Appunti che analizzano il testo "Parchi, politiche ambientali e globalizzazione". Viene affrontato il tema del parco come luogo di analisi sociale e di esperienza democratica.
Geografia
di Gherardo Fabretti
Appunti che analizzano il testo "Parchi, politiche ambientali e globalizzazione".
Viene affrontato il tema del parco come luogo di analisi sociale e di esperienza
democratica.
Università: Università degli Studi di Catania
Facoltà: Lettere e Filosofia
Esame: Geografia
Docente: Sergio Guglielmino
Titolo del libro: Parchi, politiche ambientali e globalizzazione
Autore del libro: Paolo Giuntarelli
Editore: Franco Angeli
Anno pubblicazione: 20081. Definizione di Parco
Il concetto di area protetta nasce e si sviluppa insieme alle società e collettività umane anche se non hanno
avuto sempre lo stesso significato pur avendo accompagnato l'uomo sin dai primi momenti in cui è sorta
un'organizzazione sociale. In ogni caso essi rappresentano la medesima risposta ad un bisogno sociale che
muta nei secoli e ad essi pertanto vanno attribuiti diversi significati in relazione alle fasi che attraversa
l'umanità.
L'istituzione dei primi parchi risale al 1800 anche se si hanno esempi di aree protette sin dall'antichità, ad
esempio nella forma dei cosiddetti boschi sacri romani, o in Persia e in Cina, o ancora in Australia con le
famose Vie dei Canti di cui parlava Chatwin. La storia dunque dimostra che le attività di protezione della
natura risalgono all'antichità, praticamente agli albori delle civiltà antiche, quando nacque l'idea di
conservare determinate aree silvestri di considerevole bellezza principalmente per diletto spirituale o
artistico. Sono territori silvestri o naturali che conservano ambienti, terrestri o acquatici, dove l'intervento
antropico è scarso o nullo, prima abitati e poi progressivamente abbandonati fino ad evolvere in uno stato
semi naturale.
Quando queste aree si destinano a fini conservativi si istituiscono le aree protette. La loro finalità principale
è fare in modo che determinati territori si conservino allo stato naturale o semi naturale affinché possano, in
ultima istanza, apportare benefici all'uomo conservandosi in questo stato e non utilizzandosi per realizzarvi
altre attività che li trasformino radicalmente.
Il primo esempio di conservazione di una risorsa naturale per fini sacrali e contemporaneamente economici è
rappresentato dalla cosiddetta Lex Spoletina, istituita nel III secolo a.C. dai Romani: un'area boschiva
consacrata agli dei con un tempio dove non si potevano abbattere alberi senza autorizzazione, pena pesanti
sanzioni.
Un secondo esempio lo troviamo nel 1200 a Venezia, con la prima legge di tutela ambientale: un divieto
assoluto di tagliare le sacre foreste da remi del Cansiglio allo scopo di preservare una importante risorsa
della repubblica. Nel primo Ottocento nascono i primi movimenti conservazionisti, in Inghilterra: il National
Trust (1895) e la Royal Society for the Protection of Birds (1899).
L a prima riserva naturale al mondo nasce però negli USA, nel 1834, ed è quella delle Hot Springs, in
Arkansas, contenente ben 47 sorgenti termali. La seconda riserva naturale è sempre americana: nasce nel
1864 e prende il nome di Yosemite; la terza nasce nel 1872 ed è quella di Yellowstone.
Sarà il presidente Theodore Roosevelt nel 1903 a sancire ufficialmente la nascita della moderna concezione
di un parco nazionale, inaugurando un monumento a Yellowstone che identificava il parco con il beneficio e
godimento della popolazione. La Convenzione di Londra del 1933 fino ad arrivare alla UICN, ribadirà
questo concetto nel corso degli anni.
Nel XX secolo anche altre realtà geografiche iniziarono a dare importanza alla tutela della natura anche se
ciascuno pose l'accento su quello che riteneva più importante: l'Africa con le riserve di caccia, l'Europa con
la tutela paesaggistica.
Ma dunque come possiamo definire un parco? La definizione del Devoto – Oli, "Zona selvosa per lo più
recintata, protetta da disposizioni speciali per la conservazione del paesaggio e delle specie selvatiche"
è una definizione troppo riduttiva. In realtà un'area protetta è qualcosa di infinitamente più complesso.
Secondo la definizione dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura essa è
Un'area terrestre e/o marina, specificamente dedicata alla protezione ed al mantenimento della biodiversità,
e delle risorse naturali e culturali ad essa associate, e gestita attraverso leggi o altri strumenti efficaci
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Geografia (definizione del 1994).
