Materiale del corso "Antropologia Applicata" del Corso di laurea in Scienze del Servizio Sociale, anno accademico 2010-2011. Gli appunti fanno riferimento al testo "Decidersi. Scegliere e decidere di sé secondo una prospettiva antropologica cristiana" a cura del professore Grandi G., negli appunti vengono riprese le parole e le riflessioni di alcuni autori classici della tradizione cristiana al fine di capire come le persone maturano le proprie decisioni.
Antropologia applicata
di Chiara Trattenero
Materiale del corso "Antropologia Applicata" del Corso di laurea in Scienze del
Servizio Sociale, anno accademico 2010-2011. Gli appunti fanno riferimento al
testo "Decidersi. Scegliere e decidere di sé secondo una prospettiva
antropologica cristiana" a cura del professore Grandi G., negli appunti vengono
riprese le parole e le riflessioni di alcuni autori classici della tradizione cristiana
al fine di capire come le persone maturano le proprie decisioni.
Università: Università degli Studi di Padova
Facoltà: Scienze della Formazione
Corso: Servizio Sociale
Esame: Antropologia Applicata
Titolo del libro: Arte di ascoltare e mondi possibili - Come si
esce dalle cornici di cui siamo parte
Autore del libro: Marinella Sclavi
Editore: Mondadori
Anno pubblicazione: 20031. Cassirer – Saggio sull'uomo
“Questa è la singolare situazione in cui si trova la filosofia contemporanea. Nessuna delle precedenti età si è
trovata in una posizione migliore della nostra per quel che riguarda le fonti a cui attingere per conoscere la
natura umana. La psicologia, l’etnologia, l’antropologia e la storia hanno raccolto un imponente e sempre
più ricco materiale. Gli strumenti tecnici per l’osservazione e la sperimentazione sono stati grandemente
perfezionati e le analisi sono divenute più penetranti e più approfondite. Tuttavia sembra che non sia ancora
stato trovato un metodo per padroneggiare e organizzare tutto questo materiale. In paragone con la ricchezza
delle attuali conoscenze, il passato può apparire assai povero. Ma una ricchezza di fatti non significa
necessariamente una ricchezza di pensiero. A meno di trovare un filo di Arianna che ci porti fuor da questo
labirinto non si potrà giungere ad una vera conoscenza del carattere generale della cultura umana; ci si
troverà sperduti fra una massa di dati sconnessi e disgregati che sembrano escludere qualsiasi unità ideale.”
Ci sono molti modi per conoscere l'uomo e dominare la quantità di accesso all'umano, questo comporta che
ci sia tanto materiale e sia difficile collegarlo. E' un problema che affliggeva gli uomini del '900, infatti
anche se c'è tanto materiale non significa vi sia una comprensione migliore, serve una chiave di lettura che
permetta di non smarrirci e far confusione, essa aiuta ad avvicinare le discipline e la pluralità degli approcci;
trovare il filo di Arianna significa maturare la capacità di sintesi (far sintesi = capire).
Chiara Trattenero Sezione Appunti
Antropologia applicata 2. Allers – Psicologia e pedagogia del carattere
“I vari concetti sulla natura del carattere, sulle condizioni che determinano questo o quel comportamento,
effettivamente soggiacciono all’interpretazione filosofica della natura umana, oltre che derivare da
osservazioni empiriche. [...] Nessuna teoria è soltanto la conseguenza di un’osservazione; essa è sempre
un’interpretazione dei fatti, ma alla luce di altre idee più generali e preconcette. L’aver trascurato questi
principi è stato spesso causa di confusione nell’interpretazione e nell’osservazione.”
Allers è uno psicanalista e ha iniziato con Freud un percorso di analisi di dinamiche del profondo, secondo
lui nell'interpretazione non ci sono mai solo fatti, c'è sempre alle spalle una visione complessiva che ci dà le
chiavi di lettura per interpretarli e per dire come stanno insieme i fatti, i fatti stanno insieme tra loro solo
perché noi disponiamo di una griglia di interpretazione che ci aiuta a collegarli. Tale griglia di
interpretazione si chiama visione dell'umano (quello di cui si sono occupati i filosofi nell'antichità). Da
psicanalista dice che quando analizziamo i problemi mandiamo in lavoro una griglia interpretativa che già
possediamo. Quindi noi abbiamo già una griglia interpretativa, il corso ci può aiutare a vedere meglio la
teoria sulla natura umana che ognuno di noi ha, quindi quando interpretiamo lo facciamo sempre a partire da
una visione di insieme, il problema delle visioni di insieme non elaborate filosoficamente, quelle ingenue è
che hanno dei buchi, non sempre stanno insieme (es. gli strumenti che abbiamo lavorando con un utente
possono essere diversi da quelli che usiamo con un amico che ha un problema e non abbiamo chiara la
visione di insieme a naso usiamo quello che si sembra meglio a seconda della circostanza, recuperare un
idea di insieme è importante per rendere coerente la nostra analisi e per ricollegare tra loro esperienze e fatti
diversi
Le seguenti citazioni non ci interessano per i contenuti che ci danno ma metodologicamente per capire cosa
significa chiave di lettura.
