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Rifiuto del piacere nel Medioevo



La tarda antichità segna una svolta nel modo di concepire e praticare la sessualità in occidente. Nell'antichità greco romana sessualità e piacere carnale erano valori positivi, vediamo ora subentrare una condanna della sessualità ed una rigida regolamentazione del modo di esercitarla. Tutto cio ad opera del cristianesimo. Ma secondo alcuni le prime trasformazioni ci sarebbero già state nel I - II sec dell'eta pagana. Il cristianesimo si colloca in quel vasto sconvolgimento delle strutture economiche, sociali, ideologiche dei primi 4 secoli dell'era cristiana. Il cristianesimo ha trasformato tendenze minoritarie in comportamenti normali, fornendo loro una cornice concettuale e un controllo sociale e rigoroso, esercitato dalla chiesa e dal potere laico al suo servizio. Ha proposto e realizzato una società esemplare dando esempio di un nuovo modello sessuale nel monachesimo.  L'avvicinarsi della fine del mondo esige la purezza, e alcuni, come origene, arrivano al punto di castrarsi. Con il cristianesimo uno dei primi collegamenti è tra la carne e il peccato. Ci si serve della Bibbia per giustificare molte pratiche sessuali represse. Giovanni afferma che “la carne non giova”, e il cristianesimo parla di diversi peccati carnali. La condanna della sessualità avviene attorno a 3 nozioni: fornicazione (NT), che si richiama al 6° comandamento “tu non fornicherai” (= non avrai comport sessuali illegittimi); concupiscienza (Padri della Chiesa); lussuria, che tra il V ed il XII riunisce in sè tutti i peccati carnali quando si costituisce il sistema dei peccati capitali.

Tratto da L'IMMAGINARIO MEDIOEVALE di Dario Gemini
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