata
Docente: G. Cama
Titolo del libro: Transizione e consolidamento democratico
Autore del libro: J. Linz, A. Stopa
Editore: Il mulino
Anno pubblicazione: 20001. Democrazia e arene democratiche
Quando cercheremo di stabilire in che misura un dato paese si è mosso lungo la strada della transizione alla
democrazia useremo la seguente definizione:
una transizione democratica è compiuta quando è stato raggiunto un sufficiente grado di consenso sulle
procedure necessarie per dare vita a un governo eletto, quando tale governo si insedia al potere come
risultato diretto di elezioni libere e aperte, quando il governo eletto detiene de facto l’autorità di decidere
nuove politiche e quando i 3 poteri espressi nella nuova democrazia non devono condividere le proprie
attribuzioni con altre istituzioni.
In un contesto non democratico la liberalizzazione può comportare un serie di mutamenti sociali e politici
come una minore censura nei confronti dei mezzi di comunicazione, la concezione di spazi più ampi per
l’organizzazione di attività autonome della casse lavoratrice, l’introduzione di garanzie legali per gli
individui.
La democratizzazione comprende la liberalizzazione ma è un concetto più ampio e specifico. Richiede una
aperta competizione intorno al diritto di ottenere il controllo del governo e conseguentemente, tale contesa
richiede elezioni libere e competitive il cui risultato determina chi andrà al governo.
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Transizione e consolidamento democratico 2. Transizioni democratiche
Le transizioni possono avere inizio ma non essere mai portate a termine benché il potere non passi nelle
mani di un nuovo regime autoritario. La nostra definizione ci salvaguardia dall’illusione elettoralistica per la
quale una condizione necessaria per cui si possa parlare di democrazia, l’esistenza di libere elezioni, viene
considerata condizione sufficiente.
Includendo nella nostra definizione anche la necessità di raggiungere un certo grado di consenso sullo
specifico compromesso istituzionale necessario per dar vita ad un governo democratico diamo particolare
risalto al processo decisionale interno all’arena democratica. Divergenze di opinioni tra democratici intorno
a problemi quali stato unitario o federale, monarchia o repubblica possono sollevare interrogativi sulla
legittimità del governo democratico emergente. Un disaccordo continuo e profondo tra elite politiche e la
maggioranza della popolazione non porta a un consolidamento democratico.
Nei regimi non democratici i detentori del potere spesso sostengono che alcuni mutamenti liberalizzanti da
loro introdotti sono sufficienti per avere una democrazia. Introdurre criteri chiari che indichino cosa sia
effettivamente necessario perché una transizione possa dirsi compiuta consente all’opposizione democratica
di dimostrare più facilmente quali cambiamenti aggiuntivi siano ancora indispensabili da adottare.
Nella maggior parte dei casi dopo il completamento della transizione democratica restano ancora molti
compiti da assolvere, condizioni da stabilire, atteggiamenti e abitudini da coltivare prima che una
democrazia possa considerarsi consolidata. Quali sono le caratteristiche di una democrazia consolidata?
Per democrazia consolidata intendiamo una situazione politica in cui la democrazia sia divenuta l’unica
alternativa politica esistente ovvero sia the only game in town.
Dal punto di vista dei comportamenti, la democrazia diventa l’unica alternativa quando nessun gruppo
politico significativo cerca seriamente di rovesciare il regime democratico o di attuare una secessione dallo
stato.
Dal punto di vista degli atteggiamenti la democrazia diventa l0unica alternativa politica quando anche in
presenza di gravi crisi politiche ed economiche la maggior parte delle persone ritiene che qualsiasi
mutamento politico debba collocarsi entro i parametri posti dalle regole democratiche.
Dal punto di vista costituzionale, la democrazie diventa l’unica alternativa politica quando tutti gli attori del
sistema politico si abituano al fatto che il conflitto politico si risolverà entro un quadro di norme stabilite e
che violazioni di tali norme saranno al tempo stesso presumibilmente inefficaci e costose.
