In questi appunti schematici si propongono gli elementi fondamentali di scienze delle Finanze così come esposti da nel libro "Elementi di Scienza delle Finanze" di Roberto Artoni nell'edizione del 2005.
In particolare ci si sofferma sulla base imponibile per il calcolo dell'IRPF e sul calcolo dell'IRES.
Elementi di Scienza delle Finanze
di Mariarita Antonella Romeo
In questi appunti schematici si propongono gli elementi fondamentali di scienze
delle Finanze così come esposti da nel libro "Elementi di Scienza delle
Finanze" di Roberto Artoni nell'edizione del 2005.
In particolare ci si sofferma sulla base imponibile per il calcolo dell'IRPF e sul
calcolo dell'IRES.
Università: Università degli Studi di Lecce
Facoltà: Economia
Esame: Scienza delle finanze e della regolamentazione
dei mercati
Titolo del libro: Elementi di scienza delle finanze
Autore del libro: Roberto Artoni
Editore: Il Mulino
Anno pubblicazione: 20051. Il vincolo di bilancio dinamico
bt = (gt - t) + (1 + r/1 + n) * bt-1
b è il rapporto debito/PIL
g è la spesa primaria
è la leva fiscale
r è il tasso si interesse nominale
n è il tasso di crescita del PIL
- variazione del rapporto debito/PIL delle Amministrazioni Pubbliche bt – bt-
1
- rapporto indebitamento netto primario/PIL (gt - t) DISAVANZO PRIMARIO
- impatto del divario tra onere medio del debito e tasso di crescita del PIL (1 + r/1 + n) * bt-1
La variazione del rapporto si è verificata perché, pur avendo un avanzo primario, il rapporto debito/PIL è
cresciuto perché, in quegli anni, (1 + r/1 + n) * bt-1 era molto
elevato. La variazione del rapporto debito/PIL è
spiegata da due fattori : il disavanzo primario e (1 + r/1 + n) * bt-1. Dal 1995 al 1999, il rapporto debito/PIL
è diminuito perché gli avanzi primari sono stati molto grossi. Si è presentata una piccola riduzione di (1 +
r/1 + n) * bt-1 anche se , comunque, è rimasta elevata.
Dal 2000, gli avanzi primari hanno teso a diminuire, sino quasi ad annullarsi nel 2006.
Nel 2005, invece, è accaduto che, nonostante ci sia stato un piccolo avanzo, il rapporto debito/PIL è teso ad
aumentare perché (1 + r/1 + n) * bt-1 era molto grosso.
La PRESSIONE FISCALE è il rapporto tra le entrate tributarie ed il PIL al netto delle imposte in conto
capitale.
Il SALDO PRIMARIO è la differenza tra le entrate e le spese pubbliche, senza considerare gli interessi da
pagare sul debito.
L’ ALIQUOTA MEDIA è pari al rapporto tra l’ammontare dell’imposta e l’ammontare della base
imponibile.
L’ ALIQUOTA MARGINALE misura la variazione del debito d’imposta alla variazione unitaria o
infinitesimale del reddito.
Le variabili che comportano un aumento del rapporto debito/PIL sono il disavanzo primario, cioè la
differenza tra spese ed entrate al netto degli interessi, e gli
interessi. Le variabili che comportano una diminuzione del
rapporto debito/PIL sono l’avanzo primario (t > gt).In presenza di un avanzo primario non sempre ci
sarà una diminuzione del rapporto debito/PIL perché, appunto, potrei avere un avanzo primario, ma potrei
anche avere un tasso d’interesse più alto del tasso dell’economia.
Un sistema di tassazione soddisfa la CEN se i fattori fiscali non influiscono sulle scelte di localizzazione
degli investimenti di un investitore domestico. Un sistema di
tassazione soddisfa la CIN se, all’interno di un paese, i fattori fiscali non influiscono o penalizzano gli
investimenti provenienti da paesi diversi. Dal punto
Mariarita Antonella Romeo Sezione Appunti
Elementi di Scienza delle Finanze di vista economico, la CEN è desiderabile perché realizza un’allocazione efficiente del capitale tra
paesi. La
CEN è possibile realizzarla attraverso il principio della residenza, cioè tutti i redditi afferiscono
immediatamente e integralmente al loro titolare e sono oggetto di tassazione nel paese di residenza del
percettore. La
CIN è possibile realizzarla attraverso il principio della fonte, cioè i redditi sono tassati nel paese di
produzione del reddito, prescindendo dal luogo di residenza e dalla posizione reddituale complessiva del
percettore. Non è
possibile realizzare congiuntamente CEN e CIN perche il principio della fonte non realizza la CEN e il
principio della residenza non realizza la CIN.
