Appunti per l'esame di Etnomusicologia e Storia della musica, A.A. 2009/2010, Docenti: Ignazio Macchiarella e Roberta Costa
I mondi della musica. Le musiche del mondo.
di Elisabetta Pintus
Appunti per l'esame di Etnomusicologia e Storia della musica, A.A. 2009/2010,
Docenti: Ignazio Macchiarella e Roberta Costa
Università: Università degli Studi di Cagliari
Esame: Etnomusicologia e Storia della musica
Docente: Ignazio Macchiarella e Roberta Costa
Titolo del libro: I mondi della musica. Le musiche del mondo.
Autore del libro: Jeff Todd Titon (a cura di)1. Definizione di etnomusicologia
L’etnomusicologia è una disciplina relativamente giovane che negli ultimi decenni ha attraversato - e
continua ad attraversare - dei profondi processi di trasformazione del proprio statuto disciplinare. Le
definizioni del suo statuto disciplinare sono andate trasformandosi negli ultimi decenni di pari passo ai
cambiamenti nel campo di indagine della disciplina.
Benché i primordi della disciplina risalgano alla fine del XIX secolo, con la nascita della cosiddetta
Musicologia comparata, il termine etnomusicologia risale alla metà del XX secolo. Esso viene di solito
attribuito all’olandese Jaap Kunst (specialista di musica indonesiana) e al suo volume Ethno-musicology. A
study of nature of ethno-musicology, its problems, methods and representative personality, pubblicato ad
Amsterdam nel 1950. Il termine (senza il trattino) venne adottato nel 1955 da un gruppo di studiosi che
diedero vita alla SEM ossia Society for Ethnomusicology (la società americana di etnomusicologia, attiva
ancor oggi). Nello stesso anno viene fondata la rivista Ethnomusicology che a tutt’oggi costituisce uno
strumento bibliografico di fondamentale importanza della disciplina.
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
I mondi della musica. Le musiche del mondo. 2. Evoluzione storica dell'etnomusicologia
Fino agli anni Sessanta-Ottanta del Novecento l’etnomusicologia veniva considerata un ramo della
musicologia e doveva spesso lottare per conservare una propria identità a fianco della più consolidata e più
elitaria musicologia storica. In generale l’etnomusicologia come campo di studi veniva identificata sulla
base degli “oggetti musicali” di cui si occupava. Così, nel 1959 Jaap Kunst definiva l’etnomusicologia come
lo studio della musica “tribale e folklorica e di tutti i tipi di musica d’arte non occidentali”; per Marcel
Dubois (1958) l’etnomusicologia unisce lo studio delle “musiche primitive e tradizionali del mondo intero
così come le culture musicali originali di tipo arcaico di tutti i popoli”; per Bruno Nettl (1964) la disciplina
studia tutte “le musiche delle società illetterate, le musiche delle culture alte dell’Asia e Africa del Nord, la
musica folklorica di tradizione orale delle regioni che sono dominate da culture alte”.
Negli ultimi due-tre decenni la definizione dell’etnomusicologia è radicalmente mutata e la disciplina ha
cominciato ad acquisire pari dignità rispetto alla musicologia.
Oggi l’etnomusicologia propone un apparato concettuale molto complesso dal momento che si occupa di
realtà musicali di tutto il mondo, appartenenti a culture profondamente diverse. Le “musiche del mondo”,
infatti, rappresentano un’indefinibile varietà di espressioni musicali senza alcuna limitazione di tipo formale,
ideologica, di appartenenza sociale e così via. Continuamente le pratiche musicali vanno trasformandosi
secondo imponderabili linee di cambiamento, mentre “nuove musiche” si vanno generando ovunque. Alle
trasformazioni e innovazioni sul piano tecnico-formale si uniscono complesse elaborazioni sul piano
simbolico – concettuale – ossia
per ciò che attiene ai significati veicolati dai suoni.
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
I mondi della musica. Le musiche del mondo. 3. L'importanza dell'etnomusicologia e i nuovi studi del Novecento
La crescita di importanza dell’etnomusicologia e il relativo arricchimento dell’apparato metodologico si
sono realizzati in virtù anche dei profondi cambiamenti demografici avvenuti in tutto il mondo dopo la II
guerra mondiale, soprattutto i grandi processi di emigrazione dalle zone povere del mondo verso quelle
ricche dovuti alle profonde trasformazioni economiche. I nuovi processi di globalizzazione hanno
incrementato la
disponibilità di musica a livelli fino ad allora inimmaginabili. Nuove forme di contatti culturali ed
economici prendono il posto delle precedenti forme proprie del colonialismo europeo. È enormemente
cresciuto lo spazio assunto dalle musiche del mondo nell'ambito dei mass media; situazioni del tutto inedite
si hanno nei contesti metropolitani dove l'immigrazione, l'esilio o la ghettizzazione costituiscono lo scenario
esistenziale per le minoranze del terzo mondo. E così via.
Dalla seconda metà del Novecento gli studi etnomusicologici hanno avuto uno sviluppo notevole
articolandosi in una grande varietà di approcci e metodologie sulla base, grosso modo, delle due tendenze di
fondo.
a) una di tipo musicologico, incentrata sull'elemento musicale, che mira principalmente ad una ricognizione
di elementi formali e alla individuazione e definizione dei rapporti strutturali fra tali elementi (non
approfondiremo questo approccio perché richiederebbe cognizioni tecniche di grammatica musicale),
b) ed un'altra di orientamento antropologico imperniata sul rapporto fra musica e società, che tende a
studiare il suono in quanto prodotto di un comportamento il quale, a sua volta, è il risultato di una
concettualizzazione basata sulle stesse categorie riscontrabili in altri aspetti della vita d'insieme.
