La tesina "Le Crociate" è un elaborato personale, che riassume i seguenti testi:
* Jean Flori, La cavalleria medievale, Il mulino, 1988
* Simon Lloyd “The Crusading Movement, 1096-1274”, in The Oxford History of Crusade, ed. Jonathan Riley-Smith, Oxford Press, 1999
* Christopher Tyerman, L’invenzione delle crociate, Piccola Biblioteca Einaudi, 2000, ed. orig. The Invention of the Crusades, 1998
Il corso è stato di Storia dell’Arte Medievale 2010-2011 con il professore Marco Stoffella.
Le Crociate
di Elisa Giovinazzo
La tesina "Le Crociate" è un elaborato personale, che riassume i seguenti testi:
* Jean Flori, La cavalleria medievale, Il mulino, 1988
* Simon Lloyd “The Crusading Movement, 1096-1274”, in The Oxford History of
Crusade, ed. Jonathan Riley-Smith, Oxford Press, 1999
* Christopher Tyerman, L’invenzione delle crociate, Piccola Biblioteca Einaudi,
2000, ed. orig. The Invention of the Crusades, 1998
Il corso è stato di Storia dell’Arte Medievale 2010-2011 con il professore Marco
Stoffella.
Università: Università degli Studi di Verona
Docente: Marco Stoffella1. Convocazione della prima Crociata
Nel 1095, al Concilio di Clermont-Ferrand, il papa Urbano II dopo aver deplorato le lotte fratricide tra i
cristiani, esortò chi vi era coinvolto a un pellegrinaggio in Terra Santa, come mezzo di purificazione dei
peccati commessi, e come occasione per recare aiuto alla Chiesa orientale minacciata dagli infedeli. I
cavalieri per potersi purificare dai peccati dovevano abbandonare la militia mundi per trasformarsi in milites
Christi. Come soldati e non come monaci, entrare nell’esercito di Dio, e dirigersi a Gerusalemme per
liberarla dagli infedeli, nelle loro mani dal 638. A coloro che partivano, con spirito ispirato a devozione,
erano offerti il condono delle penitenze e la piena remissione dei peccati. La crociata era pellegrinaggio,
guerra santa e penitenza. L’uso delle armi, da condannato, poi ammesso, con purificazioni, diviene esso
stesso penitenza, facendo cattivo uso della spada, devono espiare con un atto penitenziale, che consiste,
nell’usare le armi contro il nemico primo della cristianità, i saraceni o musulmani, assimilati ai pagani del
mondo antico e per questo demonizzati. I crociati diventano quindi il popolo eletto di Dio, l’esercito di
Cristo. La cavalleria è posta quindi al servizio della chiesa. Sono rimaste quattro versioni, di altrettanti
cronisti, ma tutte successive alla crociata, perciò è probabile che conoscendo l’esito, abbiano caricato le
parole del papa di un significato più forte di quello che ebbero in realtà; si sarebbe trattato in realtà di una
generica esortazione al pellegrinaggio, con un risultato al di là di ogni immaginazione. Le parole ebbero
vasta risonanza perché la società europea alla fine del XI era pervasa da uno slancio espansivo; popolazione
in aumento, nuove terre messe a coltura, mercanti, in particolare italiani, contendevano ai musulmani in
controllo del commercio mediterraneo, i cadetti delle famiglie aristocratiche erano alla ricerca di nuove
terre. Tutto condito da ottimismo e confusa inquietudine religiosa. Alimentata quest’ultima da predicatori
itineranti, che preannunciavano un’imminente rigenerazione del mondo; allo stesso modo il desiderio di
espiazione e lo spirito di avventura fecero aumentare il numero dei pellegrini verso molti santuari
(Compostela, Roma, San Martino di Tours). Pietro di Amiens, noto come Pietro L’Eremita nel 1095
promosse la “crociata dei Poveri”, poveri, emarginati, che se sopravvissuto alle fatiche, e alle stragi vennero
massacrati dai Turchi. I crociati partono facendo voto di obbedienza direttamente al papa, o a Gesù, di cui il
papa trasmette la parola, e non al servizio vassallatico. La loro militia avrà come vessillo quello della
Vergine Maria, Nostra Signora di Puy, avrà il proprio emblema, cioè la croce, e il proprio grido Deus vult,
“Dio lo vuole”. Urbano aveva inteso che l’esercito crociato fosse composto fondamentalmente da cavalieri
e da altri ranghi militarmente utili, ma la sua predicazione di diffuse in Occidente , e uomini e donne di tutte
le classi sociali e occupazioni presero la croce.