Mariarita Antonella Romeo Sezione Appunti
Elementi di Scienza delle Finanze 2. La doppia marginalizzazione
L’esempio più conosciuto di esternalità riguardanti le imprese verticalmente separate è quello della doppia
marginalizzazione.
Supponiamo che un produttore si rivolga ad un rivenditore per vendere i suoi prodotti ai consumatori finali e
che il primo venda al secondo ad un prezzo unitario costante. Ipotizziamo per semplicità che il rivenditore
non sostenga nessun altro costo, al di fuori del prezzo d’ingrosso.
Entrambe le imprese desiderano massimizzare i loro profitti e tutte e due scelgono il margine di monopolio
rispetto ai loro costi : l’impresa a monte sceglie il prezzo all’ingrosso w, dato il suo costo c e l’impresa a
valle sceglierà p dato il suo costo, rappresentato dal prezzo all’ingrosso w.
Se entrambe le imprese aggiungono un proprio ricarico al costo, il risultato finale sarà che i consumatori
pagheranno un prezzo più alto di quello che sarebbe ottimale dal punto di vista della catena verticale.
Se le due imprese appartenessero allo stesso gruppo, il prezzo finale p sarebbe scelto caricando un unico
mark-up sul costo c.
Motivi per i quali una fusione verticale fra le due imprese, puo’ essere valutata positivamente
dalle autorità antitrust
I prezzi sono più bassi con una struttura verticalmente integrata, che non con una separata. Dal momento che
l’integrazione verticale delle due imprese comporta una riduzione del prezzo, il surplus dei consumatori
migliora grazie alla fusione
verticale. I profitti
creati dalla catena verticale sono maggiori con l’integrazione verticale. Ciò significa che il produttore può
sempre pagare al rivenditore almeno il profitto che quest’ultimo realizzerebbe con una struttura separata, al
fine di convincerlo a partecipare alla concentrazione. Entrambe le imprese riescono a trarre guadagno dalla
fusione. Accertato che sia il surplus dei consumatori che quello dei produttori aumentano in seguito
all’integrazione verticale, il benessere sociale totale migliorerà.
Esempi di restrizioni verticali
L’impresa a monte può riuscire a superare il problema dell’esternalità derivando dalla doppia
marginalizzazione, utilizzando vari tipi di restrizioni verticali :
Prezzo di rivendita imposto (RPM)
Fissazione delle quantità (QF)
Prezzi non lineari e franchise fee (FF)
Motivi per i quali le restrizioni verticali possono essere valutate positivamente dalle autorità
antitrust
Mariarita Antonella Romeo Sezione Appunti
Elementi di Scienza delle Finanze Le restrizioni verticali possono portare a dei guadagni di efficienza, ma in alcune situazioni possono avere
effetti anticompetitivi e quindi una regola di proibizione assoluta sarebbe poco desiderabile perché non si
considererebbero gli effetti di efficienza che probabilmente prevalgono in molti casi.
Le restrizioni verticali sono anticompetitive solo se riguardano imprese dotate di un considerevole potere di
mercato, quindi, la portata anticoncorrenziale delle restrizioni verticali si riduce all’aumentare del numero
delle imprese rivali. Le imprese con ridotto potere di mercato non è necessario monitorarle, ma sarebbe
efficiente esentarle.
Mariarita Antonella Romeo Sezione Appunti
Elementi di Scienza delle Finanze 3. La base imponibile dell'IRPEF
Per comprendere natura, funzioni ed effetti dell’Imposta Personale sul Reddito delle Persone Fisiche si deve
partire dai criteri di determinazione della base imponibile per giungere alle modalità di pagamento
dell’imposta.
La base imponibile dell’IRPEF è costituita dal reddito complessivo afferente alle persone fisiche,al netto
delle detrazioni e ad esclusione delle entrate per legge non assoggettate a questa imposta.
Il reddito complessivo è dato dalla somma dei redditi di ogni categoria determinati sulla base di specifici
criteri.
La differenza fra il reddito complessivo e gli oneri deducibili e le deduzioni è definita reddito imponibile.
L’imposta lorda risulta dall’applicazione della scala delle aliquote al reddito imponibile.
L’imposta netta si ottiene sottraendo dall’imposta lorda le detrazioni riconosciute in particolari circostanza
oggettive e soggettive.
La struttura dell’IRPEF è definibile in termini di presupposto,soggetti passivi e base imponibile.
