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Le teorie sull'origine dell'elegia e i caratteri generali

 Le teorie sull'origine dell'elegia e i caratteri generali


Due oggi sono le teorie che dibattono sull’origine dell’elegia: Friedrich Leo sostiene che essa sia una diretta evoluzione dell’elegia ellenistica mentre Felix Jacoby sostiene che sia una evoluzione dell’epigramma greco
Vediamo adesso più nei particolari i caratteri dell’elegia latina
Ha una forte caratterizzazione in senso autobiografico che si amalgama con quello oggettivo, trasponendo la storia particolare in una vicenda, in un insegnamento universale.
L’elegia ha un suo universo di convenzioni: le esperienze e le forme del vivere, come del resto i personaggi, tendono a fissarsi in una propria schematicità, con parti e battute prevedibili e convenzionali.
 L’elegia è innanzitutto poesia d’amore: l’amore è l’esperienza appagante e totalizzante che l’uomo cercava. L’uomo trova la sua autarkeia e il suo àristos bìos (la perfetta forma di vita) nell’esperienza d’amore. Ma l’amore del poeta prende la forma del servitium, diventa schiavo di una donna infedele e capricciosa che gli regala poche gioie e tante sofferenze, e di cui tuttavia egli non può fare a meno. I dolori della sua esperienza lo portano a sublimare la sua esperienza proiettandola nel mondo del puro mito, vagheggiando una età dell’oro ormai perduta. Per l’amore il poeta pratica una vita di nequitia, sradicato dalla vita civile e dai suoi doveri di civis, tutto dedito alla sua passione amorosa (eroe di amore e non di guerra insomma).
 La poesia elegiaca ha un codice di comportamento amoroso che si rifà all’antico mos maiorum, diffidente della lussuria, fiducioso nella fides e nella pudicitia.
La poesia elegiaca è per il poeta un mezzo di corteggiamento

Tratto da LINGUA E LETTERATURA LATINA di Gherardo Fabretti
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