Appunti sul testo "Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza collettiva" di Andrea De Guttry, Fabrizio Pagani, per il Corso di Scienze Internazionali e Istituzioni Europee, tenuto dal prof. Pedrazzi.
Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza
collettiva
di Alice Lavinia Oppizzi
Appunti sul testo "Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza
collettiva" di Andrea De Guttry, Fabrizio Pagani, per il Corso di Scienze
Internazionali e Istituzioni Europee, tenuto dal prof. Pedrazzi.
Università: Università degli Studi di Milano
Facoltà: Scienze Politiche
Esame: Organizzazione Internazionale
Docente: Pedrazzi
Titolo del libro: Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema
di sicurezza collettiva
Autore del libro: Andrea De Guttry, Fabrizio Pagani1. Dalla società delle nazioni alle Nazioni Unite: la genesi del sistema
di sicurezza collettiva
L'organizzazione internazionale e la sicurezza collettiva dal Congresso di Vienna (1815) al Trattato di
Versailles.
La nozione di una comunità internazionale distinta dagli interessi nazionali degli stati che la compongono e
il tentativo di creare strutture sovranazionali volte a organizzarla si affermano solo con la fine della prima
guerra mondiale.
Sino a quel momento idee simili erano appartenute solo a certe dottrine filosofiche promosse da qualche
attivista. Il diritto internazionale dell'epoca non prevedeva infatti alcuna limitazione alla possibilità di
ricorso alla forza armata nelle relazioni internazionali legge del più forte.
Tuttavia, già a partire dal Congresso di Vienna, il sistema politico internazionale non viveva in totale
anarchia nel corso del XIX secolo si sviluppava infatti un sistema fondato su una rete di alleanze fra e
attorno le principali potenze e su una serie di conferenze periodiche volte a mantenere o ristabilire
l'equilibrio del sistema.
Nell'Europa post-napoleonica nascevano nuove forme di cooperazione e si rafforzava l'aspirazione a un
ordine internazionale. Emergeva il concetto di multilateralismo e la necessità di forme permanenti di
collaborazione.
Espressione di questo clima erano:
1. le conferenze con cui nel corso del XIX secolo le potenze si chiamavano a definire sistemazioni
territoriali, zone di influenza e altre questioni di interesse comune.
2. L'intensificarsi dei rapporti economici tra gli stati e la crescente interdipendenza tecnologica
cooperazione internazionale in campo tecnico prime forme di organizzazioni internazionali, “unioni di
stati” aventi per oggetto aspetti tecnici come la gestione della navigazione dei fiumi, il traffico ferroviario, i
pesi e le misure...
3. cooperazione nella ricerca di regole per umanizzare la guerra nuove armi in grado di ferire la popolazione
civile, nuove forme di organizzazione militare necessità di regole sulla condotta delle ostilità. Un insieme
rilevante di norme fu elaborato e adottato in occasione delle conferenze internazionali di Ginevra (1864) e
altre. In larga misura su impulso del Comitato internazionale della Croce Rossa si codificano le prime regole
in materia di protezione dei feriti, dei prigionieri di guerra e del divieto di certe armi.
Tutte queste speranze vengono a frantumarsi con la guerra.
Alice Lavinia Oppizzi Sezione Appunti
Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza 2. Il Covenant della Società delle Nazioni
Alla fine della prima guerra mondiale, al fine di prevenire nuove guerre così catastrofiche, la Conferenza di
pace di Parigi e il Trattato di Versailles del 1919 creavano le prime regole e le prime vere istituzioni in
materia di sicurezza internazionale. All'origine l'iniziativa Usa con Wilson e i suoi 14 punti miranti a
formare un'associazione generale delle nazioni che avrebbe dovuto fornire garanzie reciproche di
indipendenza politica e territoriale ai piccoli e grandi stati. Tale idea fu all'origine del Covenant (Statuto)
della Società delle Nazioni discusso e adottato durante la Conferenza di Parigi e integrato nel Trattato di
Versailles. Il Covenant entra in vigore il 10 gennaio 1920; nasceva con sede a Ginevra la prima vera
organizzazione internazionale a carattere politico.
Il primo obiettivo della Società delle Nazioni era di promuovere la cooperazione internazionale e la
sicurezza tramite:
L'accettazione dell'impegno a non far ricorso alla guerra.
L'obbligo di relazioni aperte, giuste e onorevoli fra le nazioni.