A partire dagli anni Sessanta, con lo sviluppo della prospettiva antropologico musicale, si vanno elaborando
definizioni di etnomusicologia che legano lo studio del fatto musicale ai contesti culturali entro cui la
musica viene usata, praticata, composta, pensata, immaginata, discussa e così via.
In questa prospettiva oggi l'etnomusicologia viene definita come lo studio della musica nell’accezione più
larga del termine (e senza aggettivi – vedi oltre sul significato del termine musica), ossia della musica in
quanto oggetto sonoro, pratica sociale ed elaborazione concettuale.
Una sintetica definizione – oggi accettata da molti studiosi – è “Ethnomusicology is the study of "people
making music."
Si tratta di una definizione che – come si vede – sposta l’attenzione sul fare musica: non è quindi più la
musica (in quanto suono) l’oggetto di studio ma le persone che la fanno.
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
I mondi della musica. Le musiche del mondo. 4. Definizione di etnomusicologia di Jeff Titon
Spiega bene Jeff Titon (2003) «...l'etnomusicologia, viene solitamente definita come lo studio della musica
nella cultura. Alcuni etnomusicologi ritengono che il proprio compito sia lo studio della musica come
cultura, sottolineando il fatto che la musica è un modo per organizzare l'attività umana. Con il termine
cultura noi non intenderemo “le arti dell’elite”, come si fa qualche volta. Piuttosto useremo questo termine
nell'accezione degli antropologi: la cultura è un modo di vivere della gente, appreso e trasmesso attraverso
secoli di adattamento al mondo naturale e umano. L'etnomusicologia è lo studio della musica nel contesto
della vita umana.
Mi piace pensare all'etnomusicologia come lo studio delle persone che fanno musica. Le persone “fanno”
musica in due modi: elaborano o costruiscono un concetto di musica, cioè un’idea di cosa essa sia (e cosa
non sia) e di cosa produca; fanno o individuano dei suoni che essi stessi chiamano musica. Anche se
percepiamo la musica come qualcosa “là fuori” nel mondo, la nostra reazione all'ascolto dipende dai concetti
che associamo a quella data musica, e questi concetti derivano dalle persone (noi compresi) che condividono
la nostra cultura. In altre parole, la gente “fa” musica in un proprio ambito culturale, associandovi un
insieme di idee e di attività. Non saremmo neanche in grado di distinguere forme e strutture della musica,
capire come le parti di un brano si combinino per formare un tutt'uno, se non facessimo assegnamento
sull'idea che la musica debba essere organizzata e non sia affatto casuale, e se non imparassimo a fare
musica sulla base di tali presupposti. Analizzare forme e strutture è una attività caratteristica di alcune
culture del mondo, comprese quelle occidentali, ma in altre aree del pianeta la gente abitualmente non
suddivide qualcosa di unitario in parti più piccole con intenti analitici.
In quanto studiosi della musica nella cultura, gli etnomusicologi si occupano a buon diritto della musica
d'arte occidentale: cioè della tradizione di Palestrina, Bach, Beethoven, Verdi, Stravinskij e così via. Pur
con alcune recenti e notevoli eccezioni, tuttavia, gli etnomusicologi del Nord America si sono specializzati
nello studio della musica al di fuori di questa tradizione. Essi conoscono bene i classici occidentali ma il loro
interesse riguarda tutta la musica. Molti di loro hanno certamente eseguito per anni della musica piuttosto
inconsueta per l'Occidente. Inoltre, poiché si interessano di qualcosa che va ben al di là della musica in sé
(ed alcuni addirittura negano che esista qualcosa del genere), gli etnomusicologi non si ritengono meramente
soddisfatti dall'aver soltanto analizzato e comparato forme, strutture, melodie, ritmi, composizioni e generi
musicali. Al contrario, essi adottano punti di vista e metodi ripresi dall'antropologia, dalla sociologia, dalla
critica letteraria, dalla linguistica e dalla storia per comprendere la musica in quanto espressione umana. In
realtà, fino agli anni Cinquanta negli U.S.A. era più probabile trovare dei corsi di etnomusicologia nei
dipartimenti di antropologia che in quelli di musica, mentre alcuni tra i fondatori ottocenteschi del nostro
campo di studi erano psicologi. L'etnomusicologia, pertanto, è interdisciplinare, dal momento che combina
elementi delle discipline artistiche, umanistiche e delle scienze sociali. In ragione di questo eclettismo
metodologico e dell’apertura al mondo intero del campo d'azione, l'etnomusicologia ben si addice agli
studenti delle facoltà umanistiche»
Si può anche dire che gli etnomusicologi cercano di documentare e comprendere i processi umani mediante i
quali la musica viene IMMAGINATA, DISCUSSA e REALIZZATA, e quindi cercano di qualificare i suoni
umanamente organizzati correlandoli ai comportamenti e alle idee veicolati nell’ambito degli specifici
contesti culturali. Cercando di studiare individui e società di tutto il mondo gli etnomusicologi puntano a
interpretare la musicalità umana nella sua pienezza, ricchezza e diversità.
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
I mondi della musica. Le musiche del mondo. Sulla base di queste definizioni, si può dire che studiare etnomusicologia in Sardegna significa analizzare e
interpretare qualsiasi “far musica” (nei due “modi” indicati prima da Titon) si realizzi nell’isola.
Elisabetta Pintus Sezione Appunti
I mondi della musica. Le musiche del mondo.