Musica etnica, Musica popolare, Musica extra colta

Musica etnica,  Musica popolare, Musica extra colta

“Musica etnica”, “Musica popolare”, “Musica extra colta” sono diverse le definizioni comunemente usate per indicare tutto ciò che va al di là della nostra cosiddetta “musica colta” e/o per diversificare le varie tipologie di produzione e fruizione musicale diffuse nel mondo (occidente complesso). Di fatto, la questione terminologica è molto complessa e tutt’altro che risolta: neanche fra gli studiosi, infatti, si ha un accordo sulle  espressioni da utilizzare e sul loro contenuto semantico. Ad ogni modo ecco alcune indicazioni fondamentali da tenere in considerazione per la preparazione di questo esame.
Fino ad un paio di decenni fa espressioni come il “canto a tenore”, a chitarra, la poesia improvvisata, la musica per launeddas e così via venivano globalmente definiti con l’espressione “musica popolare” (o “musica folklorica” – espressione usata come sinonimo) partendo dal presupposto che si trattasse di musica appartenente al “popolo”: musica prodotta e fruita dal “popolo” e opposta a quella “colta” a propria delle elites culturali occidentali. Questa affermazione è stata messa radicalmente in discussione sia per la genericità del concetto di popolo nella realtà odierna mass mediale, sia per la dimostrata inconsistenza sancita dalla meccanicità dell’attribuzione. Per capirci, non tutto il popolo sardo – qualunque cosa significhi l’espressione “popolo sardo” – sa cantare a tenore o suonare le launeddas, o è interessato ad ascoltare solo ed esclusivamente tali espressioni musicali; e ancora più chiaramente: non è che un orgolese, un orunese eccetera deve necessariamente saper cantare a tenore o appassionarsi a questo modo di far musica; in ogni paese la gente sceglie la musica che vuole fare/ascoltare sulla base di ciò che trova disponibile (e oggi, grazie ai mass media si è esposti a una grande varietà musicale), delle sue preferenze personali, dell’ambiente socio-culturale frequentato e così via.