Il riconoscimento del diritto internazionale come l'insieme di regole di condotta nei rapporti fra governi.
Il mantenimento della giustizia e il rispetto degli obblighi dei trattati nelle relazioni fra i popoli.
Un grande passo in avanti gli stati per la prima volta non sarebbero stati più completamente liberi nei loro
rapporti internazionali si riconosceva l'esistenza di regole ed interessi comuni nasceva il diritto
internazionale un senso moderno.
Le principali regole di comportamento per i membri della Società erano quattro:
1. l'impegno di ridurre, nei limiti delle esigenze di sicurezza nazionale, il livello degli armamenti e di
assicurare lo scambio di informazioni sulle proprie capacità belliche.
2. L'obbligo di sottoporre ad arbitrato o al Consiglio eventuali controversie generatrici di tensione
internazionale.
3. Il divieto di ricorrere alla forza armata per risolvere delle controversie internazionale se non dopo un
periodo di almeno 3 mesi dalla decisione arbitrale o del Consiglio.
Il Covenant creava una serie di nuove istituzioni col compito di promuovere il rispetto della pace e della
sicurezza internazionale:
Assemblea con i rappresentanti di tutti i paesi membri, con un voto a testa e la competenza in tutte le
questioni riguardanti l'organizzazione.
Consiglio composto da 5 membri permanenti (poi allargato a 6) e da 5 membri elettivi (poi 6 e poi 9) con la
responsabilità principale in tema di protezione della pace: elaborazione di proposte in materia di disarmo e
meccanismi si controllo per verificare applicazione; esame e pronuncia su controversie che potrebbero
minacciare la pace; raccomandazioni agli stati membri su quali contingenti militari fornire in caso di
violazione obblighi in materia di forza armata.
Qualora non si fosse raggiunta una soluzione per una crisi,il Consiglio poteva adottare a maggioranza
raccomandazioni circa il comportamento che le diverse parti avrebbero dovuto seguire i membri non
potevano ricorrere a guerra contro quello stato che si conforma alla raccomandazione. In caso contrario si
votava all'unanimità (tranne le parti interessate) le misure necessarie a ristabilire la pace. In caso di
inconcludenza del Consiglio le parti si sarebbero arrangiate, con anche la facoltà di entrare in conflitto.
Nel caso un membro fosse entrato in guerra in violazione degli obblighi gli altri membri avrebbero potuto
adottare sanzioni economiche e finanziarie nei confronti dell'aggressore.
Alice Lavinia Oppizzi Sezione Appunti
Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza Al Segretariato erano affidate le funzioni amministrative e il compito di procedere all'attuazione delle
delibere di Assemblea e Consiglio.
Veniva inoltre creata una Corte Permanente di Giustizia Internazionale, un tentativo di creare una
giurisdizione internazionale con competenza sulle controversie internazionali che le parti gli avrebbero
sottoposto. Pareri vincolanti su qualunque questione conferitale da Assemblea o Consiglio.
creazione di alcuni organi consultivi permanenti come la Commissione sul disarmo e quella sui mandati,
con compiti specifici.
Alice Lavinia Oppizzi Sezione Appunti
Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza 3. I venticinque anni della Società delle Nazioni tra luci (poche) e
ombre (molte)
Al momento della sua costituzione la Società delle Nazioni contava 42 membri, poi 57.
Tuttavia la società nasceva con limiti, primo fra tutti l'assenza degli Usa che dopo essere stati i promotori
della Società delle Nazioni, non ne divennero mai membri a causa della bocciatura del Consiglio. Nei primi
dieci anni di vita la Società delle Nazioni dimostrò comunque di essere in grado di gestire alcune crisi
politiche tra potenze minori (Svezia e Finlandia sulle isole Aaland, crisi sul referendum dell'Alta Slesia,
contenzioso sulla città di Memel, conflitto territoriale tra Grecia e Bulgaria.
A partire dal 1926, momento in cui la Germania divenne membro e l'Urss iniziò a partecipare alle riunioni
del Consiglio, la società divenne per alcuni anni un foro di dialogo effettivamente capace di trovare
soluzione ad alcune questioni (in prevalenza territoriali).
Tuttavia l'organizzazione non poté sopravvivere alla crisi del 29 e nel momento in cui sorsero conflitti tra le
grandi potenze emerse la debolezza della Società.