Con il consolidamento la democrazia diventa routine, parte integrante della vita sociale, istituzionale e
psicologica oltre che elemento centrale delle strategie per ottenere successo.
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Transizione e consolidamento democratico 3. Definizione di democrazia consolidata
Con riferimento ai comportamenti un regime democratico può essere definito consolidato in un dato
territorio quando nessun importante attore nazionale, sociale, economico, politico e istituzionale spende
risorse significative nel tentativo di raggiungere i propri obbiettivi attraversi la creazione di un regime non
democratico o ricorrendo alla violenza o a un intervento straniero con la finalità di attuare una secessione
dello stato.
Con riferimento agli atteggiamenti un regime democratico può essere definito consolidato quando una forte
maggioranza dell’opinione pubblica è convinta che le procedure e le istituzioni democratiche rappresentino
il modo più appropriato di governare la vita collettiva in una società simile a quella in cui essa si trova e
quando il sostegno per le alternative antisistema è limitato.
In una prospettiva costituzionale un regime democratico può essere definito consolidato quando in tutto il
territorio dello stato, sia le forze governative sia quelle non governative si sottopongono e si adattano a
risolvere i conflitti entro limiti posti da specifiche leggi, procedure e istituzioni approvate dal nuovo
processo democratico.
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Transizione e consolidamento democratico 4. Le 5 arene di una democrazia consolidata
Nelle democrazie consolidate devono coesistere 5 arene interagenti che si rinforzano vicendevolmente al
fine di rendere tale consolidamento possibile.
La democrazia è una forma di governo di uno stato. di conseguenza nessun sistema politico si può
consolidare in quanto democrazia se non è in primo luogo uno stato. l’inesistenza di uno stato o una forte
carenza di identificazione nello stato in unb dato territorio da parte di ampi gruppi di individui desiderosi
invece di far parte di un altro stato o di costituire uno stato indipendente crea problemi di difficile soluzione.
Se esiste uno stato funzionante, altre 5 condizioni interconnesse e vicendevolmente rinforzanti devono
essere presenti perché una democrazia possa consolidarsi:
1. condizioni favorevoli per lo sviluppo di una società civile libera e attiva. Quando parliamo di società
civile ci riferiamo a quella arena del sistema politico in cui gruppi aut organizzati, movimenti, individui
relativamente autonomi dallo stato, cercano di articolare valori, creare associazioni e legami di solidarietà e
promuovere i propri interessi. La società civile può includere numerosi movimenti sociali e associazioni
civiche appartenenti a tutte le classi sociali. Oltre a tutte le organizzazioni che costituiscono una complessa
rete della società civile come sindacati, comunità religiose, associazioni di avvocati… non dobbiamo
dimenticare un’altra parte della società: i normali cittadini che non appartengono a nessun tipo di
organizzazione. Questi sono di estrema importanza nel modificare il rapporto regime/opposizione: si
riversano nelle strade dando vita a manifestazioni di protesta e esprimono la loro opposizione. Benché tali
gruppi siano relativamente importanti, non saranno mai in grado di rovesciare un regime e instaurare un
regime democratico se non fossero presenti i processi di cui parliamo.
2. una società politica autonoma e considerata favorevolmente. Per società politica intendiamo quell’arena in
cui il sistema politico si struttura specificatamente per rivendicare il legittimo diritto di esercitare il controllo
sui poteri pubblici e sull’apparato statale. La società civile può eventualmente distruggere un regime
democratico. Ma la piena transizione alla democrazia e il suo consolidamento devono coinvolgere la società
politica. Il consolidamento democratico necessita di partiti che hanno come uno dei loro compiti principali
l’aggregazione e la rappresentanza delle rpeferenze tra i democratici. La società politica, informata,
periodicamente rinnovata, e sulla quale la stessa società civile può esercitare pressioni, deve raggiungere un
compromesso accettabile tra le innumerevoli combinazioni con cui il potere democratico può essere forgiato
ed esercitato.
