Musica ed etnomusicologia per Jeff Titon
Scrive molto chiaramente Jeff Titon:
«Il suono esiste con o senza la gente. Il suono è un fenomeno del mondo della natura. Probabilmente ricordate un vecchio indovinello: “Se un albero cade nella foresta e nessuno lo sente, produce un qualche suono?” Noi riteniamo che lo produca. In occidente chiameremmo rumore questo suono dell’albero che cade, non musica. Musica e rumore sono idee o concetti, qualcosa che la gente elabora a proposito del suono. I nostri scienziati ci dicono che i richiami degli uccelli servono per l'accoppiamento e per marcare il territorio e non attribuiscono ad essi altri significati al di fuori del mondo degli uccelli. Per i Kaluli o per i Papua Nuova Guinea, i suoni degli uccelli sono però parte di un modello di canto che riguarda direttamente il mondo degli umani e comprende sentimenti di tristezza (Feld 1990). Insomma, mentre il suono esiste come fenomeno indipendente nel mondo, la musica non un oggetto “là fuori”, un qualcosa separato da noi. Piuttosto, la musica, come tutti gli altri aspetti della cultura, è umanamente costruita.
Cosa che non significa che la musica sia necessariamente organizzata come qualsiasi altra cosa: essa può avere modelli insoliti e perfino unici. (…)
Tutti noi siamo nati in un mondo sonoro e impariamo dagli altri quale sonorità sia musica e quale no.
Potremmo, naturalmente, decidere da soli: ma la questione è che è la gente che effettivamente decide cosa sia musica. Molti anni fa il compositore di avanguardia John Cage scrisse un pezzo per macchine da scrivere. Alla prima esecuzione in concerto i dattilografi si accomodarono ai loro posti ed iniziarono a battere a macchina. Gli unici suoni erano gli scatti dei tasti, il battere del carattere, il movimento del carrello e il campanello che indicava la fine di ogni riga. Molti tra il pubblico rimasero perplessi: è musica questa? uno scherzo? o che cosa altro? Lo considerereste suono umanamente organizzato? Se non altro, la composizione di Cage ci fa rendere conto che la musica non è qualcosa di “dato” ma che si basa su un accordo tra compositore, esecutore e ascoltatore.» (Titon 2003)
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