Elisa Giovinazzo Sezione Appunti
Le Crociate 2. Evoluzione della prima crociata
All’appello del papa, rispose il fior fiore della feudalità francese: Ugo di Vermandois (fratello del re di
Francia), Goffredo di Buglione (Duca della Bassa Lorena), Boemondo di Altavilla, (principe di Taranto e
figlio di Roberto il Guiscardo), Raimondo di Saint-Gilles (Conte di Tolosa), Roberto (Conte di Fiandra),
Roberto (Duca di Normandia, figlio di Guglielmo in Conquistatore), Stefano (Conte di Blois, e Chartres). I
contingenti armati si concentrarono a Costantinopoli, dove l’imperatore (Alessio Comneno) avrebbe fornito
viveri e armi, in cambio della restituzione dei territori appartenuti in precedenza all’Impero, e il
riconoscimento della superiore autorità sulle eventuali formazioni nate dalle vittorie franche. La spedizione
partì nel giugno 1097, in mezzo a grandi difficoltà, climatiche e di conflitti interni, che Goffredo di
Buglione, nominato capo dell’esercito non riusciva a tenere a freno. Il 15 luglio 1099 dopo 5 settimane di
assedi e gesta di eroismo, Gerusalemme venne conquistata e la popolazione musulmana ed ebrea massacrata
quasi totalmente. Conquista sorprendente date le scarse conoscenze dell’arte dell’assedio e soprattutto dal
numero sempre più in diminuzione delle fila dell’esercito crociato. I capi dei vari contingenti desiderosi di
terre, preferivano fermarsi e mandare avanti gli altri, il primo fu Baldovino di Fiandra, che si fece conte di
Edessa, poi Boemondo di Taranto, principe di Antiochia; teoricamente questi erano vassalli del regno di
Gerusalemme, assegnato a Goffredo di Buglione, con il titolo di “avvocato del Santo Sepolcro”, ma morì
l’anno dopo. Gli successe il fratello Baldovino, che iniziò il consolidamento del regno e la conquista del
litorale, cercando di rendere le strade più sicure per i pellegrini; alla base del suo potere stava l’esercito
crociato, che rinunciando a tornare a casa aveva ricevuto in cambio dei feudi. Temporaneamente si
aggiungevano coloro che giungevano per compiere un voto; i legami vassallatici non riuscirono a stabilire
delle solidarietà tra la classe dominante che dovette tra l’altro fronteggiare l’ostilità della popolazione.
Mentre i crociati erano in viaggio, Urbano II spinse i nobili catalani che avevano preso la croce ad adempire
i loro voti in Spagna, in cambio del perdono dei peccati, e questa area divenne ben presto uno dei principali
teatri di guerra in Europa.
Elisa Giovinazzo Sezione Appunti
Le Crociate 3. Successive crociate
Altre crociate vennero schierate rapidamente contro altri popoli su altre frontiere del mondo cristiano
occidentale, contro gli oppositori del papa, (1135, contro Ruggero II re di Sicilia), contro i vassalli ribelli,
(1239, contro Federico II Hohenstaufen), crociate contro gli eretici, (contro i catari, contro gli Albigesi), con
la stessa cornice di giustificazione delle crociate in Terra Santa.
Il successo crociato possibile anche per le lacerazioni interne al mondo musulmano, la situazione cambiò
quando l’emiro del Mossul e di Aleppo, Imad al-Din zinki, si ritagliò un vasto dominio e fu in grado di
esercitare una forte pressione sui crociati, militarmente e politicamente impreparati. 1144 cadde Edessa, se
ne fece interprete in Occidente Bernardo di Chiaravalle, che cercò di organizzare una crociata, mobilitando
l’imperatore tedesco Corrado III, il re di Francia Luigi VII, e il re di Sicilia Ruggero II, ma fu un fallimento
perché ciascuno perseguiva i propri interessi.
