Appunti sul manuale utilizzato sia per il corso di psicologia sociale che come testo di studio per il superamento dell'esame di Stato per l'abilitazione alla professione di psicologo. Vi si trovano tutte le indicazioni riguardanti la progettazione in psicologia sociale: dalla selezione dagli scopi, alla scelta della popolazione beneficiaria dell'intervento, alla tappe di messa a punto del progetto, alla sua valutazione e verifica. Indispensabile manuale di psicologia sociale.
Costruire e valutare i progetti nel sociale
di Paola Alessandra Consoli
Appunti sul manuale utilizzato sia per il corso di psicologia sociale che come
testo di studio per il superamento dell'esame di Stato per l'abilitazione alla
professione di psicologo. Vi si trovano tutte le indicazioni riguardanti la
progettazione in psicologia sociale: dalla selezione dagli scopi, alla scelta della
popolazione beneficiaria dell'intervento, alla tappe di messa a punto del
progetto, alla sua valutazione e verifica. Indispensabile manuale di psicologia
sociale.
Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Facoltà: Psicologia
Esame: Psicologia di Comunità
Docente: Leone
Titolo del libro: Costruire e valutare i progetti nel sociale
Autore del libro: Prezza M. Leone L.
Editore: Franco Angeli1. Caratteristiche della progettazione nel sociale
La progettazione è un processo cognitivo e un’attività che si esprime in innumerevoli modi e che è presente
in molteplici ambiti.
I progetti assumono diverse forme: ci sono dei “piani mentali”, dei propositi strutturati e delle strategie in
vista di una soluzione, dei documenti, dei programmi, dei progetti di ricerca.
Nel progetto si sistematizzano connessioni, intuizioni, ipotesi; si connettono e si ordinano pensieri nati da
biforcazioni, analogie, metafore. Si dà ai propri proponimenti e ai percorsi dell’agire che si intendono
perseguire una forma comunicabile.
La progettazione è un’attività di produzione di mondi possibili, un’attività esplorativa e costruttiva volta alla
ricerca e alla definizione di problemi; è un’indagine pratica.
Il settore “sociale” è caratterizzato dai seguenti fattori:
- Dal fatto che si producono servizi alle persone, si realizzano interventi di aiuto finalizzati a produrre
cambiamenti a livello personale e sociale;
- Dalle forti valenze valoriali, affettive ed etiche connaturate al lavoro;
- Dalla presenza di personale professionista o semi-professional;
- Dal fatto che quasi sempre i progetti sociali richiedono l’interazione di una pluralità di organizzazioni ed
istituzioni private e pubbliche;
- Dalla forte dipendenza del settore dai finanziamenti pubblici.
Le motivazioni che spingono gli operatori a elaborare progetti sono:
Motivazioni connesse alla scarsità di risorse finanziarie disponibili per le politiche sociali;
Necessità di produrre, a parità di risorse, servizi innovativi e maggiormente rispondenti alle esigenze ed ai
bisogni degli utenti/clienti di personalizzare e rendere flessibile l’offerta;
Spinta alla organizzazione a rete dei servizi data dalla necessità di sviluppare strategie concertate tra diverse
organizzazioni pubbliche e private nella gestione dei servizi.
Nei servizi si parla di funzioni di front e di back office: il primo si realizza frontalmente nel rapporto con il
cliente e il secondo è una funzione di supporto.
La flessibilità organizzativa risulta necessaria laddove l’ambiente è turbolento e caotico, dove non è
possibile avere ampi margini di previsione, né standardizzare le pratiche di lavoro, né utilizzare soluzioni
sperimentate in precedenza come modelli di riferimento per il futuro.
Il progetto, inteso come mezzo per connettere le attività agli obiettivi e ad una verifica, rappresenta lo
strumento privilegiato di un’organizzazione flessibile.
Secondo Manoukian è opportuno ipotizzare un’organizzazione che permetta processi di lavoro non
meccanici e lineari, ma circolari, soggetti a continui aggiustamenti, in cui si definiscono degli obiettivi
parziali, dei programmi operativi, che si attuano, che si svolgono praticamente e si verificano.
L’attività di progettazione può rappresentare il momento privilegiato in cui si esplicitano i propri valori, i
modelli di riferimento, le teorie che si utilizzano per dare senso e spiegare dei fenomeni e si mettono a
confronto i sistemi di valori.
