Poche epoche come il Medioevo sono sopravvissute nella memoria dei posteri grazie a un immaginario forte e alimentato, dalla definizione di 'secoli bui' alla rivalutazione. Le Goff analizza soprattutto le credenze e la cultura erudita e popolare rispetto alla concezione del purgatorio, della sessualità e dell'interpretazione dei sogni.
L'immaginario medioevale
di Dario Gemini
Poche epoche come il Medioevo sono sopravvissute nella memoria dei posteri
grazie a un immaginario forte e alimentato, dalla definizione di 'secoli bui' alla
rivalutazione. Le Goff analizza soprattutto le credenze e la cultura erudita e
popolare rispetto alla concezione del purgatorio, della sessualità e
dell'interpretazione dei sogni.
Università: Università degli Studi di Napoli
Esame: Storia medievale1. Immaginario come dimensione della storia
C'è una dimensione della storia veramente interessante, quella dell'immaginario. L'immaginario: 1) non è la
rappresentazione, ossia la traduzione mentale di una realtà esterna percepita. La rappresentazione di una
casa è l'idea stessa di casa. L'immaginario fa parte del campo della rappresentazione, ma è in qualche modo
una traduzione trasposta in immagine dello spirito, poetica e creativa. Una cattedrale immaginaria può
essere quella che ricorre all'arte, come Notre Dame de Paris di Victor Hugo. E così la fantasia trascina
l'immaginario oltre la rappresentazione intellettuale. 2) l'immaginario non è il simbolico. Se ne può parlare
(di simbolico) solo quando l'oggetto considerato (es. la cattedrale) è rinviato a un sistema di valori sottesi
storico o ideale. 3) l'immaginario non è l'ideologico, investito da un concezione del mondo che tende a
imporre alla rappresentazione un significato tale da snaturare tanto il reale materiale quanto l'immaginario.
L'immagine dei chierici dei due poteri espressa con le due spade, non descrive la società ma le impone
un'immagine destinata a tenere ben separati chierici e laici. I sistemi ideologici non sono dunque sistemi
immaginari.
Dario Gemini Sezione Appunti
L'immaginario medioevale 2. Immaginario nei documenti storici
I documenti su cui lavora uno storico possono contenere una parte di immaginario. Pergamena, inchiostro,
sigilli & co esprimono un' immaginazione della cultura, dell'amministrazione del potere. La storia
dell'immaginario ha i suoi documenti privilegiati, ovvero i prodotti dell'immaginario, le opere letterarie ed
artistiche. Sono documenti difficili da trattare per uno storico. Il vero storico dell'immaginario deve trattare
tali documenti tenendo conto della loro specificità. Altro punto di riferimento per lo storico dell'immaginario
deriva dalla constatazione che nell'immaginario c'è l'immagine, e la vera immagine è concreta, e costituisce
da tempo l'oggetto della scienza dell'iconografia. L'analisi investe la totalita dell'immagine, i suoi temi, le
sue strutture, i suoi aspetti (il colore), la posizione nel manoscritto ecc. Le finalita dell'indagine si estendono
alla comprensione della funzione dell'immagine nella cultura e nella società. Perchè dunque questo nuovo
settore della storia, il campo dell'immaginario? Anzitutto perchè molti storici si accorgono che tutto nella
vita degli uomini e delle societa appartiene anche alla storia e può essere oggetto di un approccio storico. La
stessa natura rientra nel terreno dello storico. Vediamo ad esempio quelli che hanno studiato la storia vista
dalla parte della natura (zoologia storica). Le immagini che interessano allo storico sono immagini collettive
rimescolate dalle vicissitudini della storia, immagini che si formano e si trasformano, si esprimono con
parole e temi, si tramandano dalle tradizioni, si prendono in prestito, circolano tra classi e società. Ad
esempio si è dimostrato come sia stata l'immagine di Gerusalemme a spingere i cristiani alla crociata.