Chiara Trattenero Sezione Appunti
Antropologia applicata 3. Freud – Filosofia e psicoanalisi
“Le pulsioni nelle quali crediamo si dividono in due gruppi: quelle erotiche, che vogliono conservare la
sostanza vivente in unità sempre più grandi, e le pulsioni di morte, che si oppongono a questa tendenza e
riconducono ciò che è vivente allo stato inorganico. Dall’azione congiunta e opposta di entrambe
scaturiscono i fenomeni della vita, ai quali mette fine la morte.”
Il fatto qui è il conflitto, il conflitto tipico è l'indecisione quando ci sono tensioni opposte alla nostra
tensione (ci sono possibilità opposte, o si fa A o si fa B, esse portano a diverse interpretazioni del problema);
per capire perché c'è il conflitto Freud mette in opera delle chiavi di lettura, esistono due pulsioni (Eros e
Thanatos). Tali pulsioni (2 chiavi di lettura) per Freud sono esaustive nello spiegare molti fenomeni, tanti
conflitti si possono spiegare per lo scontro tra tali pulsioni. Fatto fotografia di un dilemma Interpretazione
come spieghiamo quel dilemma, situazione problematica che vive la persona. Es. inconscio non è una
descrizione di fatti ma interpretazione di qualcosa solo che diventa così scontata che pensiamo sia un fatto
invece è un'interpretazione, chiave di lettura per capire fenomeni complessi che si riguardano.
Chiara Trattenero Sezione Appunti
Antropologia applicata 4. Platone - Repubblica
“- Mi è capitato di sentire questo racconto, a cui quasi ho finito per credere. Leonzio, figlio di Aglaione,
salendo dal Pireo lungo la parte esterna del muro settentrionale, accortosi che presso il boia giacevano dei
cadaveri, da un lato desiderava vederli, dall’altro prese da un senso di repulsione desiderava volgere lo
sguardo. Per un po’ combattè con se stesso [440 A] e si coprì gli occhi, ma poi, vinto dal desiderio, li riaprì,
e correndo verso quei cadaveri se ne uscì con questa esclamazione: “Ecco, disgraziati, riempitevi di questa
bella visione!”.
- Questa storia l’ho sentita anch’io, ammise.
- Orbene, un tale racconto prova che talvolta l’ira combatte contro il desiderio, come un impulso contro un
altro impulso.
La persona può essere indecisa ma una delle due cose la sceglierà comunque. Qui vuole spiegare perché
siamo indecisi e dobbiamo cercare una soluzione. Il fatto è l'indecisione (guardare o non guardare, ne
sceglierò una sempre un conflitto), il soggetto combatte con sé stesso che significa che vive il momento di
indecisione. Sta un po' fermo poi decide di guardare anche se poi non è contento. La chiave di lettura è che
c'è un impulso contro un altro impulso (ira combatte contro desiderio). Da qui Platone estrae le chiavi di
lettura attraverso cui gli antichi leggono il conflitto interiore e l'indecisione e immaginano che ci sono
diverse facoltà che combattono tra loro, il desiderio è la facoltà concupiscibile, l'ira facoltà irascibile. Per
vincere sull'altro deve secondo lui arrivare un terzo (facoltà razionale) che si allea con uno o l'altro, la
ragione può scegliere, se si allea con l'ira vince sul desiderio ma se ira e desiderio si alleano vincono sulla
ragione e la persona segue i propri istinti.
Chiara Trattenero Sezione Appunti
Antropologia applicata 5. Arendt – Alcune questioni di filosofia morale
“Anche se sono uno solo, io non sono uno solo, ho un io e sono sempre in rapporto con il mio proprio io.
Quest’io non è affatto un’illusione; si fa sentire parlandomi – io parlo a me stesso, non sono soltanto
cosciente di me stesso. E in tal senso, benché io sia uno solo, io sono anche due-in-uno. E può esserci
armonia o disarmonia con l’io. Se non sono d’accordo con altra gente, posso alzare i tacchi e svignarmela;
ma non posso svignarmela da me stesso, e perciò cerco sempre di essere d’accordo con me stesso prima di
prendere in considerazione tutti gli altri. Ecco allora perché è meglio patire il male che farlo: perché se
facessi il male sarei condannato a vivere assieme a un malfattore per il resto dei miei giorni, senza un attimo
di tregua.”
