Appunti del corso di gastroenterologia, prendono in considerazione le principali patologie a carico di stomaco, intestino, fegato, pancreas. Ne viene descritto il decorso, i sintomi, il trattamento e la dieta da seguire.
Gastroenterologia
di Lucrezia Modesto
Appunti del corso di gastroenterologia, prendono in considerazione le principali
patologie a carico di stomaco, intestino, fegato, pancreas. Ne viene descritto il
decorso, i sintomi, il trattamento e la dieta da seguire.
Università: Università degli studi di Genova
Facoltà: Medicina e Chirurgia
Esame: Gastroenterologia
Docente: Testino, Mansi, Picciotto1. Malattia da reflusso gastroesofageo
L’esofago è quel tratto del canale alimentare che fa seguito alla faringe e prosegue nello stomaco. La sua
funzione è quella di consentire il passaggio del bolo alimentare dalla bocca allo stomaco grazie ad energiche
onde peristaltiche. E’ possibile suddividere l’esofago in quattro parti: cervicale, toracica, diaframmatica e
addominale. Lungo il suo decorso presenta quattro restringimenti: cricoideo, aortico, bronchiale e
diaframmatici
La MRGE è una malattia cronica caratterizzata dal reflusso in esofago di materiale di provenienza gastrica;
è la più frequente malattia del tratto digestivo superiore.
I soggetti più colpiti sono i neonati e gli adulti sopra i 30 anni poiché a quest’età è frequente l’ernia iatale da
scivolamento, principale fattore predisponente.
Le cause sono uno squilibrio tra fattori difensivi (barriera anti-reflusso, capacità di clearance endo-luminale,
resistenza della mucosa agli insulti) e fattori aggressivi (HCl, pepsina, bile, enzimi pancreatici). La barriera
anti-reflusso è costituita dallo sfintere esofageo inferiore (LES) che al momento della deglutizione si rilascia
per 3-8 secondi; se però si rilascia al di fuori degli atti deglutitivi si parla di rilasciamenti inappropriati del
LES che sono la causa più frequente (75%) di MRGE. La seconda causa è la completa ipotonia del LES (es.
sclerodermia). Altre cause possono essere la gravidanza (periodo in cui aumenta la pressione al di sotto del
LES ed è favorito il reflusso verso l’alto), le endocrinopatie (es. diabete mellito), il Morbo di Parkinson, i
farmaci (es. calcio antagonisti). Inoltre la clearance endo-luminale è inefficace poiché la peristalsi esofagea
è inadeguata (non svolge la funzione di difesa = ripulire l’esofago da residui di cibo) e a ciò consegue un
tempo maggiore di contatto tra materiale acido e mucosa esofagea. Inoltre in 1/3 dei pazienti lo svuotamento
gastrico è ritardato e ciò favorisce il ristagno di materiale nello stomaco e un conseguente aggravamento del
reflusso.
I sintomi tipici sono: pirosi (bruciore retrosternale) e rigurgito acido. Sintomi atipici: disfagia, odinofagia
(deglutizione dolorosa), tosse secca, crisi asmatica, scialorrea (ipersalivazione), ecc.
Complicanze: ulcera, esofago di Barrett, esofagite cronica. L’esofago di Barrett è una condizione detta
metaplasma che consiste nella sostituzione del normale epitelio squamoso-pluristratificato esofageo con un
epitelio di tipo cilindrico monostratificato; questo tipo di metaplasma comporta un aumentato rischio di
trasformazione neoplastica ed è, di fatto, una lesione pre-cancerosa.
La diagnosi avviene mediante: pHmetria delle 24 h (un elettrodo sensibile alle variazioni del pH viene
introdotto attraverso il naso e collegato ad un registratore; il livello soglia del pH è 4, alcune cadute a questo
livello sono fisiologiche ma se queste superano il 5% è patologico) utile anche per capire se il reflusso è
diurno o notturno; endoscopia + biopsia; manometria esofagea (mette in evidenza i deficit dei meccanismo
antireflusso come la peristalsi esofagea e il tono del LES), raggi.
Terapia medica: inibitori della pompa protonica, farmaci pro-cinetici (per potenziare la clearance).
Terapia dietetica: frazionare i pasti; evitare cibi grassi, alcool, fumo, caffè, cioccolato e derivati, menta e
derivati, bibite gasate, cibi piccanti, spezie; aumentare il consumo di fibra insolubile (per favorire lo
svuotamento gastrico); sopraelevare la testata del letto di 20-30 cm.
Terapia chirurgica: fundo plicatio secondo Nissen (plastica anti-reflusso).
