Riassunto del testo "Il cristianesimo antico. Dalle origini al concilio di Nicea". Il riassunto tratta la storia della nascita del cristianesimo, le origini, la sua diffusione nel mondo pagano e cristiano, la nascita della letteratura cristiana e i suoi esponenti, gli attacchi alla religione e i problemi disciplinari e teologici annessi.
Storia del cristianesimo
di Gherardo Fabretti
Riassunto del testo "Il cristianesimo antico. Dalle origini al concilio di Nicea". Il
riassunto tratta la storia della nascita del cristianesimo, le origini, la sua
diffusione nel mondo pagano e cristiano, la nascita della letteratura cristiana e i
suoi esponenti, gli attacchi alla religione e i problemi disciplinari e teologici
annessi.
Università: Università degli Studi di Catania
Facoltà: Lettere e Filosofia
Esame: Storia del cristianesimo
Titolo del libro: Il cristianesimo antico - Dalle origini al concilio di
Nicea.
Autore del libro: Giorgio Jossa1. La Palestina al tempo di Gesù
All'arrivo di Gesù la Palestina era un territorio sotto controllo romano. Due grandi territori, la Batanea e la
Galilea, godevano di una certa indipendenza, mentre la Galilea era diventata, nel 6 d.C. provincia romana,
controllata da un prefetto (non un procuratore) mandato da Roma o dal Governatore.
La Palestina era amministrativamente controllata da tre grandi gruppi: i sommi sacerdoti, gli anziani e gli
scribi, che insieme formavano il Sinedrio.
Religiosamente erano divisi in vari gruppi giudaici tra cui spiccano i SADDUCEI, i FARISEI, gli ESSENi e
i SEGUACI DI GIUDA IL GALILEO.
Non dimentichiamo però nemmeno il giudaismo ellenistico, un giudaismo della diaspora che risente delle
influenze ellenistiche.
La predicazione di Gesù.
La predicazione di Gesù è immediatamente successiva a quella di Giovanni Battista. Se il Battista inizia la
sua predicazione nel 26 e termina nel 27, quella di Gesù, che dura ipoteticamente o uno o tre anni, inizia nel
28 e termina tra il 29 e il 30. Siamo sotto l'imperatore Tiberio, Caifa è il sommo sacerdote del Sinedrio e
Pilato è il prefetto della Giudea. Non ci sono eventi molto importanti che fanno da cornice alla predicazione
di Gesù, dato che la rivoltà di Giuda il Galileo era terminata da vent'anni e la grande guerra giudeo – romana
sarebbe avvenuta nel 66 e terminata nel 73.
Giovanni Battista era un predicatore itinerante che annunciava l'imminente fine del mondo, predicando
l'espiazione dei propri peccati con un battesimo nel fiume Giordano. Pare che Gesù si unisca ai seguaci del
Battista me le Scritture non ne parlano molto perchè l'argomento dava dei problemi (Giovanni ad esempio
dice che il Battista quasi non lo vorrebbe battezzare).
Battista è l'ELIA che precede il MESSIA.
Gesù veste i ruoli di:
- Predicatore itinerante, soprattutto per la Galilea ma anche a Cafarnao, al lago di Genezaret, a Tiro e
Sidone, Cesarea e Decapoli.
- Taumaturgo.Ne parlano Marco,Luca e Giuseppe Flavio.
- 3. Nabi o profeta.Ne parla Marco, indicando in Gesù un uomo ispirato e posseduto da Dio. Gesù reca una
nuova salvezza e per tutta l'umanità, non solo per Israele. Non predica ritorni della dinastia di Davide né
liberazioni dal dominio romano ma la salvezza celeste. La sua idea salvezza è riservata in special modo ai
poveri.
- Rabbi o dottore della Legge. Gesù conosce bene l'Antico Testamento e svolge attività didattica itinerante,
spiegando la legge di Mosè anche nelle sinagoghe. Sostiene molti dibattiti con i farisei e gli scribi in
generale, e corregge la Legge, non si limita ad interpretarla (vd. polemica sul sabato.
