Skip to content

Le persecuzioni di Decio e Valeriano ('200)


Le persecuzioni di Decio (imperatore dal 249 al 251) e Valeriano (imperatore dal 253 al 260) .
Il cristianesimo conservava ancora quell'odium humani generis e quella sua forte coscienza di popolo che lo rendeva un nemico pericoloso per l'impero romano. Così diverso dai romani, offriva un'alternativa reale alla società greco – romana, dandogli una innegabile valenza politica. Un nemico invisibile e capillare, con cui l'impero non può trattare come con un popolo o una nazione perchè senza forma, diffuso capillarmente in tutto l'impero. I cristiani erano ormai organizzati e le singole chiese legate a doppio filo. I lasciti ai fedeli e l'attività imprenditoriale di alcuni di loro avevano arricchito le casse vescovili che facevano gola alle dissestate casse imperiali.
Così con Decio scoppia un altra persecuzione, molto diversa dalle altre perchè sancita con un atto imperiale esplicito che riguardava tutto il territorio imperiale. Le motivazioni di fondo però rimangono sempre quelle: Decio è un conservatore tradizionalista che vorrebbe restaurare quei valori della tradizione che il cristianesimo sembrava avere compromesso. La persecuzione di Decio si divide in due momenti:
- Fine 249 – inizi 250. La popolazione assale e perseguita i cristiani a Roma confortata dalle idee di Decio.
- Marzo – aprile 250. Decio, sicuro dell'appoggio popolare, emana un editto apertamente in contrasto con la politica religiosa romana. È un gigantesco censimento della popolazione che richiede ai sudditi non la semplice partecipazione al culto pubblico ma una personale professione religiosa. In cambio veniva consegnato il libellum.
Una persecuzione che getta nel panico i cristiani, tra cui escono moltissimi delatori che testimoniano le parole di Tertulliano, Ippolito e Origene sulla integrità dei fedeli. Non sarà una persecuzione rigorosa perchè Decio morirà presto e non sarà mai molto amato dal popolo.
Valeriano tenta uno stiramento all'inizio ma le pressioni barbariche ai confini danubiani e orientali, le carestie, la fame sconvolgono gli animi delle popolazioni e se i cristiani vi vedono l'imminente fine del mondo, i romani vi vedono l'effetto della presenza dei cristiani. La persecuzione di Valeriano aprirà paradossalmente le porte al riconoscimento della Chiesa con il successivo imperatore Gallieno ma Valeriano, spinto forse dal tesoriere Macriano, attua la prima persecuzione verso la Chiesa nel suo complesso.
Nel 257 fa chiudere gli edifici di culto, fa confiscare i cimiteri e gli altri luoghi di culto, esilia gli ecclesiastici. Nel 258 fa uccidere i vescovi arrestati e confisca le loro sostanze. Valeriano vuole annientare la Chiesa e le sue strutture. Ma anche Valeriano muore, nel 259 per mano del re persiano Sapore.
Gallieno capisce che è ora di cambiare strategia ed emana un editto riparatore nel 260. Iniziano quarant'anni di pace.


Tratto da STORIA DEL CRISTIANESIMO di Gherardo Fabretti
Valuta questi appunti:

Continua a leggere:

Dettagli appunto:

Altri appunti correlati:

Per approfondire questo argomento, consulta le Tesi:

Puoi scaricare gratuitamente questo riassunto in versione integrale.