La restaurazione di Diocleziano
Ci sono poi le critiche alle Scritture. Porfirio doveva avere condotto una serrata critica dell'Antico Testamento. Sappiamo che considerava la Torah un insieme di favole. Girolamo in effetti dimostra come il Libro di Daniele non risalga a Nabucodonosor ma a Antioco Epifane e quindi le sue profezie erano solo ex eventu.
Analoga critica al Nuovo Testamento dove gli evangelisti vengono considerati confusionari e privi di competenza storica. Non ci si può mascherare dietro le allegorie continua. Una critica così capillare e serrata diede vita al filone delle Quaestiones et responsiones di scrittori che avvertita la pericolosità delle teorie di Porfirio scrissero decine di libri, oggi perduti, per confutarle.
Politicamente ci fu invece la persecuzione di Diocleziano, la “grande persecuzione”. Inizialmente anche Diocleziano non prende posizione contro i cristiani. Sono nel 300 si affaccia una concreta intenzione persecutoria. Alcuni, come Lattanzio, affermano che il suo futuro Cesare Galerio abbia contribuito in maniera decisiva ma è difficile credere che in un momento storico come quello lo stesso Diocleziano non avesse ritenuto inevitabile la persecuzione, considerato pure che le idee di Porfirio giravano a corte divulgate dall'importante teorico ed erudito Ierocle.
Il programma di restaurazione di Diocleziano non può ammettere che si metta in discussione la religione romana e la Chiesa, diffusa capillarmente ormai fino alla Spagna e alla Britannia, con credenti anche tra le file della famiglia reale e con un solido impianto dottrinario, fa paura. Sollecitato da Galerio e Ierocle , Diocleziano abbandona la prudenza politica degli anni di impero passati e riprende in grande stile il programma di Decio. Prima epura l'esercito dai soldati cristiani e dal febbraio del 303 al febbraio del 304 emana quattro editti.
- Distruzione degli edifici cristiani e consegna dei libri sacri.
- Arresto dei “capi delle chiese”, ossia l'intera gerarchia ecclesiastica.
- Test per i prigionieri: sacrificare per ottenere la liberazione.
- Sacrificio generale agli dei a tutti gli abitanti dell'impero.
La persecuzione durante la tetrarchia ha svolgimenti diversi nelle varie regioni.
- Gallia e Britannia. Con il cesare Costanzo Cloro la persecuzione fu blanda.
- Roma e Africa. L'augusto Massimiano mostra maggiore severità ma il suo successore Massenzio riconosce già nel 306 libertà ai cristiani.
- Balcani e Grecia. Il cesare Galerio fu spietato e sistematico. Lattanzio lo definisce come il più bestiale persecutore.
- Province orientali e Egitto. Diocleziano fu altrettanto sistematico e utilizzò metodi di propaganda che si potrebbero definire moderni.
Moltissime furono ancora una volte le defezioni ma l'Impero ne uscì comunque sconfitto. Il cristianesimo era ormai troppo diffuso per essere smantellato. Il primo riconoscimento ufficiale di religio licita arriva proprio dallo spietato Galerio, che nel 311 emana un editto con cui non solo pone fine alla persecuzione cristiana ma riconosce ai cristiani il diritto di esistere. Galerio ribadisce però che il motivo della persecuzione stava nell'abbandono dei veterum instituta da parte dei cristiani che metteva in pericolo la salute dello Stato. Riconosce però che ciò non è stato possibile perchè la maggior parte dei cristiani è rimasta nella loro follia. Non si prevede però la restituzione ai cristiani degli edifici confiscati ma si riconosce esplicitamente il loro diritto di esistere e di riunirsi.
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Autore:
Gherardo Fabretti
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- Università: Università degli Studi di Catania
- Facoltà: Lettere e Filosofia
- Esame: Storia del cristianesimo
- Titolo del libro: Il cristianesimo antico - Dalle origini al concilio di Nicea.
- Autore del libro: Giorgio Jossa
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