- Messia. Gesù all'inizio non si proclama Messia e la sua predicazione riguarda maggiormente la salvezza
ultraterrena. Dopo la confessione di Pietro, sostiene Marco, Gesù inizia ad affermare il suo carattere
messianico entrando a dorso d'asino a Gerusalemme. Infine, alla domanda di Caifa durante il processo del
Sinedrio, dichiara apertamente la sua messianicità. Lui non è il messia dei Salmi e del Libro dei Profeti ma il
messia del Libro di Daniele.
Annunciando la sua necessaria morte Gesù porterà lo sgomento tra i discepoli e subito dopo la sua morte, la
delusione si impadronirà di molti di loro come testimonia Luca: “noi speravamo fosse lui quello che avrebbe
salvato Israele”.
Gherardo Fabretti Sezione Appunti
Storia del cristianesimo 2. La comunità primitiva di Gerusalemme (30 – 49)
Gesù muore probabilmente nel 30. La comunità primitiva di Gerusalemme si forma più o meno dal 30 al 49
ed è il periodo più oscuro per gli studiosi. Scritti di questo ventennio non ne possediamo e i testi più vicini a
cui fare riferimento sono le Lettere di Paolo di Tarso e gli Atti degli Apostoli. Dopo la morte di Gesù
abbiamo visto come lo sgomento si appropri dei seguaci, troppo culturalmente lontani dall'idea di un Messia
sofferente e redentore. Ma qualcosa succede. Gesù risorge. Qualcosa che possiamo indicare scientificamente
come una serie di apparizioni di Gesù dopo la morte, e che furono interpretata e raccontate come una
oggettiva e concreta risurrezione. Gesù è passato da una forma di esistenza nella carne a una forma di
esistenza nello spirito.
La Resurrezione è il sigillo della vera messianicità di Gesù. Gesù è veramente colui nel quale si sono
concretizzate le profezie della Torah: Gesù si è seduto a destra della potenza, dice Marco; Dio ha compiuto
la promessa fatta a Israele: nato dalla stirpe di David secondo la carne, è stato costituito figlio di Dio
secondo lo spirito, dice Paolo nella Lettera ai Romani.
Da questo momento le comunità di credenti, unite dalla speranza nella parusia (vd. maranathà
dell'eucarestia), si riuniscono a Gerusalemme e formano la neonata Chiesa primitiva di Cristo. La Pentecoste
è l'atto ufficiale della nascita della Comunità di Dio secondo Luca, perchè in quel giorno è sceso lo Spirito
Santo con i suoi doni straordinari.
Negli Atti degli Apostoli troviamo descritta la comunità primitiva giudaica come una comunità unita dalla
fede in Gesù come Signore e Messia alla quale si è ammessi tramite battesimo e che culmina con la
ripetizione della cena del Signore, l'eucarestia. La prima comunità, segnata da una fortissima solidarietà, era
diretta naturalmente dai Dodici Apostoli (Mattia al posto di Giuda) assieme a Sette Diaconi, nati in seguito
alle proteste delle vedove degli “ellenisti” che pur credenti si ritenevano escluse dalla distribuzione dei
viveri, e ai Presbiteri. Si aggiunge infine Giacomo, il “fratello del Signore”, che dopo la morte di Pietro
diverrà il capo effettivo della Comunità di Gerusalemme.
La Comunità di Gerusalemme non è molto dissimile dalle altre comunità di Giudei all'apparenza, ma se ne
distingue per l'idea diversa di salvezza e di restaurazione.
In realtà la comunità cristiana primitiva è lacerata sin dall'inizio in due partiti:
- Apostolica = sostanzialmente fedeli alle tradizioni e alle istituzioni giudaiche, con a capo Giacomo, l'ala
più tradizionale.
- Ellenista = messa in crisi radicale del giudaismo, anche perchè meno impregnati, per motivi geografici, di
giudaismo. Saranno gli ellenisti i primi predicatori del messaggio di Cristo.
