Appunti di Economia Politica in cui si espongono le principali teorie economiche moderne. Esplicate le posizioni degli autori: Adamo Smith, Malthus, Davd Ricardo, Karl Marx, Von Borkiwig, Jevons su temi quali il lavoro, il reddito, i consumi.
Economia politica I
di Valentina Minerva
Appunti di Economia Politica in cui si espongono le principali teorie economiche
moderne. Esplicate le posizioni degli autori: Adamo Smith, Malthus, Davd
Ricardo, Karl Marx, Von Borkiwig, Jevons su temi quali il lavoro, il reddito, i
consumi.
Università: Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Facoltà: Economia
Esame: Economia politica I
Docente: Varri Pierpaolo1. Precedenti storici dell'economia politica
Le società umane producono i beni e i servizi di cui hanno bisogno.
Nelle economie primitive non accadeva propriamente così, perché l’uomo primitivo viveva di ciò che gli era
direttamente offerto dalla natura.
Con l’andare del tempo l’uomo ha imparato a trasformare ciò che trova intorno a sé.
Questo raffinamento del processo produttivo si è manifestato in modo continuo. In particolare ha avuto un
salto qualitativo con la RIVOLUZIONE AGRICOLA dell’ottavo millennio circa prima di Cristo, che portò
alla coltivazione della terra e all’addomesticamento degli animali (cioè alla produzione dei mezzi di
sussistenza). Questo fu il primo distacco delle società umane dal limitarsi a ciò che la natura poteva offrire.
Un secondo salto qualitativo è avvenuto con la RIVOLUZIONE INDUSTRIALE del 1700con la quale si è
affermato il sistema di fabbrica.
Da essa ne derivò un enorme aumento della capacità di produzione, che veniva percepito dagli economisti
del tempo come un aumento della Ricchezza delle Nazioni.
In questo caso il significato di Ricchezza sembra molto semplice, è vista come quantità di beni e servizi a
disposizione di un individuo o di una collettività.
C’è però una distinzione da fare tra
- RICCHEZZA DI FONDO : ricchezza da patrimonio
- RICCHEZZA DI FLUSSO : flusso periodico di beni e servizi
La Rivoluzione Industriale è stata preceduta da una lunga fase storica, che va dal 1500 al 1700/50,
caratterizzata da un’espansione dei traffici e dei commerci, grazie alle scoperte geografiche e ai mezzi di
trasporto che si erano evoluti. Questo periodo rappresenta la prima grande epoca di globalizzazione.
La Ricchezza delle Nazioni in questa fase viene stabilita in base all’ammontare di monete d’oro e d’argento
in circolazione, e in base all’ammontare di metalli preziosi presenti nelle diverse economie nazionali.
MODI PER ACCRESCERE LA RICCHEZZA
Per accrescere la ricchezza bisognava favorire i commerci, in modo che ogni economia nazionale potesse
espandere le proprie esportazioni di merci e ridurre le importazioni dall’estero. Questa è la politica
economica mercantilista.
Gli Stati rilevanti di allora, ovvero Spagna, Francia e Inghilterra, avevano situazioni diversi l’una dall’altra:
SPAGNA : la Spagna costruì velocemente un impero coloniale molto importante. In questo modo poteva
acquistare metalli preziosi, l’oro e l’argento, con molta facilità. Quindi la ricchezza della Spagna coincideva
con i metalli che arrivavano dalle colonie. Il problema che si verificò fu l’inflazione, con conseguente
aumento dei prezzi.
FRANCIA : la Francia aveva un impero coloniale meno rilevante. L’obbiettivo di politica economica era
quello di cercare di ridurre le importazioni e favorire le esportazioni, sia di prodotti agricoli che prodotti
della manifattura.
INGHILTERRA : l’Inghilterra, nel periodo che precede la Rivoluzione Industriale, aveva emanato l’atto di
navigazione di Cromwell, e questo rappresentava la sua politica economica. L’Inghilterra aveva un insieme
di colonie molto vasto: importava le materie prime solo dalle colonie, le trasformava in prodotti manufatti,
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Economia politica I questi venivano poi esportati in tutto il mondo.