Questa è una riflessione sull'olocausto. L'indecisione della persona è se fare o no il male. Fatto indecisione
tra il bene e il male – conflitto, quando sono indeciso lotto con me stesso Chiave lettura cosa succede? Il
mio io si duplica, altra interpretazione della lotta interiore di cui parlava Platone. C'è sempre un modo per
interpretare il dialogo interiore che ciascuno di noi opera, tale dibattito è il punto 0 della riflessione
antropologica, perché capire questo significa capire come si sviluppa la vita dell'uomo attraverso
l'indecisione.
Il fatto è sempre lo stesso ad essere diverse sono le interpretazioni!
Chiara Trattenero Sezione Appunti
Antropologia applicata 6. Atanasio – Vita di Antonio
“Un tale si presentò alla porta e tirò la corsa con la quale stava lavorando. Antonio, infatti, intrecciava ceste
e le dava a quelli che venivano a trovarlo in cambio di quanto gli portavano. [2] Si alzò e vide una bestia
simile a un uomo fino alle cosce e simile ad un asino nelle gambe e nei piedi. Antonio si limitò a fare il
segno di croce e disse “Sono servo di Cristo. Se sei stato inviato contro di me, eccomi”. [3] Ma la bestia se
ne fuggì via con i suoi demoni con tanta furia che cadde e morì. La morte della bestia era la disfatta dei
demoni. Facevano di tutto per cacciarlo dal deserto, ma non ci riuscirono.”
Qui la fantasia ricombina le immagini, si fa un'associazione di idee viste in contesti diversi: le idee che
abbiamo sono confuse e dobbiamo mettere ordine. La tecnica per scemare i desideri è prendersi in giro,
bisogna imparare a trattare con loro perché sono cose che non ci togliamo dalla testa. Cosa significa dire
vedere metà bestia e uomo? L'intuizione di questi autori è che la nostra fantasia è capace di ricombinare le
immagini (es. nelle pubblicità telefoni non ci sono telefoni). Sappiamo associare le idee e mescoliamo cose
che abbiamo visto in contesti diversi e catturano la nostra attenzione. Spesso dobbiamo decifrare la nostra
fantasia. Nell'indecisione ci passano in testa cose mescolate e dobbiamo capire di cosa si tratta. Chiavi
molto spesso dobbiamo lottare contro le cose che abbiamo in testa che non quelle reali, per Antonio capendo
la dinamica psicologica dice che la strategia per affrontarla è non prendersi troppo sul serio, così quelle idee
se ne vanno.
ci sono pluralità prospettive + nel misurarsi con alcuni problemi bisogna elaborare strategie + ha capito
potere immagine e associazione di idee Importante per capire che quando gli antichi parlano dei demoni
parlano dei pensieri che ci passano nella testa!
Chiara Trattenero Sezione Appunti
Antropologia applicata 7. Tommaso d'Aquino – Summa Theologiae
“Poiché come dice Giovanni di Damasco, l’uomo è detto «fatto ad immagine di Dio», il che significa
spirituale, libero di scegliere e padrone di sé; ed avendo già detto dell’esemplare, cioè di Dio e di coloro che
furono creati da Dio secondo la sua volontà, rimane da considerare la sua immagine, ovvero l’uomo nella
misura in cui egli è a sua volta origine delle proprie opere, quasi essendo libero di scegliere e padrone di sé.”
Tommaso insegna all'università a Parigi, in quel tempo (Medioevo) la filosofia e la teologia erano unificate,
inoltre tutti gli autori cristiani del tempo si rifanno a Platone e poco ad Aristotele. Tommaso invece avvia
una rottura con il pensiero del tempo e si lega maggiormente ad Aristotele che a Platone (guarda più
all'immateriale, presente soprattutto nel mondo Europeo), un autore che aiuta maggiormente a prendere
contatti con la realtà (fenomenologo – partiamo dalle cose che tocchiamo, presente soprattutto nel mondo
arabo). La Summa Theologiae si divide in tre parti:
1) Dio e gli Angeli (Etologia);
2) uomo (studio dell'uomo nella sua condizione più antropologica)
3) Cristo. Noi ci soffermeremo sulla seconda parte. L'affermazione centrale è che l'uomo è libero di
scegliere e padrone di sé (dice qualcosa di centrale cioè da dove si inizia a studiare l'uomo, perché se voglio
parlare dell'umano devo sempre tener conto di questa affermazione) mentre la motivazione di immagine e
somiglianza di Dio deriva dall'appartenenza culturale di Tommaso (la natura confessionale è religiosa). La
spiegazione della libertà dell'uomo infatti per Tommaso è che siccome Dio è libero di scegliere e padrone di
sé allora anche l'uomo lo è perché egli è a immagine di Dio.
2. Elementi di analisi antropologica Il desiderio dell'uomo
Chiara Trattenero Sezione Appunti
Antropologia applicata