Lucrezia Modesto Sezione Appunti
Gastroenterologia 2. Dispepsia - cattiva digestione
Alterazione funzionale del tratto gastroenterico superiore che presenta un corteo sintomatologico: ripienezza
post-prandiale, sazietà precoce, distensione addominale, dolore epigastrico, nausea e vomito. Si parla di
dispepsia funzionale quando in presenza di questo corteo sintomatologico è assente qualsiasi patologia
organica che possa giustificarlo (es. ulcera peptica, litiasi biliare, ecc.).
Terapia dietetica utile per alleviare i disturbi: evitare alcool, fumo, caffè, cibi piccanti, cibi grassi, pasti
abbondanti, bevande gasate, troppo calde o troppo fredde; ridurre l’eventuale peso in eccesso; masticare
bene gli alimenti; non coricarsi subito dopo i pasti; evitare l’uso eccessivo di FANS.
Lucrezia Modesto Sezione Appunti
Gastroenterologia 3. Acalasia
Disturbo motorio esofageo caratterizzato da:
- Assenza o incardinata attività peristaltica
- Mancato rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore durate la deglutizione
- Dilatazione dell’esofago
E’ la più frequente tra le discinesia dell’esofago, la fascia di età più colpita sono i 30-40 anni.
In condizioni normali la peristalsi esofagea fa progredire il bolo alimentare e il LES si rilascia in
coordinazione al momento della deglutizione per circa 3-8 secondi permettendo il passaggio del bolo nel
lume gastrico. Nel paziente acalasico la muscolatura esofagea è incapace di far progredire il bolo per
l’assenza di onde peristaltiche e viene meno la coordinazione tra onda peristaltica e apertura del LES. A ciò
consegue un arresto del bolo a livello della giunzione cardiale.
Cause: l’alterata peristalsi esofagea è dovuta a un danno dell’innervazione parasimpatica dell’esofago, le
cellule gangliari a livello del corpo dell’esofago (spt i neuroni deputati alla coordinazione) degenerano e si
riducono di numero.
Quadro clinico: disfagia (sia per i liquidi che per i solidi), rigurgito, calo ponderale, dolore toracico.
Il paziente spesso tenta di facilitare la deglutizione dei cibi solidi assumendo liquidi, mangiando a busto
eretto e trattenendo il respiro, espedienti che aumentano la pressione intraesofagea e aiutano il superamento
della resistenza funzionale.
Col progredire della malattia l’esofago assume diverse forme: a fiasco, fusiforme, sigmoideo. All’esordio
della malattia la dilatazione dell’esofago è minima e determina disfagia, odinofagia, intenso dolore toracico;
successivamente aumenta la dilatazione, la disfagia e il dolore toracico diventano più rari e compaiono
alitosi, eruttazioni e rigurgito di saliva; nelle fasi più avanzate la disfagia è grave e persistente, aumenta la
frequenza degli episodi di rigurgito, si assiste ad un calo ponderale, anemia e compromissione della
funzionalità respiratoria (es. polmonite ab ingestis).
Diagnosi: raggi al torace, esame radiologico dell’esofago con pasto baritato, esofago-gastroscopia,
manometria esofagea.
Terapia: dilatazione della giunzione esofago-gastrica per via endoscopica mediante dilatatori pneumatici che
risolve la sintomatologia nel 50-70% dei casi; miotomia (intervento chirurgico che consiste nella sezione
delle fibre muscolari dello sfintere esofageo inferiore) con cui la sintomatologia si risolve nell’85-100% dei
casi.
Terapia dietetica: pasti piccoli e frequenti, mangiare lentamente, posizione eretta durante il pasto.
Lucrezia Modesto Sezione Appunti
Gastroenterologia 4. Ernia iatale
Dislocazione intratoracica di una porzione dello stomaco attraverso lo iato esofageo del diaframma. Lo
hiatus diaframmatico, che è costituito da fibre muscolari ed è situato in corrispondenza della 9-10^ vertebra
dorsale, permette il passaggio dell’esofago dalla cavità toracica a quella addominale e contraendosi esercita
un’azione anti-reflusso.
L’eziologia è ignota, ma una ipotesi potrebbe essere una dieta povera di scorie che determina evacuazioni di
feci dure e conseguente aumento della pressione endoaddominale.
Classificazione: congenita (postero-laterale, anteriore, tipi rari) o acquisita (spontanea, traumatica). Le più
frequenti ernie acquisite spontanee sono: da brachiesofago, da rotolamento, da scivolamento.
Lucrezia Modesto Sezione Appunti
Gastroenterologia