La marina inglese aveva il primato sui commerci, inoltre le colonie non potevano trasformare le materie
prime, così solo l’Inghilterra poteva disporre dei prodotti che le permisero di avviare la Rivoluzione
Industriale.
LIMITI DI QUESTA IDEA
- La ricchezza non consiste solo nell’ammontare di metalli preziosi e monete. Questi rappresentano una
parte poco rilevante. Bisogna invece tenere conto di beni e servizi che una nazione riesce a produrre.
- L’obbiettivo di politica economica è di avere un surplus della bilancia commerciale, ma questo obbiettivo
diventa incoerente a livello complessivo, perché non tutte le nazioni possono avere un surplus, affinché una
nazione abbia un surplus ce ne deve essere un’altra che sia in deficit.
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Economia politica I 2. Definizione del concetto di fisiocrazia
La Fisiocrazie è una scuola di pensiero che si afferma in Francia (1700 - 1758) e corregge alcuni errori
dell’analisi mercantilista:
La Fisiocrazia individua che la ricchezza delle Nazioni non può consistere solo in metalli preziosi e monete,
per questo individua una nuova definizione di ricchezza, che si basa sul
PRODOTTO NETTO : dato dalla differenza tra il prodotto complessivo di beni e servizi di un sistema
economico e l’ammontare complessivo delle anticipazioni che devono essere impiegate nel processo
produttivo per ottenere la produzione prossima.
L’idea era che non tutto quello che veniva prodotto poteva essere consumato, perché una parte doveva
essere accantonata, questa parte rappresentava i mezzi di produzione da impiegare per nuovi prodotti.
Il prodotto netto rappresenta quindi la ricchezza di una nazione.
Questi economisti pensavano che l’attività agricola, insieme all’attività estrattiva, fosse l’attività più
importante, perché tutto il resto era una trasformazione di un prodotto già reso disponibile. In base a questo
principio la società veniva articolata in classi:
CLASSE ARISTOCRATICA : si componeva del Re, della Corte, dei Nobili e di tutta la parte della proprietà
agricola immobiliare.
CLASSE PRODUTTIVA : tutti coloro che erano impiegati nell’attività agricola ed estrattiva.
CLASSE STERILE : tutti coloro che erano nell’attività manifatturiera, nella trasformazione. Quindi non
contribuivano al prodotto netto, che era dato dal risultato della classe produttiva..
Per questo i fisiocratici erano a favore della classe produttiva, e pensavano che l’unica risorsa tassabile fosse
la terra e di conseguenza la classe produttiva.
Questi economisti inoltre riuscirono a dare una spiegazione al flusso degli scambi, perché essi concepivano
il sistema economico come un processo circolare, che si espande nel tempo e deve rispettare certi vincoli,
come l’accantonamento.
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Economia politica I 3. Tableau Economique di F. Quesnay
E’ il modo in cui avvengono gli scambi all’interno di un sistema economico articolato in tre classi. È il
quadro di un’economia preindustriale, dove non ci sono ancora i capitalisti.
La classe aristocratica non produce nulla, ma dispone dei mezzi di pagamento che consentono gli scambi
affinchè si ripetano nel tempo.
I mezzi di pagamento servono per poter affittare i terreni dalla classe aristocratica, sono quindi mezzi che
tornano a loro.
Questo consente al sistema economico di continuare il ciclo e di lavorare in equilibrio.
Le tre classi sono interdipendenti tra loro, anche se svolgono attività diverse.
Queste classi non hanno un rilievo di carattere istituzionale, ma si identificano per la loro posizione
all’interno del sistema economico.
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colonne --> requisiti per la produzione (costo di produzione)
righe --> impieghi della produzione (modo in cui le merci sono utilizzate all’interno del sistema economico.
Riga e colonna della classe aristocratica sono il prodotto netto. La 3° colonna e la 3° riga rappresentano il
modo in cui il prodotto netto si rende disponibile nel sistema economico.