Il primo caso importante 1931 quando la Cina chiese l'intervento in Manciuria invasa dal Giappone la
Società delle Nazioni non fu in grado di impedire l'instaurazione giapponese (1932) e le sue proteste
portarono solo all'uscita del Giappone nel 1933.
Il governo fascista italiano e la sua politica coloniale portò ad una nuova grave crisi nel 1936 quando venne
condannata l'occupazione dell'Etiopia tramite sanzioni economiche, l'Italia lascia la Società nel 1937.
La Società divenne progressivamente uno spettatore passivo silenzio sulla guerra civile spagnola, inazione
rispetto all'aggressività tedesca l'ordine di Versailles sta crollando e non è più in grado di influenzare gli
accadimenti internazionali.
La Società delle nazioni veniva formalmente abolita nel 1946.
Motivi del fallimento:
Motivo di natura tecnica: il meccanismo di decisione in seno al Consiglio richiedeva quasi sempre
l'unanimità rendendo difficile l'adozione di decisioni.
Sempre di natura tecnica: la complessa procedura di revisione del Covenant che impediva modifiche che
tenessero conto dell'evoluzione del contesto internazionale.
Assenza di indipendenza della Società dagli stati membri.
Legame indissolubile tra i trattati e il Covenant, che rendeva la società uno strumento per imporre una pace
ingiusta agli sconfitti revisionisti.
Il ricorso alla forza non era del tutto bandito.
Visioni non omogenee tra i membri sul ruolo della società.
Carattere eurocentrico.
Diffidenza reciproca tra stati e scarsa disposizione a cedere sovranità.
Mancata partecipazione Usa e la facilità di ritiro.
Carattere pionieristico della Società, un primo tentativo di instaurare un regime di sicurezza collettiva.
Contributo essenziale per la formazione dell'ONU: the League is dead, long live to the United Nations!
Alice Lavinia Oppizzi Sezione Appunti
Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza 4. Gli Accordi di Locarno e il Patto Briand-Kellog
Gli accordi di Locarno del 1925 manifestavano la tendenza dei membri ad essere scettici nei confronti della
nuova società e a preferirle accordi regionali o subregionali. In base a Locarno Germania, Francia e Belgio
si impegnavano a un patto di non aggressione reciproca mentre Italia e Uk garantivano l'inviolabilità dei
confini. permanenza di una logica ottocentesca di equilibrio di potenze.
Il Patto Briand-Kellog del 1928 rappresentava il seguito di un'iniziativa francese per rafforzare il sistema di
sicurezza collettiva al decimo anniversario dall'entrata in guerra degli Usa Briand propone a Kellog un patto
bilaterale ripudiante la guerra, Kellog lo trasformò in un accordo multilaterale di 60 stati ripudio della
guerra come strumento di risoluzione delle controversie e come strumento di politica nazionale. Impegno a
risoluzioni con mezzi pacifici. Nessuna sanzione prevista.
I trattati di Locarno 1925, l'ammissione della Germania 1926 e il Patto Briand-Kellog 1928 rappresentano il
periodo più promettente per l'instaurazione di un nuovo ordine internazionale.
Alice Lavinia Oppizzi Sezione Appunti
Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza 5. La fase preparatoria delle Nazioni Unite: dalla Carta Atlantica
del 1941 alla convocazione della conferenza di San Francisco
Durante il secondo conflitto mondiale la Società delle Nazioni restò praticamente inattiva. Pertanto emerse
la volontà di superare quell'esperienza e di individuare forme nuove e più efficaci di collaborazione
internazionale.
Momento iniziale di questo processo fu l'elaborazione della Carta Atlantica, concordata tra Roosevelt e
Churchill il 14 agosto 1941.
Veniva espresso l'impegno a perseguire la lotta contro il nazismo e si affermava la volontà di sviluppare una
collaborazione internazionale che permettesse di promuovere lo sviluppo economico e sociale di tutti i
popoli, in un contesto di pace giusta e confini sicuri. A questo proposito tutte le nazioni del mondo
avrebbero dovuto rinunciare all'uso della forza in un contesto di disarmo collettivo in vista della creazione di
un sistema generale di sicurezza collettiva.
La Dichiarazione Atlantica contiene i temi che saranno alla base della futura ONU nozione di sicurezza
collettiva, disarmo, rinuncia all'uso della forza nelle relazioni internazionali, principio di autodeterminazione
dei popoli, cooperazione economica e commerciale.