Presupposto dell’IRPEF è il possesso di redditi imponibili in denaro o in natura.L’imposta si applica sul
reddito complessivo del contribuente,costituito:
- per i residenti da tutti i redditi posseduti al netto delle deduzioni
- per i non residenti da tutti i redditi prodotti nel territorio dello Stato
Il reddito complessivo si determina sommando i singoli redditi classificati nelle seguenti categorie:
1. redditi fondiari
2. redditi di capitale
3. redditi di lavoro dipendente
4. redditi di lavoro autonomo
5. redditi d’impresa(società di persone prive di personalità giuridica)
6. redditi diversi
Sulle modalità di determinazione del reddito complessivi ai fini IRPEF conviene fare alcune osservazioni:
- nel nostro ordinamento le persone giuridiche e le persone fisiche sono obbligate ad effettuare una ritenuta
sulle somme erogate nella misura stabilita dalla legge
- la ritenuta effettuata sui redditi di capitale dagli enti erogatori è in generale a titolo d’imposta o
definitiva,nel senso che il reddito corrispondente non entra a far parte della base imponibile dell’imposta
personale.
- le ritenute sui redditi da lavoro sono a titolo di acconto del debito,d’imposta che alla fine del periodo
graverà sul contribuente .Le ritenute a titolo d’acconto,di conseguenza,devono essere sommate ai redditi del
contribuente ,rientrando quindi nella base imponibile IRPEF
- quando si percepiscono redditi prodotti all’estero ,le imposte ivi pagate a titolo definitivo,possono essere
utilizzate entro certi limiti per l’assolvimento del debito IRPEF.Si parla di crediti d’imposta che
costituiscono una parte del reddito complessivo del contribuente e quindi come tali sono assoggettati ad
imposta.
L’IRPEF si applica al reddito complessivo che risulta dalla somma degli importi percepiti dal
contribuente,di tutte le ritenute subite a titolo di acconto e dei crediti d’imposta eventualmente riconosciuti.
Su un piano più generale, il nostro sistema tributario fonda la tassazione su un’imposta personale.
Mariarita Antonella Romeo Sezione Appunti
Elementi di Scienza delle Finanze In alternativa,il sistema avrebbe potuto essere costituito su un insieme di imposte reali,ognuna delle quali
autonomamente applicata a singole tipologie di reddito.
I sistemi tributari di tutti i paesi avanzati sono caratterizzati dalla presenza di un’imposta personale sul
reddito che dovrebbe consentire:
- la realizzazione di criteri di progressività
- l’introduzione di forme di esenzione per i redditi al di sotto di un certo livello minimo
- la considerazione della posizione familiare del contribuente
Mariarita Antonella Romeo Sezione Appunti
Elementi di Scienza delle Finanze 4. Redditi fondiari: base imponibile IRPEF
I redditi fondiari sono i redditi inerenti ai terreni e ai fabbricati situati nel territorio dello Stato iscritti con
attribuzione di rendita nel catasto dei terreni o nel catasto edilizio urbano.Questi redditi concorrono a
formare il reddito complessivo dei soggetti che possiedono gli immobili a titolo di proprietà o di altro diritto
reale,indipendentemente dalla percezione.
I redditi fondiari si distinguono in :
- redditi dominicali:comprendono la remunerazione del proprietario a titolo di rendita fondiaria e gli
interessi sui capitali permanentemente investiti nel terreno
- redditi agrari:corrispondenti al profitto dell’imprenditore nell’esercizio dell’impresa agricola
- redditi da fabbricati : costituiti dai redditi ritraibili dalle unità immobiliari urbane,in particolare abitazioni
Il catasto dei terreni e il catasto edilizio urbano sono un insieme di registri che contengono una dettagliata
riproduzione di ogni appezzamento di terreno e di ogni fabbricato
Per ogni terreno o fabbricato è fissata una tariffa d’estimo catastale definibile come una stima del reddito
normalmente percepito in virtù della proprietà dei terreni
Le tariffe d’estimo sono indicate per unità di misura
Il reddito effettivo corrisponde alle disponibilità di cui si puo’ godere nel periodo d’imposta.Tale
disponibilità è calcolata per le imprese sulla base di un principio di competenza e per le persone fisiche
sulla base di un principio di cassa.