La progettazione è un’attività che costringe a fare i conti con il limite, a rapportare obiettivi, attese, propositi
con orientamenti valoriali, scelte concrete e risorse.
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Costruire e valutare i progetti nel sociale 2. Scopo della progettazione sociale
Lo scopo del progetto è quello di sviluppare identificazioni, dare spinte motivazionali.
Ciascun professionista tende a sviluppare una sorta di microprogetto nella relazione duale con il cliente:
interpreta il bisogno, definisce il problema, pone obiettivi di intervento, definisce tempi e metodi e modalità
di verifica dello stesso. I passaggi legati alla presa in carico del caso, possono svilupparsi in modo
“solitario”, soprattutto se il professionista è lo psicologo. Alcune professioni sociali come quella
dell’educatore sono meno individualiste, ma le professioni socialmente considerate “forti” sono quelle che
derivano da modelli di relazione di aiuto di tipo duale.
La complessità dei problemi cui si cerca di dare risposta, richiede spesso la collaborazione di più saperi.
L’appartenenza professionale rappresenta un forte collante e, contemporaneamente, un fattore di
differenziazione interna alle singole equipe dei servizi. E’ in funzione dell’intervento sul singolo caso che
più operatori di uno stesso servizio, o di altri servizi, si coordinano.
Spesso a livello centrale esistono dei fondi finalizzati ad alcuni tipi di intervento (leggi sulle
tossicodipendenze, prevenzione del disagio minorile, imprenditorialità giovanile, pari opportunità). Queste
risorse finanziarie rappresentano uno stimolo enorme: enti, organizzazioni, amministrazioni pubbliche
tentano di raggiungere obiettivi preesistenti o creano strutture ad hoc per gestire nuovi progetti di intervento.
A volte anche la presenza di scarsi finanziamenti è un fattore di riuscita, perché abbassa il livello di
competizione sulle risorse economiche e aumenta la garanzia che coloro che collaborano al progetto non
abbiano una motivazione intrinseca.
L’ente erogatore del finanziamento ha anche funzione di controllo, cioè verifica che il progetto si realizzi e
che le risorse economiche a disposizione non si disperdano in altre attività che non sono inerenti il progetto
stesso.
Nel sociale i progetti vengono quasi sempre realizzati grazie all’interazione, alle intese e al coordinamento
di una rete di organizzazioni pubbliche, private e del privato sociale.
Accanto al lavoro sul singolo caso, si svolgono una serie di attività rivolte a gruppi, ad altre organizzazioni,
a singoli quartieri o all’intera popolazione.
L’elemento di difficoltà consiste nel fatto che le diverse organizzazioni del sociale sono spesso
enormemente diverse tra loro per struttura organizzativa, dimensioni, settore, mission, logiche e culture
organizzative, valori e codici linguistici, e si differenziano anche in funzione del livello di
istituzionalizzazione da cui sono caratterizzate.
Si possono distinguere organizzazioni a legami deboli e organizzazioni a legami forti.
Le reti interorganizzative presenti nell’area sociale sono prevalentemente o tendenzialmente caratterizzate
da legami deboli.
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Costruire e valutare i progetti nel sociale 3. Tappe di un progetto di intervento sociale
Con il termine "progetto" ci si riferisce al processo completo di ideazione, realizzazione e gestione, mentre
con “stesura del progetto” si intende il progetto cartaceo.
Ogni progetto ha le sue tappe, che sono:
Ideazione: è il momento in cui una o più persone ipotizzano di realizzare un progetto.
Attivazione: bisogna verificare quali sono le risorse (umane, finanziarie e strumentali) disponibili,
identificare il proprio ruolo e quello degli altri soggetti coinvolti nel progetto, il problema e le strategie
d’intervento, ottenere il consenso e analizzare la domanda della committenza.
Progettazione: consiste nell’elaborazione di un progetto cartaceo che contenga l’identificazione e la
programmazione delle diverse fasi dell’intervento.
Realizzazione: attraverso l’avvio delle prime attività si verificano le ipotesi, si attuano gli interventi e i
cambiamenti necessari per sostenere il progetto, si sviluppano processi di confronto e verifica in itinere per
apportare gli aggiustamenti necessari.