Invece la Convenzione sulla Diversità Biologica utilizza un'altra definizione: "Area definita
geograficamente designata o regolata e gestita per raggiungere determinati obiettivi di conservazione"
(definizione tratta dall'Articolo 2).
In realtà sono due definizioni praticamente uguali considerato che entrambe pongono l'accento su alcuni
aspetti fondanti:
- Zone o porzioni di territorio che possono essere individuate in ogni parte del mondo.
- Richiedono misure specifiche (istituzioni, regolamenti) allo scopo di raggiungere gli obiettivi di
conservazione.
- Richiedono una gestione, amministrata attraverso leggi e regolamenti.
- Richiedono di conseguenza un'autorità di gestione in grado di assicurare l'applicazione degli strumenti per
la conservazione.
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Geografia 2. La classificazione delle aree protette
CLASSIFICAZIONE DELLE ANP. Classificare e definire le aree protette non è cosa semplice, e non a caso
in occasione di alcune Convenzioni internazionali come quella di Londra del 1933 e quella di Washington
del 1940, emersero i primi tentativi di fornire una definizione esauriente. Ma solo a partire dal 1948, l'anno
della fondazione dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura si iniziò una proto
classificazione delle aree protette, che vide la luce nel 1956, con una rigidità schematica, concettuale ed
applicativa che non soddisfaceva. Mancava ad esempio quasi completamente un riferimento alla presenza
dell'uomo, tranne nelle cosiddetteriserve antropologiche, che collegavano la dimensione umana a
testimonianze preistoriche ed escludeva parchi più innovativi come quelli francesi.
Allo scopo di dare definizioni più sostanziali nacque la WCPA, la Commissione per i Parchi Nazionali e le
Aree Protette, che con frequenza quinquennale pubblica l'elenco delle aree protete di tutto il pianeta. Una
lista che viene fatta propria anche dalle UN. La prima stesura è del 1967, a cura di J. P. Harroy e nel 1974 a
Kinshasa si posero le basi per un organico lavoro di classificazione che continuò un Portogallo nel 1978
(12° meetin WCPA) e si conclusero nel 1980 con la pubblicazione di un documento di classificazione basato
su dieci categorie suddivise in tre gruppi.
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Geografia 3. Tre diversi gruppi di aree protette
GRUPPO 1 = aree protette in cui la WCPA si assumeva la responsabilità di controllare lo stato di
funzionamento e offrire consulenza ove richiesta. Riserva Naturale Integrale = la protezione è incentrata
sulla natura e sul mantenimento dei processi naturali al fine di conservare esempi significativi degli
ecosistemi naturali per lo studio, l'educazione, il monitoraggio ambientale e per mantenere la diversità
biologica in uno stato evolutivo dinamico.
Riserva Orientata / Santuario per la Fauna = Si assicura la protezione di specie, comunità biotiche o fattori
fisici di interesse nazionale e (a differenza delle RNI) possono prevedere particolari interventi di gestione e
manipolazione di fattori ambientali, come l'uso controllato di alcune risorse.
Parco Nazionale = la protezione viene offerta per aree di straordinario interesse naturale e paesaggistico, di
significato nazionale e internazionale, per l'uso scientifico e ricreativo – educativo. Sono aree vaste, dove
l'attività antropica non è consentita come quella estrattiva.
Monumento Naturale = protezione di un sito naturale caratteristico per il suo speciale interesse, per la
straordinarietà e la unicità. Sono di solito aree piccole.
Paesaggio protetto = si protegge un paesaggio naturale, terrestre o marino di interesse naturale, dove la
presenza umana si armonizza con la natura. Ne è consentita la fruizione pubblica e le attività umane
tradizionali sono mantenute.
- GRUPPO 2 = sono aree protette di notevole importanza per la UICN ma non considerate essenziali dalla
WCPA. Riserve per le Risorse = sono aree le cui risorse non sono toccabili in vista di un
concreto progetto tollerabile o in una fase di sviluppo non ancora conclusa. Riserve antropologiche =
proteggono lo stile di vita delle società tradizionali. Una categoria appropriata ad esempio quando le attività
estrattive sono condotte con metodi tradizionali.
Aree gestite per Uso Multiplo = garantiscono la produzione sostenibile di acqua, legname, specie selvatiche
e da pascolo primariamente a sostegno di uno sviluppo economico.