Dario Gemini Sezione Appunti
L'immaginario medioevale 3. Immaginario del Medioevo nella critica
L'immaginario nutre e fa agire l'uomo. È un fenomeno collettivo, sociale, storico. Studiare l'immaginario di
un societa significa arrivare al fondo della sua coscienza e della sua evoluzione storica. Tutte le grandi
immagini del medioevo, dall'uomo-microcosmo alla chiesa corpo mitico, fanno riapparire in segni esteriori
le immagini profonde dell'universo mentale degli uomini e delle donne dell'occidente medievale. Il
medioevo cui sono dedicati questi saggi è il medioevo tradizionale creato dagli umanisti del sec. XV. Il
medioevo di Keller va dalla fondazione di costantinopoli alla sua caduta (330-1453), quello di Horn dal 300
al 1500. poi è arrivata la mania delle date, e l'inizio del medioevo si è messo al 476 (caduta impero romano
d'occidente) mentre la fine al 1453 o al 1492 (scoperta dell'america). La definizione peggiorativa del
medioevo è stata attaccata per decenni. Molti contestano anche l'opposizione medioevo-rinascimento, come
Armando Sapori che dice che il rinascimento va dal sec. XII al XVI. Certo che comunque le periodizzazioni
sono relative: mentre una civiltà fiorisce un'altra è in declino. E Le Goff mostra vari dubbi sul
“rinascimento”, i cui segni (rispetto a ciò che dicono gli storici) comparirebbero assai prima...ad esempio il
ritorno all'antico lo notiamo sin dal sec. XIII con l'invasione di aristotele... si afferma con successo
l'individuo, ad es. con la nascita del purgatorio ed il giudizio individuale. Dal lato opposto si dimostra che
caratteri del medioevo sono ben vivi nella modernità.
Dario Gemini Sezione Appunti
L'immaginario medioevale 4. Tempo del Medioevo in Le Goff
Le Goff propone un lungo medioevo, le cui strutture fondamentali evolvono con lentezza dal sec. III fino
alla meta del XIX. La rivoluzione industriale, l'egemonia europea e la vera crescita della democrazia fanno
nascere un mondo veramente nuovo, nonostante la permanenza di certe tradizioni. Dobbiamo pero
distinguere in questi 17 secoli alcuni sottoperiodi:
Tarda antichità (sec. III – X)
Medioevo Centrale (Dal 1000 alla meta del sec. XIV)
Medioevo Tardo (fino al XVI)
Era Moderna (dalla Riforma alla Rivoluzione Industriale)
Età Contemporanea (meta XIX – meta XX)
La storia è trasformazione e memoria. Inutile pensare a pessimistici declini e decadenze. Il passato non cessa
mai di vivere sotto altre spoglie.
Dario Gemini Sezione Appunti
L'immaginario medioevale 5. Chansons de geste. Charroi de Nimes
Il secolo XII è l'epoca del grande sviluppo urbano nell'occidente cristiano. E la città appare in modi diversi
in diverse opere della giovane letteratura in lingua volgare. In lingua d'oil abbiamo 2 chansons de geste del
ciclo di Guglielmo d'orange (le charroi de nimes – la prise d'orange), 4 dei 12 lais di Maria d Francia (lanval,
yonec, laustic, eliduc) e un romanzo di Chretien de Troyes (Perceval ou le conte du graal). Come vi appare
la città?
CHARROI DE NIMES. La storia: Guglielmo aiuta ludovico figlio di carlo magno a ottenere la corona, torna
da un battuta di caccia. Il nipote gli dice che ludovico ha distribuito feudi ai suoi baroni dimenticandosi di
lui e del nipote stesso (Bertrand). Guglielmo turbato va da ludovico, che gli offre ¼ del suo regno, della
francia, un'abbazia su 4, un mercato su 4 e un arcivescovo su 4. Guglielmo rifiuta per non indebolire la
potenza del re. Quindi se ne va, ma il nipote gli suggerisce di chiedere qualcosa da conquistare. Ludovico
raddoppia la proposta, guglielmo rifiuta ma chiede in cambio di conquistare la spagna e le sue città Valsore,
Nimes e Orange. Ludovico accetta. Comincia una spedizione e un viaggio tra i villaggi. Guglielmo e i
compagni si travestono da mercanti e passano la porta della città. Il re saraceno sa dell'arrivo di questi ricchi
mercanti. Al re guglielmo enumera le preziose mercanzie dei suoi barili, ma davanti alle provocazioni del
fratello del re, guglielmo esce allo scoperto, rivela la sua identita e lo uccide. I cavalieri attaccano e vincono.
I guerrieri rimasti si recano a nimes, e con loro arrivano i villani che reclamano i loro carri: la fama
dell'impresa giunge sino in francia. Cosa ci insegna questa canzone sull'atteggiamento mentale dei guerrieri
verso la città? 1) c'è un richiamo alla differenza tra il genere di vita dei guerrieri e quello dei cittadini. Gli
uni forti e nell'habitat della foresta, gli altri pacifici che cercano il guadagno. La città esercita un fascino sui
guerrieri, è bonne e belle. È bella e desiderabile. Appare il vero centro della città, la porta del mercato. Qui
la vera eroina del racconto è la città di Nimes.