La Dichiarazione Atlantica non menzionava la Società delle Nazioni (più apertura per Usa e Urss). I principi
della Dichiarazione furono sottoscritti da 20 stati antinazisti, Urss e Cina compresi.
Nel gennaio 1942 venne adottata anche la Declaration by the United Nations (Washington) e nel 1943 una
Dichiarazione congiunta esprimeva la volontà di creare nei tempi più rapidi possibili un'organizzazione
internazionale basata sulla sovrana eguaglianza tra tutti gli stati amanti della pace e aperta alla
partecipazione di tutti gli stati grandi e piccoli per il mantenimento della pace e della sicurezza
internazionale.
Il successivo passaggio è la conferenza di Dumbarton Oaks, settembre e ottobre 1944 le grandi potenze si
riunirono con l'obiettivo di discutere una proposta preparata dagli Usa sotto la guida del segretario di stato
Cordell Hull, che determinava la struttura e le funzioni della nuova organizzazione. La riunione si concluse
con successo e si delineava già la costituzione dei membri permanenti. Il testo concordato sarebbe stata la
base per le discussioni a San Francisco, ma lasciava aperta la questione del meccanismo di voto, che fu
risolta soltanto nella conferenza di Yalta del febbraio 1945 (Stalin, Roosevelt e Churchill) in cui le grandi
potenze si diedero il diritto di veto.
Alice Lavinia Oppizzi Sezione Appunti
Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza 6. La Conferenza di San Francisco
Secondo quanto concordato a Yalta, l'amministrazione Usa invitò 50 Paesi a San Francisco e, a titolo
consultivo, varie ong. Nell'invito gli stati potevano leggere le proposte delineatesi a Dumbarton Oaks e a
Yalta ed erano invitate a San Francisco per esprimere la loro opinione. Quasi tutti i paesi vollero dunque dire
la loro e fecero pervenire centinaia di documenti.
La Conferenza iniziò i lavori il 25 aprile 1945.
Durante la Conferenza emerse che i principi guida stabiliti in precedenza dalle grandi potenze non sarebbero
stati rinegoziabili, fino a far parlare di uno Statuto octroyé dalle grandi potenze. Il testo adottato nella
sessione finale, il 26 giugno 1945, fu sottoposto a ratifica negli stati firmatari e la Carta entrò in vigore il 24
ottobre 1945 (giorno delle Nazioni Unite) al momento del deposito della maggioranza delle ratifiche membri
permanenti compresi).
Considerazioni:
Ruolo decisivo Usa nel promuovere il nuovo sistema internazionale di sicurezza collettiva. Il collante che ha
unito i paesi firmatari è che erano tutti impegnati in uno stesso conflitto per sconfiggere il nazismo. Anche
se, a differenza del Covenant, la Carta non venne inserita in alcun trattato di pace, le Nazioni Unite
risentirono comunque del fatto di essere state create in una prospettiva post-bellica e in qualche modo
favorirono la divisione tra blocchi che si formò di lì a poco.
Alice Lavinia Oppizzi Sezione Appunti
Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza 7. Le istituzioni e il funzionamento delle Nazioni Unite
Il divieto dell'uso della forza e i principi cui si ispira la Carta delle Nazioni Unite.
Il progetto di San Francisco, oltre che a istituire una nuova organizzazione internazionale, fissava anche
alcuni principi fondamentali di comportamento su cui avrebbe dovuto fondarsi la convivenza internazionale.
Rispetto dei diritti dell'uomo, della dignità umana e dei principi di eguaglianza e non discriminazione.
Diritto di autodeterminazione dei popoli.
Sovrana eguaglianza e indipendenza delle nazioni.
Promozione della cooperazione internazionale basata sul concetto di interdipendenza.
Impegno ad adempiere in buona fede agli obblighi della Carta e ad assistere l'ONU.
Divieto di interferenza nella domestic jurisdiction.
Obbligo di risoluzione delle controversie con mezzi pacifici.
Divieto di ricorrere (o di minacciare il ricorso) alla forza nelle relazioni internazionali.