- GRUPPO 3 = erano le aree protette che facevano parte di programmi internazionali con specifica rilevanza
per la conservazione della natura. Riserve della Biosfera = preservano per l'uso presente e futuro la diversità
e l'integrità delle comunità biotiche di piante ed animali negli ecosistemi naturali e la diversità genetica
funzionale alla loro continua evoluzione. Patrimonio Mondiale = in inglese World Heritage Site.
Proteggono caratteristiche naturali di un'area considerata di importanza universale e reperibili sulla lista
selezionata tra i paesi che aderiscono alla convenzione sul Patrimonio Mondiale.
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Geografia 4. La legge quadro sulle aree protette in Italia
- In seguito parteciparono altri organismi, come il Consiglio d'Europa, che propose una differenziazione
tripartita tra:
- Zone naturali ove prevalgono i valori naturalistici ma è presente l'uomo con le sue attività produttive.
- Aree dove l'attività rurale è rilevata su un territorio di elevato valore naturale o paesaggistico.
- Aree di eccezionale valore scientifico.
Attualmente la classificazione dello UICN – WCPA è quella pubblicata nel 2004 al Meeting of the World
Commission of Protected Areas e prevede sei diverse categorie che possano fornire un linguaggio comune
al mondo dei parchi. La classificazione del resto è il risultato di un progetto del 1994 che prende il nome di
SaCL, Speaking a Common Language.
La maggior parte dei parchi europei e italiani trova collocazione nella categoria V o in quella IV se si tratta
di riserve naturali ma è anche vero che molti vengono definiti parchi nazionali e quindi farebbero parte della
II. Questo succede perché in questa classificazione del 2004 solo la V è una categoria che prevede
interferenze tra uomo e natura, quasi fosse un contenitore per tutte le aree protette non classificabili nelle
altre.
In Italia invece la classificazione delle aree protette è regolata dalla legge quadro sulle aree protette 394/91
che per molti versi ricalca quella della WCPA sui parchi.
- Parchi Nazionali. Aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono ecosistemi intatti o parzialmente
alterati da interventi antropici; formazioni fisiche, geologiche, geomorfologiche, biologiche di rilievo
internazionale o nazionale per valori naturalistici, scientifici, estetici, culturali ecc... che richiedano
l'intervento dello Stato per la loro conservazione.
- Parchi Naturali Regionali. Stessa definizione ma riguardante una o più regioni limitrofe che contengano un
sistema omogeneo individuato o dagli assetti naturali dei luoghi, o dai valori paesaggistici ed artistici, o
dalle tradizioni culturali delle popolazioni locali.
- Riserve Naturali. Medesima definizione ma riguardo a specie naturalisticamente rilevanti della flora o della
fauna, o a ecosistemi importanti per le diversità biologiche o la conservazione delle risorse genetiche.
Possono essere regionali o statali.
- Zone umide di interesse internazionale. Le aree durante la bassa marea non devono essere più profonde di
sei metri e devono essere considerate di importanza internazionale conformemente a quanto stabilito dalla
convenzione di Ramsar.
- Altre aree naturali protette. Si dividono in aree a gestione pubblica e in aree a gestione privata.
- Zone di Protezione Speciale. Riguardano la riproduzione di specie volatili e sono tutelate in base alla
direttiva CEE 79/409.
- Zone speciali di Conservazione. Possono essere designate o no dallo Stato e seguono la direttiva CEE
92/43.
- Aree Marine Protette. Sono regolate dalla legge del 5 marzo 1985 n. 127 e alle legge del 31 dicembre 1982
n. 979.
La finalità globale di un parco è indicata nel ricercare, promuovere e sostenere una convivenza compatibile
tra ecosistema naturale ed ecosistema umano. Al parco sono attribuite dunque qualità specifiche e
funzionali. Riguardo all'ecosistema naturale il parco nasce per la conservazione, tutela e ripristino degli
ecosistemi naturali e ai fini della ricerca scientifica. Riguardo all'ecosistema umano per la promozione
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Geografia sociale, economica e culturale delle popolazioni, per la didattica e il turismo. Le sue caratteristiche
funzionali sono quelle microclimatiche, disinquinanti, igieniche, architettoniche, estetiche.
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Geografia 5. Caratteristiche dei parchi urbani
I PARCHI URBANI E PERIURBANI. Il ruolo delle aree protette nei contesti urbani viene raramente
analizzato e presentato in termini chiari presso l'opinione pubblica, che percepisce con difficoltà il ruolo
delle aree protette urbane e periurbane. Ricerche recenti hanno tentato di fornire un quadro più chiaro ai
cittadini, soprattutto secondo tre punti di vista:
- le città dipendono dalle aree protette e le più grandi città del mondo, come Cape Town e Rio de Janeiro
derivano una porzione importante delle loro risorse idriche potabili dalle foreste protette
- le aree protette dipendono dalla città 3. devono aumentare le strategie di connessione tra urbano e rurale,
tra città e proprio
patrimonio ambientale. È risaputo che facilitare l'accesso alla natura aumenta il benessere psico fisico.