Verifica: consiste nella riformulazione, ridefinizione o conclusione del progetto stesso.
Anche se è posta come ultima tappa, la verifica è presente lungo il percorso ad ogni tappa come forma di
monitoraggio o valutazione più o meno formalizzati ed espliciti.
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Costruire e valutare i progetti nel sociale 4. Approccio sinottico-razionale della progettazione
Anche se è il meno adatto per gli intereventi di tipo sociale, è il modello “forte” per definizione poiché si è
sviluppato nell’ambito del modello della scelta razionale.
Si tratta di un approccio meccanicista che rimanda ad una causalità di tipo lineare tra le problematiche
sociali: “in condizioni ambientali date trovare i mezzi migliori per raggiungere obiettivi dati giudicati
desiderabili secondo criteri di valutazione stabiliti”.
Questo tipo di approccio presuppone:
• Un ambiente predeterminato, descritto da vincoli e parametri fissi nel corso della procedura,
• Un problema chiaro con obiettivi espliciti dati fin dall’inizio,
• Se ci sono mezzi alternativi, questi sono dati in modo distinto dai fini,
• Ottenere il massimo dei benefici con il minimo costo.
Un’altra caratteristica del modello è che si riferisce ad un progettista solitario.
Cruciale è la tappa della progettazione (III) poiché la centralità è sul prodotto da realizzare inteso come
risultato previsto a priori.
La presenza della tappa di attivazione (II) è scarsa e si riferisce alla ricerca di finanziamenti e all’attivazione
di reti di relazioni e risorse materiali per l’approvazione del progetto; la tappa di realizzazione (IV) è vista
come conseguenza del progetto e non vi sono processi di reale partecipazione dei destinatari o dei diversi
soggetti coinvolti nel progetto.
La valutazione (V), infine, si riferisce ad un mero processo di confronto tra output previsti ed output
ottenuti.
Purtroppo questo modello non tiene conto del fatto che gli obiettivi non sono definibili a priori e da un unico
soggetto, ma sono la risultante di processi di negoziazione che vedono coinvolti i diversi soggetti che, in
virtù del loro sistema di aspettative, atteggiamenti e motivazioni, spesso alimentano quel conflitto che
costituisce l’input della progettazione stessa.
Esso inoltre non aiuta a pensare al progetto come ad uno strumento flessibile.
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Costruire e valutare i progetti nel sociale 5. Approccio concertativo o partecipato della progettazione
La conoscenza si basa sulle costruzioni di un osservatore e non sulla corrispondenza con la realtà esterna.
Il costruttivismo sostiene che ciò che definiamo realtà è un costrutto personale, un’interpretazione, un modo
particolare di osservare, spiegare e rappresentarsi il mondo che è costruito attraverso l’esperienza e la
comunicazione.
La realtà non sarebbe scoperta ma inventata.
I presupposti su cui si basa questo approccio sono:
• Il problema e l’ambiente non sono dati a priori come fatti oggettivi,
• Il processo di interazione tra i diversi attori coinvolti nel processo di progettazione prosegue in tutte le sue
tappe,
• Pur condividendo un impianto logico comune, ogni attore continua ad essere portatore di aspettative,
presupposti cognitivi e ad avere ampi margini di negoziazione.
In questo secondo approccio si parte da un’ipotesi di cambiamento di una data realtà che è confrontata,
negoziata, concertata con i destinatari.
La rilevanza maggiore qui viene data alla fase dell’attivazione anche se esiste un’influenza reciproca tra le
diverse tappe.
Alla base di questo approccio c’è la convinzione che i problemi sociali non sono caratterizzati da una
causalità lineare, che esistono sempre più letture dei bisogni e più ipotesi interpretative, che il ruolo dei
servizi e degli operatori non è quello di distribuire soluzioni, ma di “aiutare ad aiutarsi” promuovendo
empowerment a livello individuale e di comunità.
Questo perché si pensa che i diversi soggetti hanno tutti un ruolo attivo, co-progettano: sono partecipi nella
elaborazione di alcune scelte strategiche od operative.
Paola Alessandra Consoli Sezione Appunti
Costruire e valutare i progetti nel sociale