Pregi e difetti del Rate of Return e del Price Cap
Il principale vantaggio del metodo ROR è che si assicura un’adeguata
fornitura di prodotti e servizi nel settore sottoposto a
regolamentazione. La ROR regulation è stata però criticata in quanto
induce l’impresa a prendere decisioni inefficienti per quanto riguarda
sia la scelta degli input, sia la fissazione del prezzo.
La regolamentazione ROR presenta una serie di problemi connessi alla
dinamica del rapporto contrattuale e alla distribuzione delle
informazioni tra l’autorità e l’operatore. Durante il periodo di
riferimento, se un’impresa riduce i costi allo scopo di aumentare i
profitti può incorrere in una riduzione tariffaria che sposta questi
guadagni verso i consumatori. Se il tempo tra le due revisioni è troppo
breve non ci sono incentivi per l’impresa ad intraprendere attività di
innovazione. Se l’intervallo è troppo lungo ci sono forti incentivi
all’innovazione, ma i consumatori non beneficiano del miglioramento di
efficienza produttiva
dell’impresa.
Il meccanismo
ROR non ha buone proprietà incentivanti né da un punto di vista
statico, in quanto nel breve periodo il rendimento ottenuto è costante
senza che l’impresa possa beneficiare di eventuali risparmi nei costi,
né da un punto di vista dinamico, in quanto i risparmi ottenuti si
traducono in un vantaggio per i
consumatori.
I numerosi aspetti negativi del metodo ROR hanno portato ad un suo
progressivo abbandono da parte dei regolatori di gran parte dei paesi
industrializzati. La regolamentazione ROR, quindi, ha senso soprattutto
in quelle situazioni in cui gli investimenti preesistenti nelle
infrastrutture di rete sono ridotti e devono essere incentivati.
La
regolamentazione cap, a differenza di quella ROR, permette di conseguire
la piena efficienza produttiva, perché mantiene il rapporto ottimale di
impiego dei fattori, ossia quello che minimizza i
costi.
Nella semplice versione del price cap, all’impresa regolata è concessa
ampia libertà di stabilire le tariffe per i singoli servizi che essa
fornisce. Il regolatore, quindi, non fissa direttamente le tariffe
finali, ma delega questo compito, entro certi limiti, direttamente
all’impresa monopolista.
Gli oneri
amministrativi della price cap regulation risultano drasticamente
ridotti rispetto alla ROR regulation, ma questo grande vantaggio
rappresenta anche il limite principale. Il price cap prevede un processo
dinamico di aggiustamento della regolamentazione, basato anche
sull’osservazione delle strategie di prezzo dell’impresa e
dell’evoluzione della
domanda.
La metodologia incorre negli stessi inconvenienti del ROR : i guadagni
di maggiore efficienza produttiva possono spingere il regolatore ad
aggiustare verso il basso il cap al momento della sua revisione, per cui
l’impresa regolata è scarsamente incentivata ad effettuare nuovi
investimenti in tecnologie più avanzate. La maggiore differenza tra ROR e
price cap è soprattutto di enfasi. In ogni caso il regolatore non deve
ignorare il rendimento minimo sugli investimenti : il price cap
controlla in maniera indiretta questo rendimento, mentre con il ROR il
controllo è immediato, creando però maggiori distorsioni.
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Dettagli appunto:
-
Autore:
Mariarita Antonella Romeo
[Visita la sua tesi: "La selezione del personale in Iveco Saicar Industriali S.p.A."]
- Università: Università degli Studi di Lecce
- Facoltà: Economia
- Esame: Scienza delle finanze e della regolamentazione dei mercati
- Titolo del libro: Elementi di scienza delle finanze
- Autore del libro: Roberto Artoni
- Editore: Il Mulino
- Anno pubblicazione: 2005
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