3. rispetto per le leggi ovvero una rule by law che assicuri garanzie legali per la libertà dei cittadini e una
vita associativa indipendente. Per avere una democrazia consolidata. Il grado necessario di autonomia e
indipendenza sia della società civile, sia della società politica deve essere radicato in un rispetto della
legalità ovvero una rule of law adeguata. Tutti gli attori significativi devono rispettare e sostenere la rule of
law.
4. una burocrazia statale che possa essere impiegata dal nuovo governo democratico. Per proteggere i
cittadini e fornire loro altri servizi essenziali, un governo democratico deve essere in grado di esercitare
effettivamente la sua pretesa di detenere il monopolio dell’uso legittimo della forza. La democrazia moderna
richiede una effettiva capacità di controllo, regolazione ed estrazione delle risorse. Richiede uno stato
funzionante e una burocrazia statale che possa essere utilizzata.
5. una società economica istituzionalizzata. Utilizziamo il termine società economica per richiamare
l’attenzione su due considerazioni: in primo luogo, in periodi caratterizzati dall’assenza di guerre non vi è
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Transizione e consolidamento democratico mai stata, né vi sarà la coesistenza di una democrazia consolidata e di un’economia controllata dallo stato. in
secondo luogo non è mai esistita e quasi certamente non esisterà mai una democrazia moderna consolidata
in presenza di una perfetta economia di mercato. Se entrambe queste considerazioni sono corrette, le
moderne democrazie consolidate richiedono un insieme di norme, istituzioni e regolamentazioni che siano
costruite su basi sociopolitiche e siano socialmente e politicamente condivise. Chiamiamo tale insieme
società economica. Noi riteniamo che sia necessario almeno un grado non insignificante di autonomia di
mercato e diversificazione delle proprietà per aver indipendenza e vivacità nella società civile tale che ne
emerga un contributo alla democrazia.
Per quale motivo mercati perfettamente liberi non possono coesistere con moderne democrazie consolidate?
Primo, economie di mercato pure non potrebbero né nascere né essere mantenute senza un certo grado di
intervento statale. I mercati richiedono leggi sulle imprese, regolamentazione die mercati azionari, parametri
definiti per il peso, le misurazioni, la protezione della proprietà pubblica e privata. Secondo, anche i migliori
mercati vanno incontro a fallimenti a cui è necessario porre rimedio se si vuole che il mercato funzioni in
modo adeguato. Terzo, la democrazia implica una contesa libera e aperta intorno alle politiche e alle
proprietà del governo. Se una democrazia non producesse politiche che generano beni pubblici forniti dal
governo nei settori dell’educazione, della salute e del trasporto, non sarebbero sostenibili né una rete di
sicurezza sociale per i cittadini colpiti da consistenti oscillazioni dei mercati né una qualche riduzione delle
maggiori disuguaglianze. Il consolidamento democratico richiede l’istituzionalizzazione di un mercato
socialmente e politicamente regolato. Ciò richiede una società economica che a sua volta necessita di uno
stato efficace.
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Transizione e consolidamento democratico 5. Statualità nazionalismo e democratizzazione
Lo stato democratico moderno è basato sulla partecipazione del demos che potrebbe essere definito a partire
dal nazionalismo. Il demos della nazione può o meno coincidere con il demos dello stato.
Quando vi sono profonde differenze circa la definizione dei confini territoriali dello stato, corrispondente a
una certa comunità politica, e su chi abbia il diritto di cittadinanza in quello stato, si pone un problema che
definiamo di statualità. Rispetto a questa variabile, le aspiranti democrazie moderne possono variare
notevolmente: dai sistemi politici che non presentano alcuna difficoltà derivante dalla statualità a quelli in
cui la democrazia è impossibile da realizzare finta tanto che quel problema non venga risolto.