Gherardo Fabretti Sezione Appunti
Storia del cristianesimo 3. Paolo di Tarso e la diffusione del cristianesimo
Paolo di Tarso era di famiglia genuinamente ebraica, fariseo e rigorosamente osservante. Studiò col famoso
rabbino Gamaliele. Partecipò alla prima persecuzione degli ellenisti. Non possiamo dare una intepretazione
unilaterale di Paolo, cioè non possiamo né passare sopra il Paolo giudeo osservante di Luca né sopra il Paolo
greco. Paolo era di Tarso, nella greca Cilicia, quindi la sua lingua era il greco prima dell'aramaico e la sua
formazione è prima di tutto ellenistica, tant'è vero che quando cita le Scritture lo fa tramite la Bibbia dei
Settanta. Paolo era anche cittadino romano. Non conosce il Gesù terreno ma il Gesù celeste, nel famoso
episodio di Damasco (avvenuto forse nel 33) e da allora si convince che la salvezza non poteva venire
dall'osservanza della legge mosaica ma dalla fede in Cristo morto e risorto. Nel 47 – 48 inizia la sua attività
apostolica sostenendo che l'offesa fatta a Dio da Adamo è stata cancellata col sacrificio vittorioso di Gesù.
Ma Paolo non ha mai smesso di meditare sulla salvezza del popolo ebraico e il rifiuto del suo popolo per la
figura di Cristo come Messia è sempre stata per lui un problema angoscioso. Paolo dice che Dio non ha
ritirato l'antica alleanza ma la salvezza viene ora dalla fede in Cristo e se gli ebrei rimangono il popolo
eletto, rimangono l'Israele secondo la carne, mentre i cristiani sono
l'Israele di Dio (lettera ai Galati). Paolo sosterrà molti altri scontri come spiega Luca negli Atti degli
Apostoli: con Pietro sul problema dei rapporti rituali (la comunione della tavola) con i pagani; nel Concilio
di Gerusalemme (49?) dove si affronterà il problema della libertà dei pagani dalla legge mosaica.
La prima diffusione del cristianesimo nell'Impero Romano.
Da Paolo in poi il cristianesimo inizia a diffondersi fino all'estremità della terra (Grecia e Roma) come dice
Luca negli Atti. Il racconto di Luca è certamente parziale ma analizziamolo. Luca dice che Paolo inizia la
sua predicazione presso i giudei, dove trova un'accoglienza fredda. Passa così ai pagani dove riscuote ben
altro successo e la chiesa inizia a ellenizzarsi e arriva a Roma. Va icordato che Luca sente molto il fascino
della cultura ellenistica e che questa sua versione è troppo semplicistica. La componente giudaica ha
continuato ad avere un ruolo molto forte per tutto il I secolo e anche nel II secolo; il partito di Giacomo
esprime proprio questa tendenza si è detto prima, e dopo la guerra contro Roma molte comunità giudaico –
cristiane sopravviveranno, dando vita alla letteratura apocrifa del Nuovo Testamento di cui si parlerà più in
là. Ci sono poi le comunità dell'Osroene e dell'Adiabene, che adottano un cristianesimo risalente alla
missione palestinese, di impronta giudaica e lingua aramaica.
Come si diffonde quindi il cristianesimo con l'attività apostolica di Paolo? Paolo segue le grandi vie di
comunicazione romane: Siria, Cilicia, Asia Minore, Grecia e Italia; queste sono le aree fondamentali della
predicazione paolina e i luoghi dove nascono le prime importanti comunità cristiane: Antiochia prima di
tutte, poi Efeso, Smirne, Filippi, Tessalonica, Atene, Corinto e Roma.
Luca parla anche dei modi di diffusione e della reazione che suscita nella popolazione locale, ed è credibile
quanto dice, cioè che Paolo prima si rivolga alla comunità giudea del luogo tentando di dimostrare che Gesù
è il Messia, una predica che suscita molte resistenze. Si rivolge così ai pagani, specialmente i convertiti al
giudaismo che non tenevano troppo in conto l'osservanza della Torah.