Elisa Giovinazzo Sezione Appunti
Le Crociate 4. Terza Crociata
La riscossa musulmana giunse qualche decennio dopo per opera di un curdo, Salah ed-Din Yusuf, il quale si
rese completamente indipendente da Baghdad, creando un sultanato dall’Egitto al Tigri. Il 4 luglio 1187
sconfisse i Franchi presso Hattin e il 2 ottobre entrò trionfalmente a Gerusalemme, evento che scosse
l’Occidente, mobilitando numerose forze, tra cui Federico Barbarossa, Riccardo Cuor di Leone, Filippo
Augusto, re di Francia. Ma il Barbarossa morì annegato presso il fiume Salef in Anatolia, e alla fine fu solo
Riccardo ad impegnarsi recuperando San Giovanni d’Acri, e a strappare ai Bizantini l’isola di Cipro,
trasformata in regno per la famiglia Lusignano. Gerusalemme rimase in mano ai musulmani. Conclusione
nel 1192. (Sul trono imperiale stava Enrico VI, marito di Costanza d’Altavilla, erede del re di Sicilia
Guglielmo II morto nel 1189. Gli contestava il dominio Tancredi di Lecce, figlio illegittimo di Ruggero II,
che progettava una grandiosa politica mediterranea, a spese di Bizantini e Stati musulmani. Ricevette
l’omaggio sia del re di Cipro, che del titolare della corona di Gerusalemme, morì purtroppo nel 1197.
Elisa Giovinazzo Sezione Appunti
Le Crociate 5. Quarta Crociata
La morte di Enrico VI, tra l’altro impediva ai cristiani di sfruttare la situazione creata dalla morte di
Saladino, di ciò si aveva piena consapevolezza in Occidente, particolarmente papa Innocenzo III, promotore
di una grande crociata, di recupero della Città Santa, e di ricondurre la Chiesa Orientale sotto la sovranità
pontificia. (Crisi nel mondo bizantino, crescente potere dell’aristocrazia fondiaria, e pressioni esterne, crisi
pure economica per lo schiacciante predominio veneziano). I crociati si radunarono a Venezia, nel 1202, ma
erano privi di mezzi per pagare il noleggio delle navi, il doge Enrico Dandolo offrì il trasporto gratuito a
patto di fare scalo a Zara per aiutare i veneziani a riprendersi la città datasi ai re di Ungheria. Ripreso il
viaggio convinse i capi crociati a deviare verso la conquista di Costantinopoli, tanto più che Alessio
prometteva lauti compensi, partecipazione alla crociata e riunificazione delle due chiese sotto l’egemonia
imperiale. 1203, presa di Costantinopoli, nomina di Alessio, ma non fu in grado di smorzare le ostilità della
popolazione contro gli occidentali e la Chiesa di Roma, perciò nell’aprile 1204 la città venne orrendamente
saccheggiata, e venne fondato l’Impero latino d’Oriente, costruzione assai debole, che non riuscì a placare
l’ostilità della popolazione, sempre più crescente. La speranza di una riunificazione delle chiese fallirono, in
quanto il patriarca di Costantinopoli Tommaso Morosini non era in grado di esercitare una reale influenza.
Gli imperatori latini inoltre non avevano il controllo del territorio bizantino, infine genovesi e pisani erano
insofferenti della preminenza veneziana. 1261 Genova strinse un patto con Michele Paleologo, signore di
Nicea, stato forte bizantino sottratto all’Impero latino, che salì al trono lo stesso anno, e la cui dinastia
durerà sino alla caduta del regno nel 1453. Il papato nel frattempo non voleva rinunciare all’idea di
recuperare i luoghi santi, e Innocenzo III fece bandire, prima di morire dal IV Concilio Lateranense del 1215
una nuova crociata, che partì nel 1217 guidata dal re Andrea di Ungheria. Conclusa nel 1221.
Elisa Giovinazzo Sezione Appunti
Le Crociate