Dario Gemini Sezione Appunti
L'immaginario medioevale 6. Chansons de geste. La Prise d'Orange
LA PRISE D'ORANGE. Questo è il seguito della canzone sopra. Dopo Nimes si vuole conquistare Orange,
che era di tibaut, re d'africa o di persia, sposato con Orable. Guglielmo è contento, ma gli mancano
distrazioni artistiche, amorose e la guerra, cose essenziali per un guerriero. Dopo un episodio guglielo sente
da un forestiero la descrizione di Orange, la bella città. Ma anche della bella moglie del re. E guglielmo dice
di volerle entrambe. In questa canzone sono fuse in una triplice verosimiglianza (psicologica, letteraria,
storica) un romanzo cortese e un poema epico. Come prima Guglielmo ricorrerà a un'astuzia, annrendosi il
corpo come un saraceno assieme al nipote e a guillebert. Il re saraceno li riceve. Seguono peripezie: orable si
innamora di guglielmo, che ha rivelato la sua identità. I tre sono catturati, poi liberati da orable, poi vari
episodi. Sarà bertrand a liberarli grazie a 13000 francesi, marciando su orange. Segue il battesimo di orable,
e la conquista della città è parallela a quella della donna. Le immagini positive della citta sono qui più
numerose e sottolineate, e il fascino che essa esercita sui guerrieri diventa un' ossessione. L'insistenza la
vediamo sugli epiteti delle città: bone, riche, mirable, fort, vaillant, garnie, bele. 2 novita tradiscono
l'accresciuta attenzione per la città: i guerrieri possono convivere con la citta, e vivere in citta non significa
rinunciare alla vita militare. Orable è incarnazione del corpo cittadino, la città è donna, da prendere con
forza, e la conquista della citta è conquista amorosa. Il tema della citta donna, da guardare e ammirare e
temere (la donna è anche eva) e conquistare è al centro dell' ideologia guerriera descritta in queste due opere.
Dario Gemini Sezione Appunti
L'immaginario medioevale 7. I lais di Maria di Francia. Lanval, Yonec, Laustic e Eliduc
Qui l'atmosfera sembra diversa. La città occupa un posto più modesto, e appare più come scenario che
protagonista.
LANVAL. Storia di un cavaliere che ha servito artù ricevendone solo ingratitudine. Qui appare la leggenda
di melusina, e anche un rapporto particolare tra città e natura/foresta. Qui sembra si dica che i cavalieri
abitano nelle città.
YONEC. Qui sono confrontati un paese reale e un paese magico, e viene anche descritto un centro urbano
medioevale con la sua natura protettrice.
LAUSTIC. Un usignolo vittima di una storia d'amore e il cui cadavere, chiuso in un scrigno, è conservato
dall'amante infelice e fedele. Qui si parla della condizione di vita dei cavalieri in città, e del fatto che i
cavalieri vi svolgono tornei.
ELIDUC. Storia di un menage a trois, in cui si precisa l'immagine dell'acculturazione urbana: da un lato i
cavalieri risiedono in citta, sebbene i poveri siano nella zona borghese. Dall'altro il borghese che riceve
eliduc è cortese e vive come un nobile.
Dario Gemini Sezione Appunti
L'immaginario medioevale 8. Perceval di Chretien de Troyes
Ultimo romanzo di chretien de troyes, incompiuto, in 2 parti. La 1a racconta le avventure di perceval sulla
via dell' iniziazione, la seconda le aventure di gauvain che va a liberare una donna a montesclaire. Il tema
della citta appare nella prima parte dell'opera. C'è una contrapposizione tra il mondo di perceval, la foresta,
e la corte di artù, dove lui non riesce ad ambientarsi. Artù risiede a Carlisle e altre città. Il contrasto è tra il
cavaliere perceval, uscito da un mondo selvaggio, e artu re di una corte urbanizzata. Nella 2a parte del
poema si narra di Gauvain. Due episodi evidenziano come allo stato cavalleresco si oppongano due
condizioni tipiche della citta medievale: la condizione di mercante e quella di cambiavalute, categorie
emergenti ignobili che ignorano la generosità cavalleresca. Emergono poi motivi come la contrapposizione
tra le armi vili del popolino e quelle nobili dei guerrieri, lo schema della sommossa urbana, l'evocazione
della lombardia all'avanguardia. Gauvain aveva visto nella città bei borghesi e belle borghesi, ma poi è
aggredito, e loro si trasformano in orribili villani, che fanno paura allo stesso re.