Il reddito normale rappresenta quanto si puo’ ricavare da un cespite, al di fuori di circostanze eccezionali di
carattere oggettivo
Mariarita Antonella Romeo Sezione Appunti
Elementi di Scienza delle Finanze 5. Redditi di capitale: base imponibile IRPEF
Le tipologie più importanti di redditi di capitale sono le seguenti:
- interessi e altri proventi su muti, depositi e conti correnti
- interessi su obbligazioni e titoli similari
- utili derivanti dalla partecipazione al capitale o al patrimonio di società ed enti soggetti all’imposta sul
reddito delle società
- proventi derivanti dalla gestione,nell’interesse di una pluralità di soggetti, di masse patrimoniali o
provenienti dai relativi investimenti
- proventi derivanti da riporti e da pronti contro termine o da rapporti analoghi mediante i quali un parte
trasferisce all’altra titoli o valute estere di una data specie per un determinato prezzo e l’altra si assume in
contropartita l’obbligo di ritrasferire a termine titoli e valute della stessa specie,dietro restituzione del
prezzo,aumentato o diminuito nella misura convenuta
- i redditi compresi nei capitali corrisposti in dipendenza di contratti di assicurazioni sulla vita e di
capitalizzazione e i redditi derivanti dai rendimenti delle prestazioni pensionisticheche complementari
- ogni altro provento derivante da rapporti aventi per oggetto l’impiego del capitale,esclusi i proventi
derivanti da rapporti attraverso cui possono essere realizzati utili e perdite in dipendenza da un evento
incerto
Non rientrano fra i redditi di capitale gli interessi e gli utili ottenuti nell’esercizio di imprese commerciali o
da società in nome collettivo e in accomandita semplice
Gli utili d’impresa costituiscono l’unica tipologia rilevante di reddito di capitale inserito nella base
imponibile dell’imposta personale.Sono previste importanti distinzioni: i dividendi distribuiti in qualsiasi
forma e sotto qualsiasi denominazione da una società di capitali sono tassati con 3 metodologie differenti
- Quando il percettore di dividendi è titolare di una partecipazione qualificata, il 40% del loro valore è
inserito nella base imponibile dell’IRPEF.Una partecipazione è qualificata,quando rappresenta una
percentuale di diritti di voto superiore al 2 o 20% secondo che si tratti di titoli quotati o di altre
partecipazioni
- Quando il percettore di dividendi è titolare di una partecipazione non qualificata, al momento della
percezione del dividendo
- Quando il percettore di dividendi è titolare di una partecipazione in una società residente in un paese o in
un territorio a regime fiscale privilegiato,il loro valore è interamente inserito nella base imponibile IRPEF
Mariarita Antonella Romeo Sezione Appunti
Elementi di Scienza delle Finanze 6. Redditi di lavoro dipendente: base imponibile IRPEF
Sono redditi di lavoro dipendente quelli che derivano da rapporti aventi per oggetto la prestazione di lavoro
alle dipendenze e sotto la direzione di altri.
Costituiscono redditi di lavoro dipendente anche le pensioni di ogni genere e gli assegni ad esse
equiparati.Sono inoltre assimilati ai redditi da lavoro dipendente i proventi derivanti dalle collaborazioni
coordinate e continuative
Il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo
Percepiti nel periodo d’imposta,anche sotto forma di erogazioni liberali
Per la determinazione delle remunerazioni in natura si fa riferimento al “valore nominale” dei beni
Non concorrono a formare il reddito imponibile:
- i contributi previdenziali versati dal datore di lavoro e dal lavoratore in ottemperanza a disposizioni di
legge
- i contributi di assistenza sanitaria versati dal datore di lavoro e dal lavoratore ad enti o casse aventi finalità
assistenziali in conformità a dispozioni di contratto
- il valore delle azioni offerte alla generalità dei dipendenti per un importo non superiore nel periodo
d’imposta a 2065€
- la differenza fra il valore delle azioni al momento dell’assegnazione e l’ammontare corrisposto dal
dipendente a condizione che l’ammontare sia almento pari al valore delle azioni alla data dell’offerta
Mariarita Antonella Romeo Sezione Appunti
Elementi di Scienza delle Finanze 7. Redditi di lavoro autonomo e redditi d'impresa: base imponibile
IRPEF
Redditi di lavoro autonomo
Sono redditi di lavoro autonomo quelli che derivano dall’esercizio abituale di arti e professioni.In questa
categoria sono inclusi i redditi derivanti dall’utilizzazione economica di opere dell’ingegno e di brevetti
industriali
Per coloro che esercitano arti e professioni, il reddito rilevante ai fini dell’applicazione dell’imposta è
costituito dalla differenza fra compensi percepiti, al netto dei contributi assistenziali e previdenziali, e spese
sostenute
Redditi d’impresa
Sono redditi di impresa quelli che derivano dall’esercizio di imprese commerciali
Il reddito d’impresa è determinato apportando all’utile o alla perdita risultante dal conto economico le
variazioni in aumento o in diminuzione conseguenti all’applicazione della normativa fiscale
I redditi delle società semplici, in nome collettivo o in accomandita semplice e in alcuni casi quelli delle
società a responsabilità limitata sono imputati a ciascun socio,indipendentemente dalla percezione e
proporzionalmente alla sua quota di partecipazione agli utili
Mariarita Antonella Romeo Sezione Appunti
Elementi di Scienza delle Finanze