Quest'ultimo principio (articolo 2.4) costituisce il pilastro fondamentale ONU e anche dell'intero sistema
internazionale post-bellico. Le sole eccezioni ammissibili a questa norma imperativa sono le misure ex
capitolo VII e l'articolo 51 sulla legittima difesa. È su questo divieto dell'uso della forza che si basa il
sistema di sicurezza collettiva, un sistema che è il presupposto per il mantenimento della pace e che accentra
il monopolio dell'uso della forza nelle mani del Consiglio principio della prevalenza del diritto
internazionale sull'interesse nazionale.
Una delle caratteristiche chiave dell'ONU è proprio quella di collegare il tema della sicurezza a quello dello
sviluppo e della cooperazione economica, così come la sovranità e l'indipendenza statuale devono essere
lette alla luce dell'impegno di tutti i membri per la protezione dei diritti umani. approccio olistico che
contraddistingue l'ONU dalla Società delle Nazioni
Alice Lavinia Oppizzi Sezione Appunti
Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza 8. L'Assemblea Generale: ruolo e competenze
L'Assemblea Generale è un organo a partecipazione universale e a competenza generale, ma con poteri
limitati. Tutti gli stati membri vi sono rappresentati e ciascuno di essi ha diritto a un voto. L'Assemblea
accoglie solo rappresentanti di governo e il sistema di voto è a maggioranza semplice dei presenti e dei
votanti. Solo per alcune questioni la maggioranza sale a 2/3 dei presenti e votanti. Tante volte si adottano
decisioni politiche per consensus.
L'Assemblea dispone di organi sussidiari, alcuni dei quali (UNCTAD) hanno sviluppato vita propria.
L'Assemblea può discutere qualsiasi questione che rientri nei fini ONU e può rivolgere raccomandazioni ai
paesi membri o al Consiglio. Se si tratta di questioni di pace o sicurezza internazionale di cui si sta già
occupando il Consiglio, essa non ha competenza limite. Allo stesso modo l'Assemblea deve rimettere al
Consiglio tutte quelle questioni sulla pace e la sicurezza per cui sia necessaria l'adozione di misure concrete.
Approva il bilancio ed elegge i membri di numerosi altri organi, inclusi i membri non permanenti del
Consiglio. Delibera l'ammissione, l'espulsione e la sospensione di uno stato (su proposta del Consiglio). Nei
confronti dei paesi membri può solo fare raccomandazioni non vincolanti. Può anche adottare a larghe
maggioranze e in maniera solenne raccomandazioni su temi generali e di rilievo politico dichiarazioni di
principi come la DUDH, Dichiarazione del Millenio (contro povertà e per ambiente e diritti umani). Queste
dichiarazioni vengono spesso usate dalla CIG per ricostruire il diritto internazionale consuetudinario.
L'Assemblea ha inoltre promosso la codificazione delle regole internazionali in alcuni settori maturi
attraverso la Commissione del diritto internazionale (diritto del mare, dei trattati, responsabilità degli stati,
relazioni diplomatiche) contributo importante alla certezza del diritto e alla diminuzione delle controversie.
Importante anche l'affermarsi in seno all'Assemblea del principio di patrimonio dell'umanità (beni fuori dalle
giurisdizioni nazionale, spazio extra-atmosferico...). L'Assemblea promuove anche conferenze diplomatiche
per la negoziazione di trattati.
L'Assemblea rappresenta un foro unico di discussione e di sviluppo della cooperazione internazionale. Un
processo di riforma sembra comunque necessario dinnanzi ad un erosione dei suoi poteri e ad altre difficoltà
Alice Lavinia Oppizzi Sezione Appunti
Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza 9. Il Consiglio di sicurezza e il compito del mantenimento della pace
e della sicurezza internazionale
Secondo la Carta, gli stati membri conferiscono al Consiglio si Sicurezza la responsabilità principale del
mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Tale scelta si è riflessa su composizione,
funzionamento e poteri del Consiglio.
La carta prevede 15 membri, 5 permanenti (P-5: Usa, Russia, Cina, Uk, Francia) e 10 eletti dall'Assemblea
Generale, ogni due anni senza possibilità immediata di rielezione.
Il meccanismo decisionale del Consiglio prevede che per approvare delibere che non abbiano natura
procedurale sia necessario il voto di 9 membri su 15, senza nessun P-5 contrario (articolo 27).
I mezzi d'azione conferiti al Consiglio sono disciplinati nei capitoli VI, VII e VIII della Carta.
Alice Lavinia Oppizzi Sezione Appunti
Le Nazioni Unite. Sviluppo e riforma del sistema di sicurezza