Stanno nascendo oggi nuove forme di fruizione del naturale e del rurale da parte dell'urbano molto
importanti.
LE AREE PROTETTE URBANE IN ITALIA E NEL MONDO. Solo di recente i parchi urbani hanno
iniziato a essere considerati pienamente per il loro ruolo e per l'importanza che rivestono. Fino a qualche
anno fa anche nei contesti internazionali si faceva molta fatica a distinguere tra giardini pubblici, ville
storiche e aree protette urbane. Solo a partire dal V Congresso Mondiale dei Parchi dello UICN a Durban,
nel 2003, si è cominciato a ragionare sull'argomento. Fu organizzato un workshop di tre giorni sul tema
L'imperativo urbano che fu la prima opportunità a livello internazionale per confrontarsi e dare vita ad una
task force proposta dallo stesso UICN.
A livello europeo l'organismo che riunisce le principali aree protette urbane è Fedenatur (European
Federation of Metropolitan and Periurban Natural and Rural Areas). Il 2° Simposio sulle aree naturali nelle
zone urbane e periurbane, tenutosi a Barcellona nel 1995 ed ispirato dal meeting di Rio de Janeiro del 1992,
convenne sulla necessità di stabilire un network che attivasse una filiera di scambi e collaborazioni di
carattere tecnico e scientifico tra soggetti gestori di aree protette urbane ad una scala europea.
Quali sono i compiti di Fedenatur?
- Promuovere la protezione e lo sviluppo delle aree naturali urbane e periurbane attraverso adeguate
politiche di gestione e tutela.
- Coordinare, dibattere e condividere esperienze di sviluppo e conservazione regionali tra i membri della
federazione.
- Difendere le diversità degli ecosistemi e dei paesaggi attraverso una oculata gestione delle risorse.
- Offrire una particolare attenzione ai bisogni ricreativi e fruitivi dei cittadini, sulla base dell'uso compatibile
delle aree rispetto alle priorità di conservazione.
- Sviluppare strumenti e tecniche per l'educazione, l'informazione e la consapevolezza ambientali.
A Fedenatur aderiscono 28 aree di cinque paesi europei (Italia, Portogallo, Francia, Spagna e Belgio). In
Italia sono sei le aree Fedenatur.
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Geografia 6. La politica italiana sulle aree protette
GLI SVILUPPI DELLA POLITICA ITALIANA RIGUARDO LE ANP; DAI PARCHI STORICI ALLA
LEGGE QUADRO. In Italia il primo parco nazionale fu istituito nel 1922 il 3 dicembre con Regio Decreto e
prende il nome di Gran Paradiso. Seguono il Parco Nazionale d'Abruzzo (RD 1923), Circeo (D 1934),
Stelvio (L 1935) e Calabria (L 1968).
Erano parchi allora tutelati da un sistema rigido, dove era assente ogni strumento di pianificazione e la tutela
dell'area, la guardia al vincolo, non era flessibile e differenziabile.
Nacquero successivamente altri Parchi Nazionali, tutti nati all'interno di due strumenti normativi: la legge 11
marzo 1988 n.67 (legge finanziaria) e la legge 29 agosto 1989 n. 305 (programmazione triennale per la
tutela dell'ambiente) in cui iniziava ad affacciarsi una pianificazione del territorio e si affacciava l'idea di
creare dei parchi regionali dotati di statuti autonomi.
Vd. sei Parchi CIPE
Nasce poi la fondamentale legge quadro 394/91 che non solo istituisce sei nuovi parchi in base alle sue
disposizioni ma fornisce indirizzi, metodologie e regole chiare per la creazione ed il funzionamento dei
Parchi Nazionali e Regionali, facendo ordine nel disordine legislativo in materia.
Successivamente alla legge 394/91 si continua con l'istituzione di Aree Protette per cercare di raggiungere e
superare l'obiettivo del 10% di territorio protetto, l'obiettivo che ci si era prefissati nel 1980 a Camerino
durante una conferenza tra esperti e scienziati. Le nuove leggi crearono altri sette parchi tra il 1994 e il 2004.