7 = produzione complessiva, che dà luogo ad un prodotto netto che corrisponde a 2, perché 5 (produzione
agricola) deve essere rimpiegato per riottenere la stessa produzione l’anno successivo.
Rappresentazione più moderna del sistema economico:
TAVOLA INTERDIPENDENZE SETTORIALI ITALIANA, 1988
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servizi:commercio, Pubblica Amministrazione, ecc.
VALORE AGGIUNTO : valore che si aggiunge ai mezzi di produzione per ottenere la produzione
complessiva: salari, stipendi, profitti, vendite, pagati per realizzare la produzione agricola, industriale e dei
servizi.
20 913: parte della produzione agricola che non viene rimpiegata nel sistema e che viene utilizzata dai
consumatori finali.
644 311: valori dei servizi usati dalle famiglie come beni finali.
Il PRODOTTO NETTO è la differenza tra la produzione complessiva e l’accantonamento. In questo caso è
il SETTORE FINALE.
Il valore aggiunto complessivo deve essere uguale al totale delle merci che devono essere disponibili per le
persone.
LIMITI DI QUESTA COSTRUZIONE
Un quadro come questo rappresenta il sistema economico in modo semplificato, perché:
- Viene rappresentato un sistema dove il settore finale non è scomposto al suo interno, quindi non si può
stabilire cosa accadrà gli anni successivi, se il sistema economico crescerà, diminuirà o resterà tale. Questa
variazione dipende da come il sistema economico impiega le merci.
- Questo schema descrive un’economia chiusa, autarchica, che non ha rapporti con altri sistemi economici,
non tiene quindi conto delle esportazioni e delle importazioni. Come non tiene conto del peso dello Stato,
dei beni pubblici, ecc.
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Economia politica I - L’evoluzione strutturale del sistema economico comporta: una progressiva riduzione del settore agricolo e
degli occupati in questo settore; un primo aumento del settore industriale, che poi diminuirà; un’espansione
sempre maggiore nell’ambito dei servizi. Sempre più occupazione si colloca nell’ambito dei servizi,
diminuendo negli altri settori.
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Economia politica I 4. Teoria di Adamo Smith
1776 : pubblicazione de l’INDAGINE SULLA NATURA E LA CAUSA DELLA RICCHEZZA DELLE
NAZIONI, pubblicazione del primo trattato di Economia Politica di Adamo Smith.
L’indagine di Smith parte da una constatazione: la fonte della ricchezza delle Nazioni è il LAVORO!
La ricchezza coincide con i beni e i servizi che si rendono disponibili in un periodo di tempo, quindi è un
concetto di flusso. Secondo Smith non sono i commerci e l’agricoltura ad influire sulla ricchezza, ma l
lavoro.
Quello che diventa rilevante quindi è il REDDITO PRO CAPITE.
La dimensione del reddito pro capite dipende da due circostanze:
- PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO
- TASSO DI ATTIVITÀ : il numero di quelli che lavorano rispetto alla popolazione totale.
Questi due fattori possono anche essere espressi in termini aritmetici:
Y / N = REDDITO PRO CAPITE
Y = VALORE COMPLESSIVO DI PRODUZIONE DEI BENI E SERVIZI
N = POPOLAZIONE
Y/N = Y/L X L/N
L = OCCUPAZIONE
Y/L = PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO
L/N = TASSO DI ATTIVITÀ
Secondo Smith è la produzione del lavoro il fattore più rilevante, perché è ciò che incide maggiormente sul
reddito pro capite.
La produzione del lavoro è una conseguenza della DIVISIONE DEL LAVORO.
La produzione cresce mano a mano che cresce la divisione del lavoro. La divisione del lavoro è la
specializzazione produttiva.
La divisione del lavoro è una situazione che comporta:
- aumento dell’abilità del lavoratore.
- Riduzione delle perdite di tempo nel doversi occupare di cose diverse.
- Possibilità di introdurre macchine che sostituiscano i lavoro, ovvero possibilità di meccanizzare
gradualmente il lavoro, perché è un lavoro elementare.