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Transizione e consolidamento democratico 6. Lo stato sovrano, prerequisito della democrazia
La democrazia è una forma di governo di uno stato moderno. Senza uno stato non vi può essere una
democrazia moderna. Max Weber: “allo stato moderno è caratteristico un ordinamento amministrativo e
giuridico il quale può venir mutato mediante statuizioni e in base a cui si orienta l’esercizio dell’agire di
gruppo dell’apparato amministrativo con pretese di valere non solo per i membri del gruppo ma anche in
ambito più vasto per qualsiasi agire che abbia luogo nel territorio in cui il potere ha vigore. Questo carattere
monopolistico del potere statale è un elemento essenziale della sua situazione moderna”.
Tilly: un’organizzazione che controlla la popolazione in un dato territorio è uno stato nella misura in cui: si
differenzia da altre organizzazioni operanti nello stesso territorio; è autonomo; le sue componenti sono
formalmente coordinate tra loro”.
Se in un dato territorio non esiste un’organizzazione con queste caratteristiche che la rendono simile ad uno
stato, un governo non può rivendicare efficacemente la sua pretesa al monopolio dell’uso legittimo della
forza, non può riscuotere imposte e non può far funzionare un sistema giudiziario. Senza tali poteri non può
esserci un governo democratico. Di conseguenza la conclusione è la stessa: l’assenza di un’organizzazione
con le caratteristiche di uno stato moderno preclude la possibilità di governare democraticamente l’intero
territorio statale ma non impedisce l’esistenza di aree in cui possono essere presenti differenti autorità
politiche.
Se si accetta l’assunto weberiano secondo cui è necessario che un’organizzazione sia in grado di rivendicare
con successo l’autorità coercitiva su un dato territorio prima che possa diventare uno stato e la condizione
posta da Tilly sull’autonomia dello stato, dovrebbe risultare evidente che questi sono limiti stringenti per la
democrazia a meno che l’entità territoriale sia riconosciuta come uno stato sovrano.
È possibile creare e mantenere un sottosistema politico democratico entro i confini di uno stato non
democratico? Un sottosistema politico democratico può esistere nel contesto più complessivo di uno stato
totalitario o post-totalitario? Da un unto di vista politico la risposta è negativa a causa dell’esempio che tale
sistema rappresenterebbe per i cittadini dell’unità territoriale più grande i quali assisterebbero alla
concessione, solo in una regione, di libertà a loro non consentite. Questa discrepanza genererebbe per lo
stato sovrano una tentazione permanente di rovesciare le istituzioni democratiche. C’è una difficoltà
costituzionale più rilevante attinente a questioni di principio. Lo stato avrebbe ancora il diritto di modificare
lo status politico di qualsiasi unità che lo componga. Un’azione simile potrebbe generare un grave conflitto
politico e un calcolo dei costi della repressione bilanciati con i costi della tolleranza.
Anche in questo caso la suddivisione in aree di decision making riservate a ciò che potremmo chiamare una
sub unità federale e aree di decision making riservate al governo centrale non democratico lascerebbe
decisioni importanti completamente al di fuori di un qualsiasi controllo democratico. In qualsiasi stato
federale democratico i cittadini delle sub unità hanno un certo peso nel processo di decision making del
governo centrale attraverso la partecipazione democratica nelle istituzioni rappresentative federali. Ma in un
sistema che non è democratico a livello centrale essi non avrebbero peso e il sistema non democratico
assumerebbe le decisioni più importanti. Un’unità territoriale simile a Hong Kong non potrebbe soddisfare
nessuna delle due condizioni proposte da Dahl necessarie perché si possa parlare di federazione
democratica. La prima è che in un sistema federale la maggioranza nazionale non possa prevalere su una
minoranza che costituisce la maggioranza in una delle unità locali costituzionalmente privilegiate. L’altra
condizione è che tutte le unità in una federazione devono essere democratiche e quindi tutti i diritto politici
dei singoli cittadini devono essere rispettati. In un sistema non democratico vi possono essere alcuni sviluppi
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Transizione e consolidamento democratico