Un fondamentale passo in avanti fu fatto con il DPR 616/77 che trasferisce le competenze in materia di aree
protette dallo Stato alle Regioni e con la conseguente facoltà delle medesime di creare parchi naturali. Qual
è la differenza concettuale tra parco nazionale e parco regionale? Lo spiega l'articolo 2 della legge quadro
394/91: nel parco regionale si dà maggiore risalto alla fruizione antropica strettamente collegata, vissuta con
intima aderenza; con i valori paesaggistici, artistici e delle tradizioni culturali delle popolazioni culturali. Le
aree protette regionali sono così suddivise:
- 127 parchi
- 365 riserve Insieme formano un patrimonio di più di un milione di ettari. Adesso anche le province si
stanno affacciando, considerato che la 394/91 aveva dato anche linee guida in merito.
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Geografia 7. La regolamentazione dell'ambiente nazionale italiano
IL QUADRO NORMATIVO ANTERIORE ALLA LEGGE 6 DICEMBRE 1991 N° 394. L'Italia è sempre
stata tra gli ultimi stati europei a mettere mano ad una coerente opera di legislazione e regolamentazione
dell'ambiente nazionale. Il primo riferimento legislativo in materia è quello della legge 1497 del 29 giugno
1939. in questa legge si parlava per la prima volta di norme di tutela del territorio, ed evidenziava come la
bellezza naturale fosse da considerarsi un fattore estetico connesso al compendio naturalistico e non forma
ed aspetto del territorio. Insomma un concetto ancora estremamente riduttivo. Nasce con questa legge anche
la prima idea di piano paesaggistico con funzioni di tutela, affidato al Ministero dell'Istruzione, che in realtà
aveva le mani legate perché non poteva creare alcunché senza adeguati decreti ministeriali di vincolo.
Sempre agli anni 30 e anche a quelli 20 risalgono le leggi che diedero vita a quelli che oggi chiamiamo
parchi nazionali storici. Sono leggi che seppur emanate in maniera episodica e in assenza totale di un
disegno normativo unitario, presentano delle finalità che sono più o meno comuni. Le leggi e i relativi parchi
storici sono quattro:
- 1922 Parco Nazionale del Gran Paradiso Regio Decreto 1524 del 3 dicembre 1922
- 1923 Parco Nazionale d'Abruzzo Legge 1511 del 12 luglio 1923
- 1934 Parco Nazionale del Circeo Legge 285 del 25 gennaio 1934
- 1935 Parco Nazionale dello Stelvio Legge 740 del 24 aprile 1935
Anche parco e non era possibile rinvenire nelle singole leggi un collegamento tra autorità del parco e
soggetti pubblici competenti, le finalità comuni a tutti e quattro erano la conservazione o il miglioramento
della flora e della fauna, la preservazione delle speciali formazioni geologiche, la tutela del paesaggio e lo
sviluppo del turismo (NON per il Gran Paradiso). Mancava anche ogni collegamento con gli enti e le
collettività locali, anche se era normale in un periodo storico di forte centralizzazione .
L'ambiente solo dopo molti sforzi si affaccia sulla Costituzione Italiana. Se prima l'art.9 della Costituzione
poneva tra i principi fondamentali la tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico, solo dopo enormi
sforzi si è riusciti a far coincidere paesaggio con ambiente. Se prima cioè paesaggio aveva a che fare solo
con criteri estetici, oggi coincide con ogni elemento naturale e umano che attiene alla forma esteriore del
territorio. L'art. 9 è anche collegato ora con l'art. 32 che tutela il diritto alla salute.
Un primo tentativo di decentralizzazione delle competenze relative all'ambiente dallo Stato alle Regioni si
affaccia solo negli anni 70, quando il concetto di regione diventa qualcosa di più concreto. Nasce il DPR 15
gennaio 1972 n°11 che se è vero che trasferiva alle Regioni a statuto ordinario le funzioni in materia di
agricoltura e foreste e di caccia e pesca, lasciava allo Stato quelle riguardanti gli interventi di protezione
della natura e dei parchi nazionali.
Solo con il DPR 616/7718 che trasferisce le competenze in materia di aree protette dallo Stato alle Regioni e
con la conseguente facoltà delle medesime di creare parchi naturali, la situazione si sblocca. L'articolo 83
infatti trasferiva alle regioni le competenze di ambiente che prima erano dello Stato.
Altra importante legge è quella dell 8 luglio 1986 n°349 che istituisce il Ministero dell'Ambiente. La 349/86
fa un po' d'ordine nell'immenso mare di leggi e leggine competenza di ogni tipo di ministero.
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