Le rimostranze dei giudei sono interessanti perchè controbattono dal punto di vista religioso ma di fronte ai
Romani pongono il problema dal punto di vista politico, additandoli come sediziosi e disturbatori. Ma anche
Gherardo Fabretti Sezione Appunti
Storia del cristianesimo molti pagani protestano, temendo danni commerciali derivanti dalla predicazione. Le autorità romane non
reagiscono con troppa veemenza considerato anche il fatto che Paolo era cittadino romano.
Gherardo Fabretti Sezione Appunti
Storia del cristianesimo 4. Le prime comunità cristiane nel mondo pagano
Bousset e Reitzenstein sostengono che all'inizio ci fosse una contrapposizione tra comunità ellenistica e
comunità palestinese. La comunità ellenistica (Antiochia, Asia Minore, Grecia) poneva al centro della
propria vita religiosa la venerazione cultuale del Cristo Risorto, mentre la comunità palestinese era di
stampo apocalittico e la sua fede centrale era nell'attesa del prossimo ritorno del Cristo. Posta in questi
termini la contrapposizione è inaccettabile.
Nelle principali città dell'Asia e della Grecia sorgono delle comunità che sono molto lontane dalle speranze
messianiche e dalla tradizione legalistica della religione giudaica e tendono a organizzarsi secondo il
modello delle sinagoghe ellenistiche o di altre associazioni cultuali. Sono le chiese che Paolo ha fondato o
con cui è entrato in relazione: Efeso, Filippi, Tessalonica, Corinto, e che esprimono la sua predicazione.
Ci sono poi chiese improntate alla predicazione successiva dell'apostolo Giovanni: Efeso, Smirne, Pergamo,
Sardi, Filadelfa, Laodicea, tutte citate nell'Apocalisse, che esprimono una tradizione diversa e in contrasto
con quella paolina perchè più impregnate di tradizione giudaica.
Luca e Paolo spiegano come in generale comunque le comunità cristiane vivano come corpo separato dalle
comunità cittadine e facciano proselitismo personale. I ceti maggiormente raggiunti sono quelli medi e degli
stranieri. Le comunità si distinguno per la forte solidarietà che lega i membri anche se le tensioni e i
contrasti non mancano. Si ritirano in una casa di un membro della comunità dove esercitano i riti
dell'eucarestia e del battesimo.
L'origine dell'eucarestia, il sacramento della memoria e della salvezza, è sciolta da Paolo nella I lettera ai
Corinzi e avviene ogni primo giorno della settimana. All'inizio si svolgeva nella cornice di un banchetto
comune in un clima festoso di attesa escatologica, ma con il tempo, dati i numerosi incidenti, il rito si staccò
dall'agape.
L'origine del battesimo è più misteriosa. Non risulta che Gesù abbia mai battezzato e se l'ha fatto, l'ha fatto
all'inizio della sua vicenda terrena. I Vangeli mettono in bocca al Cristo risorto il rito del battesimo (Marco e
Matteo) che è la realizzazione della comunicazione di salvezza operata dalla morte e dalla risurrezione di
Gesù e attua la remissione dei peccati e comunica il dono dello Spirito Santo.
A questi due riti si aggiungono poi:
- La celebrazione della domenica come giorno del Signore, non più come giorno del riposo dalla creazione
ma come giorno del ricordo, memoria della risurrezione e attesa della parusia.
- La pasqua, non più soltanto ricordo dell'uscita degli Ebrei dall'Egitto e della liberazione del peccato, ma la
celebrazioone della morte e della risurrezione di Gesù come vero agnello pasquale col cui sacrificio ha
sostituito e abrogato il sacrificio materiale degli agnelli.
Per quanto riguarda le origini e gli sviluppi della gerarchia ecclesiastica, sappiamo ben poco. Prima il ruolo
di direzione, dopo gli apostoli, era affidato a profeti e predicatori itineranti ma ben presto subentrarono
esigenze di organizzazione che cedettero il passo a presbiteri e vescovi stabili, un collegio dei quali finirà
per dirigere le singole comunità e da cui gradatamente emergerà la figura del vescovo monarchico.
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