Dario Gemini Sezione Appunti
L'immaginario medioevale 9. Immaginario delle chansons sulle culture
Chiariamo il ruolo che queste immagini hanno nella storia delle culture (opere) e delle mentalità (discorsi).
Ovunque si pesi lo sguardo dello storico, le culture si nutrono di eredità. Il peso che le eredità assumono in
una cultura è un elemento fondamentale per definirne la natura. Ciò è molto valido per il medioevo. La
creativita della societa dell'occidente medievale è consistita per molto tempo in scelte, in accostamenti
inediti lasciati in eredità da culture. Sono 4 le eredita di cui parliamo: giudaico - cristiana (importata dal I
sec dell'era cristiana e dominante dal IV), Greco-romana, barbara (prima infiltrata e poi sostenuta
nell'impero romano), e l'eredita “tradizionale” delle vecchie culture indigene. L'ultima non sembra aver
contribuito molto a formare l'immaginario urbano medivale. Idem quella barbara, ma forse no. Il patrimonio
della civilta grecoromana è notevole, ma l'apporto fu limitato nel sec. XII, forse per la scarsità di ricerche
nel campo. Poi la città medievale è un fenomeno nuovo, che svolge altre funzioni rispetto alla citta antica e
da origine a un'economia, a una societa e una simbologia di altro genere. Sul piano ideologico l'antica
tradizionale antitesi citta-campagna è poco pertinente nel mondo dell'occidente medievale, in cui il dualismo
fondamentale cultura-natura si esprime soprattutto attraverso la contrapposizione tra ciò che è
costruito/antropizzato e ciò che è selvaggio. Resta quindi in 1° piano l'eredità giudaico-cristiana.
Dario Gemini Sezione Appunti
L'immaginario medioevale 10. La città nell'Alto Medioevo
Nell'alto medioevo la chiesa ha il monopolio nella formazione della cultura e delle mentalità. I guerrieri dei
ceti dominanti le sono legati da troppi interessi. La bibbia è l'autorità suprema, e le immagini culturali e
mentali acquistano forza solo se si fondano su un riferimento biblico. Ora il tema urbano è il tema biblico
fondamentale. La città ha un pessimo esordio nell'A.T. Nella genesi appaiono numerose città maledette,
come quella fondata da caino. Poi viene babele, poi sodoma e gomorra. Una visione più positiva è nell'AT
ma a poco a poco. Dopo l'episodio della presa di gerico ecco l'urbanizzazione degli ebrei, la divisione delle
citta in tribu e la nascita delle città rifugio. In seguito assistiamo alla valorizzazione delle città, legata a
gerusalemme, anzitutto nel 2° libro di samuele e nel 1° libro dei re. David e Salomone sono gli artefici. Si
configura così l'immagine materiale istituzionale e simbolica della citta per eccellenza, bella e ricca, adorna
di monumenti e sede dei poteri. I libri sapienziali, poetici e profetici arrichiscono l'importanza delle
immagini urbane, facendo emergere 2 nuovi temi. I salmi magnificano gerusalemme per mezzo di sion, la
collina sacra. Il libro di isaia introduce prima l'antitesi gerusalemme-babilonia, e poi il tema dell'avvenire
escatologico urbano con la profezia della resurrezione di gerusalememe, dimora di jahvè che alla fine dei
tempi sarà luogo d'incontro delle nazioni. Il tema urbano si trova anche nel NT. Gerusalemme, legata alla
vita e alla morte di gesù, riassume in sé sia i lati positivi che negativi della città. Le invettive e le
maledizioni mostrano il lato babilonico di gerusalemme. Ma è soprattutto l'apocalisse di giovanni che
amplifica il quadro urbano della fine dei tempi, con la grande lotta tra la babilonia del male e gerusalemme,
e colloca la gerusalemme celeste in una posizione escatologica eccezionale. Anche il paradiso assume pian
piano l'immagine di una città, e la bibbia si chiude proprio sulla visione della città eterna,. E l'apporto fornito
dai padri della chiesa? Su tutti agostino, che nella città di Dio attribuisce quasi per intero alla politica
cristiana medievale basi e rappresentazioni urbane.
Dario Gemini Sezione Appunti
L'immaginario medioevale