Stato d’animo dei crociati
Le crociate attrassero uomini e donne di ogni classe sociale, il coinvolgimento delle masse fu attribuito ai disordini contemporanei e ai problemi economici. (Contingenti distinti per forma della croce e per colore; questione dei privilegi e diritti particolari che godeva chi partiva, protezione per la famiglia, testamenti). Fare un pellegrinaggio era un atto penitenziale, devozionale, che richiedeva una frame of mind che tradizionalmente si trova all’estremo opposto della concezione del guerriero. Le intenzioni dei pellegrini, generalmente erano pacifiche, me tre i crociati, dall’altra parte, intendevano la guerra come parte integrale del proprio esercizio di penitenza. Crusading era molto più un attività devozionale che militare, e la nozione di guerra devozionale suggerisce una forma di war-service che può essere confrontata al dire una preghiera. Guibert of Nogent, la crociata come qualcosa in cui nobili e cavalieri potessero funzionare come soldati, non solo beneficamente, ma devozionalmente:” Dio ha istituito nel nostro tempo la guerra santa, così che gli ordini di cavalieri e le folle correndo lungo le sue orme…potessero trovare un nuovo modo per ottenere la salvezza. E così che essi non sono forzati ad abbandonare gli affari secolari completamente, scegliendo la vita monastica o qualche professione religiosa, come è abitudine, ma possono ottenere in qualche misura la grazia di Dio mentre proseguono la propria carriera, con la libertà e nell’abito a cui sono abituati”. Molto che intrapresero la Seconda Crociata, seguivano l’esempio di padri, oppure nonni. Atmosfera di penitenza avvolgeva la preparazione delle crociate. Proprio nel momento in cui la crociata stava diventando una caratteristica normale della scena europea, veniva a colorarsi di ideali secolari, e il bilancio al suo interno tra guerra devozionale e impresa cavalleresca si stava alterando. Molto prezioso fu l’aiuto degli ORDINI MILITARI-MONASTICI, i cui membri pronunziavano i voti di castità, povertà e obbedienza, e si impegnavano anche a combattere gli infedeli e a difendere pellegrini e oppressi. Questi ordini possono essere visti come un prodotto della società cristiana contemporanea, combattere per uno scopo è giunto ad essere ampiamente considerato come un mezzo di salvezza, e un atto di carità.
I fratelli nelle regioni di frontiera non erano fanatici, e furono preparati a combattere a fianco dei non cristiani, se la situazione militare lo richiedeva.
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Autore:
Elisa Giovinazzo
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- Università: Università degli Studi di Verona
- Docente: Marco Stoffella
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