La divisione del lavoro quindi favorisce l’incremento della produzione del lavoro che è alla base del
benessere.
Il presupposto affinchè si affermi la divisione del lavoro è che non ci siano difficoltà ad acquistare le merci
tramite lo scambio. Questa nuova idea si contrappone alla vita precedente, dove ognuno cercava di produrre
ciò che gli serviva.
Lo SCAMBIO è il presupposto per la specializzazione produttiva che accresce la produzione del lavoro,
perché ogni individuo ha bisogno del risultato del lavoro degli altri individui e per questo c’è bisogno di un
buon sistema di scambi.
Quindi in un’economia moderna ognuno ha bisogno del lavoro degli altri per perseguire il proprio
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Economia politica I tornaconto. Ogni persona che scambia cerca di perseguire un vantaggio.
Smith riconosce l’esistenza dell’egoismo individuale, che però consente di raggiungere un benessere sociale
attraverso la divisione del lavoro e gli scambi
La facilità degli scambi dipende dallo sviluppo delle vie di trasporto e di comunicazione, dai mezzi di
comunicazione, dalla sicurezza nella circolazione del denaro. È quindi l’ampiezza dei mercati che permette
di facilitare gli scambi e una divisione del lavoro sempre maggiore. Se i mercati si allargano aumenta la
divisione del lavoro e la produttività.
Lo scambio è quindi rilevante per capire il funzionamento del sistema economico.
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Economia politica I 5. Il rapporto di scambio tra merci secondo la teoria di Adamo
Smith
Alcune definizioni per comprendere meglio questo concetto:
PREZZO NOMINALE DI UNA MERCE : quantità di moneta necessaria per ottenere quella merce, il valore
è espresso in termini di moneta e indica il valore della merce.
RAPPORTO DI SCAMBIO : modalità attraverso le quali gli scambi avvengono:
- MERCE CONTRO MONETA : ci si rifà al valore nominale
- MERCE CONTRO MERCE : baratto (fase primitiva), quindi è un rapporto tra due quantità di merci
considerate equivalenti tra di loro.
EQUIVALENZA DI SCAMBIO:
Px x Qx = Py x Qy
P = prezzo nominale
Q = quantità di due merci diverse tra di loro, però il primo termine deve essere equivalente al valore del
secondo.
Quindi le Q non sono qualsiasi, ma opportune al caso, affinché i termini si equivalgano.
II EQUIVALENZA DI SCAMBIO:
Px/Py = Qy/ Qx : questa equivalenza è uguale alla prima!
Px/Py : rapporto di due prezzi nominali, che viene definito prezzo relativo alla merce x rispetto alla merce y
Qy/ Qx : rapporto di scambio
PREZZO RELATIVO : rapporto tra il prezzo unitario di due merci
Il valore di scambio è il rapporto tra due merci con valore analogo.
L’espressione valore ha due significati:
- valore d’uso di una merce, ovvero le ragioni per cui una merce ci interessa.
- Valore di scambio, è una dimensione quantitativa.
Alla base del valore delle merci esiste il concetto di…
VALORE INTRINSECO : il lavoro è il prezzo reale che occorre sostenere per avere la disponibilità delle
merci.
Smith facendo riferimento al lavoro, trascura il fatto che il valore si può misurare con la moneta, ma lo fa
perché il valore della moneta non è stabile nel tempo, dunque la moneta non può essere usata come unità di
misura dei valori. Mentre Smith è convinto che il lavoro, invece, abbia sempre lo stesso valore per il
lavoratore.
Il valore delle merci è misurabile attraverso il seguente rapporto:
L1 = Pi / W
LI : LAVORO COMANDATO : questo comando sul lavoro è legato alla possibilità di acquistare una merce
sul mercato in base al prezzo nominale del lavoro. Per capire se un prezzo è alto o basso si rapporta al lavoro
in unità di tempo.
Pi : prezzo nominale della merce
W : prezzo nominale del lavoro : SALARIO
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